Claire
ἰοίην
Torniamo in tema 
Per la prima volta da tanto tempo a questa parte, la guerra ci coinvolge al punto che si richiedono i nostri sacrifici, di singole persone in Italia e in altri Paesi d'Europa, come strumento per combatterla. La guerra nei Balcani era sotto casa nostra ma ci ha visto sostanzialmente spettatori. E in tutti questi anni all'unica richiesta che davvero ci chiamava in causa, quella di accogliere le persone in fuga, abbiamo risposto voltando le spalle (non tutti: minoranze attive si sono sempre opposte a questo). Ignobilmente.
Adesso però i termini sono diversi. Si pone la possibilità di rinunciare al gas, che non è un bene di lusso. Vorrebbe dire cambiare radicalmente il nostro modo di vivere per qualche tempo, per poterci posizionare in difesa contro una volontà di potenza che un oligarca senza freno sta dispiegando e che non si fermerà all'Ucraina, ma anzi se proprio l'Ucraina dovesse rivelarsi un fallimento andrà avanti coinvolgendo il suo unico alleato, la Bielorussia, in operazioni militari contro gli altri Paesi.
La Terza guerra mondiale è già cominciata. Questa è solo la prima tappa. Le prossime, come prevedono in tanti e non solo la sottoscritta, coinvolgeranno le repubbliche baltiche e i Paesi scandinavi. Potranno essere scontri militari o scontri semi-militari, potranno coinvolgere il cybercrimine o le armi di ricatto. Putin ha conquistato la centrale di Chernobyl: è in condizione di ordire già ora un crimine contro l'umanità liberando il "sarcofago", così lo chiamano, che protegge le scorie.
Personalmente penso che per capire fin dove può arrivare Putin bisogna ricordarsi di cosa è successo in Siria. Bashar al Assad, grazie all'alleanza imprescindibile con Putin, ha portato avanti una guerra di anni contro il suo stesso popolo. Ha trasformato la Siria in un deserto all'interno del quale rimangono solo macerie e i suoi servi, lo ha reso un narcostato senza più popolo, solo sudditi, rovine, morte.
Putin è capace di fare altrettanto nei confronti del popolo russo ed europeo. E quanto più l'opposizione al suo potere crescerà, tanto più la sua furia distruttrice si scatenerà.
L'Occidente, che paradossalmente i più ferini anti-occidentali valutano così tanto ossessivamente da considerarlo il fulcro di ogni cosa che accade al mondo, in realtà sconta proprio il fatto di non essere al centro del mondo. Quando si poteva fermare Assad, Obama scelse di non farlo, preferendo lasciare il campo libero alla Russia. La spiegazione più trita che sto sentendo ripetere in queste ore è che l'assedio dei Paesi europei aderenti all'ONU abbia provocato questo sentimento di accerchiamento di Putin tale da dover reagire necessariamente. Personalmente penso al contrario, come altri analisti, che sia stato l'esatto opposto: è stata la carta bianca che gli è stata lasciata in tutti questi anni ad alimentare in Putin la vanagloria di poter sconfiggere l'Occidente. È stato il "ritirismo" americano senza serietà alcuna, come quello dall'Afghanistan. Ed è stata specialmente la carta bianca sul terreno siriano, dove con il concorso dei rossobruni anche italiani ma anche a causa dell'ignavia di tanti democratici una rivoluzione popolare altissima nei contenuti e nelle prospettive è stata soffocata con una ferocia mai vista.
Di questo, personalmente, ritengo responsabile chiunque in tutti questi anni abbia ripetuto idiozie come che era una rivoluzione comandata dalla CIA e tutto il repertorio di scemenze filorusse. La realtà dei fatti è un'altra, gli USA hanno consentito il massacro siriano, scaricandone i costi umani sull'Europa, peraltro.
Prepariamoci ad anni difficili, siamo temprati dalla pandemia, forse sfiancati dalla pandemia, a costo però di risultare pedante come una vecchia zia, io dico: ciascuno di noi darà il suo miglior contributo se non si accontenta di ciò che è già ma cerca di tirar fuori il meglio di sé. Prima di tutto studiando, per farsi un'idea indipendente dalle propagande incrociate, che sono il peggior veleno mentale di quest'epoca.

