Il problema del salvataggio della Grecia non e' finanziario, ma sociale ed economico. La difficolta' non sta a trovare i soldi da prestarle, ma nel riuscire ad imporre al popolo greco una diminuzione del tenore di vita sufficiente a riportare il bilancio pubblico e la bilancia dei pagamenti in pareggio.
Si tratta di un taglio di circa il 35% della spesa pubblica , in quanto il deficit e' il 14% del PIL e la spesa pubblica il 40% del PIL stesso. (14/40= 35%)
Questo significa tagliare stipendi pubblici e pensioni del 35% (forse anche di piu', se le altre voci di spesa si rivelassero incomprimibili nella stessa misura), con un'ovvia ricaduta anche sui redditi e sugli stipendi del settore privato.
Non c'e' quindi da meravigliarsi se i Greci sono tutti incazzati e vogliono fare default seduta stante , cosi' facendo spariscono gli oneri per interessi ed il deficit da colmare scende al 9% , riducendo l'entita' dei tagli (a questo punto imposti per mera esigenza di cassa, essendo l'accesso al credito bloccato)al 9/40 = "appena" il 22%