GREXIT: Si o No ?

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Un altro caso.. che famo ?

ROMA (WSI) - Non solo Grexit, o Brexit. Ora viene coniato anche il termine Prexit, che si riferisce a Porto rico, ufficialmente il Commonwealth di Portorico. Il governatore dell'isola caraibica Alejandro Garcia Padilla, ha detto chiaramente che lo stato non potrà pagare i suoi debiti, del valore di $72 miliardi: un'ammissione che, in un periodo in cui la Grecia sta facendo tremare i mercati globali, potrebbe aggiungere ulteriore tensione tra gli investitori.

Il governatore ha detto di aver bisogno di far uscire il paese "dalla spirale di morte".

"Il debito non può essere pagato", ha aggiunto Padilla, sottolineando: "Non ci sono altre opzioni. Vorrei davvero che ci fosse un'opzione più semplice. Questa non è politica, è matematica".

Il NY Times ha parlato appunto di una "scioccante ammissione del governatore di un'isola di 3,6 milioni di persone, che ha ammassato più debiti sotto forma di emissione di bond municipalizzati pro-capite rispetto a qualsiasi altro stato americano".

Aumentano i timori dunque di una crisi sul mercato dei bond municipalizzatio, su cui di norma le città e gli stati Usa fanno affidamento per finanziarie le spese considerate più impellenti, come la costruzione di strade e di ospedali pubblici. Il mercato è stato già scosso dalle bancarotte di città come Detroit e Stockton, in California.

Il problema è che "Porto Rico, essendo un commonwealth, non ha l'opzione della bancarotta. Un default sui suoi debiti lascerebbe infatti probabilmente l'isola, i suoi creditori e i suoi residenti in un limbo finanziario e legale che, come la crisi del debito in Grecia (che comunque può fare default) potrebbe richiedere anni per essere risolto". Padilla sta facendo però pressioni affinché venga approvata una proposta di legge che permetta alle società pubbliche, come utilities e agenzie per l'erogazione dell'acqua, di dichiarare bancarotta. (ricorso al cosiddetto Chapter 9).

Il governatore afferma intanto che i creditori devono "condividere i sacrifici" che sono stati già imposti ai residenti che vivono in una società già dilaniata da alti tassi di povertà e crimini. E che ora dovranno accollarsi gran parte degli aumenti delle tasse e dei tagli alle pensioni. (Lna)
 
sbaglierò ma se arrivano loro la musica sarà diversa.. devono dimostrare ai vicini che loro sono diversi...

basta che vai nella prima zona ind.le del tuo paese ......specialmente di domenica .....quando i lavoratori cinesi escono dai capannoni e vedono finalmente il sole:cool: ....ma non escono dal recinto ....facendo pranzo domenicale sui cavalletti e tavolacci nei parcheggi adiacenti :-o qualcuno sorride pure :D
 
Un altro caso.. che famo ?

ROMA (WSI) - Non solo Grexit, o Brexit. Ora viene coniato anche il termine Prexit, che si riferisce a Porto rico, ufficialmente il Commonwealth di Portorico. Il governatore dell'isola caraibica Alejandro Garcia Padilla, ha detto chiaramente che lo stato non potrà pagare i suoi debiti, del valore di $72 miliardi: un'ammissione che, in un periodo in cui la Grecia sta facendo tremare i mercati globali, potrebbe aggiungere ulteriore tensione tra gli investitori.

Il governatore ha detto di aver bisogno di far uscire il paese "dalla spirale di morte".

"Il debito non può essere pagato", ha aggiunto Padilla, sottolineando:
"Non ci sono altre opzioni. Vorrei davvero che ci fosse un'opzione più semplice. Questa non è politica, è matematica".

La bomba "VERA", :eeh: dovrebbe, giungere dall'Austria, ma NON c'è un media che ne PARLA,...............:wall:
 
TZIPRAS CHIEDE UN MESE DI PROROGA DEL SALVATAGGIO PER SVOLGERE IL REFERENDUM.certo che con questo soggetto siamo alla pura presa per il culo.ora vuole un mese,poi chiedera' un altro anno e poi......BASTA HA PROPRIO ROTTO I COGLIONI VADA A VANCULO LUI E TUTTA LA GRCIA.NE ABBIAMO VERAMENTE LE PALLE PIENE DI QUESTI GIOCHI IN PURO STILE GRECO.CAPITE VUOLE CHE PER UN MESE SI CONTINUANO A DARE SOLDI ALLA GRECIA,LORO NEL FRATTEMPO FANNO IL REFERENDUM E POI RICOMINCIANO CON IL PIANTO.ORA VERAMENTE HA TOCCATO IL LIMITE.SE NE VADA A QUEL PAESE.
 
