Tutto vero, ma conta pure il tempo che le misure ci mettono a realizzare lo scopo per cui sono introdotte. Monti ha 1 anno e poco più. I mercati danno ancor meno tempo all'Italia. Un aumento della presione fiscale può fare da garante nel tempo che passa dal momento in cui liberalizzi, ecc. ecc. al momento in cui queste misure producono risultati apprezzabili. Forse un effetto più immediato potrebbe averlo una riduzione della spesa pubblica, ma non vedo sostanziali differenze recessive rispetto ad un aumento della tassazione. O no? Ciao.
Il tempo è una delle cose che ha fatto si che i politici che ci siamo ritrovati negli ultimi 15 anni non abbiano fatto NULLA per il bene del paese... Proprio perché ci sono riforme strutturali che hanno effetto nel medio-lungo termine a nessuno è interessato portarle avanti, perché non hanno un effetto immediato sul consenso elettorale... Quindi sono state rimandate o annullate: penso alla banda larga, alle grandi opere, ecc...
Inoltre la riduzione della spesa pubblica non ha lo stesso effetto di un aumento della tassazione, se non è fatta con l'accetta. L'Italia, pur con tutta l'evasione, ha un gettito fiscale complessivo molto elevato, quindi visti i bilanci e i servizi (perché il cittadino paga comunque molti servizi base) è evidente che gli sprechi sono notevoli. Sentivo stamani alla radio che alcuni assessori in Liguria hanno, per statuto, la possibilità di usare le auto blu con due autisti anche per scopi privati! Ma siamo impazziti? L'auto blu la deve avere il presidente della repubblica, al massimo i ministri più importanti, ma quando ce ne sono 30 in tutta Italia bastano e avanzano. Gli assessori non dovrebbero sicuramente averla, e questi la usano per scopi privati???
Questo per dire che il taglio di sprechi e privilegi avrebbe sicuramente effetti benefici sull'economia, tutt'altro che recessivi, migliorerebbe i conti e permetterebbe di alleggerire la pressione fiscale complessiva o di ridurre il debito.
Oltre, fatto da non sottovalutare, a restituire ai cittadini un po' di fiducia nelle istituzioni e di giustizia sociale a un paese che ormai è diventato (se non lo è sempre stato) un teatro dell'assurdo