Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
In altre parole stiamo arrivando a quanto dicevamo qui un anno fa. Una moral suasion verso le grosse istituzioni a rollare i bond in scadenza.
Se è così allora se ci ascoltavano oggi non saremmo a questo punto.
Non è che ci leggono e poi gli vengono le idee..

:D

... mi pare una buona soluzione.
 
Ue vuole flessibilità da parte di Fmi su prestito a Grecia

venerdì 27 maggio 2011 18:21



BRUXELLES, 27 maggio (Reuters) - L'Unione europea sta cercando di riconciliare le opposte richieste nell'ambito della crisi greca del debito e spera che il Fondo monetario internazionale possa mostrare una "pragmatica flessibilità" nell'esborso della tranche di giugno del prestito di emergenza ad Atene. Lo ha detto un alto funzionario della zona euro.
"È in corso un delicato gioco di equilibri perché ci sono diverse parti coinvolte che hanno dei paletti molto robusti" ha detto a Reuters il funzionario che a chiesto di restare anonimo.
"Se si sommano i paletti, non c'è ancora una soluzione".
Poiché la Grecia non ha raggiunto gli obiettivi di austerità stabiliti insieme a Ue e Fmi nel piano di salvataggio da 110 miliardi di euro, deve adesso mostrare con credibilità di essere in grado di raggiungere gli obiettivi 2011 prima che le vengano prestati i fondi, ha detto il funzionario.
 
Grecia, Sarkozy scarta ipotesi ristrutturazione debito

venerdì 27 maggio 2011 17:33



DEAUVILLE, Francia, 27 maggio (Reuters) - Il presidente francese Nicolas Sarkozy, ha scartato la possibilità di una ristrutturazione del debito greco, ma ritiene che il settore privato potrebbe farsi carico di una parte del peso.
"La parola ristrutturazione, se significa che un paese europeo ha il diritto di non rimborsare il debito, non fa parte del vocabolario francese", ha detto Sarkozy.
"Se la questione è se soggetti privati o partner privati possano farsi carico di una parte del peso, non siamo nell'ambito della ristrutturazione", ha aggiunto. "Ci sono delle formule, non ci sono problemi ed è in quella direzione che ognuno dovrà convergere".

Siamo alla farsa...
Tutti gli sforzi sembrano unicamente protesi sul lessico, sperando di trovare la parolina magica che possa essere digerita dal mercato come un non default, pur essendolo nei fatti.

Preferisco a questo punto i Tedeschi che hanno detto da subito chiaro e tondo che il burden sharing con i creditori di uno stato dell'UE insolvente doveva esserci, come salvaguardia al moral hazard così che gli stati imparassero ad avere una disciplina fiscale e di bilancio senza nascondersi dietro mamma EU perchè poi all'esame dei mercati finanziari ci si presenta ognuno con la propria pagella.

Ma qui Sarkozy sta dando sfoggio di tutta l'ipocrisia politica possibile e immaginabile. Si vuole tenere buoni i rapporti e rimanere agganciato alla locomotiva tedesca, ma deve mediare poichè se si scatena l'inferno nei mercati finanziari sulle prospettive Europee, la Francia segue nel maelstrom tutti i piigs.
E così disquisisce sul termine ristrutturazione (che se vogliamo già era circolato come termine apparentemente più edulcorato di default, anche se in realtà sono perfettamente sinonimi, o meglio la ristrutturazione è una delle possibili conseguenze del default). Siccome hanno capito che non si può più nominare neanche questo termine altrimenti le agenzie di rating ricominciano con la pioggia di downgrades, lui furbamente lo assimila a una sorta di "ripudio del debito" e ci spiega che per un Francese, mon Dieau!, non esiste neanche nel vocabolario. Però se la Grecia non può pagare questi oneri, i creditori devono fare parte delle spese del salvataggio.
Dovrebbero spiegare a lor signori che è default qualunque riparametrazione del debito che alteri l'NPV dei titoli che venga imposta, ovviamente fatto salvo le oscillazioni di mercato da allargamento o restringimento degli spread legati al sentiment.
Quindi o si parla di adesione volontaria o non possono toccare ne scadenze, ne men che meno flussi di cassa e apriti cielo sull'haircut.

