@@@ gli amici di ettore_61-e-non-solo (2 lettori)

dona46

Forumer storico
5 ed ultimo

Niente bonus bebè. Nulla di fatto invece, stando a quello che ha riferito il ministro Prestigiacomo al termine della riunione, in merito alla riedizione del bonus bebè, come invece era stato ipotizzato nei giorni scorsi.

L'intesa sui mutui. A conclusione del consiglio è stato illustrato poi il contenuto di un accordo tra il ministro Tremonti e l'Abi per offrire ai clienti la possibilità di rinegoziare i mutui prima casa a tasso variabile accesi prima del 2007. La convenzione, secondo quanto ha spiegato il presidente Silvio Berlusconi, consentirà di pagare con le stesse modalità del 2006. L'intesa, secondo quanto è stato illustrato contemporaneamente dall'Abi in una conferenza stampa a Milano, prevede che la differenza rispetto all'importo attuale delle rate dei mutui venga addebitata su un conto del cliente al quale si applicherà un tasso fisso a 10 anni maggiorato di uno spread dello 0,50 per cento. I clienti potranno chiedere quindi alle banche la rinegoziazione entro il prossimo 31 dicembre.
(21 maggio 2008)
 

dona46

Forumer storico
a 4500 E A NOTTE

18:34 Berlusconi "Tornero' ogni settimana a Napoli"
Il premier, nel corso della conferenza, ha garantito che tornera' nel capoluogo ogni settimana'. "Tornero' a Napoli con continuita' anche per monitorare gli effetti che avra' prodotto l'azione di Bertolaso". Berlusconi sottolinea di essere venuto a Napoli per dimostrare che "lo stato c'e' e agira' subito e non domani per risolvere questa situazione che non e' di un paese civile". Il premier poi ricorda che la situazione "e' difficile e noi ce ne rendiamo conto ma abbiamo una grande volonta' e la squadra di governo lavora con entusiasmo ed ottimismo"
 

dona46

Forumer storico
MA ALLORA è PRESTITO????????????

Quotazioni

Alitalia Linee
AZA.MI
0.55
+0.18%



MIB 30 Migliori & Peggiori



ROMA (Reuters) - Il prestito ponte da 300 milioni concesso dal governo a favore di Alitalia (Milano: AZA.MI - notizie) dovrebbe diventare "patrimonio netto".

E' quanto ha deciso il Consiglio dei ministri nella riunione tenuta oggi a Napoli, secondo quanto riferisce una fonte governativa.


Dopo l'anticipazione della fonte, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha poi precisato che la trasformazione del prestito in patrimonio netto sarà una misura temporanea.
 

veilfast

Forumer storico
Re: a 4500 E A NOTTE

dona46 ha scritto:
18:34 Berlusconi "Tornero' ogni settimana a Napoli"
Il premier, nel corso della conferenza, ha garantito che tornera' nel capoluogo ogni settimana'. "Tornero' a Napoli con continuita' anche per monitorare gli effetti che avra' prodotto l'azione di Bertolaso". Berlusconi sottolinea di essere venuto a Napoli per dimostrare che "lo stato c'e' e agira' subito e non domani per risolvere questa situazione che non e' di un paese civile". Il premier poi ricorda che la situazione "e' difficile e noi ce ne rendiamo conto ma abbiamo una grande volonta' e la squadra di governo lavora con entusiasmo ed ottimismo"

di la verità zietta eh eh eh lo :love:
 

