Grecia, Sarkozy scarta ipotesi ristrutturazione debito
venerdì 27 maggio 2011 17:33
DEAUVILLE, Francia, 27 maggio (Reuters) - Il presidente francese Nicolas Sarkozy, ha scartato la possibilità di una ristrutturazione del debito greco, ma ritiene che il settore privato potrebbe farsi carico di una parte del peso.
"La parola ristrutturazione, se significa che un paese europeo ha il diritto di non rimborsare il debito, non fa parte del vocabolario francese", ha detto Sarkozy.
"Se la questione è se soggetti privati o partner privati possano farsi carico di una parte del peso, non siamo nell'ambito della ristrutturazione", ha aggiunto. "Ci sono delle formule, non ci sono problemi ed è in quella direzione che ognuno dovrà convergere".
Siamo alla farsa...
Tutti gli sforzi sembrano unicamente protesi sul lessico, sperando di trovare la parolina magica che possa essere digerita dal mercato come un non default, pur essendolo nei fatti.
Preferisco a questo punto i Tedeschi che hanno detto da subito chiaro e tondo che il burden sharing con i creditori di uno stato dell'UE insolvente doveva esserci, come salvaguardia al moral hazard così che gli stati imparassero ad avere una disciplina fiscale e di bilancio senza nascondersi dietro mamma EU perchè poi all'esame dei mercati finanziari ci si presenta ognuno con la propria pagella.
Ma qui Sarkozy sta dando sfoggio di tutta l'ipocrisia politica possibile e immaginabile. Si vuole tenere buoni i rapporti e rimanere agganciato alla locomotiva tedesca, ma deve mediare poichè se si scatena l'inferno nei mercati finanziari sulle prospettive Europee, la Francia segue nel maelstrom tutti i piigs.
E così disquisisce sul termine ristrutturazione (che se vogliamo già era circolato come termine apparentemente più edulcorato di default, anche se in realtà sono perfettamente sinonimi, o meglio la ristrutturazione è una delle possibili conseguenze del default). Siccome hanno capito che non si può più nominare neanche questo termine altrimenti le agenzie di rating ricominciano con la pioggia di downgrades, lui furbamente lo assimila a una sorta di "ripudio del debito" e ci spiega che per un Francese, mon Dieau!, non esiste neanche nel vocabolario. Però se la Grecia non può pagare questi oneri, i creditori devono fare parte delle spese del salvataggio.
Dovrebbero spiegare a lor signori che è default qualunque riparametrazione del debito che alteri l'NPV dei titoli che venga imposta, ovviamente fatto salvo le oscillazioni di mercato da allargamento o restringimento degli spread legati al sentiment.
Quindi o si parla di adesione volontaria o non possono toccare ne scadenze, ne men che meno flussi di cassa e apriti cielo sull'haircut.
Personalmente sono contento quando le agenzie di rating passano al contrattacco. Perchè se in genere sono piuttosto invise a me come credo a tutti, in quanto organismi spesso in mala fede, di parte, in conflitto di interessi e nel migliore dei casi totalmente inutili a prevenire l'investitore da cantonate, anzi spesso spingendolo a clamorosi errori di valutazione, questa volta almeno stanno funzionando da "sindacato degli investitori" e con i loro richiami e minacce di bocciature stanno ricordando alla politica che i mercati finanziari non li abbindoli con le chiacchiere, se già non bastassero le quotazioni a dimostrarlo. Non che debba essere un ricatto, non mi piace neanche la visione dei mercati finanziari alla Shylock che reclamano il suo "bound of flesh", ma mi va bene che si richiami la politica a una chiarezza e onestà di intenti.
Se si vuole salvaguardare al 100% la solvibilità dell'area euro allora si deve semplicemente aiutare la Grecia a pagare ai creditori fino all'ultimo centesimo nei termini originariamente pattuiti, con la solidarietà dei paesi più forti.
Altrimenti di sceglie di affermare che poiché l'UE non è un'unica realtà politica e soprattutto fiscale, non esiste il concetto di credibilità e merito di credito di un paese Euro in genere, ma esiste un merito di credito individuale per ogni paese, ognuno per se e Dio per tutti. Come poi si tenga in piedi questa chimera, questo mostro a due teste in cui si condivide una moneta unica, e come si possa tenere al riparo il sistema dalla speculazione e dal contagio non lo so, e infatti lo stiamo constatando da almeno un anno.
Ma è questo non voler prendere una decisione univoca cercando di nascondersi dietro le chiacchiere e le scelte lessicali che è proprio inammissibile.