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x cicciopelato

Petrolio: la discesa non si ferma. Per Goldman Sachs possibili ribassi anche fino a 90 $
Di Alberto Susic




La settimana si è chiusa con una seduta piuttosto tranquilla per i prezzi del petrolio che a differenza di quanto accaduto nei giorni scorsi, quest'oggi si sono mossi all'interno di un range piuttosto ristretto, di soli tre dollari. Non è mancata comunque la volatilità, visto che in un primo momento le quotazioni, dopo aver tentato di spingersi sopra quota 108 dollari, sono scesi quasi due dollari più in basso, salvo poi rimbalzare in direzione della parità. nel pomeriggio C'è stato però un nuovo affondo che ha spinto le quotazioni fino a 105,13 dollari, il livello più basso dallo scorso aprile. Nel finale c'è stato un timido ritorno degli acquisti, che tuttavia non ha impedito al future con scadenza ottobre di terminare gli scambi in rosso a quota 106,45 dollari, con una flessione dell'1,3%▪ Un temporale improvvisoIl ribasso odierno ha reso ancora più ricco il bottino settimanale per i ribassisti, visto che nelle ultime quattro sedute (lunedì scorso il mercato era chiuso per festività Usa), i prezzi del petrolio hanno lasciato sul parterre il 7,96% rispetto al close di venerdì scorso.
A rendere possibile questo calo ha contribuito da una parte la preoccupazione per una frenata dell'economia che potrebbe portare ad una riduzione dei consumi, dall'altra il netto recupero del dollaro che ha quasi raggiunto quota 1,42 contro l'euro.
Secondo il capo economista di Goldamn Sachs, Jim O'Neill, per quanto sia difficile fare previsioni sull'andamento del prezzo del greggio, non è da escludere che nelle prossime settimane la discesa possa condurre fino a 90 dollari al barile. Nel lungo termine però le quotazioni sono destinate a salire, per effetto della domanda da parte di alcune economie emergenti come quella cinese e indiana.


Per ulteriori informazioni visita il sito di Trend Online


ma chi sarò Mandrake???????????????????????????
forse qualche volta le informazioni servono, anzi spesso, forse sempre. E' la macroeconomia che forgia i mercati e non viceversa.
ps ehi ciccio oggi è il 5 settembre, che ti dicevo???

merito una stellina verde????????????
 
dona46 ha scritto:
La puttina x lunedì va sempre bene, però coccolala un po' sabato e domenica.

insomma .... non ne sono convintissimo.....
Probabile che chiuda o all'apertura...oppure rischio l'attesa dei 30 minuti....
 
dona46 ha scritto:
io chiuderei all'apertura

E' quello che pensavo.
pero', sebbene il dj abbia fatto un bel hammer di inversione ritengo che il movimento di oggi sia solo una reazione tecnica.......
Infatti, e' ben lungi dalla meta' del body della candelona di ieri che avrebbe negato il segnale ribassista....


Quindi, l'spmib potrebbe aprire al rialzo per poi ridiscendere......

:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
 
Borse in crisi: le ragioni alla base dell'ultimo crollo. Prospettive e strategie degli esperti
Di Alberto Susic