Personalmente sono contento quando le agenzie di rating passano al contrattacco. Perchè se in genere sono piuttosto invise a me come credo a tutti, in quanto organismi spesso in mala fede, di parte, in conflitto di interessi e nel migliore dei casi totalmente inutili a prevenire l'investitore da cantonate, anzi spesso spingendolo a clamorosi errori di valutazione, questa volta almeno stanno funzionando da "sindacato degli investitori" e con i loro richiami e minacce di bocciature stanno ricordando alla politica che i mercati finanziari non li abbindoli con le chiacchiere, se già non bastassero le quotazioni a dimostrarlo. Non che debba essere un ricatto, non mi piace neanche la visione dei mercati finanziari alla Shylock che reclamano il suo "bound of flesh", ma mi va bene che si richiami la politica a una chiarezza e onestà di intenti.
Se si vuole salvaguardare al 100% la solvibilità dell'area euro allora si deve semplicemente aiutare la Grecia a pagare ai creditori fino all'ultimo centesimo nei termini originariamente pattuiti, con la solidarietà dei paesi più forti.
Altrimenti di sceglie di affermare che poiché l'UE non è un'unica realtà politica e soprattutto fiscale, non esiste il concetto di credibilità e merito di credito di un paese Euro in genere, ma esiste un merito di credito individuale per ogni paese, ognuno per se e Dio per tutti. Come poi si tenga in piedi questa chimera, questo mostro a due teste in cui si condivide una moneta unica, e come si possa tenere al riparo il sistema dalla speculazione e dal contagio non lo so, e infatti lo stiamo constatando da almeno un anno.
Ma è questo non voler prendere una decisione univoca cercando di nascondersi dietro le chiacchiere e le scelte lessicali che è proprio inammissibile.
 
Ultima modifica:
Secondo il "Naftemporiki" la Commissione Europea ha espresso la propria delusione per il mancato consenso tra i politici ellenici al fine di superare la crisi del debito.
La Commissione prevede di continuare gli sforzi per raggiungere un accordo bipartisan di sostegno al progetto europeo.
 
Siamo alla farsa...
Tutti gli sforzi sembrano unicamente protesi sul lessico, sperando di trovare la parolina magica che possa essere digerita dal mercato come un non default, pur essendolo nei fatti.

Preferisco a questo punto i Tedeschi che hanno detto da subito chiaro e tondo che il burden sharing con i creditori di uno stato dell'UE insolvente doveva esserci, come salvaguardia al moral hazard così che gli stati imparassero ad avere una disciplina fiscale e di bilancio senza nascondersi dietro mamma EU perchè poi all'esame dei mercati finanziari ci si presenta ognuno con la propria pagella.

Ma qui Sarkozy sta dando sfoggio di tutta l'ipocrisia politica possibile e immaginabile. Si vuole tenere buoni i rapporti e rimanere agganciato alla locomotiva tedesca, ma deve mediare poichè se si scatena l'inferno nei mercati finanziari sulle prospettive Europee, la Francia segue nel maelstrom tutti i piigs.
E così disquisisce sul termine ristrutturazione (che se vogliamo già era circolato come termine apparentemente più edulcorato di default, anche se in realtà sono perfettamente sinonimi, o meglio la ristrutturazione è una delle possibili conseguenze del default). Siccome hanno capito che non si può più nominare neanche questo termine altrimenti le agenzie di rating ricominciano con la pioggia di downgrades, lui furbamente lo assimila a una sorta di "ripudio del debito" e ci spiega che per un Francese, mon Dieau!, non esiste neanche nel vocabolario. Però se la Grecia non può pagare questi oneri, i creditori devono fare parte delle spese del salvataggio.
Dovrebbero spiegare a lor signori che è default qualunque riparametrazione del debito che alteri l'NPV dei titoli che venga imposta, ovviamente fatto salvo le oscillazioni di mercato da allargamento o restringimento degli spread legati al sentiment.
Quindi o si parla di adesione volontaria o non possono toccare ne scadenze, ne men che meno flussi di cassa e apriti cielo sull'haircut.

