Roncadin negozia nuovi finanziamenti
- 25/05/2006 16:40 -
Roncadin ha avviato delle trattative per ottenere nuovi finanziamenti. Lo ha comunicato la stessa società, precisando che le negoziazioni in essere hanno come controparte alcuni fondi che avevano precedentemente (il 3 maggio 2006) sottoscritto l’accordo di ristrutturazione del debito emesso da Agria Holding.
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finanza&mercati del 25 maggio 2006
I bondholder Arena in aiuto a Roncadin
I fondi distressed, che hanno in mano il 30% del prestito, potrebbero erogare 18 milioni per finanziare la gestione ordinaria del gruppo
Nei prossimi giorni Roncadin potrebbe ottenere un prestito da circa 18 milioni di euro. Una cifra importante, per l’azienda, che in Borsa capitalizza 29,9 milioni. A erogarla non saranno tuttavia le banche, ma gli obbligazionisti Arena. E in particolare il 30% dei bondholder - tra cui fondi distressed come Cognis Capital Partners e Schoenfeld Asset Management - che avrebbero accettato il piano di ristrutturazione dell’emissione Arena da 135 milioni di euroin scadenza a metà giugno.Ristrutturazione che avverrà in parte con un concambio tra obbligazioni e azioni Roncadin (ieri in ribasso dello 0,94% a0,22 euro) e in parte con un rimborso cash nel 2011. Quasi risolto il nodo del bond, dunque, Arena-Roncadin si trova a fare i conti con una gestione ordinaria in crisi di liquidità, penalizzata dal primo trimestre in rosso, e che non riesce a tenere il passo del business avicolo, in ripresa dopo la febbre aviaria. Di qui nasce l’iniziativa dei bondholder e il prestito da 18 milioni, che dovrebbe essere erogato sotto la regia di Ubs, già advisor finanziario del gruppo alimentare per il rifinanziamento del bond. Una soluzione tampone in vista del futuro aumento di capitale da 100 milioni di euro destinato a investitori privati che dovrebbe riportare liquidità nella cassa di Roncadin ma al tempo stesso ridisegnarne (insieme alla ristrutturazione dell’obbligazione Arena) la struttura azionaria. Con il presidente Dante Di Dario e Arena destinati a scendere sotto il 50 per cento a vantaggio dei bondholder, che invece potrebbe conquistare una fetta importante del consiglio d’amministrazione.