Gianca60

Forumer storico
agamarino ha scritto:
ROMA, 21 MAG - Moody's ha perso quasi il 14% alla
borsa di New York dopo che il Financial Times ha scritto che, a
causa di un problema informatico, l'agenzia di rating ha
assegnato voti di 'tripla A' a prodotti del credito strutturato
che non lo meritavano affatto.
Moody's ha comunicato in una nota che è in corso una
"approfondita verifica" del problema, senza commentare oltre
quanto scritto dal quotidiano inglese. Le azioni del gruppo
hanno perso fino al 13,8% a 37,83 dollari, e a metà seduta
viaggiano a quota 38,92 dollari.
Il Ft cita documenti interni di Moody's, visionati dai suoi
giornalisti, che dimostrano secondo il quotidiano che i giudizi
di solvibilità assegnati alle 'constant proportion debt
obligations' (CPDO) avrebbero dovuto essere più bassi anche di
quattro gradi rispetto al livello attuale. Non solo: secondo il
quotidiano della City l'agenzia di rating si era accorta di un
errore nei modelli utilizzati per calcolare i rating già
all'inizio dello scorso anno.
La notizia, oltre a far segnare alle azioni Moody's il
peggior calo degli ultimi nove anni, ha innescato forti vendite
sulle principali banche e istituzioni finanziarie quotate a Wall
Street, che hanno in portafoglio prodotti del credito
strutturato e rischiano così di dover procedere a ulteriori
svalutazioni dei propri attivi. (ANSA).


senza parole :lol: :lol:
 

dona46

Forumer storico
MIB 30 Migliori & Peggiori

NEW YORK (Reuters) - L'azionario Usa è in calo penalizzato dal nuovo record del prezzo del brent che ha alimentato i timori sull'inflazione, sull'incremento dei costi delle aziende e sulla riduzione delle spese, che potrebbero colpire i profitti delle imprese.


Il futures sul greggio Usa ha raggiunto il record di 132,08 dollari al barile alla Borsa mercantile di NewYork.


Il balzo del petrolio sta facendo salire il comparto oil e sta penalizzato le società manifatturiere, come Boeing (NYSE: BA - notizie) , che cede oltre il 3% e General Eletric in calo dell'1%.


I titoli delle compagnie aeree, che risentono del balzo dei prezzi del carburante, sono in ribasso, cosi come le società di distribuzione e i finanziari. L'indice delle compagnie aeree cede il 6%. Continental Airlines (NYSE: CAL - notizie) arretra del 9% a 14,75 dollari dopo il downgrade di un broker sul settore.


"Più sale il prezzo del petrolio più vengono coinvolti i consumi. Ha effetti psicologici così come il ribasso delle azioni ha effetti sulla ricchezza", osserva un trader.
 

giamaica2005

Forumer attivo
Pil: scenario di crescita zero

(ANSA) - ROMA, 21 MAG - 'Tutti i dati congiunturali si incastrano nello scenario di crescita zero'. E' quanto sottolinea il Centro Studi di Confindustria. 'I rischi - prosegue il Csc nella sua congiuntura flash - rimangono comunque al ribasso. La frenata dell'economia italiana si accentua nel secondo trimestre. Per il pil si profila una nuova contrazione, guidata dall'attivita' manifatturiera e dall'edilizia. Anche dal terziario arrivano segnali di fiacchezza'.
 

giamaica2005

Forumer attivo
Usa: Fed taglia stima Pil 2008 a +0,3-1,2% da +1,3-2% (RCO)

Riviste al rialzo le previsioni sull'inflazione (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 21 mag - La Federal Reserve ha dato un taglio netto alle stime di crescita dell'economia nel 2008. La banca centrale Usa ha abbassato le previsioni sul Pil a una forchetta compresa tra +0,3% e +1,2% dal precedente range di 1,3%-2%. E' stata inoltre rivista al rialzo la stima sull'inflazione 2008, vista al 3,1%-3,4% dal precedente 2,1%-2,4% (l'inflazione core passa al 2,2%-2,4% dal 2%-2,2%) a causa del rialzo dei prezzi delle materie prime.
Dpe (RADIOCOR) 21-05-08 20:13:07 (0401)news 5 NNNN
 

giamaica2005

Forumer attivo
Petrolio senza freni:

Petrolio senza freni: Wti sfonda quota 132 dollari, Brent a 131
di Alberto Annicchiarico

La paura che il petrolio non basti per tutti negli anni a venire spinge sempre più alle stelle i prezzi dell'oro nero: a New York , mercoledì 21 maggio, prima è stata raggiunta la soglia di 130 dollari al barile, poi dopo la pubblicazione dei dati sulle riserve Usa, che hanno evidenziato una flessione decisamente più marcata delle attese, il future di luglio sul Wti ha superato i 132 dollari con un top assoluto a 132,07.