La bomba "VERA", :eeh: dovrebbe, giungere dall'Austria, ma NON c'è un media che ne PARLA,...............:wall:
I risultati dovrebbero esserci per il 2 luglio, poi serviranno mesi per il referendum e la ratifica vincolante per il Parlamento. In Austria la procedura prevede un passaggio in più rispetto alla Svizzera
In caso di risposta affermativa al quesito referendario il problema per la UE sarebbe enorme, ma avrebbero il tempo per una rettifica dei trattati anche in considerazione delle elezioni in Spagna con Podemos
 
TZIPRAS CHIEDE UN MESE DI PROROGA DEL SALVATAGGIO PER SVOLGERE IL REFERENDUM.certo che con questo soggetto siamo alla pura presa per il culo.ora vuole un mese,poi chiedera' un altro anno e poi......BASTA HA PROPRIO ROTTO I COGLIONI VADA A VANCULO LUI E TUTTA LA GRCIA.NE ABBIAMO VERAMENTE LE PALLE PIENE DI QUESTI GIOCHI IN PURO STILE GRECO.CAPITE VUOLE CHE PER UN MESE SI CONTINUANO A DARE SOLDI ALLA GRECIA,LORO NEL FRATTEMPO FANNO IL REFERENDUM E POI RICOMINCIANO CON IL PIANTO.ORA VERAMENTE HA TOCCATO IL LIMITE.SE NE VADA A QUEL PAESE.

(AdnKronos) - La posizione della Bce in questa crisi "è estremamente importante, ma il fatto che Francoforte abbia smesso di aumentare i fondi Ela destinati all’assistenza delle banche greche è un chiaro segnale del difficile contesto politico ed economico in cui l’Eurotower si sta muovendo", sottolinea Bevers, senior economist di Petercam. "La volontà di 'dare una lezione' ad Atene si è dimostrata deleteria e avrebbe ulteriori effetti negativi se la Grecia dovesse semplicemente obbedire a tutte le richieste dei creditori", aggiunge. "Per Atene l'analisi costi-benefici sulla permanenza o meno nell’Eurozona sta ora rapidamente spostandosi a favore dell’uscita dall’area della moneta unica, il che rende più probabile questo esito. Tuttavia, nonostante siano stati già fatti molti danni, non è troppo tardi - conclude l'esperto - affinché un accordo tra le parti sia raggiunto

(AdnKronos) - "L'incompetenza politica dell'Europa e della Grecia ha condotto l'Eurozona in una situazione estremamente difficile", ma "sebbene l’incertezza continui a farla da padrone e una Grexit sia più probabile" dopo gli eventi del fine settimana, "al momento attuale il raggiungimento di un accordo sembra ancora lo scenario più probabile". Parola di Hans Bevers, senior economist di Petercam. La rottura dei colloqui "ha fatto aumentare fortemente l’incertezza. Nessuno sa cosa accadrà esattamente, in questa fase. La cosa migliore sarebbe che Atene e i creditori raggiungessero un accordo prima del referendum" di domenica prossima, "ponendo fine a una situazione che possiamo definire esplosiva". Per Atene, la cosiddetta Grexit "vorrebbe dire ulteriori problematiche economiche (almeno nell’immediato); per l’area euro, tornerebbero ad affacciarsi i dubbi sulla sua capacità di sopravvivere intatta". Nel caso in cui il referendum dovesse svolgersi "ci sarà un aumento della volatilità: nel caso in cui i cittadini ellenici votino 'no', l’uscita del Paese dall’Eurozona sarebbe praticamente cosa fatta"; in caso di sì il premier greco Tsipras quasi certamente presenterebbe le dimissioni e si terrebbero nuove elezioni: "l’incertezza dunque permarrebbe".
 
La bomba "VERA", :eeh: dovrebbe, giungere dall'Austria, ma NON c'è un media che ne PARLA,...............:wall:

infatti mica ne sapevo niente.. :wall::wall::(:(

In Austria, invece, fanno sul serio e ne sono convinti: uscire dall'Unione Europa è una priorità e urge farlo nel più breve tempo possibile.