Per la prima volta da tanto tempo a questa parte, la guerra ci coinvolge al punto che si richiedono i nostri sacrifici, di singole persone in Italia e in altri Paesi d'Europa, come strumento per combatterla. La guerra nei Balcani era sotto casa nostra ma ci ha visto sostanzialmente spettatori. E in tutti questi anni all'unica richiesta che davvero ci chiamava in causa, quella di accogliere le persone in fuga, abbiamo risposto voltando le spalle (non tutti: minoranze attive si sono sempre opposte a questo). Ignobilmente.
Adesso però i termini sono diversi. Si pone la possibilità di rinunciare al gas, che non è un bene di lusso. Vorrebbe dire cambiare radicalmente il nostro modo di vivere per qualche tempo, per poterci posizionare in difesa contro una volontà di potenza che un oligarca senza freno sta dispiegando e che non si fermerà all'Ucraina, ma anzi se proprio l'Ucraina dovesse rivelarsi un fallimento andrà avanti coinvolgendo il suo unico alleato, la Bielorussia, in operazioni militari contro gli altri Paesi.
La Terza guerra mondiale è già cominciata. Questa è solo la prima tappa. Le prossime, come prevedono in tanti e non solo la sottoscritta, coinvolgeranno le repubbliche baltiche e i Paesi scandinavi. Potranno essere scontri militari o scontri semi-militari, potranno coinvolgere il cybercrimine o le armi di ricatto. Putin ha conquistato la centrale di Chernobyl: è in condizione di ordire già ora un crimine contro l'umanità liberando il "sarcofago", così lo chiamano, che protegge le scorie.
Personalmente penso che per capire fin dove può arrivare Putin bisogna ricordarsi di cosa è successo in Siria. Bashar al Assad, grazie all'alleanza imprescindibile con Putin, ha portato avanti una guerra di anni contro il suo stesso popolo. Ha trasformato la Siria in un deserto all'interno del quale rimangono solo macerie e i suoi servi, lo ha reso un narcostato senza più popolo, solo sudditi, rovine, morte.
Putin è capace di fare altrettanto nei confronti del popolo russo ed europeo. E quanto più l'opposizione al suo potere crescerà, tanto più la sua furia distruttrice si scatenerà.
L'Occidente, che paradossalmente i più ferini anti-occidentali valutano così tanto ossessivamente da considerarlo il fulcro di ogni cosa che accade al mondo, in realtà sconta proprio il fatto di non essere al centro del mondo. Quando si poteva fermare Assad, Obama scelse di non farlo, preferendo lasciare il campo libero alla Russia. La spiegazione più trita che sto sentendo ripetere in queste ore è che l'assedio dei Paesi europei aderenti all'ONU abbia provocato questo sentimento di accerchiamento di Putin tale da dover reagire necessariamente. Personalmente penso al contrario, come altri analisti, che sia stato l'esatto opposto: è stata la carta bianca che gli è stata lasciata in tutti questi anni ad alimentare in Putin la vanagloria di poter sconfiggere l'Occidente. È stato il "ritirismo" americano senza serietà alcuna, come quello dall'Afghanistan. Ed è stata specialmente la carta bianca sul terreno siriano, dove con il concorso dei rossobruni anche italiani ma anche a causa dell'ignavia di tanti democratici una rivoluzione popolare altissima nei contenuti e nelle prospettive è stata soffocata con una ferocia mai vista.
Di questo, personalmente, ritengo responsabile chiunque in tutti questi anni abbia ripetuto idiozie come che era una rivoluzione comandata dalla CIA e tutto il repertorio di scemenze filorusse. La realtà dei fatti è un'altra, gli USA hanno consentito il massacro siriano, scaricandone i costi umani sull'Europa, peraltro.
Prepariamoci ad anni difficili, siamo temprati dalla pandemia, forse sfiancati dalla pandemia, a costo però di risultare pedante come una vecchia zia, io dico: ciascuno di noi darà il suo miglior contributo se non si accontenta di ciò che è già ma cerca di tirar fuori il meglio di sé. Prima di tutto studiando, per farsi un'idea indipendente dalle propagande incrociate, che sono il peggior veleno mentale di quest'epoca.