A Londra l'analoga consegna sul Brent è salito del 2,8% a fibno al massimo storico a 131,57. Come se non bastasse i futures per le consegne nel dicembre 2016 (non è un refuso, proprio tra otto anni) sono volati già questa mattina a 140 dollari (+14% da lunedì) mentre la più grande banca d'investimenti del mondo, la statunitense Goldman Sachs, prevede una media prezzi di 141 dollari al barile già nella seconda metà del 2008.

La ragione di questa escalation all'apparenza inarrestabile è che semplicemente nel vicino futuro non ci sarà petrolio per tutti, con la produzione inchiodata - per ragioni di incapacità degli impianti e progressiva rarefazione delle risorse, a 85 milioni di barili al giorno e la domanda, a causa della sete di energia delle economie emergenti, schizzata a oltre 87 milioni.

Tutto sembra dare ragione al petroliere texano T. Boone Picken, che ha preconizzato il barile a 150 dollari già entro quest'anno. Anche Crédit Suisse ha alzato le sue stime sul prezzo del barile da 91 a 120 dollari nel 2008 e da 90 a 110 dollari nel 2009. Mentre Société Générale ha rivisto al rialzo le sue previsioni medie per l'anno corrente di 14 dollari, a 115 dollari, e per l'anno successivo di 10 dollari a 110 dollari.

Eppure il segretario generale dell'Opec ritiene che nonostante il prezzo del barile abbia raggiunto i 129 dollari, il mercato sia adeguatamente fornito. In un incontro a Caracas con il presidente venezualano Hugo Chavez, Abdallah Salem el-Badri, ha dichiarato che «non c'è scarsità di petrolio sul mercato» perché le forniture internazionali di petrolio sono molto elevate. Alle 16,30 il dipartimento dell'Energia comunicherà i dati sulle scorte degli Stati Uniti per la settimana conclusa lo scorso 16 maggio.

Gli analisti attendono un aumento di 500 mila barili, dopo il rialzo di 200 mila barili della settimana scorsa. Le scorte di benzina sono previste in aumento di 400 mila barili, contro il calo di 1,7 milioni di barili del dato precedente. Per quanto riguarda i distillati, gli analisti attendono un aumento delle scorte di 1,2 milioni di barili, dopo il rialzo di 1,4 milioni della settimana precedente.

Festa grande, insomma, per la speculazione e tempi assai duri per i consumatori, sempre più stretti nella tenaglia tra caro-trasporti, inflazione (sulla spinta dell'aumento di meterie prime e alimentari) e aumenti salariali sin troppo moderati. Mentre addirittura si torna a parlare di un ritocco al rialzo dei tassi d'interesse in Europa, nonostante la frenata dell'economia, a conferma che i banchieri centrali di Francoforte sono ossessionati dai rischi di aumento generalizzato dei prezzi più che dai ritmi di crescita a scartamento ridotto.
 

giamaica2005

Forumer attivo
fomc

Le minute del FOMC gelano Wall Street. Addio a nuovi tagli dei tassi
Di Alberto Susic




La Federal Reserve chiude la porta a nuovi tagli dei tassi di interesse, che sono ora più di prima improbabili non solo per la prossima riunione in calendario a giugno, ma anche per gli incontri dei mesi successivi. La crescita economica negli Stati Uniti appare ancora più debole di quanto stimato in precedenza, e al contempo diventano sempre più preoccupanti i timori sul fronte dell'inflazione, destinata ad aumentare nei mesi a venire. E' questo in estrema sintesi il messaggio che emerge dalle minutes del FOMC diffuse questa sera, ossia dei verbali riferiti all'ultimo meeting della Banca Centrale americana, svoltosi il 29 e il 30 aprile scorsi. In quella occasione la Fed aveva deciso di ridurre il costo del denaro dello 0,25%, portando i Fed Funds al 2%, intervento al contempo sul tasso ufficiale di sconto, abbassato in ugual misura al 2,25%. Quest'ultima operazione era stata approvata all'unanimità, mentre la prima non aveva trovato d'accordo tutti i membri del Board, visto che Richard Fisher e Charles Plosser non avevano espresso voto favorevole, schierandosi per un nulla di fatto.

