Un “grazie!” al Negus per aver aperto un thread che potrebbe diventare un riferimento per quasi tutti gli investitori che visitano questo forum. Mi sembra chiaro che lo sforzo tentato sia quello di salire in cima alla coffa e di guardare il più lontano possibile davanti a noi: questo tornerà a vantaggio non solo di chi si è imbarcato sul vascello obbligazionario, ma di tutti i naviganti.
Ho trovato interessanti tutti i posts sin qui pubblicati, sia che riferissero opinioni personali o altrui o semplici informazioni. A me (non posso certo parlare per tutti) risultano molto utili anche quelli che ripercorrono la storia finanziaria più o meno recente. Non mi illudo che le risposte ai nostri quesiti sul futuro si possano trovare in fotocopia scorrendo il passato. So benissimo che nulla (e non solo in campo finanziario) si riproduce identico a se stesso: però capire il passato a me è sempre servito, e penso servirà anche ora.
Avrei un solo suggerimento di metodo da proporre, ed è quello di evitare (ma forse dovrei dire: di contenere al minimo) i deragliamenti di sapore ideologico: abbiamo talmente tante cose interessanti di cui discutere! Se poi qualcuno sente irrefrenabile il desiderio di lanciarsi contro questo o quello, basterà portare pazienza e lasciarlo sfogare: se non si riceve corda, inevitabilmente ci si spegne.
Ovviamente questo mio suggerimento (non richiesto) nasce da quanto si legge su altri threads, non sul neonato nostro…
Un augurio di buon contributo a tutti!
Non posso che condividere il suggerimento di Rottweiler, soprattutto come premessa alla notizia che allego qui sotto.
Non c'è dubbio, al di là delle differenti opinioni politiche sull'operato del nostro governo (cosa ha fatto, cosa non ha fatto, cosa avrebbe potuto fare di diverso, etc.) che stiamo assistendo ad un vero paradosso. Il mercato ha ormai da tempo messo nel mirino il nostro debito pubblico (e quindi i nostri titoli di stato) nella convinzione che dopo la crisi dei periferici europei potremmo essere noi il prossimo anello debole della catena (magari subito dopo la Spagna).
Naturalmente il fatto che siamo uno dei paesi industrializzati col peggior rapporto debito/PIL (peggio di noi c'è solo il Giappone) rende queste preoccupazioni indubbiamente fondate. Però...
... se oltre a guardare il valore assoluto del rapporto si analizza la dinamica che esso ha avuto negli ultimi due anni nei vari paesi, si nota distintamente che l'Italia ha avuto il minor peggioramento relativo, se così si può dire, rispetto a paesi considerati "sicuri", come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Germania.
Certo non è una gran consolazione, ma più che ad una deriva italiana mi sembra che stiamo assistendo ad una "italianizzazione" del resto del mondo. Se questo è vero, non c'è dubbio che alcuni eccessi del mercato verranno almeno in parte riassorbiti, e che i paesi (o le valute dei paesi) che più si sono spinti in questo processo di peggioramento relativo dovranno essere prezzati diversamente.
A sfavore dell'Europa in generale, però, gioca il fatto che dietro alla moneta unica non c'è una politica economica comune, nè tantomeno una vera unità politica sembra essere all'orizzonte, almeno per molti anni.
L'impressione è che ancora per un bel po' si vada avanti in ordine sparso, e questo rende molto facile alla speculazione il gioco dei dieci-piccoli-indiani cui abbiamo assistito di recente. "... E poi non rimase nessuno", speriamo che qualcuno in Europa ricordi come andò a finire la storia...
Italia,bene fabbisogno, tensioni mercati eccessive -Fmi a stampa
giovedì, 6 gennaio 2011 - 8:39
Il calo registrato dal fabbisogno dello Stato italiano nel 2010 rispetto all'anno prima è "decisamente una buona notizia" per Arrigo Sadun, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale per per Italia, Albania, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino, Timor Est.
In un'intervista al Sole 24 Ore in edicola oggi, Sadun, pur ricordando che dopo il dato di cassa relativo al disavanzo pubblico dell'Italia bisogna attendere ora le cifre sul deficit pubblico di competenza, quelle valevoli ai fini europei, sottolinea che le tensioni registrate dai mercati sono state eccessive.
"Nelle scorse settimane abbiamo assistito a un nervosismo addirittura eccessivo da parte dei mercati. È ridicolo il fatto che il rating del Libano sia divenuto superiore a quello di paesi dell'area euro. Ridicolo e irrealistico", dice l'alto funzionario dell'Fmi.
Il fabbisogno del settore statale italiano è stato pari a 67,5 miliardi nel 2010, inferiore di circa 19,3 miliardi rispetto a quello del 2009, pari a 86,847. I conti pubblici dei paesi della zona euro sono, però, confrontati guardando al saldo di competenza, il deficit valevole per il trattato di Maatrischt che include anche poste di tipo finanziario.
"Il miglioramento del disavanzo di cassa è certamente un'acquisizione molto positiva [...] Questa cifra dimostra che l'Italia è perfettamente in grado di tenere la dinamica dei propri conti sotto controllo", aggiunge Sadun.