Il mese di settembre, storicamente poco favorevole ai mercati azionari, almeno in queste prime battute non si è smentito e ha già fatto intravvedere una pesante negatività che ha mandato in fumo il recupero costruito nelle settimane precedente. Con la sessione odierna si è conclusa nel peggiore dei mesi la prima ottava del mese per le principali Borse, a partire da quelle asiatiche che vedono il Nikkei 225 (notizie) ad un passo dalla soglia dei 12.000 punti.
Non è certo andata meglio in Europa dove anche oggi i listini hanno subito un pesante affondo, bruciando circa 140 miliardi di euro di capitalizzazione, che si vanno ad aggiungere ai 170 miliardi polverizzati nella seduta della vigilia.
L'ondata di vendite infatti si è sviluppata in maniera feroce proprio da ieri, quando sono ritornati prepotentemente in primo piano i timori legati al rallentamento dell'economia globale, che hanno riproposto così lo spettro sempre più allarmante di una recessione. A nulla sembra servire, almeno in queste ultime giornate, il significativo ritracciamento dei prezzi del petrolio che si apprestano a chiudere la settimana su valori molto vicini a quelli lasciati alle spalle nella prima decade di aprile.
Già nella giornata di ieri sono arrivate indicazioni non certo confortanti sullo stato di salute dell'economia a stelle e strisce, cui si sono aggiunte le dichiarazioni piuttosto allarmanti del presidente della BCE. Trichet ha infatti parlato di una frenata della congiuntura nella zona euro, accompagnata da persistenti tensioni al rialzo sul fronte dell'inflazione.
Quest'oggi poi un'altra pesante tegola si è abbattuta sui mercati azionari con il report sull'occupazione Usa che ha gelato gli animi degli operatori, già preparati a notizie piuttosto negative. Nel mese di agosto, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è balzato in avanti al 6,1%, rispetto al 5,7% del mese precedente, salendo ai massimi degli ultimi cinque anni. Inoltre, per l'ottavo mese consecutivo, si sono ancora persi posti di lavoro, e ad agosto il bilancio negativo è stato di 84mila unità, rispetto alle 71mila messe in conto dalla comunità finanziaria, senza dimenticare che il dato precedente è stato peraltro rivisto al ribasso da -51mila a -60 mila.
Con l'aggiornamento odierno si è avuta così l'ennesima conferma di un'economia americana sempre più in difficoltà, che da una parte procede a ritmi sempre più lenti e dall'altra non solo non riesce a creare nuovi posti di lavoro, ma continua perdere un numero sempre maggiore di impieghi.
Il risultato è stato così quello di un vero e proprio terremoto, in particolare in Europa, dove le vendite sono state favorite anche dal profit warning lanciato da Nokia (Xetra: 870737 - notizie) che ha fatto sentire il suo eco sull'intero settore. Il colosso finlandese ha rivisto al ribasso l'outlook sulla quota di mercato dei cellulari per il terzo trimestre, che si attesterà al di sotto di quella dei tre mesi precedenti, mentre inizialmente la previsione era per una lettura invariata.
Secondo quanto spiegato dalle sale operative, i ribassisti sono così entrati in azione anche oggi, sulla scia dei dati macro Usa che hanno rinnovato i timori di una recessione. L'aspetto più allarmante è stato rappresentato dal fatto che il report sul lavoro ha restituito un quadro peggiore delle attese, nonostante le previsioni fossero già largamente negative.
Proprio quest'oggi Alessandro Fugnoli, strategist di Abaxbank, ha spiegato che il sentiment sul mercato è molto negativo, aggiungendo che è difficile trovare ora dei settori capaci di resistere alle vendite. Neanche quello energetico è riuscito a mantenersi a galla, penalizzato dalla flessione del petrolio, che da una parte è positiva nel medio termine per i mercati, ma dall'altra è negativa nel breve, considerando il peso delle azioni del comparto oil sui vari panieri europei e americani.
Alle preoccupazioni sulla tenuta dell'economia mondiale si aggiungono, ma in fondo sono strettamente correlati alle prime, i timori legati alla crisi dei subprime che, in linea con quanto già indicato nelle scorte settimane, appare tutt'altro che vicina alla fine.
E' di questo avviso il più grande gestore obbligazionario al mondo, Bill Gross, di Pimco, il quale si attende un vero tsunami finanziario se non ci sarà un intervento da parte del Governo Usa. Sull'opposta sponda dell'Atlantico e' in atto una liquidazione sistematica del debito che, se non sarà mantenuta sotto controllo, rischia di assumere proporzioni devastanti. C'è il rischio che si attivi un circolo vizioso per cui la liquidazione degli asset porti ad ulteriori contrazioni dei prezzi delle attività finanziarie. In considerazione di ciò, secondo Gross, il Governo dovrà scendere in campo per prendere il posto degli investitori privati nel sostenere le istituzione finanziarie in difficoltà.
Quel che è certo è che i problemi restano e che la crisi non sarà superata tanto facilmente, secondo quanto spiegato dal vicepresidente della BCE. Papademos è infatti convinto che l'aggiustamento dei mercati finanziari richiederà ancora un tempo considerevole, confermando nel frattempo una grande incertezza sull'impatto che si avrà sul resto dell'economia.
Nel frattempo dunque, l'unica strategia vincente sembra essere quella di affidarsi ad una grande cautela, evitando un'elevata esposizione ai mercati finanziari. Per l'economista Jim O'Neill di Goldman Sachs (NYSE: GS - notizie) , non resta quasi da fare altro che rassegnarsi e aspettare che la tempesta passi nel minore tempo possibile. Nei mesi scorsi molti investitori si sono buttati a capofitto sulle materie prime, sperando quasi in una crescita continua dei prezzi, salvo poi essere smentiti dall'andamento delle ultime settimane. Prima ancora l'attenzione era stata tutta al rivolta al settore immobiliare, ma l'esperto ricorda che in finanza non c'è una scommessa sicura.
 
