Uno che la pensa (quasi) come noi
Lanciata la sfida a tutto il continente
Maximilian Cellino
«Vendono i titoli italiani, ma la sfida è all'Unione europea». Mario Noera – nuovo Presidente Aiaf, l'associazione che riunisce gli analisti finanziari italiani – ne è convinto: il bersaglio della speculazione è ben più grosso rispetto al singolo mercato di Piazza Affari.
Resta il fatto che fra le Borse europee, ieri era Milano a essere sotto attacco, perché?
Non ci sono cause particolari tali da giustificare simili movimenti, neppure il rapporto critico di Moody's. Ieri l'Italia non era certo meno vulnerabile di Spagna o Portogallo, né la situazione era peggiorata rispetto a qualche giorno fa. Tutto è un pretesto per andare a sondare la volontà di reazione dell'Europa. In palio non ci sono i singoli paesi, ma la tenuta dell'Unione europea e la sua credibilità.
Vuol dire che gli investitori stanno testando fino a che punto si spingeranno gli aiuti europei?
Esatto, il salvataggio della Grecia non è stato gestito nel modo migliore e ha lasciato fin troppi dubbi sul mercato. Questo ha aperto ampie finestre per incursioni di natura speculativa: ieri è toccato all'Italia, nei giorni precedenti a Spagna e Portogallo, ma ho l'impressione che non sia finita qui.
Non c'è modo di arrestare questi attacchi?
Gli strumenti non mancherebbero, per esempio se la Bce acquistasse titoli di stato sul mercato secondario creerebbe un deterrente agli attacchi speculativi. In passato si è anche parlato di emissioni europee o della creazione di un Fondo monetario europeo. L'importante però è che qualsiasi azione sia seguita da una forte dichiarazione di volontà politica unitaria, occorre riguadagnare credibilità.
Come è possibile che nel giro di pochi minuti la Borsa possa arrivare a perdere così tanto?
È una questione puramente tecnica: tutti gli operatori, soprattutto gli istituzionali, utilizzano stop loss. Hanno cioè delle soglie prefissate oltrepassate le quali scattano vendite automatiche. Questo contribuisce, una volta innescato il processo, a creare una sorta di effetto a catena e provoca l'avvitamento del mercato.