Idee e grafici. - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
In teoria entro sera devono essere chiuse tutte le posizioni short e in leva, per via dell'accorpamento ..... Okkio chi e dentro con UCG ne tenga conto e questo farà si che anche il Mib ne risenta :rolleyes: io attendo il Mib sotto su la verde 14,940 per ora credo che scenderà di più :eek:
 

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UNICREDIT - Dal 27 dicembre scatta il raggruppamento delle azioni

Websim - 23/12/2011 09.1409



FATTO
Unicredit (UCG.MI) ha comunicato che dal 27 dicembre sarà esecutivo il raggruppamento delle azioni in ragione di un rapporto 1 nuova azione ogni 10 vecchie azioni.
Il numero totale pre aumento di capitale passa così da 19,3 miliardi a 1,93 miliardi.
Viene annullato il valore nominale per azione (prima a 0,52 euro): di fatto con questa operazione si agevola l'aumento di capitale a valori inferiori a 0,52 euro.
La stampa, oltre ad anticipare che il consorzio che garantisce il collocamento potrebbe essere formato da 26 banche, riporta l'ipotesi di uno sconto sul TERP nel range 35/45%, ovvero, ai prezzi di oggi, un range tra 0,22 e 0,33 euro.
EFFETTO
La settimana prossima si potrebbe avere qualche idea più chiara sulla tempistica di esecuzione dell'aumento, la stampa insiste sulla possibilità che possa partire il 9 gennaio, 4 giorni dopo la riunione del c.d.a. Un'esecuzione rapida sarebbe una buona notizia. La raccomandazione è NEUTRALE con target price a 0,87 euro.
 
oggi il mp dà zona buy15065 grossi volumi secondo come la interpreto sono le coperture della -c15000 che ora si presenta come -p14900 il volume è grosso secondo me il long multiday da 14670è da tenere non incremento però
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green economy in italia....



Giovedì 22 Dicembre 2011 23:38
In base a una direttiva europea le rinnovabili hanno TOTALE E ASSOLUTA priorità di acceso al mercato: tranne il caso delle biomasse, lo avrebbero comunque, in quanto vento, sole, acqua, fluido geotermico sono fonti energetiche a costo di funzionamento quasi nullo.
L’energia verde non inquina e da lavoro e redistribuisce reddito e patrimonio.

Al crescere del loro contributo all’offerta di energia elettrica in Borsa, di altrettanto diminuisce quello degli altri impianti.

La voce A3 della bolletta è la parte che serviva inizialmente ad aiutare lo sviluppo di fonti rinnovabili, invence fa anche a finanziare le fonti assimilate e cioè non rinnovabili. La voce A3 è per il 40% è a carico FAMIGLIE E IMPRESE (conto energia e tariffe onnicomprensive), mentre il restante 60% (Certificati Verdi) è a carico dei produttori di energia elettrica che sono costretti a comperarli sul mercato quando in proprio non generano la quota di energia da rinnovabili prevista dalla normativa vigente.

Prima anomalia. I produttori possono comprarli anche all'estero i CERT VERDI e quindi aiutare imprese estere di en verde.

Seconda anomalia: in Italia la concorrenza è ancora insufficiente: in un mercato pienamente competitivo il costo per l’acquisto dei Certificati Verdi si tradurrebbe non in una maggiorazione dei prezzi per il consumatore, ma in una riduzione degli utili per il produttore. COME AUMENTARE LA CONCORRENZA? TOGLIERE I MONOPOLI E AUMENTARE LE AZIENDE CHE PRODUCONO E VENDONO ENERGIA PULITA IN ITALIA.

Perché i cittadini devono pagare una quota A3 in bolletta? Lo dice la UE.

CRITERIO DI EQUITA’ = un criterio di equità stabilito dall’Unione Europea: l’inquinatore deve pagare in proporzione al danno che provoca. Poiché consumando energia contribuiamo alle emissioni di CO2, è giusto che un onere finalizzato a promuovere il processo innovativo di tecnologie (le rinnovabili) in grado di ridurle, cada sui consumatori.


LA BORSA ELETTRICA= la Borsa elettrica è importante perché è li che si forma il prezzo di circa i due terzi 2/3 dell’energia elettrica venduta in Italia e grosso modo i tre quarti 3/4di quella destinata ai clienti a maggior tutela (i piccoli consumatori), le offerte di energia elettrica vengono accettate in ordine di merito economico, cioè in ordine di prezzo crescente, fino a quando la loro somma in termini di kWh arriva a soddisfare la domanda. Quindi se per esempio su 100 kwh arrivano 5 offerte ,si prende l’offerente piu alto… Il prezzo del kWh dell’ultimo offerente accettato (quindi quello più alto) viene attribuito a tutte le offerte (criterio del marginal price).


Terza anomalia: il gas naturale in Italia dal 27 al 67% quale fonte di energia usata, di provenienza russa in maggior parte…

Italia= domanda di energia=una curva della domanda di energia elettrica quasi verticale, cioè praticamente indifferente al prezzo di vendita, così come avviene nella realtà.

Questa anelasticità , cioè la DOMANDA DI ENERGIA NON CALA SE CALA IL PREZZO, E’ INDIFFERENTE AL PREZZO, trova riscontro in un altro trend: con l’eccezione del 2009 – anno durante il quale la più grave crisi economico-finanziaria del dopoguerra si è manifestata in tutta la sua intensità – in Italia la domanda di energia elettrica è cresciuta anche negli anni di recessione

Italia = offerta di energia = nella Borsa elettrica da quando sono in funzione impianti a fonti rinnovabili al crescere del loro contributo all’offerta di energia elettrica in Borsa, di altrettanto diminuisce quello degli altri impianti piu cari (a carbone e piu cari di tutti i cicli combinati (che, bruciando gas naturale, hanno il costo marginale più elevato).

