“Porcata”, “legge incostituzionale”, norme per “evitare che il Movimento 5 Stelle vada al governo”. Dal suo blog
Beppe Grillo ha sempre condannato duramente la
legge elettorale in vigore, approvata dal centrodestra alla vigilia del successo di Prodi, e che consente oggi alle segretarie dei partiti di nominare i parlamentari da eleggere con un minimo margine di errore. Eppure, dopo tante battaglie, nel
programma che il comico genovese ha presentato alle ultime elezioni Politiche, nella parte riguardante lo Stato e i cittadini, manca ogni riferimento alla riforma delle regole per il voto ideate sette anni fa da Roberto Calderoli e ad ogni possibile soluzione alternativa.
Una manifestazione del Movimento 5 Stelle
I portavoce del M5S alla Camera e al Senato
Beppe Grillo
(Fonte foto: LaPresse)
IL PORCELLUM A 5 STELLE – Qual è la legge elettorale che vuole il
Movimento 5 Stelle? La domanda resta inevasa. Tra abolizione delle province e accorpamento dei Comuni sotto i 5mila abitanti, infatti, non spunta l’abolizione del Porcellum e, di conseguenza, non si parla nè di preferenze nè di collegi uninominali con i quali sostituire i listini bloccati. Un atteggiamento che fa sorgere il legittimo sospetto che i grillini, ma soprattutto i loro leader Grillo e Casaleggio, si siano convinti che, in fondo, un sistema come il Porcellum (che minimizza il ruolo e la funzione di candidati e territorio, e favorisce le scelte calate dall’alto) al Movimento 5 Stelle convenga davvero. La legge elettorale in vigore, in effetti, riduce la campagna per il rinnovo del Parlamento ad una sfida combattuta attraverso i media, in cui gli abili comunicatori come Grillo riescono a spingere le loro liste personalistiche, verso alti livelli di consenso.