Parmalat (PLT) I promessi sposi: Lucia Parmalat e Renzo Lactalis

Tutto molto vago...
Bisogna capire se volutamente vago e gli accordi di massima sui dettagli importanti ci sono o è veramente così. Non credo per esempio che Monti non abbia posto il problema della subordinazione rispetto agli acquisti di titoli di stato da parte dell'ESM.

Partenza ad handicap per lo scudo anti-spread - Il Sole 24 ORE

Cmq i mercati testeranno di sicuro lo scudo per cui conto di rientrare sui bond venduti qualche punto più in basso.
Poi se non entra la Bce i soldi sono sempre quelli e se tirano giù gli spread italiani e acquistano senza subordinazione verranno su quelli degli altri stati.
 
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Sbolognato tutti i btpi e aperto short a 13870. Ho messo anche un cac 40 short. Mi pare giusto martellare lo statalista Hollande.
Bel gain sui btpi. 2% in 3 giorni.
Miro a chiusura gap e ricomprare ancora più in basso i btpi. Non è che mi piaccia un granchè stare short con l'euro così basso. Forse dovevo shortare gli americani.
 
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cosa ne pensi del dato uscito oggi sulla produzione industriale italiana?
Il rimbalzino del gatto morto?
Io sentendo un po' in giro le imprese che esportano non vanno male con l'euro più basso, ma è chiaro che chi produce per il consumo interno è quasi spacciato.
Cmq anche la core europe avrà problemi e fra non molto. Leggevo oggi della bolla immobiliare olandese e del forte indebitamento privato che c'e' lì. Ricordiamo che bolla immobiliare e indebitamento privato significano dolori per le banche. Anche la Francia sebbene in misura minore ha una situazione simile.

Buonasera.

Il dato sulla produzione industriale e' pessimo.

Lascia stare i commenti, in realtà c'è stato un misero +0,1% rispetto al mese precedente.

Ma su base annuale stiamo assistendo a un vero e proprio tracollo, che per fortuna sarà parzialmente temperato in questi mesi grazie al tracollo dell'euro.

Per quanto riguarda il resto tutte le nazioni, chi piu' chi meno, hanno dei problemi, come e' nella natura delle cose.

I problemi si acuiscono se l'economia non cresce ed e' questo il vero problema, dell'Italia in particolare.

Gli esportatori tengono, per ora, ma se rallenta tutto il mondo prima o poi anche loro dovranno segnare il passo.

E se non vorranno chiudere dovranno delocalizzare le attività.

Io scommetto che quest'anno l'Italia farà circa un -4% di PIL, come sarà evidente non appena uscirà il dato del 2 trimestre.

Quando il genio Monti capirà che insistere sull'euro non ci porta da nessuna parte sarà troppo tardi.

Vedete noi in Europa abbiamo una serie di apprendisti stregoni che sfornano mostri in continuazione, che hanno la sola funzione di far occupare poltrone a vari eurotecnocrati a spese dei contribuenti, quali sono i vari fondi salva stati o salva banche.

Tutto questo per l'ottusità della Bundesbank che ha sempre rigettato l'unica ipotesi valida, vale a dire un ruolo attivo della BCE, non in qualità di finanzia stati, bensì di operatore che determina la politica monetaria e non subisce passivamente le scorrerie della speculazione.
 
Buona sera,
io ho deciso che investo solo in America: in italia ho tod's, intesa :sad: e danieli, poche posizioni per carità ma non sono felice.
Apple continua (per ora ) a darmi buoni risultati (vedremo come va la prossima trimestrale.
Più che le banche conviene shortare l'italia (non appena alza il crapino): provvedimenti ridicoli e insensati (oltre che comici).
Sal titoli inglesi li prendi in considerazione?

Ciao.

In Inghilterra sono quotati ottimi titoli, forse fra i migliori.

Ma io, al pari dei titoli Usa, per ora non li ho mai presi in considerazione per evitare la complicazione del cambio.

E poi penso che sia meglio concentrarsi su pochi titoli, per giungere a una conoscenza approfondita degli stessi, intendo del loro business.

