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A credito di 25 milioni, Trevi riduce la liquidità

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27 aprile 2012 .




PIACENZA
Due settori – cantieristica e costruzioni – con problemi e situazioni diverse; in comune 25 milioni di credito Iva che, su un giro d'affari di 1 miliardo, rappresentano una liquidità importante ma sotratta alla disponibilità dell'azienda. Nel campo delle costruzioni Gruppo Trevi lavora sul mercato italiano delle opere pubbliche: «Non incassiamo l'imposta che, però, i fornitori ci addebitano per i materiali – spiega il presidente Cesare Trevisani –, in questo modo accumuliano fra i 6 e gli 8 milioni all'anno di credito».
Ma è nel settore della metalmeccanica, dove l'export la fa da padrone, che maturano i restanti 18-20 milioni di Iva attesa: «La fatturazione all'estero non prevede Iva, quella dei fornitori sì. L'importo maturato è così più consistente. Produciamo impianti di perforazione per il settore fondazioni e consolidamenti».
La presenza del gruppo in sedi diverse – Cesena per le costruzioni, Piacenza per la metalmeccanica, per un totale di 1.200 dipendenti in Italia, 6.200 nel mondo – mostra anche disparità di trattamento: gli incassi dell'Iva a credito da Equitalia arrivano in otto mesi nell'area di Cesena, superano i 12-14 a Piacenza.
«Quello che si può evidenziare – sottolinea Trevisani – è che operare con una cifra superiore ai 20 milioni di fatto non disponibile rappresenta un onere finanziario non indifferente; nonostante notiamo un miglioramento nei tempi di pagamento che in passato sono arrivati anche a tre, quattro anni. All'estero la situazione non è paragonabile; non si va oltre i due o tre mesi. Il lato positivo dell'essere quotati, con una certezza dei numeri data dall'obbligo della quotazione, è che le banche offrono l'anticipazione di questi crediti». Soluzione che spesso alle aziende di minori dimensioni è preclusa.
 

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