dona46
Forumer storico
Il caro-energia mantiene i mercati sotto pressione, con gli indici Usa che scivolano di altri 2-3 punti percentuali per poi tentare una stabilizzazione. In peggioramento il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) , finora sovraperformante rispetto agli altri indici, a causa di vendite abbattutesi su settori come i semi-conduttori ed il software che avevano finora dimostrato maggiore tenuta. L'indice tecnologico è sceso verso 2.230/55, a pochi punti percentuali dai minimi di metà marzo a 2.155. Sono possibili rimbalzi verso 2.365-2.415, ma il tono rimane molto debole finché l'indice staziona sotto tale resistenza. Solo il superamento di 2.475-2.500 (prematuro) fornirebbe poi un segnale di stabilizzazione convincente per le prossime settimane. Vendite anche sul Dow Jones Industrial che scivola verso il supporto in area 11.000/150, per poi rimbalzare verso 11.350. Sono possibili rimbalzi verso 11.750, ma solo al di sopra di 11.950-12.150 (prematuro) si avrebbe un segnale di assestamento. Test dei minimi dell'anno per l'S&P500, che si porta marginalmente al di sotto dei minimi a 1.257 toccati il 17 marzo, per poi assestarsi a ridosso di 1.265. Sui livelli correnti sono possibili rimbalzi verso 1.325, ma il tono rimane molto debole finché l'indice resta al di sotto di tale resistenza. Un buon segnale di rasserenamento si avrebbe col superamento dell'area 1.350/70 ma un segnale convincente di stabilizzazione verrebbe solo dal superamento della forte resistenza in area 1.395-1.405
(prematuro).
Rispetto ai massimi dello scorso ottobre, gli indici Usa hanno ceduto circa il 20-22%. Correzioni di questa portata appartengono alle “grandi correzioni”, quelle che comunque non vanno oltre il 30%. Anche perché a quel punto non più di correzione si dovrebbe parlare bensì dell'inizio di un trend dominante ribassista, destinato a durare per altri 1-2 anni. La volatilità implicita, seppur in risalita, rimane al di sotto di importanti resistenze (26 per il Vix e 31 per il Vxn), e comunque ben al di sotto dei picchi toccati durante il sell-off di metà marzo. Questo elemento induce a pensare che un'eventuale discesa dei listini Usa di un ulteriore 5-10% potrebbe essere la fine della fase correttiva in atto. Per i cultori dei ritracciamenti di Fibonacci è interessante osservare che di tutto il movimento rialzista dai minimi dell'ottobre 2002 ai massimi dell'ottobre 2007, il ritracciamento è stato finora del 38% per Nasdaq (NASDAQ: notizie) ed S&P500. Un ritracciamento del 50% riporterebbe il Nasdaq a ridosso di quota 2.000 e l'S&P verso 1.150. Sul Dow il ritracciamento è stato finora del 42%: una prosecuzione verso il 50% riporterebbe il Dow verso 10.750. Se di correzione si tratta, come è ancora probabile, discese verso questi livelli sarebbero da considerarsi come l'ultima fase di negatività.
A cura di Maurizio Milano dell'Ufficio Analisi
(prematuro).
Rispetto ai massimi dello scorso ottobre, gli indici Usa hanno ceduto circa il 20-22%. Correzioni di questa portata appartengono alle “grandi correzioni”, quelle che comunque non vanno oltre il 30%. Anche perché a quel punto non più di correzione si dovrebbe parlare bensì dell'inizio di un trend dominante ribassista, destinato a durare per altri 1-2 anni. La volatilità implicita, seppur in risalita, rimane al di sotto di importanti resistenze (26 per il Vix e 31 per il Vxn), e comunque ben al di sotto dei picchi toccati durante il sell-off di metà marzo. Questo elemento induce a pensare che un'eventuale discesa dei listini Usa di un ulteriore 5-10% potrebbe essere la fine della fase correttiva in atto. Per i cultori dei ritracciamenti di Fibonacci è interessante osservare che di tutto il movimento rialzista dai minimi dell'ottobre 2002 ai massimi dell'ottobre 2007, il ritracciamento è stato finora del 38% per Nasdaq (NASDAQ: notizie) ed S&P500. Un ritracciamento del 50% riporterebbe il Nasdaq a ridosso di quota 2.000 e l'S&P verso 1.150. Sul Dow il ritracciamento è stato finora del 42%: una prosecuzione verso il 50% riporterebbe il Dow verso 10.750. Se di correzione si tratta, come è ancora probabile, discese verso questi livelli sarebbero da considerarsi come l'ultima fase di negatività.
A cura di Maurizio Milano dell'Ufficio Analisi