Idee e grafici. - Cap. 2

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02/04/2014 13:00
Ci lasciamo alle spalle un trimestre d'oro
SOS Trader
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E' stato un trimestre d'oro per il mercato italiano con il Footse Mib che chiude con un rialzo del 14% circa trainato dai titoli bancari che registrano performance clamorose: Banca Pop Milano +62,22% Banca Monte Paschi Siena +51,08% Banco Popolare +49,51%. In difficoltà nei primi 3 mesi dell'anno solo i titoli dell'abbigliamento di lusso che subiscono pesanti prese di profitto dopo un 2013 brillante: Yoox -23,83% Salvatore Ferragamo -22,71% Tod'S -22,36% Moncler -21,46%. Proprio sulla società dei famosi piumini (recentemente entrata nel Footse Mib 40) si è espressa UBS che ha deciso di alzare la raccomandazione a Neutral da Sell, lasciando invariato il target price a 12,30 euro. Nel graficol le raccomandazioni espresse su Moncler nel I trimestre 2014 Piccolo miglioramento nei giudizi anche su TOD'S con gli analisti di Barclays che ritoccano verso l'alto il target price a 94 euro da 90 euro, lasciando comunque la raccomandazione Underweight (sottopesare). Dal grafico è evidente che negli ultimi 3 mesi il 26.70% degli analisti ha suggerito come rating " Neutral" Nel secondo semestre dell'anno il focus del mercato potrebbe essere sulle società quotate in cui è presenta una partecipazione statali in vista del previsto cambio del management che riguarderà circa 300 poltrone. In particolare occhi puntati su FINMECCANICA su cui UBS ha confermato la raccomandazione Neutral alzando il target price a 7,5EURda 5,5EUR precedente, apprezzando la strategia di uscita dal settore trasporti annunciata dal gruppo. Dal grafico si evince che Finmeccanica è alla tredicesima posizione del Reccomendation index Autore: SOS Trader Fonte: News Trend Online
 
