Hypo Real Estate nel 2007 ha acquistato Depfa Bank

tontolina

Forumer storico
ACQUALATINA/DEPFA: come si strozzano i comuni.




.... per poi pignorarli.







Non smetterò di ripeterlo fino a quando non vedrò un inizio di risveglio: i nostri comuni sono a rischio pignoramento, le piazze, i municipi, gli immobili di pregio, i siti storici (le fontane sono già "sotto sequestro").




Si salveranno le chiese?






Sommersi dai debiti, con le galline dalle uove doro (s)vendute (Infrastrutture, acqua, energia, telecomunicazioni) in cambio di una misera cointeressenza da qualche cent, o qualche tangente o commissione piazzata bene: forse che i nostri amministratori sperano di scampare alla debacle generale? Forse che i più avvertiti si stanno già preparando, con conti all'estero?





Non solo le nostre banche sono state lasciate sole, ma anche i nostri comuni.


NF





Latina Oggi, Giovedì 2 Ottobre

Nessuno sa che fine può fare il mutuo da 115 milioni ad Acqualatina




Depfa, tonfo del garante

Il gigante tedesco che aveva comprato la banca entrato nel crac in atto.

Nel giorno in cui Acqualatina scopre di dover versare ai Consorzi di Bonifica 4,5 milioni per la tassa soppressa che ora si paga nelle bollette (sarebbe quella per l’acqua piovana e per i «disagi» che ne conseguono) emerge anche un altro elemento. Questo: la banca che deve risollevare le casse della società con una iniezione di credito di oltre 100 milioni è finita nel buco nero del crac in atto sui mercati internazionali. Non solo questo potrebbe compromettere il fine ultimo del mutuo, cioè gli investimenti in reti e depurazione, ma gravare in definitiva sulle bollette dei cittadini, già aumentate in modo perlomeno anomalo rispetto alla media nazionale. La spa insiste nel dire che i soldi ai Consorzi di Bonifica non sono un debito certo e continuerà a contestarlo. Ma ancora nessuno, neppure le associazioni dei consumatori, ha detto cosa ne sarà della gestione finanziaria di Acqualatina spa. E chi coprirà il buco che probabilmente Depfa lascerà aperto.


La banca che presta soldi agli enti pubblici è in crisi di liquidità. Succede in questi giorni difficili di girandole finanziarie. Ed è successo a Depfa Bank, l’istituto di credito tedesco- irlandese che ha prestato 12,5 milioni di euro alla Provincia di Latina in forma di prodotti derivati di cui non si conosce la sorte attuale e che sta per formalizzare il mutuo da 115 milioni di euro ad Acqualatina spa perché si possa procedere con gli investimenti pattuiti. Perciò provoca un po’ di inquietudine sapere che Hypo Real Estate ha appena avuto un crollo pauroso in borsa. Che c’entra? Hypo nel 2007 ha acquistato Depfa Bank, ritenendo un buon affare il fatto che questo istituto di credito facesse contratti soprattutto con enti pubblici. Oggi Hypo, secondo quanto riportano in questi giorni i giornali economici tedeschi, si trova in difficoltà. Più precisamente in crisi di liquidità «proprio a causa di Depfa » pagata 5,3 miliardi di euro e che adesso potrebbe essere considerata talmente inaffidabile che si sta decidendo di «svalutare la partecipazione azionaria» nella stessa.


Per rendersi un po’ conto di quanto può incidere un vortice finanziario di queste dimensioni sulle bollette domestiche dei cittadini della provincia di Latina bisogna cercare di ricostruire in modo paziente il puzzle furbetto messo in piedi con certi giri di finanza spericolata anche nel caso della gestione delle acque. Si parte dalla convenzione stipulata da Acqualatina con i Comuni Ato4 nel 2001. La società aggiudicataria della gara promette investimenti su rete e infrastrutture concentrati nei primi sei anni e poi a scalare tra il sesto e il dodicesimo anno di gestione. Ma i primi anni passano con una curva di investimenti assai bassa (si calcola poco più del 10% del previsto secondo i dati raccolti dall’Authority); la società giustifica i ritardi con mancati introiti dovuti a situazioni di morosità di forte entità e croniche (vedi il caso Aprilia); poi però il presidente del cda, Claudio Fazzone, nell’ultima relazione sulle attività del 2007 annuncia che si va verso un mutuo adatto a coprire le esigenze di investimento nonché per la estinzione di debiti già esistenti. Servono più di 100 milioni di euro, 115 per la precisione. E’ una cifra che mette paura sia per le garanzie reali dei soci pubblici, ossia i Comuni con i loro patrimoni, sia per la mole di investimenti «arretrati».


