Padoan replica a Varoufakis: «Il debito italiano è solido e sostenibile»
Cronologia articolo8 febbraio 2015
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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2015 alle ore 15:52.
L'ultima modifica è del 08 febbraio 2015 alle ore 17:31.
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Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (Olycom)
Replica del ministro dell’Economia,
Pier Carlo Padoan, via Twitter, alle affermazioni sull’Italia contenute in un’intervista del collega greco
Yanis Varoufakis, che sarà trasmessa questa sera da Presa Diretta, su Rai 3. «Debito italiano solido e sostenibile. Dichiarazioni
@yanisvaroufakis fuori luogo», argomenta il titolare del dicastero di via XX Settembre, che in un secondo tweet precisa: «Servono soluzioni europee che richiedono fiducia condivisa. A questo lavora il governo italiano».
Cosa ha detto Varoufakis per sollevare un caso che ha il sapore dell’incidente diplomatico, a pochi giorni dalla visita con il premier Alexis Tsipras a Roma?
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«Alcuni funzionari italiani, non vi dico di quale grande istituzione, mi hanno avvicinato per dirmi che sono solidali con noi, ma che non possono dire la verità perché anche l'Italia è a rischio bancarotta e temono conseguenze da parte della Germania», ha rivelato il ministro greco. «Una nuvola di paura negli ultimi anni ha avvolto tutta l'Europa. Insomma, stiamo diventando peggio dell'ex Unione Sovietica», ha aggiunto Varoufakis.
«Oggi peggio che nel 2010»
Sempre nel corso dell’intervista a Presa Diretta, il responsabile delle Finanze del nuovo governo in carica ad Atene, che deve confrontarsi con una situazione molto grave dopo essersi opposto al rinnovo del piano di salvataggio della troika in scadenza a fine febbraio, ha ricordato: «Nel 2010 lo Stato greco è andato in bancarotta e l'Europa ha risposto concedendo alla Grecia il prestito più grande di tutta la storia», ma «anche un bambino di 8 anni poteva capire che la storia non era destinata a finire bene. Se sei in bancarotta, significa che non sei in grado di ripagare i prestiti che ti sono stati concessi. Non può funzionare. E questo è il motivo per cui la Grecia oggi si trova in uno stato ancora peggiore rispetto al 2010».
La Grecia, a cominciare dal prossimo Eurogruppo dell’11 febbraio, vuole «presentare una serie di proposte sul tavolo dell'Ue, della Bce, del Fondo monetario internazionale, per porre fine a questo circolo vizioso che noi stessi stiamo producendo, perché ormai la crisi umanitaria ha superato i confini della Grecia e tocca tutta l'Europa». Anche se finora la stessa Bce ma soprattutto i partner dell’Unione europea, dal ministro della finanzze Schaeuble al numero uno dell’Eurogruppo, Dijsselbloem, hanno fatto notare che di dettagli in merito non ce n’è neppure l’ombra.
Proprio Dijsselbloem ieri
ha mandato un ulteriore avviso alla Grecia, dicendo che il prolungamento del piano di aiuti così come strutturato dalla troika dovrà essere firmato da Atene (che
potrebbe finire i soldi nelle casse pubbliche a fine mese) entro il prossimo 16 febbraio, pena lo stop all’erogazione di fondi.
Crisi umanitaria
Varoufakis ha poi aggiunto: «Ci troviamo in una situazione da vera e propria crisi umanitaria. Ci sono persone che dormono lungo le strade, che hanno fame, persone che avevano posti di lavoro, case, persino negozi, sino a due-tre anni fa e adesso non hanno niente. Noi dobbiamo occuparci di questa crisi, immediatamente, perché non è giusto, perché una capitale europea che vive una crisi umanitaria così grande non ci portera' in una Europa più democratica. Questa è la prima priorità».