Corrono i primi mesi dell'anno in corso quando la petizione popolare "Volksbegehren", così denominata, supera il vaglio della Corte Costituzionale e del Ministero degli Interni. Conseguentemente alla presentazione di ben 10mila firme convalidate, lo stesso Ministro dell'Interno si è visto costretto ad accettare il "principio di iniziativa popolare" della suddetta istanza. Il risultato finale? A partire dal 24 giugno, quindi fra pochi giorni, fino al 1 luglio, i cittadini austriaci potranno recarsi presso il proprio comune di residenza per esprimere la propria volontà in merito al prosieguo della permanenza nell'Ue, oppure uscirne del tutto. Questo semplice e legittimo strumento di democrazia diretta prevede che, qualora venisse raggiunta la cifra minima di 100mila sottoscrizioni a favore del distaccamento dall'Unione Europea, il Parlamento debba discutere di un testo di legge con assoluta priorità, o indire un referendum in merito alla questione posta in essere, il cui esito risulterebbe vincolante per il legislatore.
Se si dovesse decidere per il primo dei due casi possibili, la disquisizione, come ovvio, appunto, dovrà essere incentrata sul tema riguardante il rimanere o non rimanere nell'Unione. Tuttavia, molta speranza e fiducia ha ragione di essere riposta nel secondo caso, che, tenuto conto della pluriconsolidata democrazia austriaca, in riferimento a casi anteposti a quello odierno diversi solo nel contenuto, ma non nella forma, verrà di certo indetto il referendum, stabilito entro i tre mesi successivi, presumibilmente in ottobre.

Le percentuali che tutto ciò si verifichi sono alte, anche perchè bisogna tenere in considerazione il fatto che i neo partiti generalmente definiti "no euro" hanno avuto la meglio sugli altri alle recenti elezioni europee.
"Vogliamo nuovamente vivere in un paese libero e neutrale, senza essere una colonia di Bruxelles e di Washington. Non vogliamo essere coinvolti in conflitti all'estero che non ci riguardano e che rappresentano un pericolo per la pace. Solamente uscendo dall'UE potremo sfuggire ai famosi accordi transatlantici di libero scambio tra Europa e Stati Uniti e il Canada. Essere uno Stato membro dell'Unione europea è un affare in perdita, sia per la diminuzione delle prestazioni sociali, sia per il calo degli investimenti dello Stato a favore della popolazione. Se l'Austria uscisse dall'UE, non solo risparmierebbe cospicui contributi annui, ma anche i pagamenti per i diversi fondi di salvataggio dell'euro.", questo è quanto, in sostanza, si afferma nelle pagine del corpo testuale della petizione.
Oltretutto, uscire definitivamente dall'Unione Europa e dall'Euro permetterebbe all'Austria di reimpadronirsi di sovranità politica e monetaria proprie del Paese.
 
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in caso di SI il premier greco Tsipras quasi certamente presenterebbe le dimissioni e si terrebbero nuove elezioni: "l’incertezza dunque permarrebbe"...

Auspico che la maggioranza dei greci sia piu' intelligente dei sinistrorsi greci, spagnoli e italiani che vaneggiano il no all'austerità.
Costoro pretendono di ignorare l'aritmetica economica e pensano che i soldi nascano sotto i cavoli, o che si possano semplicemente prendere dalle tasche dei ricchi :lol::lol::lol:.
Ma i ricchi non staranno certo fermi a lasciarsi impallinare ! :no:
Fatevene una ragione: chi ha fatto debiti e vissuto al di sopra delle sue possibilità, e' giusto che paghi o che finisca con le pezze al chiulo.
 
L'ultima dichiarazione della Merkel tradisce paura e timore per il rifiuto greco
Ue a rischio dice
Spero ci sia un errore nella traduzione dal tedesco
Ma se lo dice lei è davvero brutta la cosa
 
Auspico che la maggioranza dei greci sia piu' intelligente dei sinistrorsi greci, spagnoli e italiani che vaneggiano il no all'austerità.
Costoro pretendono di ignorare l'aritmetica economica e pensano che i soldi nascano sotto i cavoli, o che si possano semplicemente prendere dalle tasche dei ricchi :lol::lol::lol:.
Ma i ricchi non staranno certo fermi a lasciarsi impallinare ! :no:
Fatevene una ragione: chi ha fatto debiti e vissuto al di sopra delle sue possibilità, e' giusto che paghi o che finisca con le pezze al chiulo.
:mmmm:
Quindi,.............
Il Mio, fermo, NO all'austerità, oltre che risultare "vaneggiante",
ti concede la facoltà di potermi definire, un poco intelligente "sinistrorse", (ma forse, volevi dire sinistroide:D:lol:)?
Stendiamo un velo "pietoso", sulla mia presunta pretesa di "ignorare l'aritmetica economica",..................................:down:
 

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