Per come opero io, con operazioni di grosso importo ma di breve respiro,non e' tanto importante trovare il campione, l'importante e' avere una serie di titoli su cui fare trading e che possibilmente abbiano movimenti prevedibili.

Insomma i titoli europei sono piu' che sufficienti, per quanto mi riguarda.
 
Bu
Quando il genio Monti capirà che insistere sull'euro non ci porta da nessuna parte sarà troppo tardi.

e.

questo era uno di quelli che non voleva svalutare quando ci fu l'attacco di Soros negli anni novanta. Io lo ricordo molto bene. Vai un po' a vederti qualche vecchia intervista di Monti. Se fosse stato per lui anche allora sarebbe stato un disastro.
Penso anche io che faremo tra -3% e -5%
 
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questo era uno di quelli che non voleva svalutare quando ci fu l'attacco di Soros negli anni novanta. Io lo ricordo molto bene. Vai un po' a vederti qualche vecchia intervista di Monti. Se fosse stato per lui anche allora sarebbe stato un disastro.
Penso anche io che faremo tra -3% e -5%

Non vorrei dirlo, ma secondo me e' al servizio della grande speculazione, come lo era Ciampi quando regalo' loro miliardi nell'ottuso quanto inutile tentativo di resistere all'attacco speculativo, fin quando i tedeschi staccarono la spina.

Spero che la cosa non si ripeta, perché questi sono i veri traditori della patria.
 
Non vorrei dirlo, ma secondo me e' al servizio della grande speculazione, come lo era Ciampi quando regalo' loro miliardi nell'ottuso quanto inutile tentativo di resistere all'attacco speculativo, fin quando i tedeschi staccarono la spina.

Spero che la cosa non si ripeta, perché questi sono i veri traditori della patria.

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' LA SVALUTAZIONE CI HA FATTO BENE'

12 settembre 1993 — pagina 47 sezione: ECONOMIA
Domenica 13 settembre 1992. Il presidente del Consiglio, Giuliano Amato, annuncia in tv la svalutazione della lira. Dopo un' intera estate di tensioni e dopo una estenuante, costosa battaglia per difendere il cambio, la moneta italiana perde il 7 per cento del suo valore, frutto di una svalutazione del 3,5 per cento e di una rivalutazione di egual misura di tutte le altre monete europee. Manca una settimana al referendum francese sul Trattato di Maastricht per l' Europa del futuro. Ne mancano tre alla presentazione in Parlamento della Legge Finanziaria. Sono passati poco più di due mesi dalla nascita del governo. Amato spiega agli italiani la complessa operazione: dice e non dice, non pronuncia mai la parola svalutazione. Ma così è. La roccaforte della lira si frantuma sotto i colpi della speculazione e quel giorno, ormai un anno fa, diventa una data storica. La lira svaluta, dopo che l' integrazione con il resto d' Europa era andata avanti, dopo che aveva conquistato fiducia con l' ingresso nella cosiddetta "banda stretta" dello Sme, dove siedono le valute forti. Perde il 7% del suo valore ma negozia con i partners, fino a strappare ai tedeschi la promessa di un ribasso dei tassi. L' indomani la Bundesbank agisce. Ma sui mercati le tensioni non si placano. Tre giorni più tardi, un vertice notturno convocato d' urgenza a Bruxelles cerca di trovare i rimedi per riportare ordine nei cambi. E' una seduta drammatica: la sterlina esce dallo Sme; la lira deve autosospendersi. La decisione è annunciata come "temporanea", ma ancora oggi, a un anno di distanza, la moneta italiana è lì, il disegno europeo sempre più simile a un sogno. Rientrerà? Quando? E in quale Sme visto che il vecchio meccanismo, nel frattempo, è radicalmente cambiato?

