GRECIA: A UN PASSO DAI JUNK BOND. EUROPA SCIOGLIE NODO TASSI (IL PUNTO)
(ASCA) - Roma, 9 apr - Scende ancora il merito di credito sul debito pubblico della Grecia. Fitch ha portato il rating di Atene da BBB+ a BBB-, l'Outlook e' negativo e su Atene pende la mannaia di un nuovo declassamento. Con un rating a BBB-,i titoli di stato della Grecia si trovano appena uno scalino sopra i ''junk bond'' (bond spazzatura), se scendessero a tale livello ci sarebbero due implicazioni di non poco conto.
La prima e' che i titoli di stato di Atene non sarebbero piu' acquistabili dalle assicurazioni e dai fondi pensione che escludono dalle loro politiche di investimento i titoli spazzatura (non investe grade). La seconda riguarda la stanziabilita' dei titoli di stato greci nelle operazioni di pronti contro termine con cui le banche, in particolare quelle elleniche ma non solo, si rifinanziano presso la Bce.
Ieri l'Eurotower ha prorogato oltre il 2010 la possibilita' per le banche di offrire, in garanzia dei finanziamenti ricevuti dalla Bce, titoli con rating da BBB+ a BBB-. Un concreto aiuto alla Grecia, che potrebbe rilevarsi effimero e di breve durata se il debito pubblico di Atene fosse declassato sotto BBB-. Non vanno meglio le cose sul mercato dei Cds, dove si quota il premio assicurativo da pagare per proteggersi contro l'insolvenza di un emittente di obbligazioni. Basta guardare i dati forniti dalla Cma sul debito degli stati sovrani. La Grecia, da qualche settimana, occupa tra la quinta e la settima posizione dei paesi finanziariamente piu' rischiosi del pianeta. La probabilita' di insolvenza di Atene e' del 29%, un livello persino superiore a quello dell'Islanda (24%). In Europa, peggio della Grecia sta solo l'Ucraina (35%). Oggi i titoli di stato ellenici hanno segnato una modestissima rimonta, quasi invisibile, tanto che il rendimento dei bond a dieci anni viaggia a 7,40% dal record di 7,50% di ieri. Non puo' essere altrimenti considerando il balletto delle cancellerie europee.
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha detto che l'Europa e' pronta a intervenire. Sulla stessa onda il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. E, come sempre, il primo ministro greco, nonostante il costo del debito stia toccando livelli insostenibili, ha fatto sapere che per ora Atene puo' fare da sola. Insomma per ora i prestiti bilaterali di ultima istanza che i paesi dell'Eurozona sono disponibili a offrire ad Atene restano ''in standby''. L'impressione e' che proprio sui prestiti bilaterali si nasconda un problema non di poco conto.
Atene avrebbe convenienza a ricorrere ai soldi dei partner dell'Euroclub solo nel caso il tasso d'interesse fosse inferiore a quello che deve pagare sul mercato. Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha chiarito che il tasso sara' deciso dai paesi che forniranno i fondi, ''da osservatore esterno, immagino che sara' almeno pari al costo che il paese finanziatore paga sul mercato quando raccoglie capitali''. Al momento, la Germania paga poco piu' del 3% per finanziarsi a dieci anni, la Grecia il 7,50%. Quanto dovra' pagare Atene? Questo il nodo che le cancellerie hanno appena detto di aver sciolto. Se poi uscisse anche un numero, 4,50%, 5,50% o altro, la speculazione al ribasso avrebbe un limite, sopra il quale comincerebbe a perdere soldi invece di guadagnarli. Certo il terreno e' scivoloso. I paesi dell'Eurozona, quando e se metteranno mano al portafoglio, dovranno giustificare alla loro opinione pubblica che si stanno indebitando per concedere delle agevolazioni alla Grecia.
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Un riassunto della situazione attuale ...