commento partendo dalle conclusioni, e toccando , crediamo, la questione fondamentale che quanti operano sui mercati finanziari si pongono in questi giorni, in cui gli indici azionari sembrano franare senza trovare un sostegno che ne arresti la caduta.
I segnali tecnici di debolezza si moltiplicano: il Dow Jones (notizie) ieri sera ha violato una importantissima area di supporto, e, benché ormai l'indice più rappresentativo, per il mercato Usa, sia l'S&p500, il Dow riveste ancora una certa importanza a livello "psicologico", per gli investitori.
Cerchiamo di motivare la convinzione con cui abbiamo aperto il commento, ovvero quella che potremmo essere vicini a minimi temporanei, per i mercati azionari, ma non al minimo finale del bear market, nel quale ormai senza alcun dubbio ci troviamo.
Nel breve termine abbiamo: indicatori in ipervenduto, sequential di de Mark prossimo alla segnalazione di punti di inversione, divergenze positive sugli indicatori più comunemente utilizzati. Anche i bonds stanno rimbalzando.La discesa delle settimane più recenti, infine, ha spinto gli indici verso la base inferiore del canale ribassista che si può tracciare dal maggio del 2007: in altre parole siamo vicini a -2 deviazioni standard, rispetto alla retta di regressione.
Tutto questo lascia pensare che a breve sui mercati potrebbe verificarsi un rimbalzo tecnico, anche violento, almeno nelle prime fasi. Se però andiamo ad osservare le indicazioni tecniche di lungo periodo, allora non troviamo ancora segnali di potenziale inversione del trend ribassista.Gli indicatori più lenti non divergono, sulla formazione dei minimi attuali.
Il mercato delle opzioni segnala un costante miglioramento del differenziale di open interest, che è in un trend positivo ben delineato, e che si muove sempre in controtendenza, rispetto all'indice azionario.
Il mercato dei bonds non ha ancora dato segnali chiari di inversione al rialzo, e normalmente i bonds anticipano i mercati azionari con un lag da tre a sei mesi.
La situazione macroeconomica non sembra venire in aiuto ai mercati: le banche centrali sono prese tra due fuochi, da un lato l'inflazione, dall'altro il rallentamento della economia globale, che potrebbe sfociare in recessione.Il prezzo del petrolio non sembra avere finito la propria corsa, e, a nostro avviso, le sorprese potranno arrivare più facilmente al rialzo, che al ribasso.
Anche le materie pprime food sembrano avere terminato la correzione che in alcuni casi le ha interessate, negli ultimi mesi, e sembrano pronte a ripartire. Insomma non ci sono buone nuove sul fronte dell'inflazione.
E anche sul fronte degli utili societari, sembra che abbiamo davanti un periodo non brillante. Purtroppo siamo quindi costretti a delineare uno scenario ancora a tinte fosche, per il nostro indice. Nell'arco del periodo luglio-agosto potremmo vedere un recupero, e l'indice potrebbe muoversi in trading range tra 28000 e 31000; successivamente, però, la tendenza primaria potrà riprendere il sopravvento, e l'area 25000 potrebbe essere interessata, dopo 5 anni in cui l'spmib se la era lasciata alle spalle.
VOLATILITA'/PREZZI VOLATILITA' IMPLICITA ( OPZIONI INDICE MIBO30) =
LUGLIO CALL ATM= 22,3% PUT ATM=22,1% CALL OTM=20,0% PUT OTM=25,4%
DICEMBRE CALL ATM= 25,0% PUT ATM=22,9% CALL OTM=21,7% PUT OTM=25,1%
VOLATILITA' STATISTICA ( INDICE S&PMIB, 21 GG) = 17,3%