petrolio
Per il petrolio è difficile parlare di una correzione tecnica perché il mercato ha inviato un segnale di inversione di breve-medio periodo. La media mobile a 40 periodi è stata infranta intorno alla metà del mese di luglio, con la violazione dell'area 134/136 e si è avuta un'evoluzione favorevole al classico bearish trend. Si è avuta così la rottura del supporto a 120/121 dollari, con conseguente attacco ai livelli successivi verso il prossimo collocato tra 109,6 e 111,15. Poco sotto i 110 dollari si giocheranno le sorti del trend e il petrolio potrebbe attaccare i 102 dollari prima, la soglia dei 100 dollari e successivamente i 95/93, con la possibilità di andare ad intercettare questi obiettivi, favorendo così un rientro degli eccessi che ci sono stati quest'anno.
Il petrolio è ora speculativamente al ribasso, al pari dell'oro che ha drenato tutti i guadagni conseguiti nel corso del 2008. Sotto 800 dollari l'oncia avremo un'inversione del lungo termine e non ci sarà dunque da aspettarsi nuovi massimi per l'oro.
Fino a quando i prezzi del petrolio si manterranno al di sotto della media mobile a 9 sessioni, che intercorre tra 117,15 e 117,8, avremo un'impostazione orientata al ribasso. Il problema sarà vedere quello che potrà succedere in corrispondenza della fascia tra 109,6 e 111,4, perché in caso di mancata tenuta il mercato sarà dichiaratamente al ribasso.
Per il dollaro abbiamo invece proiezioni fino a 1,41 per settembre e non più per ottobre come pensavamo e questo potrà favorire una ripresa dell'azionario, una volta che saranno abbandonate le recenti paure.