Depfa nel contratto si cautela: se qualcosa nella gestione di Acqualatina va storto durante il periodo di durata del mutuo la banca subentrerà direttamente nella spa delle acque. Invece né Acqualatina né i Comuni dell’Ato 4 hanno pensato di tutelarsi nel caso in cui qualcosa andasse storto alla banca che ha concesso il mutuo, cioè Depfa. Ed è esattamente lo scenario cui ci si trova di fronte in questo momento.


Il contratto di mutuo è già in essere, manca però una parte fondamentale, il contratto di pegno che la banca doveva stilare a giugno scorso, poi a luglio, poi a settembre. Un passaggio bloccato dal mancato raggiungimento della percentuale di soci pubblici aderenti. Sono ancora troppo pochi e alcuni pure titubanti su quello che stanno firmando.


Nessuno fino ad oggi ha potuto leggere il contratto di pegno e cosa dice nella parte relativa alle garanzie reali. Il via libera tecnico è stato dato con un parere fornito da uno studio legale che fa consulenze per il principale socio privato di Acqualatina, il gruppo Veolia.


La questione del mutuo misterioso è stata sollevato dai comitati per l’acqua pubblica. Alberto De Monaco, uno dei promotori del comitato, non ha esitato a definirlo una beffa neanche ben confezionata. La spa delle acque ha risposto che era la soluzione migliore e non ha ancora rettificato, nonostante la pessima performance finanziaria di Depfa.


Graziella Di Mambro
da
http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.com/2008/10/acqualatinadepfa-come-si-strozzano-i.html
 
In Germania trema il colosso Hypo ma la Merkel vara una misura d'emergenza

Il virus dei subprime
6 Ottobre 2008
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Il sospetto che il virus dei subprimes stesse ufficialmente contagiando l'Europa si era fatto più forte già dal salvataggio dell'istituto di credito belga-olandese Fortis. Eppure la vera fase di crisi sta per cominciare grazie al colosso dei mutui immobiliari teutonici, Hypo Real Estate. Quali sono i pericoli per il sistema finanziario europeo?
Ieri, la Germania, locomotiva dell'economia comunitaria, ha tremato davanti a Hypo RE, ennesima vittima delle cartolarizzazioni selvagge che hanno messo in ginocchio Lehman Brothers & Co. L'istituto di credito con sede a Monaco di Baviera, numero due in Germania nel settore dei mutui immobiliari, è stato infatti violentemente trascinato nel terremoto dei subprimes, con svalutazioni applicate ai bilanci per circa 8,5 miliardi di euro. Memori dei casi appena accaduti oltreoceano, i vertici della banca hanno prontamente cercato una via d'uscita per il salvataggio, chiedendo l'apertura di una linea di credito di 35 miliardi tramite il governo ed una cordata di altre istituzioni bancarie tedesche. Nei giorni scorsi il ministro delle Finanze, Peer Steinbrück (Spd), aveva già espresso la decisione di non superare il tetto di 26,5 miliardi di euro per il bailout di Hypo, confermando che i restanti 9 sarebbero stati appannaggio del mercato, mercato che nelle ultime ore ha però compreso l'antifona ed elegantemente cercato di evitar l'appestato.
Infatti Deutsche Bank, fra le banche interessate al piano, ha considerato la situazione patrimoniale ed economica di Hypo non idonea ad essere oggetto di un suo intervento. Il motivo è proprio la sottostimata crisi di liquidità che sta mettendo in ginocchio il colosso dei mutui, in particolar modo tramite la sua divisione irlandese Depfa Bank, per la quale il governo di Dublino ha già smentito l'erogazione di ogni genere di aiuto di Stato. L'ombra nera del fallimento è però stata allontanata proprio dal deciso intervento della signora Merkel, che nella tarda serata di ieri ha annunciato un'operazione che va ben oltre le aspettative iniziali. Innanzitutto l'esecutivo federale varerà in tempi brevi una riforma della legge sulle garanzie dei depositi bancari (EdB). Finora solo il 90% dei conti corrente e fino alla somma di 20.000 euro era coperto dalla garanzia governativa.
Nello specifico il piano di salvataggio prevede invece lo stanziamento di 35 miliardi di euro da parte della Bundesbank, necessari per fornire un minimo di cash flow alla banca bavarese. Ad ulteriori 15 miliardi ammonta la cifra degli aiuti forniti dalla cordata di banche e società assicurative. In totale sarebbero cioè 50 i miliardi di cui Hypo potrebbe giovarsi per i suoi bisogni di cassa immediati. Alcune stime della Deutsche Bank, tuttavia, chiariscono come per l'anno venturo l'afflusso di liquidità potrebbe vertiginosamente aumentare e sfiorare i 100 miliardi di euro, rendendo necessari altri interventi per scongiurare il fallimento. Il rischio insomma è che la soluzione messa in campo ieri costituisca un mero palliativo, non certo sufficiente ad attutire i rischi di liquidità. In barba a chi domandava con energia che il sistema finanziario estirpasse le erbacce da sé si è comunque arrivati a questo imponente bailout, tra i più grandi della storia finanziaria tedesca del dopoguerra. Ci si domanda ora quale sarà il comportamento della Bce per preservare la stabilità economica: indulgenza stile Federal Reserve o pugno di ferro? Considerando la posta in gioco, forse sarebbe meglio la seconda opzione.