Personalmente sono contento quando le agenzie di rating passano al contrattacco. Perchè se in genere sono piuttosto invise a me come credo a tutti, in quanto organismi spesso in mala fede, di parte, in conflitto di interessi e nel migliore dei casi totalmente inutili a prevenire l'investitore da cantonate, anzi spesso spingendolo a clamorosi errori di valutazione, questa volta almeno stanno funzionando da "sindacato degli investitori" e con i loro richiami e minacce di bocciature stanno ricordando alla politica che i mercati finanziari non li abbindoli con le chiacchiere, se già non bastassero le quotazioni a dimostrarlo. Non che debba essere un ricatto, non mi piace neanche la visione dei mercati finanziari alla Shylock che reclamano il suo "bound of flesh", ma mi va bene che si richiami la politica a una chiarezza e onestà di intenti.
Se si vuole salvaguardare al 100% la solvibilità dell'area euro allora si deve semplicemente aiutare la Grecia a pagare ai creditori fino all'ultimo centesimo nei termini originariamente pattuiti, con la solidarietà dei paesi più forti.
Altrimenti di sceglie di affermare che poiché l'UE non è un'unica realtà politica e soprattutto fiscale, non esiste il concetto di credibilità e merito di credito di un paese Euro in genere, ma esiste un merito di credito individuale per ogni paese, ognuno per se e Dio per tutti. Come poi si tenga in piedi questa chimera, questo mostro a due teste in cui si condivide una moneta unica, e come si possa tenere al riparo il sistema dalla speculazione e dal contagio non lo so, e infatti lo stiamo costatando da almeno un anno.
Ma è questo non voler prendere una decisione univoca cercando di nascondersi dietro le chiacchiere e le scelte lessicali che è proprio inammissibile.

Qui andiamo sullo studio della semantica ...
Dopo aver tentato con la "riprofilatura" ora si devono inventare un nuovo termine che metta tutti d'accordo.
Forse, alla fine, come ha detto Fugnoli la scorsa settimana non succederà nulla: la soluzione migliore rimane "costringere" gli istituzionali che hanno in mano la stragrande maggioranza del debito ad accettare di tenerseli in portafoglio e rinnovarli quando questi andranno in scadenza.
Magari ci metteranno sopra una qualche garanzia ... se tenuti e rinnovati.
 
Ultima modifica:
Stanno proprio facendo il gioco delle parti o, se volete, il giochetto del poliziotto buono e poliziotto cattivo....il ruolo del cattivo prima era della Germania, poi dell'Fmi adesso dell'Ue...non so più cosa pensare:down::down:
 
va be' sempre su base volontaria ...
a meno che quelli che son qui non ne abbiano qualche milionata
 
Ultima modifica:
Qui andiamo sullo studio della semantica ...
Dopo aver tentato con la "riprofilatura" ora si devono inventare un nuovo termine che metta tutti d'accordo.
Forse, alla fine, come ha detto Fugnoli la scorsa settimana non succederà nulla: la soluzione migliore rimane "costringere" gli istituzionali che hanno in mano la stragrande maggioranza del debito ad accettare di tenerseli in portafoglio e rinnovarli quando questi andranno in scadenza.
Magari ci metteranno sopra una qualche garanzia ... se tenuti e rinnovati.

Si ma qui già gli Istituzionali con la I maiuscola si defilano...l'MFI sta dicendo:
"Io non caccio più un euro se tu UE non mi dai garanzie", la BCE ti dice: "se mi riprofili il debito io la cartaccia Greca come collaterale non me la prendo più, che già fino ad oggi ho fatto beneficenza".
In questo contesto ce lo vedi il CDA che so' di Deutsche Bank o di Crèdit Agricole a stringere la mano dei politici europei e sorridere a 32 denti dicendo "siamo ben felici di tenerci sul groppone questa cartaccia Greca e rollarla a scadenza". Che sono si istituzionali in termini di stazza e importanza sistemica ma pur sempre entità private.
Potrebbero farlo e potrebbe non cambiare nulla alle banche, questo è vero, grazie alle alchimie contabili che gli permettono di contabilizzare a 100 i titoli nei book "a scadenza" e inoltre se accettati come collaterale dalla BCE, questa finirebbe per renderli liquidi quando invece sarebbero un asset tossico inesigibile.
Ma dovrebbero avere la garanzia che su questa storia ormai l'EU si impegna ad andare fino in fondo scongiurando in ogni caso un default della Grecia. Altrimenti rimandare il problema renderebbe la ristrutturazione solo più costosa.
Se poi si ottenessero garanzie solo per le banche che accettano questo rollaggio, allora non so se per i creditori retail è una buona notizia, certo per ora serve a tirare avanti.
Ma si rischia di arrivare al post 2013 con IMF creditore privilegiato, banche europee già ora molto alleggerite rispetto alle statistiche del 2009-2010 e in futuro creditori privilegiati dopo aver aderito a una qualche forma di rollaggio garantito. Se l'UE non si impegna a scongiurare ristrutturazioni coercitive, dopo il 2013, un creditore retail non rischierà di vedersi "offerto" un piatto di lenticchie al posto dei suoi bond a 100?
 
Ultima modifica:
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto