Alitalia, Fondazioni bancarie interessate. Guzzetti: «Serve prima un progetto»
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Le Fondazioni bancarie potranno valutare un eventuale investimento in Alitalia in presenza di un progetto industriale. Lo ha detto Giuseppe Guzzetti, presidente Acri e Fondazione Cariplo, a margine di un convegno. Per ora comunque ogni valutazione è prematura, ha aggiunto Guzzetti. «Finora nessuno ci ha chiesto niente. La vicenda Alitalia è ancora in una fase prematura», ha esordito Guzzetti interpellato a margine del convegno circa un intervento delle fondazioni nella vicenda Alitalia.
«C'è comunque un punto: qui si tratta di investire patrimonio, non è un'erogazione» ha poi precisato il presidente dell'Acri sottolineando che «Se ci sono progetti industriali le valutazioni che le fondazioni potranno fare saranno basate sul rischio e sulla reddittività dell'investimento. Tuttavia chiedermi oggi se le fondazioni diranno si o no è prematuro. Bisogna attendere che ci sia un progetto». D'altro canto ha rilevato Guzzetti, ci sono dei precedenti: «Ci sono fondazioni che hanno investito nelle autostrade o hanno effettuato investimenti simili». Ogni fondazione «fa le sue valutazioni, però ci sono i vincoli posti dalla legge Ciampi ed è sulla base di questi che possono decidere gli investimenti» ha concluso Guzzetti.
Una cordata tira l'altra, Ermolli va avanti. «Ci sto lavorando ancora. Il presidente Berlusconi vuole che io vada avanti a lavorarci». Così il superconsulente Bruno Ermolli interpellato a margine di un convegno sugli sviluppi del dossier Alitalia. Questa è l'unica risposta che posso dare. «Sono tenuto a rispettare il segreto professionale», ha aggiunto Ermolli. I tempi ipotizzabili? Gli viene chiesto. «Per l'Expo? (del 2015 a Milano, ndr)», è stata l'ironica risposta.
Continua anche la raccolta di adesioni alla "cordata dei dipendenti" di Alitalia per il salvataggio della compagnia aerea. Lo afferma l'ideatore dell'iniziativa, Gianluca Morale, lo steward che ha fatto lo sciopero della fame a favore dell'offerta di Air France-Klm. «Ci saremo anche noi
all'appuntamento con la privatizzazione - sottolinea Morale in una nota - e diremo la nostra. Continuiamo a lavorare, anche tramite lo studio legale De Stefano di Roma, all'ipotesi di
applicazione dell'articolo 43 della Costituzione».
Secondo l'articolo 43, infatti, «a fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale».
Poveri noi
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