ROMA - Un anno dalla svalutazione: parla il rettore della Bocconi, Mario Monti. Professore, provi a fare un bilancio e a individuare cosa può accadere. "Il 13 settembre 1992, quando Amato annunciò la svalutazione in Tv, sembrava un fatto essenzialmente italiano mentre in effetti è stato di portata più generale. Questo può arrecare consolazione. Potremmo dire: "non siamo stati gli unici a saltare, ma anzi siamo stati i primi a vedere la strada da seguire". Però può anche portare a considerazioni più preoccupate su come altri paesi stanno cercando di reagire alla crisi dello Sme e come noi stiamo cercando di reagire". In che senso? "Nel senso che vi è una tendenza in Italia a considerare la svalutazione come uno degli elementi positivi del nuovo panorama, anche da parte di coloro che fino al 13 settembre scorso si erano pronunciati a favore del mantenimento del cambio. Io sono tra questi e perciò mi sono chiesto ogni tanto in che cosa fosse giusta e in che sbagliata la posizione che poi è stata smentita dai fatti". E che risposte si è dato? "Un punto dove certamente ho visto male riguarda le conseguenze inflazionistiche". Perché l' inflazione è bassa.... "Sì, per ora non ci sono stati effetti". C' entra anche la recessione.... "C' entra la recessione, c' entra l' accordo sul costo del lavoro, c' entra un' abitudine a calcolare meglio da parte di tutti gli acquirenti sia imprese sia consumatori. Chiunque venda qualcosa fa più fatica di prima a far salire il prezzo di ciò che vende. Ma non possiamo ancora escludere che, alla lunga, un effetto inflazionistico ci possa essere". L' inflazione, come prima considerazione. E poi? "La seconda considerazione su cui dobbiamo interrogarci è quella del rapporto tra cambio e finanza pubblica. L' avere tenuto il tasso di cambio così fisso dall' 87 al 92 ha sicuramente accresciuto gli sforzi delle imprese per la razionalizzazione, la ricerca di concorrenzialità. Siccome però questa fissità del cambio si accompagnava, almeno fino al 1990, alle restrizioni sui movimenti di capitale, significava concentrare tutte le pressioni al risanamento sul settore produttivo, mantenendo uno schermo di protezione sul comparto pubblico". Conclusioni? "Lo specifico timore che nel settembre del 1992 mi portava a dire "teniamo duro sul cambio" era che lasciandolo andare, si potesse trovare nella svalutazione la illusoria soluzione dei problemi, senza continuare a risanare la finanza pubblica. E questo è accaduto? "No. Anzi, pochi giorni dopo, il 17 settembre, il governo Amato ha approvato quel famoso pacchetto di 93 mila miliardi. Allora mi sono chiesto se era contradditorio non volere la svalutazione perché avrebbe disincentivato il risanamento della finanza pubblica, mentre dovevo constatare che a svalutazione avvenuta il risanamento è stato praticato anche in dosi maggiori di prima" Risposta? "No, non era contradditorio. Perché quello che è successo non è stata una svalutazione ma una fragorosa caduta in tre stadi. Il primo, quella domenica 13 settembre, con la svalutazione del 7% e la nuova parità. Il secondo, con la decisione del 16 settembre di sospendere per la lira l' accordo di cambio fino al 22 settembre. Il terzo quando si è stabilito di proseguire la sospensione a tempo indeterminato. Questo ha esposto la lira ad una caduta che, per l' apprensione che ha generato nei mercati, nella classe politica, nell' opinione pubblica, ha determinato molto consenso sulla necessità di quella terapia d' urto da 93 mila miliardi. Va detto, a distanza di un anno, che la libertà di fluttuazione della lira forse finirà per avere un costo in termini di minore stimolo all' intensificazione del risanamento". Perché? "Perché c' è l' assuefazione. Ben diverso è l' effetto psicologico che produceva un cambio che, per la prima volta, era tra le 950 e le 1000 lire per marco, rispetto alle quotazioni di oggi. Può darsi che a lungo andare, la mancanza di vincolo esterno al risanamento pesi. Ciampi e il risanamento: che ne pensa? "Non nego che il governo si stia intensamente adoperando a questo scopo. Tuttavia è noto che i suoi obiettivi di risanamento, come presentati in luglio nel documento di programmazione economica e finanziaria, segnano una temporanea attenuazione in termini complessivi e quantitativi, rispetto al sentiero