GOLD, SILVER e Metalli in Generale

.

Si muove qualcosa sui metalli ..

per XIN .. U R G E . . .aggiornamento TS MULTIDAY ...??????



.
 
Ultima modifica:
.

Non dispiacerebbe un aggiornamento del TS multiday
commodities ...di X I N I A N ...

1 0 0 0 grazie ....

A proposito la parte commodities - derivates - certificates del forum
di FINANZAONLINE...dove è andata a finire . . ?

Il forum è ristrutturato , non si capisce dove l' abbiano spostata ...

.
 
Volevo riprendere la discussione sull'argento postando il grafico attuale avendo letto di possibili segnali di ripresa.


argento.jpg


Trovate anche un post in argomento sul mio blog
 
volevo riportare una mia considerazione sull'oro:

I recenti ribassi delle quotazioni dell'oro e la sua caratteristica di ben rifugio ci consentono di prendere in considerazione alcune possibili riflessioni in merito:
• Si tratta di un bene considerato rifugio per difendersi da ribassi nelle quotazioni di borsa e da ribassi del mercato obbligazionario.

• I mercati azionari, soprattutto a livello internazionale quotano a livelli vicini ai loro massimi

• I tassi sui mercati obbligazionari che sono a livelli bassissimi iniziano a dare dei segnali di svolta, vedi i rialzi della FED ed i recenti articoli relativi alla curva dei tassi sui BTP

Alla luce di queste premesse potrebbe giustificarsi la presa di posizione sull'oro privilegiando una sorta di piano di accumulo incrementando le posizioni ad esempio in funzione di un ribasso del 10% della quotazione.
Rispetto alla presa di posizione con oro fisico, ad esempio con i lingotti privilegerei la presa di posizione con un ETC il cui simbolo è PHAU che ora quota a circa 108 Euro.
Sul blog trovate anche il grafico
 
Ecco come Cina e India deprimono le quotazioni di oro e petrolio
Ecco come Cina e India starebbero deprimendo le quotazioni di petrolio e oro. E la domanda globale del metallo scende ai minimi da 9 anni.
di Giuseppe Timpone, pubblicato il 03 Agosto 2018 alle ore 15:13
https://www.investireoggi.it/econom...ia-deprimono-le-quotazioni-di-oro-e-petrolio/

U
n’oncia di oro sui mercati internazionali quota a metà seduta di oggi sui 1.207-8 dollari, ai minimi da 5 mesi, perdendo quest’anno circa il 7,5%. E le quotazioni del petrolio sono scese, intanto, sotto i 70 dollari al barile per il Wti americano e i 75 dollari per il Brent, lontane rispettivamente dagli 80 e 74 dollari toccati appena tre settimane fa. Di solito, le due commodities appaiono legate tra di loro: quando il petrolio rincara, l’inflazione nelle economie importatrici accelera, spingendo il mercato ad acquistare oro per tutelare il potere di acquisto. Viceversa, quando il greggio costa meno.
Non che stavolta sia del tutto diverso, ma a questa narrativa se ne aggiungerebbe un’altra, che riguarda due tra le principali valute asiatiche: yuan e rupia indiana.

Perché il caro petrolio paradossalmente deprimerebbe le quotazioni dell’oro

Partiamo dalla Cina, primo mercato al mondo per importazioni di petrolio. Nel secondo trimestre, sono state pari a 9 milioni di barili al giorno, corrispondenti a circa il 9% della domanda globale, ma in contrazione dello 0,8% su base annua. Nel primo trimestre, invece, si era registrato un balzo tendenziale del 7%.
Che cosa sta succedendo? Dall’inizio dell’anno, lo yuan ha perso il 5,4% contro il dollaro e questa è stata l’ottava settimana ad essere chiusa con il segno meno per la valuta asiatica.
Viste le modalità peculiari di fissazione del tasso di cambio da parte della People’s Bank of China, mercati e analisti non sono concordi nel capire se Pechino stia svalutando lo yuan in risposta ai dazi dell’amministrazione Trump o se, al contrario, non stia cercando di contenerne il deprezzamento, temendo una fuga dei capitali come nell’estate di tre anni fa.

Quale che sia la risposta, una cosa sembra certa: più il cambio cinese s’indebolisce, maggiori le conseguenze negative sul petrolio, dato che per le imprese cinesi diverrà più costoso acquistare la materia prima e, anche alla luce dei timori legati a una “guerra” commerciale con l’America, potrebbero tagliare le importazioni.

E l’India non è da meno con l’oro.
Fino a un lustro fa, era il primo mercato di importazione del metallo, superato dalla Cina solo per le politiche messe in atto da Nuova Delhi per colpire tali investimenti “improduttivi” e per tamponare il deficit commerciale. Nei primi sei mesi dell’anno, le importazioni sono scese del 6% a 338,7 tonnellate, guarda caso a fronte di un tracollo dell’8% per la rupia contro il dollaro.

E l’India non scalda più l’oro
Dunque, anche nel caso indiano ci troviamo dinnanzi a un mercato disincentivato ad acquistare oro, dati i maggiori costi. E si consideri che converrebbe meno per la filiera indiana pure acquistare oro dall’estero per esportarlo dopo il processo di lavorazione, dato che il World Gold Council ha stimato in 1.959,9 tonnellate la domanda globale nel primo semestre, la più bassa dal 2009, registrando un -4% annuo nel secondo trimestre. In altre parole, vi sarebbero minori margini per ammortizzare l’aggravio dei costi subito dall’industria orafa indiana per l’effetto cambio. Da qui, la possibile debolezza anche dell’oro.

Su tutto, poi, certamente gioca un ruolo dirimente il rialzo dei tassi negli USA. I Treasuries a 10 anni rendono il 3%, mentre l’oro è un bene che non offre alcuna cedola a chi lo detiene. E si consideri che, nonostante la robusta crescita delle principali economie negli ultimi trimestre, in nessuna di esse si registrano tassi d’inflazione dinamici, né le aspettative appaiono allarmanti per i prossimi anni.
Dunque, non esisterebbe una reale ragione per puntare sull’oro al fine di ripararsi dal caro-prezzi.
Il metallo scintilla sempre meno e solo eventuali tensioni geopolitiche e finanziarie probabilmente ne rinvigoriranno le quotazioni da qui a breve.

Perché i tassi potrebbero rimanere bassi a lungo: i segnali da oro e petrolio

[email protected]
 
Oro: deflussi per quasi 1 miliardo di dollari dai fondi statunitensi a luglio
07/08/2018 15:09 di Luca Fiore


A luglio, l’oro detenuto dagli ETF e dai prodotti similari sull’oro ha segnato un rosso di 39 a 2.394 tonnellate spingendo gli asset in gestione in dollari giù di 4 punti percentuali a 94 miliardi di dollari. A dirlo è il World Gold Council, l’associazione che raggruppa le principali aziende minerarie del settore aurifero.

La performance, riporta il resoconto elaborato dal WGC, è principalmente dovuta all’andamento dei prezzi del metallo giallo, scesi del 2% in dollari.

A livello geografico, “tutte le regioni hanno registrato deflussi”.
“In primo piano ci sono i fondi statunitensi, che hanno registrato un calo di 984 milioni di dollari, mentre è in Asia che si è registrato il calo maggiore in termini percentuali (-6,2%). In Europa i recenti afflussi sono stati interrotti da un calo di 8 tonnellate”.

Poco prima dell’avvio delle contrattazioni a Wall Street, il future con consegna dicembre avanza dello 0,31% a 1.221,5 dollari l’oncia (-1% nelle ultime cinque sedute).
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto