07/01/2011
Original Version: Is Greece building Europe’s wall?
La decisione greca di costruire un muro lungo il confine con la Turchia per ostacolare l’immigrazione clandestina, è stata accolta negativamente ad Ankara; questo muro vuole indicare concretamente che la Turchia è fuori dall’Europa, e rischia di rinnovare le tensioni fra Ankara e Atene – scrive l’analista turca Beril Dedeoglu
***
E’ quasi come se alcuni paesi membri dell’UE che non vogliono l’adesione della Turchia siano in difficoltà, perché sembrano alla disperata ricerca di nuove misure esclusorie. Questi paesi agiscono come se la Turchia non fosse nel mezzo di un procedimento tecnico chiamato “negoziati di adesione”, che comporta obblighi e diritti giuridici.
Come tutti sanno, la storia dei rapporti tra la Turchia e la Grecia è ben lungi dall’essere una storia di buon vicinato. Malgrado ciò, sembrava che stesse per sorgere
una nuova era: alcuni piccoli passi erano stati compiuti, e avremmo potuto dire, almeno fino a poco tempo fa, che la Grecia non era uno dei principali ostacoli all’adesione della Turchia all’Unione Europea. Inoltre, la Grecia ha regolarmente dichiarato di appoggiare gli sforzi turchi di aderire all’UE, e i due paesi avevano deciso di non rendere il processo di adesione all’Unione, e la questione di Cipro, variabili in grado di influire sul rapporto Grecia-Turchia. Grazie a questo clima, nuove iniziative di cooperazione erano divenute possibili nel Mare Egeo, e i due paesi vicini avevano smesso di considerarsi reciprocamente come una minaccia militare.
Il clima era promettente. Tuttavia, le recenti notizie rischiano di porre fine a questo clima positivo una volta per tutte. In primo luogo, l’Agenzia dell’Unione Europea per la sicurezza delle frontiere esterne, Frontex, è stata schierata alla frontiera turco-greca nella lotta contro l’immigrazione clandestina. Non si deve pensare che la Grecia sia un paese molto attraente per gli immigrati, o che il tessuto sociale di questo paese sia fortemente a rischio a causa di una massiccia immigrazione dall’est. Naturalmente, il problema non sta nel fatto che queste persone rimangono in Grecia, ma nel fatto che l’attraversano per raggiungere altri paesi dell’Europa occidentale.
A dispetto dell’immagine che questo provvedimento potrebbe generare, la Turchia non è in realtà il passaggio principale per gli immigrati clandestini diretti verso l’UE: le rotte più importanti passano spesso attraverso l’Ucraina e il Nord Africa. Tuttavia, vi è un dettaglio importante: l’UE insiste sulla necessità di firmare un accordo di riammissione con la Turchia, mentre quest’ultima sta prendendo tempo perché non ha stipulato accordi analoghi con i paesi terzi che sono spesso la fonte dei clandestini. In presenza di un accordo di riammissione tra la Turchia e l’UE, Ankara dovrebbe riprendere indietro tutti gli immigrati che sono transitati attraverso la Turchia, senza avere la possibilità di rimandarli nei loro paesi di origine.
In questa situazione, la Grecia ha preso una decisione cruciale, che è soltanto una vergogna per il XXI secolo. Lungo il fiume Maritsa sarà eretto un muro di 12 chilometri, la cui esistenza trarrà giustificazione dalla presenza di un’analoga recinzione al confine tra Messico e Stati Uniti. Se è necessario un muro sulla terraferma, possiamo intuire che le misure di sicurezza saranno rafforzate anche in mare, cosa che lascia presagire nuove tensioni nel Mar Egeo.
Non è chiaro se l’UE sarà protetta dall’immigrazione grazie al muro greco, ma in un momento in cui gli albanesi non hanno più bisogno di un visto per recarsi nei paesi Schengen, la Grecia farebbe forse meglio a costruire un muro che copra tutti i suoi confini terrestri. A quel punto ricorderebbe da vicino Israele che, così facendo, è diventata un paese che si è messo in prigione da solo nel tentativo di proteggere i propri confini. Forse questa idea del muro è venuta dagli israeliani, con cui i greci sono diventati buoni amici.
Questo muro simboleggia una sola e unica cosa – dichiara concretamente che la Turchia è fuori dall’Europa. Forse i partner che hanno aiutato economicamente la Grecia hanno chiesto questo favore in cambio. In altre parole, forse quelli che hanno fornito denaro ad Atene hanno chiesto in cambio questo contributo per escludere la Turchia dall’Europa. La Grecia non dovrebbe dimenticare che sono sempre paesi terzi a beneficiare delle tensioni turco-greche. Questo muro probabilmente non fermerà l’immigrazione, ma può sicuramente porre fine alla fiducia tra Ankara e Atene.
Beril Dedeoglu è direttrice del dipartimento di relazioni internazionali presso la Galatasaray University di Istanbul