http://www.loccidentale.it/articolo...l+vara+subito+il+piano+di+salvataggio.0059129
 
Depfa non solo STRANGOLA la città di LATINA
ma lo fa anche con MILANO
a Latina usa il costo dell'acqua
a MILANO i derivati
da
http://www.finansol.it/?p=883
80 milioni di perdite in derivati per Milano

La relazione dei tre esperti nominati dal Comune di Milano per fare chiarezza sulla situazione dei contratti in derivati dell’amministrazione meneghina non lascia dubbi: il rischio maggiore e’ quello di trovarsi a pagare, fino al 2035, un tasso di interesse sul debito superiore al 10%, alla faccia della ottimizzazione dei flussi finanziari grazie ai derivati!​
Il calcolo si riferisce al titolo (bullet bond) emesso dal Comune nel giugno 2005 per un importo di 1,7 miliardi di euro.
Gli altri costi “impliciti” dell’operazione vanno da un minimo di 73 milioni ad un massimo di 88 milioni, in funzione di come verrà valutata la clausola di garanzia (security agreement), che tutela il Comune dal rischio di fallimento delle banche emittenti: Deutsche Bank, Depfa, Jp Morgan e Ubs.
Da evidenziare come - invece - ricada sul Comune il rischio di “fallimento della Repubblica italiana“…
 
CRISI MUTUI: HYPO RE CHIEDE ALTRI 15 MLD EURO A BUNDESBANK


(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Hypo Real Estate chiede alla Bundesbank altri 15 miliardi di euro a copertura delle esigenze di liquidita' a breve termine.

La richiesta e' stata presentata dalla banca di Monaco al Fondo di Stabilizzazione dei Mercati Finanziari, a pochi giorni dal nuovo intervento della Banca centrale tedesca che aveva portato a complessivi 50 miliardi il piano di salvataggio dell' istituto.

Hypo Re ha precisato, in una nota, che una decisione in merito e' attesa ''a breve'', e che richiedera' ulteriore aiuto al Fondo, incluse ''potenziali misure di capitalizzazione'',
sottolineando che il salvataggio da 50 miliardi - finanziato in parte da banche tedesche e compagnie assicurative - e' nelle fasi ''finali'' di negoziazione e che la ''linea di liquidita''' sara' pienamente disponibile da meta' novembre. (ANSA).
 

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