Le banche italiane sono solide - Detto da Tremorti
MILANO (MF-DJ)--In Italia torna lo spettro dei bond bruciati a causa del crack Lehman, anche perche' la crisi economica nel mondo e in Italia puo' aggravarsi, come ha detto ieri il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, alla luce dei nuovi crack finanziari e degli scricchiolii del sistema assicurativo americano. Il ministro, scrive il quotidiano MF, ha confermato l'esposizione debitoria ("non attiva", l'ha definita) del Tesoro nei confronti di Lehman Brothers per circa 1 mld euro. Lehman pero' interessa direttamente il Tesoro perche' la banca Usa e' entrata come controparte swap in una serie di cartolarizzazioni. Proprio per questo motivo Moody's ha messo sotto la lente per un eventuale downgrade del rating l'operazione Fip. Ad aggravare la situazione c'e' la circostanza che Tremonti non ha ancora in mano i dati su quanti risparmiatori italiani abbiano in portafoglio i bond di Lehman Brothers mentre la Banca d'Italia, che continua a ritenersi tranquilla circa gli effetti del crack, dovrebbe diffondere venerdi' la cifra dell'esposizione complessiva del sistema bancario verso il colosso americano. Proprio il computo dei bond in mano ai risparmiatori e' un secondo aspetto del problema. Non e' un calcolo agevole, perche' vanno considerati non solo i prodotti collocati dalle banche ma anche, se non soprattutto, quelli delle assicurazioni all'interno delle polizze (fra tutte le index linked). E poi ancora se i bond siano o no coperti da garanzie accessorie che rendano piu' agevole rientrare nei piani di riparto che saranno predisposti con il Chapter 11 o la administration inglese (per la parte europea). Le emissioni dell'investment bank fallita, ancora ieri, quando facevano prezzo, valevano in media 25-26 centesimi del nominale, a indicare che il mercato non si aspetta fronti di Lehman Brothers per circa 1 mld euro. Lehman pero' interessa direttamente il Tesoro perche' la banca Usa e' entrata come controparte swap in una serie di cartolarizzazioni. Proprio per questo motivo Moody's ha messo sotto la lente per un eventuale downgrade del rating l'operazione Fip. Ad aggravare la situazione c'e' la circostanza che Tremonti non ha ancora in mano i dati su quanti risparmiatori italiani abbiano in portafoglio i bond di Lehman Brothers mentre la Banca d'Italia, che continua a ritenersi tranquilla circa gli effetti del crack, dovrebbe diffondere venerdi' la cifra dell'esposizione complessiva del sistema bancario verso il colosso americano. Proprio il computo dei bond in mano ai risparmiatori e' un secondo aspetto del problema. Non e' un calcolo agevole, perche' vanno considerati non solo i prodotti collocati dalle banche ma anche, se non soprattutto, quelli delle assicurazioni all'interno delle polizze (fra tutte le index linked). E poi ancora se i bond siano o no coperti da garanzie accessorie che rendano piu' agevole rientrare nei piani di riparto che saranno predisposti con il Chapter 11 o la administration inglese (per la parte europea). Le emissioni dell'investment bank fallita, ancora ieri, quando facevano prezzo, valevano in media 25-26 centesimi del nominale, a indicare che il mercato non si aspetta dal default un tasso di recupero superiore al 25-26%. Per quanto riguarda i risparmiatori italiani, nel loro portafoglio non ci sono solo i classici bond a tasso fisso o a tasso variabile che venivano proposti dai borsini delle banche e che erano inseriti tra le obbligazioni a basso rischio nel sito internet di Patti Chiari, ma anche le obbligazioni strutturate di vari tipi: con cedole step up particolari o indicizzate all'inflazione europea o all'inclinazione della curva dei rendimenti. Le indicazioni preliminari sono finora all'insegna della rassicurazione, si parla dio cifre "gestibili", da Unicredit a Intesa Sanpaolo a Mps. Sembra di capire che, se non si trattera' di cifre grandi, si procedera' a trattare le posizioni dei clienti una per una. Ancora inoltre si puo' dire che tutto sia perduto, visto che non tutte le s
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