il Susicpensiero x lunedì

Piazza Affari: le attese per la seduta di lunedì 8 settembre
Di Alberto Susic


Per la seconda seduta consecutiva le Borse europee hanno registrato un vero e proprio tonfo, chiudendo gli scambi con un bilancio solo leggermente meno pesante di quello della vigilia. Anche oggi le flessioni sono state superiori ai due punti percentuali per tutti i listini del Vecchio Continente che hanno mandato in fumo circa 140 miliardi di euro in termini di capitalizzazione, da aggiungere ai 170 miliardi di ieri.
Non si è sottratta a questo scenario così pesantemente negativo neanche Piazza Affari, costretta anche oggi ad un duro affondo. L'S&P/Mib è infatti arretrato di quasi 700 punti dalla chiusura di ieri, fermandosi a quota 27.567 punti, dopo aver toccato un minimo a 27.501, con una flessione del 2,36%.
In linea con quanto indicato nell'aggiornamento di ieri, la rottura dei 28.000 punti da parte dell'S&P/Mib, ha prodotto l'attesa accelerazione ribassista che ha spinto le quotazioni proprio in corrispondenza del livello segnalato a 27.600/27.500. Da questo livello è partito lo scorso 26 agosto che in sole cinque sedute aveva portato martedì scorso a lambire l'area dei 29.400. Da qui sono scattate violenti vendite che in appena tre giornate hanno portato ad azzerare interamente questo rialzo, spingendo nuovamente l'indice a ridosso di un'importante livello di supporto. L'area dei 27.500 ha infatti già dimostrato una buona resistenza, favorendo un rapido allungo di circa 2mila punti, ed è proprio qui che si giocheranno le sorti del mercato nel breve.
In caso di tenuta del citato livello, si andrà a configurare un doppio minimo con un potenziale rialzista che quantomeno dovrebbe spingere l'S&P/Mib nuovamente sui precedenti massimi relativi in area 29.500/29.600. Indicazioni in tal senso si avranno con un immediato recupero dei 28.000 punti, con un ostacolo successivo a 28.200, da cui si passerà ai 28.500. Se il mercato riuscirà ad avere ragione anche di questo livello, allora saranno molto probabili allunghi in direzione dei 29.000 prima e dei 29.500/29.600 in seconda battuta.
Ben diverso lo scenario in caso di cedimento dei 27.500 punti, la cui rottura troverà un sostegno a 27.000/27.100, prima di approdare sui minimi di metà luglio a 26.450. Nel caso venisse raggiunta quest'area sarà importante andare a valutare quale sarà eventualmente la pressione ribassista che potrà provocare approfondimenti ancora più pesanti, con target di medio a 24.000.
Tornando al breve termine, anche in considerazione del pesante calo delle ultime tre sedute, nelle quali l'indice ha perso quasi sei punti percentuali, è molto probabile assistere ad un primo tentativo di rimbalzo. La ripresa sarà favorita senza dubbio dal netto recupero realizzato da Wall Street in chiusura di ottava, oltre che da una serie di ricoperture dopo l'ultima ondata di vendite.

La seduta di lunedì non presenterà ostacoli sul fronte macroeconomico americano, visto che l'unico appuntamento in agenda è quello del credito al consumo, che solitamente non ha alcun impatto sui mercati azionari.
Sarà importante seguire in ogni caso eventuali novità che dovessero giungere nel week-end, soprattutto con riferimento al settore finanziario, visto che di recente, proprio nei fine settimana sono stati annunciati i fallimenti di alcune banche a stelle e strisce.

A Piazza Affari rimangono sotto i riflettori i titoli del settore petrolifero sulla scia dell'ennesimo calo registrato dai prezzi del greggio, riportatisi ad un passo dai minimi di inizio aprile.
Da monitorare in particolare STM che dopo il crollo delle ultime due giornate potrebbe tentare di recuperare terreno, anche sulla scia del rimbalzo realizzato quest'oggi dal settore dei semiconduttori in America.
Infine, tra le società a piccola e media capitalizzazione si segnalano Bioera (Milano: BIE.MI - notizie) e Greenvision Ambiente, che saranno impegnate entrambe in un incontro con la comunità finanziaria.
 

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