LA CRISI
Commissione Ue contro piano Monti
"Scudo anti-spread è un'aspirina"
La replica alla proposta italiana di usare per il fondo salva stati per evitare oscillazioni eccessivi sui titoli di Stato viene bocciata dal Commissario per gli affari economici: "Attenua malessere, ma non risolve cause strutturali". La Germania chiede condizioni. Da regolamento l'intervento dell'Efsf impone di sottoportsi alle richieste della Troika
Lo leggo dopo
Il Commissario Ue, Olli Rehn
MILANO - Uno scudo anti-spread è una sorta di "aspirina" che attenua il dolore ma non risolve la causa. "E' un paracetamolo finanziario che attenua il malessere, ma non risolve le cause strutturali": così il portavoce di Olli Rehn sulla
proposta italiana 1 di usare il fondo Salva stati Ue per evitare oscillazioni eccessive sugli spread. "No, non posso confermare", aveva detto in precedenza il portavoce di Rehn rispondendo ad una domanda sull'ipotesi di un accordo al G20 per utilizzare l'Esfs in chiave anti-spread: "Non c'è un piano, un quadro formale, solo idee e riflessioni".
Freddo sull'ipotesi anche il governo tedesco secondo cui l'acquisto di bond da parte del fondo Salva stati "non potrà avvenire senza condizioni". La portavoce del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, Marianne Kothè ha poi sottolineato che gli strumenti europei anticrisi hanno regole precise che vanno rispettate. E secondo il regolamento dell'Efsf un'operazione del genere richiederebbe ai paesi beneficiari di sottoporsi alle richieste della Troika con la sottoscrizione di un memorandum da parte dei paesi beneficiari, proprio come avvenuto con Grecia, Irlanda e Portogallo.
La Commissione europea è, invece, pronta ad esaminare "con uno spirito di grande apertura" l'eventuale proposta da parte di un numero sufficiente di stati membri di una cooperazione rafforzata sulla tassa sulle transazioni finanziarie. A Bruxelles non è arrivata ancora nessuna proposta formale, ma la Tobin Tax è all'ordine del giorno dell'Ecofin di venerdì. Germania e Francia si sono già espresse a favore di una cooperazione rafforzata in caso di mancato accordo a 27.
Certo è, invece, che l'Unione europea "è determinata a dimostrare l'irreversibilità dell'euro e del progetto europeo". E' quanto affermano, in una dichiarazione congiunta sui risultati del vertice G20 in Messico, i presidenti del Consiglio Ue e della Commissione, Herman Van Rompuy e Josè Manuel Barroso: "I leader del G20 hanno riconosciuto il valore del progetto europeo e della moneta unica. Hanno accolto con favore le misure prese in Europa per stabilizzare le nostre economie e il sistema finanziario e hanno dato sostegno all'intenzione di procedere verso una maggiore integrazione".
Questo dei leader G20, prosegue la dichiarazione dei vertici Ue, "è un incoraggiamento per l'Unione europea. Una moneta comune ha bisogno di una politica più comune. La nostra Unione monetaria ha bisogno di essere completata da un'unione economica più integrata. I nostri partner hanno riconosciuto che un'Unione europea forte e profondamente integrata è decisiva per la stablità sistemica globale". Tale riconoscimento internazionale, concludono Barroso e Van Rompuy, "rispecchia lo slancio che si sta ora realizzando in Europa".
(20 giugno 2012)