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02/04/2014 13:38
Elezioni europee? Un bluff: le vere decisioni le prendono altri
Rossana Prezioso
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La deflazione spaventa tutti meno la Bce. Gli ultimi dati sull'inflazione mostrano che la stessa è ormai sui minimi registrati ormai da diversi anni a questa parte. Sappiamo ormai bene che il ruolo della Bce,stando al mandato spesso contestato soprattutto in periodo di crisi economica, è quello del controllo dei prezzi. Contestazioni che arrivano proprio a causa della "limitatezza" di questo mandato che impedisce de facto la creazione di misure di supporto come il QE statunitense (che poi alla fine si è sviluppato in un'immissione di liquidità continuata fino al raggiungimento del target di disoccupazione del 6,5%), o quello inglese come quello giapponese dell'Abenomics. In particolare quest'ultimo, alla ricerca dell'inflazione, si è posto un target del 2% da raggiungere nel giro di due anni, anche se adesso pare ci sia bisogno di una revisione proprio perchè a 18 mesi dai primi provvedimenti, non solo il target non è stato raggiunto e le difficoltà per le riforme inizia a farsi sentire, ma l'iperstimolazione crea anche assuefazione nel mercato stesso il quale stenta poi a mantenere lo stesso ritmo di crescita o ripresa nel tempo. In Europa niente di tutto questo, con l'austerità che è stato il mantra dall'inizio della crisi. Austerità che ha portato diverse nazioni al collasso, con la benedizione della Commissione europea, il vero centro delle decisioni dell'Unione. Unico risultato ottenuto, invece, l'appiattimento verso il basso del livello di vita dei cittadini europei, soprattutto di quelli degli stati periferici, mentre per quelli degli stati centrali si sono registrati benefici notevoli. E non ultimo tra questi il beneficio di una moneta unica che ha portato a una fortissima discrasia tra la Germania e il resto delle nazioni "vittime" di un costante peggioramento dei parametri economici. Tutti, addirittura a livello globale, hanno deciso di attuare misure di stimolo, perchè da noi non si fa niente Adesso siamo a un punto di svolta. Da un lato ci sono le elezioni europee a maggio su cui sta prendendo il sopravvento un mix tra il malcontento popolare e l'onda politica dell'antieuropeismo diffuso ovunque, con Marine Le Pen in Francia e Farage in Gran Bretagna, a testimonianza del fatto che è proprio il concetto di "Unione Europea" ancor più che di "Euro" ad essere indigesta alle masse. Anche in Italia il partito degli euroscettici, stando agli ultimi sondaggi, raccoglierebbe una quota del 50% anche se in questo caso il dato è da prendere con le dovute precauzioni. Il tutto nonostante l'impegno da parte dei media "di regime" nel fare propaganda a favore dei vantaggi dell'euro e soprattutto, quasi fosse un ricatto, dei pericoli cui andremo incontro in caso di nostra uscita. Peccato, però, che nessuno di questi euroburocrati porti a supporto delle sue tesi un solo dato economico. Berlino, sembra aprirsi a misure di sostegno. Paura o strategia? I dati sull'inflazione sono risultati in forte diminuzione e da più parti si comincia a chiedere una serie di misure di "stimolo" all'economia per evitare, appunto, una stagnazione dei consumi e quindi una crescita inesistente anche sul fronte del Pil oltre che della domanda inesistente e la spirale pericolosa che si verrebbe a creare (ma i cui prodromi sono già in atto). Da qui la scelta per misure di sostegno che possono essere eurobond, QE all'europea quasi a voler imitare quanto fatto da Londra, Tokyo e Washington. Un pericolo evidentemente reale e concreto se persino il ministro dell'economia tedesco, notoriamente refrattario a qualsiasi tipo di intervento e paladino dell'austerità ad oltranza, abbia aperto uno spiraglio. La sensazione è che la paura arriva non tanto dalle conseguenze della deflazione, ma più che altro dalla spinta e soprattuto dalla diffusione del sentiment degli euroscettici, pericoloso per tutta l'euroburocrazia Berlinocentrica. A conferma di un piano economico presente già dal secondo dopoguerra che vede il resto delle nazioni come colonie della Germania, piano che in realtà non si è mai realizzato grazie alle periodiche svalutazioni competitive delle varie monete e all'assenza dei vari cambi fissi che hanno permesso alle diverse economie, in primis quella italiana di crescere a dismisura con il miracolo economico degli anni Sessanta. Prevedibile un indebolimento dell'euro, finalmente? A guardare i livelli dell'euro dollaro in realtà il mercato non sembra scontare una decisione sui tassi ormai ai minimi e ritoccarli ulteriormente al ribasso è una cosa che non sortirebbe effetto, mentre un'immissione di liquidità non rientra nei compiti della stessa. A questo punto si potrebbe assistere per il secondo mese consecutivo a una conference call di Draghi in cui si dichiara il "nulla di fatto" promettendo semplicemente di continuare a intervenire con un arsenale (teorico) pronto ad essere usato. In effetti l'alibi ci sarebbe: il mandato della banca centrale europea non contempla le quotazioni della moneta unica ma solo il controllo sui prezzi. In realtà un euro così forte al momento potrebbe ancora essere retto dall'economia della Germania, ma attenzione, perchè anche lei è esportatrice netta e il pericolo è che altri paesi europei si indeboliscano a tal punto che la Germania stessa sarà costretta a piegare le sue aspettative e rischierebbe la crisi. Elezioni europee: euroscettici alla riscossa Anche in questo caso c'è un pericolo: alle elezioni europee si nomineranno i membri del Parlamento europeo, il quale, in Europa come in Italia, conta solo in maniera relativa e solo per le questioni minoritarie. Il vero fulcro delle decisioni è la Commissione europea (non eletta): è lei infatti che gestisce e decide su cose come il Fiscal Compact, i programmi di aiuti (come quelli alla Grecia "beneficiaria" di oltre 150 miliardi di aiuti pagati dall'austerità del popolo greco, il quale alla fine ne ha ricevuti meno di un decimo visto che il resto è servito a pagare i titoli di debito di Atene in mano alle potenze europee), l'Unione Bancaria. Alla fine tutta l'Unione Europea che tanto si vanta di rappresentare e unire i popoli, non è altro che la rappresentazione di un potere senza alcuna democrazia, dove chi governa sono sempre le stesse persone, a difesa dei poteri forti e delle banche. Paradossalmente perciò, le elezioni che dovrebbero abbattere questo potere, in realtà rischiano di avere un impatto minimo se non addirittura rafforzativo del potere stesso. Fonte: News Trend Online
 
