Borse europee in rosso. Tokyo specula sulla Cina e vola
La produzione manifatturiera dell'ex impero Celeste cala per il quinto mese consecutivo, i mercati sperano su una mossa di Pechino per rilanciare la domanda interna. Acquisti su tutte i listini asiatici. Deboli i mercati del Vecchio continente in attesa dei dati macroeconomici
di GIULIANO BALESTRERI Lo leggo dopo
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MILANO - Ore 11.15. La quinta frenata consecutiva dell'industria manifatturiera cinese frena i mercati europei. La contrazione cinese con l'indice Pmi sceso a quota 48,1 contro il 48,5 di febbraio, è soprattutto dovuta al calo della domanda interna: i mercati stanno speculando sulle prossime mosse di Pechino che dalla fine dello scorso anno aveva promesso un cambio della politica economica impegnandosi nel rilancio dei consumi locali. A questo punto - dicono gli analisti - un passo in questa direzione è ancora più urgente. E così, complessivamente, a livello globale, si registra un aumento della propensione al rischio con il quinto calo in sei giorni delle quotazioni dell'oro, il bene rifugio per eccellenza. In questo contesto si registra il rally del Giappone, dove la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dell'1,77%, rimbalzando dai minimi di sei settimane, e dell'India dove il listino di Mumbai ha segnato un nuovo record.
L'Europa invece soffre. Le sanzioni comminate alla Russia dagli Stati Uniti insieme alla Ue - il blocco dei visti ad alcuni uomini vicini al presidente Vladimir Puntin - dopo l'annessione a Mosca della Crimea, dimostrano la volontà di voler evitare ogni conflitto che riporti alla guerra fredda. Ai mercati però sono arrivati pochi segnali incoraggianti dagli indici Pmi: in Germania l'attività manifatturiera è calata a marzo a 53,8 punti da 54,8 di febbraio. Nel pomeriggio, poi, anche gli Usa pubblicheranno il Pmi manifatturiero (
leggi l'agenda di mercati).
In questo contesto Milano dopo un avvio in altalena si porta in ribasso dello 0,6%, mentre nel resto del Vecchio continente Londra cede lo 0,3%, Francoforte lo 0,6% e Parigi lo 0,7%. Stabile lo spread, la differenza tra il rendimento dei Btp decennali italiani e quella degli omologhi bund tedeschi è a quota 179 punti base, mentre i titoli di Stato vengono scambiati sul mercato secondario al 3,4%. In questo senso c'è attesa per il proseguio della settimana, quando il Tesoro tornerà a vendere titoli di Stato a breve e medio termine sfruttando proprio il calo dei rendimenti. L'euro è stabile a 1,3794 dollari e 141,36 yen.
Avvio di settimana positivo, come detto, per le Borse di Asia e Pacifico, a partire da Tokyo (+1,77%), chiusa venerdì scorso per festeggiare la primavera. Il calo dello yen e delle quotazioni di nickel, oro e argento ha favorito i principali listini, da Hong Kong (+1,77%) e Shanghai (+0,91%), a Taiwan (+0,33%), Seul (+0,55%) e Sidney (+0,17%), che hanno chiuso un ciclo di perdite di 2 settimane, il più duro dallo scorso giugno.
Sul fronte delle materie prime l'oro cede lo 0,8% a 1323 dollari l'oncia. La scorsa settimana il metallo ha perso il 3,5% dopo l'annuncio della Fed Usa di ritiro delle misure di stimolo, prospettando anche un aumento dei tassi per il 2015. Il petrolio in calo sotto quota 100 dollari sui dati non positivi provenienti dall'industria manufatturiera della Cina, grande consumatore di greggio. Il petrolio Wti con consegna a maggio segna un calo di 41 centesimi a 99,05 dollari mentre il Brent perde 47 centesimi a 106,45 dollari.