ficodindia
Forumer storico
La posizione insostenibile della Bundesbank .
L'opposizione della Bundesbank all'intervento sul secondario dei titoli di stato è oramai scientificamente o tecnicamente indifendibile. Tale opposizione è semplicemente fondata su un pregiudizio o su un principio morale, pertanto sul terreno della scienza economica e soprattutto dell'esperienza concreta non può e non deve essere accolta.
La Bundesbank si oppone al coinvolgimento della BCE sul mercato dei titoli di stato sostenendo che tale intervento contraddirrebbe i mandati della BCE. Ossia il divieto di finanziamento dei debiti dei paesi mebri dell'eurozona ed il controllo dell'inflazione. Tali obiettivi secondo la banca centrale teutonica sarebbero limiti invalicabili per la politica monetarai della BCE: ossia ripeto, prezzi e divieto di finanziamento dei debiti dei paesi membri.
Ora è evidente, come ho già sottolineato in un precedente post, che tale posizione può rivelarsi inefficace e soprattutto dannosa in momenti straordinari in cui il pericolo maggiore per il sistema dell'eurozona è il rischio del crollo del sistemna stesso e quindi dell'euro, per cui paradossalmente verrebbe meno la ragion d'essere della BCE stessa.
E' evidente allora, posto che la politica monetaria fin qui attuata dalla BCE, ed il ritardo pauroso delle altre istituzioni europee a riformare efficacemente il sistema, non solo ha aggravato la sistuazione economica ma ha determinato una situazione di pericolo reale per l'euro, che è necessario da parte della Bundesbank ( ossia del suo governatore Jens Weidmann) proporre una soluzione alternativa efficace oppure dare l'appoggio alla politica monetaria d'intervento proposta da Draghi. Insomma Weidmann non può dire semplicemente no senza fare nulla per fermare la tempesta finanziaria ed il crollo dell'euro.
Ora la partita è nel board dell'Eurotower - Il Sole 24 ORE
L'opposizione della Bundesbank all'intervento sul secondario dei titoli di stato è oramai scientificamente o tecnicamente indifendibile. Tale opposizione è semplicemente fondata su un pregiudizio o su un principio morale, pertanto sul terreno della scienza economica e soprattutto dell'esperienza concreta non può e non deve essere accolta.
La Bundesbank si oppone al coinvolgimento della BCE sul mercato dei titoli di stato sostenendo che tale intervento contraddirrebbe i mandati della BCE. Ossia il divieto di finanziamento dei debiti dei paesi mebri dell'eurozona ed il controllo dell'inflazione. Tali obiettivi secondo la banca centrale teutonica sarebbero limiti invalicabili per la politica monetarai della BCE: ossia ripeto, prezzi e divieto di finanziamento dei debiti dei paesi membri.
Ora è evidente, come ho già sottolineato in un precedente post, che tale posizione può rivelarsi inefficace e soprattutto dannosa in momenti straordinari in cui il pericolo maggiore per il sistema dell'eurozona è il rischio del crollo del sistemna stesso e quindi dell'euro, per cui paradossalmente verrebbe meno la ragion d'essere della BCE stessa.
E' evidente allora, posto che la politica monetaria fin qui attuata dalla BCE, ed il ritardo pauroso delle altre istituzioni europee a riformare efficacemente il sistema, non solo ha aggravato la sistuazione economica ma ha determinato una situazione di pericolo reale per l'euro, che è necessario da parte della Bundesbank ( ossia del suo governatore Jens Weidmann) proporre una soluzione alternativa efficace oppure dare l'appoggio alla politica monetaria d'intervento proposta da Draghi. Insomma Weidmann non può dire semplicemente no senza fare nulla per fermare la tempesta finanziaria ed il crollo dell'euro.
Ora la partita è nel board dell'Eurotower - Il Sole 24 ORE
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