Poiché il meccanismo delle Borse elettriche prevede che il prezzo di vendita dell’energia sia determinato dall’impianto meno efficiente se nell’esempio una quota dell’offerta non venisse dall’eolico, per soddisfare tutta la domanda bisognerebbe ricorrere a impianti a combustibili fossili ancora più costosi, facendo salire il prezzo di vendita dei kWh.

A quanto ammonta il vantaggio per i consumatori determinato dall’immissione in rete di elettricità da fonti rinnovabili?

La risposta è univoca. A parità di altre condizioni, dipende ovviamente dalla quantità di energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili, il costo del kWh degli impianti meno efficienti di fatto le rinnovabili mettono fuori gioco.

Per esempio nelle ore notturne, quando la domanda è molto bassa, per aggiudicarsi la fornitura i produttori sono di norma costretti a offrire l’energia prodotta dai loro impianti a un prezzo corrispondente al puro costo di esercizio, cioè poco più del costo del combustibile consumato, e talvolta, per non spegnere un impianto, sottocosto. In questa situazione, l’energia fornita da un’installazione eolica toglie sì spazio a un impianto a combustibile fossile, che offre però la sua energia a buon mercato, quindi il vantaggio per il consumatore è modesto.

Viceversa, durante le ore diurne i produttori formulano prezzi che permettono loro di recuperare anche gli oneri fissi, di conseguenza il risparmio per il consumatore derivante dalla fornitura di energia da rinnovabili in sostituzione di quella prodotta da impianti convenzionali è molto più elevato.

Dai dati UFFICIALI per il 2009 si desume un onere medio sulla bolletta dei consumatori italiani di poco superiore a 5 Euro/MWh., UN COSTO MODESTO.

La figura in basso parla del MIX energetico dei vari paesi fra fonti tradizionali (incluso nuke) e rinnovabili.L’Italia non potendo fare il Nucleare deve PER FORZA INCENTIVARE LE FONTI RINNOVABILI e soprattutto EOLICO per creare competitività ed abbassare i costi .

In altri termini, il costo degli incentivi diminuirà al crescere della penetrazione delle rinnovabili, crescita che a sua volta ridurrà ulteriormente il prezzo di vendita in Borsa dell’energia elettrica, con un saldo per il consumatore a fine periodo presumibilmente positivo.

Un pasto prima semigratuito, da cui successivamente si trae perfino un guadagno? Non è proprio così. L’incremento di energia elettrica eolica e fotovoltaica che, a differenza di quella degli impianti convenzionali, a biomasse e geotermici, è solo parzialmente programmabile, imporrà lo sviluppo di reti elettriche più “smart” delle attuali, quindi con investimenti e conseguenti oneri tariffari aggiuntivi.

Per tutti costoro il differenziale nei prezzi pagati per l’energia elettrica rispetto al resto d’Europa comporta, e comporterà sempre di più, un risparmio consistente per l’apporto delle rinnovabili all’offerta di elettricità.


Le politiche di incentivazione creano le condizioni – economie di scala, learning by doing, stimoli all’innovazione tecnologica – che consentono di realizzare rapide e rilevanti riduzioni dei costi.

Sempre per restare al caso del fotovoltaico, nel corso del prossimo decennio, a partire dalle situazioni più favorevoli (copertura di capannoni industriali o di grandi edifici commerciali nel centro-sud), in Italia si raggiungerà gradatamente e poi si supererà la grid parity per quasi tutte le applicazioni.

Un percorso analogo è atteso per l’eolico, mentre per le biomasse in molti casi l’avvicinamento alla competitività sarà solo con riduzioni nei costi degli impianti e filiere per la biomassa.

In altri termini, il costo degli incentivi diminuirà al crescere della penetrazione delle rinnovabili, crescita che a sua volta ridurrà ulteriormente il prezzo di vendita in Borsa dell’energia elettrica, con un saldo per il consumatore a fine periodo presumibilmente positivo.

22/12/2011 Sviluppo e lavoro da un impianto eolico in Italia.
COSA ACCADE DAL PROGETTO ALL’ESECUZIONE E MESSA IN FUNZIONE IMPIANTO.
Ingegneri,geometri, geologi per progetto tecnico. Costruzione dell’aerogeneratore in catena di montaggio.Tubolare di acciao. Carpenteria per fondamenta. Movimento terra e gru. Costruzione del cavidotto. Installatori.Collaudatori. Manutentori. Controllori e vigilanti .Avvocati e studi per ricercare banche e assicurazioni. Banca e assicurazione. La società titolare impianto assume personale diretto. Paga IVA e IRES. Paga stipendi. I lavoratori pagano irpef .in caso distribuzione dividendi i soci pagano imposte sui redditi. Le banche e le assicurazioni per project financing e polizze pagano imposte e impiegano personale.Affitto terreni,su affitto si pagano imposte, il proprietario paga ICI. L’energia prodotta è Verde e abbatte CO2.Con abbattimento di CO2 non si pagano multe a Unione Europea.I Comuni dove insiste impianto incassano royalties di solito negoziate con impresa fra il 3% e 5% dei ricavi annui per 20 anni.
Assurdo e controproducente l’inserimento di aste al ribasso su impianti eolici in Italia, quando il meccanismo è stato abbandonato da Francia Inghilterra Spagna e Germania.
Come è assurdo importare a 155 euro a MWH energia pulita dalla Serbia Montenegro(dove le aste non esistono..) per accordo Berlusconi e governo serbo…, e poi danneggiare GREEN ENERGY in Italia.
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