di rientro. Direi un temporaneo addolcimento". Adesso c' è la nuova manovra: basta? "Mi pare che sia la precisa traduzione in provvedimenti e proposte di provvedimenti per il 94 del quadro quantititativo prospettato a luglio, nel documento che si riferiva al triennio 94-96". Ma basta o no? "Certamente è costata molto impegno e fatica al governo, ma è da considerare minimale. Adesso naturalmente diventa cruciale il pieno e tempestivo passaggio in Parlamento: è importante che non venga perso per strada nessun pezzo". Minimale nell' entità dei tagli o cosa? "Nell' aspetto quantitativo. Dobbiamo apprezzare quel che c' è di riforma della pubblica amministrazione e anche il fatto che si è agito più dal lato della spesa che delle imposte. Ma questa manovra si iscrive in una traiettoria che porta a stabilizzare il rapporto debito/pil solo nel 1996 e a quota 123,2%, ben lontano dal 60% previsto dal Trattato di Maastricht. Morale? "Apprezzamento per lo sforzo grandissimo del governo, ma consapevolezza che è ancora insufficiente". Ma l' Italia può ancora farcela ad agganciare l' Europa? "Siamo certamente abbastanza indietro, anche se in un anno sono aumentate sia la consapevolezza di ciò che occorre fare che l' azione del governo". Pensa che la lira possa rientrare nello Sme? "Questa è una valutazione che sinceramente non sono in grado di dare. Certamente, rispetto al settembre 1992, sono successe molte cose anche nello Sme, che ha cambiato natura e ha avuto la sua crisi strutturale. Quindi mi sembra ragionevole la posizione italiana, così come io la percepisco almeno, di voler prima vedere che faccia prende il nuovo Sme. Sono comunque tra coloro che pensano che la crisi non segni la fine della costruzione di Maastricht: oggi c' è un europessimismo esagerato. Anzi, da un certo punto di vista, la logica del trattato esce rafforzatata". Perché? "Perché fino al 1992 si era diffusa la convinzione che si potesse andare tranquillamente verso la convergenza e l' unione economico-monetaria. Gli eventi successivi hanno dimostrato che sono andati in crisi valutaria quei paesi che avevano condizioni interne di finanza pubblica e inflazione divergenti, in peggio, rispetto alla media degli altri. Allora è vero che l' unione monetaria non è un patto gratis. E la logica del Trattato, che aveva individuato come precondizione la convergenza, era fondata". Ma per l' Italia c' è ancora speranza? "Certamente. Credo che l' Italia miri a far parte dell' unione monetaria come dipinta da Maastricht. Solo che prima di decidere un rientro della lira nello Sme, anche solo nella banda larga del 15%, le autorità vogliono vedere cosa si deciderà a livello europeo. C' é poi una seconda questione: non è detto che riusciamo ad entrare nel nocciolo duro dei paesi che per primi faranno l' unità. Benissimo, inutile fare drammi: si farà l' Europa a una o più velocità. Secondo lei, in prospettiva, lo Sme dovrebbe cambiare? "Non so dare una risposta: c' è un dibattito tra varie posizioni. Di sicuro, fino a che non siano davvero acquisite condizioni solide di convergenza va contemplata la possibilità di revisioni delle parità di tanto in tanto". Prima della svalutazione, insieme all' attuale ministro Spaventa, lei aveva fatto una sorta di "manifesto" chiedendo ai partiti di sforzarsi per rimuovere le cause d' inferiorità del nostro sistema rispetto a quello degli altri paesi. Cosa è stato fatto? "Beh, nei termini che allora a noi importavano, ovvero "forzare" i vari partiti prima delle elezioni a dare la loro visione della politica economica, ben poco. Ma le cose che prospettavamo come necessarie sono state in buona parte iniziate. Pensiamo alla sanità, alla previdenza...". Governo Amato, governo Ciampi: chi promuove? "Entrambe segnano un passo avanti importante nella politica economica italiana. Dovessi spingermi ad una valutazione comparata direi che il governo Ciampi batte quello di Amato per prestigio, indipendenza e competenza del presidente del Consiglio e dei ministri. Ma Amato ha mostrato una incisività d' intervento maggiore: dalla sua, paradossalmente, aveva la grave emergenza in cui operava. Dal governo Ciampi credo sia legittimo aspettarsi moltissimo proprio in
 
Buongiorno :-o
PLT :tutti::tutti::tutti::tutti:

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