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Esplosione all’ambasciata greca di Buenos Aires
Alle 8:20 di giovedì 30 dicembre, una bomba è esplosa davanti a un tribunale di Atene. Poco dopo un altro ordigno è deflagrato davanti alla sede diplomatica greca a Buenos Aires, in Argentina. Il copione si è dunque ripetuto. Così come nel primo caso, descritto da un testimone come «un’esplosione molto forte», non c’erano state vittime, anche nel secondo, fortunatamente non se ne sono contate, come del resto riportato dal quotidiano “Clarin”.
Un doppio colpo alla Grecia su scala internazionale, che attraverso le proprie autorità ha reso noto che «saprà reagire». Nessuna rivendicazione per gli eventi di questa mattina è ancora stata diffusa: le indagini, tese a scoprire chi ci sia dietro questi attacchi terroristici, sono rivolte verso gli ambienti anarchici estremisti. Le esplosioni precedono infatti di un paio di settimane un processo che vede coinvolti una dozzina di appartenenti ad un gruppo radicale chiamato “La Cellula del Fuoco”, che porrebbe in cima ai propri obiettivi la distruzione dello status quo.
Inoltre non è il primo caso di pacco bomba nelle ultime settimane. Le ambasciate di Svizzera e Cile sono state colpite, prima di Natale, da attacchi di identica matrice ideologica e probabilmente anche di identica fattura, che hanno portato al ferimento di due persone. Attraverso l’analisi dei resti degli ordigni, così come di quello recapitato all’ambasciata greca, sempre della Capitale, ma inesploso, le autorità si sarebbero convinte dell’identica origine delle bombe. Tutti e tre i “pacchi” sarebbero inoltre stati spediti dall’Italia.
La rivendicazione delle esplosioni faceva riferimento anche a Messico, Spagna e Argentina. Proprio quest’ ultima è divenuta stamattina lo scenario dell’ennesimo attacco terroristico di natura anarchica delle ultime settimane.
Alle 8:20 di giovedì 30 dicembre, una bomba è esplosa davanti a un tribunale di Atene. Poco dopo un altro ordigno è deflagrato davanti alla sede diplomatica greca a Buenos Aires, in Argentina. Il copione si è dunque ripetuto. Così come nel primo caso, descritto da un testimone come «un’esplosione molto forte», non c’erano state vittime, anche nel secondo, fortunatamente non se ne sono contate, come del resto riportato dal quotidiano “Clarin”.
Un doppio colpo alla Grecia su scala internazionale, che attraverso le proprie autorità ha reso noto che «saprà reagire». Nessuna rivendicazione per gli eventi di questa mattina è ancora stata diffusa: le indagini, tese a scoprire chi ci sia dietro questi attacchi terroristici, sono rivolte verso gli ambienti anarchici estremisti. Le esplosioni precedono infatti di un paio di settimane un processo che vede coinvolti una dozzina di appartenenti ad un gruppo radicale chiamato “La Cellula del Fuoco”, che porrebbe in cima ai propri obiettivi la distruzione dello status quo.
Inoltre non è il primo caso di pacco bomba nelle ultime settimane. Le ambasciate di Svizzera e Cile sono state colpite, prima di Natale, da attacchi di identica matrice ideologica e probabilmente anche di identica fattura, che hanno portato al ferimento di due persone. Attraverso l’analisi dei resti degli ordigni, così come di quello recapitato all’ambasciata greca, sempre della Capitale, ma inesploso, le autorità si sarebbero convinte dell’identica origine delle bombe. Tutti e tre i “pacchi” sarebbero inoltre stati spediti dall’Italia.
La rivendicazione delle esplosioni faceva riferimento anche a Messico, Spagna e Argentina. Proprio quest’ ultima è divenuta stamattina lo scenario dell’ennesimo attacco terroristico di natura anarchica delle ultime settimane.