Già in occasione dell'ultima riunione era stata confermata la debolezza dell'attività economica, accompagnate da non poche preoccupazioni sul versante dell'inflazione. Proprio quest'ultimo aspetto aveva portato a preannunciare circa 20 giorni fa una pausa nella politica monetaria espansiva portata avanti da settembre scorso fino al mese passato.
Le indicazioni arrivate questa sera dalla Banca Centrale americana appaiono non certo più incoraggianti, dal momento che la Fed prevede ora una crescita più debole di questa stimata in precedenza e precisamente a gennaio di quest'anno.
Dalla lettura dei verbali dell'ultima riunione si apprende infatti che il Board guidato da Bernanke ha tagliato di quasi un punto le sue previsioni sulla crescita per l'anno in corso. Mentre la stima precedente indicava un incremento del Prodotto Interno Lordo compreso tra l'1,3% e il 2%, ora i numeri parlano di un incremento decisamente più contenuto, fra lo 0,3% e l'1,2%.
Per il 2009 è attesa invece una ripresa della congiuntura, con un tasso di crescita stimato tra il 2% e il 2,8%, ma per ora l'espansione è più debole di quella avuta nel 2007, per via della crisi immobiliare, del credit crunch e degli elevati costi dell'energia.
Cattive notizie anche per il mondo del lavoro, dal momento che è atteso un aumento del tasso di disoccupazione nei prossimi mesi, tanto che la Fed prevede ora forchetta compresa tra il 5,5% e il 5,7%, rispetto all'intervallo indicato a gennaio tra il 5,2% e il 5,3%.
Non sono certo migliori le indicazioni per l'inflazione, che rappresenta ora la principale preoccupazione della Banca Centrale americana. Le previsioni per quest'anno parlano di una crescita tra il 3,1% e il 3,4%, con una revisione al rialzo di un punto in confronto all'indicazione di gennaio racchiusa tra il 2,1% e il 2,4%. Meno significativo l'innalzamento delle stime per l'inflazione “core”, che dovrebbe salire tra il 2,2% e il 2,4% quest'anno, con un aumento dello 0,2% rispetto alla previsione formulata a gennaio scorso.
Nei verbali si legge che la forte crescita dei prezzi del petrolio e di altre commodities da inizio anno, e' stato il principale fattore che ha portato alla forte revisione al rialzo delle proiezioni sull'inflazione nel breve termine. Proprio le rinnovate tensioni che stanno interessando la dinamica dei prezzi al consumo hanno portato la Fed a rilevare un maggiore bilanciamento tra i rischi di una crescita più debole e quelli di un'inflazione più elevata. Proprio per questo motivo, la decisione di tagliare ancora una volta i tassi di interesse a fine aprile è stata per un soffio, tanto che diversi membri già in occasione dell'ultimo meeting avevano ritenuto appropriato fermare sin dalla riunione di aprile la politica monetaria espansiva portata avanti da settembre scorso.
Indicazioni che nel complesso hanno avuto un effetto molto negativo sul mercato azionario, provocando un'ondata di vendite nelle ultime due ore di contrattazioni. I listini sono stati affossati soprattutto dal venir meno della prospettiva di nuovi tagli dei tassi di interesse. I future sui Fed Funds scontano al 90% un nulla di fatto per il meeting in programma nella seconda metà di giugno e la scommessa è ancora più drastica per i mesi successivi, per i quali al 94% si prevede che non ci sarà alcun intervento al ribasso per il costo del denaro.
 

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