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02/04/2014 13:43
Piazza Affari pecora nera in Europa. Focus sui dati macro Usa
Davide Pantaleo
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Prosegue in lieve rialzo la seduta odierna delle Borse europee che, sulla scia della chiusura rialzista di Wall Street, si spingono ancora in avanti in attesa dei dati macro Usa che saranno diffusi nel primo pomeriggio. Poco mosso il Cac40 che mostra un frazionale rialzo dello 0,05%, mentre il Dax30 e il Ftse100 salgono rispettivamente dello 0,23% e dello 0,24%. Non riesce a fare altrettanto Piazza Affari dove il Ftse Mib interrompe la serie di sei sedute consecutive al rialzo, prestando il fianco alle prese di profitto. Dopo aver rotto al rialzo la soglia dei 22.000 punti, l'indice è tornato sui suoi passi presentandosi ora poco al di sotto dei 21.800, con un ribasso dello 0,58%. Non mancano le blue chips capaci di muoversi in controtendenza e si tratta di Moncler che vanta un rally di quasi il 4%, seguito da Gtech che si apprezza del 2,55%. In rialozo di quasi il 2% Prysmian e si muove in positivo anche STM con un progresso dello 0k,74% diversamente da Telecom Italia che flette dello 0,87%. Nel settore bancario l'unico in positivo è Banca Monte Paschi con un vantaggio del 2,38%, mentre Banca Popolare dell'Emilia Romagna cede lo 0,15%. In rosso di olltre un punto Intesa Sanpaolo e Unicredit, mentre Ubi Banca e Mediobanca lasciano sul parterre quasi due punti, al pari di Banca Popolare di Milano, ma ad avere la peggio tra tutti è Banco Popolare che affonda di circa il 3%. Scattano le prese di profitto anche per Fiat che perde l'1,82% complici anche i dati sulle vendite di auto in Italia che a marzo hanno evidenziato nuovamente una sottoperformance del gruppo rispetto al mercato di riferimento. Leggermente positive intanto le indicazioni che arrivano dall'opposta sponda dell'Atlantico visto che il future sull'S&P500 mostra un frazionale rialzo dello 0,06%, preceduto da quello sul Nasdaq100 che sale dello 0,19%. Sul fronte macro Usa si segnala la stima ADP relativa ai nuovi posti di lavoro nel settore privato che a marzo dovrebbe evidenziare un saldo positivo di 190mila unità, rispetto alle 139mila di febbraio. Per gli ordini all'industria di febbraio le previsioni indicano un rialzo dello 0,8%, in netto recupero rispetto al calo dello 0,7% precedente. In giornata sono previsti inoltre i discorsi di Dennis Lockhart, presidente della Fed di Atlanta, e di James Bullard, a capo della Fed di St.Louis. Prima dell'avvio degli scambi a Wall Street si conosceranno i numeri degli ultimi tre mesi di Monsanto, dai quali ci si attende un utile per azione di 3,08 dollari. Fonte: News Trend Online
 
Ciao Don
Vedo che ti sei messo short......okkio
ci sono i dati sulla disoccupazione yankee :titanic:
:lol:


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02/04/2014 14:19
Flash Usa: stima ADP, creati meno posti di lavoro del previsto
Davide Pantaleo
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Sulla base dei dati forniti dalla stima ADP si è appreso che nel mese di marzo sono stati creati 191mila nuovi posti di lavoro nel settore privato, in rialzo rispetto alla lettura precedente rivista al rialzo da 139mila a 178mila unità. L'indicazione odierna ha deluso leggermente le attese degli analisti che si erano preparati ad un dato pari a 195mila unità. Fonte: News Trend Online
 
:lol:


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02/04/2014 14:19
Flash Usa: stima ADP, creati meno posti di lavoro del previsto
Davide Pantaleo
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Sulla base dei dati forniti dalla stima ADP si è appreso che nel mese di marzo sono stati creati 191mila nuovi posti di lavoro nel settore privato, in rialzo rispetto alla lettura precedente rivista al rialzo da 139mila a 178mila unità. L'indicazione odierna ha deluso leggermente le attese degli analisti che si erano preparati ad un dato pari a 195mila unità. Fonte: News Trend Online


Direi che non è male. Son in linea.
Cosi possono proseguire ....UP ,
almeno fino al loro target.
 
