Torna lo spettro del tapering,
i listini globali accusano il colpo
La crescita dell'economia americana pare ormai consolidata: anche gli ultimi dati sul manifatturiero rimettono in cima all'agenda la possibilità di una stretta agli stimoli straordinari. Decisivi i rilievi in arrivo sul mercato del lavoro. Tokyo snobba la debolezza e vola ai massimi da sei anni sull'ennesimo calo dello yen. Lo spread in rialzo dopo le bordate di Rehn sul debito italiano
di RAFFAELE RICCIARDI Lo leggo dopo
Trader sotto la Lse della city londinese TAG
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MILANO - 9:30. Ormai pare quasi una scusa universale per giustificare il ribasso dei mercati, come se non fossero ormai da tempo sui massimi storici perché drogati di liquidità: "E' colpa dei timori per il
tapering", la stretta graduale agli stimoli monetari che la Federal reserve potrebbe avviare già da dicembre. Uno scenario che si è rafforzato nelle ultime ore, sulla scorta degli ultimi dati sulla ripresa americana: l'indice Ism ha certificato una ripresa del manifatturiero superiore alle aspettative, tornando a soffiare sul fuoco di chi teme un cambiamento di politica monetaria a Washington. In settimana sono attesi dati importanti sul lavoro: la disoccupazione potrebbe ritracciare al 7,2%, ai minimi da cinque anni, e a quel punto i governatori che si riuniranno nel Fomc (la Commissione che decide tassi e stimoli straordinari all'interno della Fed) il 17 e 18 dicembre potrebbero davvero dire il primo "basta" agli acquisti di bond da 85 miliardi al mese. Nel mezzo, atteso anche il beige book sull'andamento dell'economia (domani), mentre in Europa è in programma il board della Bce (giovedì), che non dovrebbe allentare nuovamente la politica monetaria.
In questo contesto, la debolezza torna generalizzata sui listini globali. Vi sfugge la
Borsa di Tokyo, che in mattinata ha chiuso in rialzo dello 0,6% a 15.749,66 punti toccando un nuovo massimo da quasi sei anni. A spingere al rialzo i listini, durante tutta la giornata, è stato il rafforzamento
del dollaro rispetto allo yen, un evento che ha spinto in territorio positivo i titoli delle maggiori aziende esportatrici nipponiche. L'indice Topix ha guadagnato lo 0,29% alla quota a 1.262,54 punti. La seduta è stata piuttosto intensa con 2,7 miliardi di parti scambiate sul mercato principale. Sono intanto emerse le previsioni sull'
andamento dell'economia cinese, che secondo lo State information center dovrebbe crescere del 7,6% nel 2013 per poi calare lievemente al 7,5% nel 2014. L'obiettivo dell'ex Celeste Impero è tenere sotto controllo l'inflazione, che quest'anno dovrebbe salire al 3,2%.
Orientamento diverso per l'Europa: i listini sono deboli con Parigi che lima lo 0,3%, Londra lo 0,2% e Francoforte lo 0,1%. Il Ftse Mib di Milano avvia gli scambi poco mosso e gira in rosso dello 0,1%. Tra i singoli titoli di
Piazza Affari si guarda a
Fiat, che incassa il nuovo ribasso accentuato delle
vendite a ottobre. Ancora bene intonata
Atlantia, dopo l'incorporazione che
ha fatto sparire Gemina dal listino, mentre il Banco Popolare è in rialzo dopo che Nomura ha alzato il target price a 1,6 euro dal precedente 1,28 euro. Particolare attenzione allo
spread italiano, dopo che il Commissario Ue,
Olli Rehn, intervistato da
Repubblica ha mostrato scetticismo nei confronti dell'Italia e degli obiettivi sul debito. La differenza tra il rendimento di Btp e Bund sale oltre quota 235 punti base, per una cedola sul decennale italiano al 4,1% sul mercato secondario. Sotto i fari internazionali anche la Corte Costituzionale, che si pronuncia oggi sulla legge elettorale del "Porcellum", mentre alla Camera parte l'iter della Legge di Stabilità. L'
euro apre stabile a 1,3551 dollari, dopo l'arretramento di ieri legato ai positivi dati sul manifatturiero Usa. Le prospettive di un ulteriore allentamento della politica monetaria nipponica spingono lo yen al minimo da sei mesi sul dollaro (103,16) e al minimo da cinque anni sul'euro (139,79).
Chiusura in calo, ieri sera, per il
Nyse, che ha accusato da una parte l'andamento delle vendite al dettaglio inferiore rispetto alle attese durante il week-end del Ringraziamento, e dall'altra i rinnovati timori per il "tapering". Il principale indice Dow Jones cede a fine seduta lo 0,48% a 16.008 punti. L'indice tecnologico Nasdaq registra una perdita dello 0,36% a 4.045 punti. Oggi è in agenda il dato dell'indice Ism di New York sull'attività aziendale di novembre.
Per le commodity, il
petrolio è in rialzo sui mercati asiatici a 94,15 dollari per il barile Wti e a 111,46 per il Brent, poco mosso rispetto alla vigilia.
Oro in lieve rialzo sui mercati asiatici a 1.220 dollari l'oncia segnando un progresso dello 0,1%. (03 dicembre 2013)