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02/04/2014 14:39
I titoli di Piazza Affari favoriti dalle politiche di Renzi
Davide Pantaleo
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Dopo sei giornate consecutive di rialzi, Piazza Affari tira il fiato e quest'oggi si mjuove in controtendenza rispetto alle altre Borse europee che tuttavia non stanno evidenziato una positività di particolare rilievo. L'indice Ftse Mib nel primo trimestre dell'anno ha messo a segno un rialzo di circa il 14%, sovraperformando in maniera evidente sia le Borse europee che quelle americane. Buona parte di questa performance è da ascrivere anche agli sviluppi positivi sul fronte politico, con l'arrivo di Matteo Renzi alla guida del Paese, salutato con favore dal mercato azionario e obbligazionario. Renzi alla prova del fuoco Il bello però viene ora quando alle parole dovranno seguire i fatti visto che, secondo quanto segnalato dagli analisti di Mediobanca Securities, il mix di riforme politiche ed economiche annunciato da Matteo Renzi, ha alimentato l'attesa del mercato sul fatto che il nuovo premier possa davvero essere il catalitzzatore di discontinuità dell'Italia. Gli esperti ritengono che con soli 30 giorni di attività parlamentare prima delle elezioni europee di maggio, quello appena iniziato sarà un mese cruciale per l'ex sindaco di Firenze per mantenere le sue promesse. Dal momento che il premier ha puntato molto in atto, mettendo in gioco la sua credibilità personale, Mediobanca ritiene che gli investitori dovrebbero rimanere costruttivi nel medio termine, mentre nel breve c'è il rischio che la realtà possa deludere le attese. Mediobanca segnala che il focus di Renzi va giustamente sulla trappola della bassa competività dell'Italia dovuta alla crescita contenuta nel nostro Paese e in questa direzione si inserisce la decisione del Governo relativa al taglio dell'Irap e dei costi energetici per le piccole e medie imprese. Dalle misure annunciate gli analisti stimano un impatto sul PIL italiano nell'ordine dell'1%, con riferimento ai 10 miliardi di tagli all'Irpef, al pagamento di 68 miliardi di arretrati delle pubbliche amministrazioni, cui si aggiungono i 6,7 miliardi di investimenti. La copertura di questo piano dovrebbe avvenire con le risorse derivanti dall'aumento della tassa sulle rendite finanziarie, dalla disclosure con la Svizzera, dai tagli alla spesa e dagli introiti IVA sugli arretrati pagati dalla Pubblica amministrazione. Qualche incertezza nel breve sul piano del Governo Soo quest'ultimo però è un progetto di legge per il momento, motivo per cui Mediobanca afferma che il piano di riforme potrebbe essere un po' tirato nel breve periodo, ma di noteovli dimensioni e con capacità sufficiente nel medio termine. A detta degli analisti un fattore chiave per il successo di Renzi sarà il supporto che giungerà dall'Unione europea, visto che molto dipenderà dall'effettiva capacità di manovra che il Governo avrà sul deficit e per questo Mediobanca ritiene che il premier deve parlare forte e chiaro con Francoforte sull'ammorbidimento dell'austerity. Le elezioni europee di maggio potrebbero rappreentare un catalizzatore nel caso in cui Renzi si assicuri una solida vittoria in Italia e l'Unione europea sia sufficientemente spaventata dal possibile successo degli anti-euro. I titoli italiani maggiormente esposti alle politiche di Renzi Spostando lo sguardo sui titoli di Piazza Affari che più di altri potrebbero beneficiare delle politiche di Governo portate avanti dall'ex sindaco di Firenze, gli analisti credono che l'attenzione debba essere focalizzata sui media e sui bancari. I tagli sull'Iperf e sull'Irap dovrebbero favorire temi come L'espresso, RCS Medigroup, Mondadori e Cairo Communication. Meno esposte all'Irap sono le banche che però dovrebbero avvantaggiarsi della sforbiciata all'Irap e del pagamento dei debiti arretrati della Pubblica amministrazione. Mediobanca ha calcolato un rialzo dell'utile per azione nell'ordine dell'11% per Ubi Banca, dell'8% per Banca Popolare dell'Emilia Romagna e di oltre il 5% per Intesa Sanpaolo, Unicredit e Credem. Il rientro dei capitali in Italia dovrebbero interessare maggiormente Banca Generali e Azimut, mentre diverse società saranno avvantaggiate dai tagli delle tasse tra cui: Saras, Erg, Gtech, Mediaset. Alcuni titoli come Autogrill, Piaggio, Atlantia e Marr sono esposti ad un incremento della domanda, mentre il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione impatterà positivamente su alcune società con commesse pubbliche come Finmeccanica, Astaldi e Biancamano. Fonte: News Trend Online
 
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02/04/2014 14:26
Future eurostoxx50, aggiornamento per il pomeriggio
Federico Dalla Bona
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Regoliamo gli obiettivi a 3109/11 (il principale) ed eventualmente 3103/05. Le resistenze vanno abbassate a 3129/30 e 3135/37, punti di probabile ripresa del ribasso da sfruttare in caso di avvicinamenti, fino a raggiungimento del target principale. Stop allo scenario in chiusura su grafico a 30 minuti superiore alla seconda resistenza. Si prega di leggere il Disclaimer Autore: Federico Dalla Bona Fonte: News Trend Online
 

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