Idee e grafici. - Cap. 2

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L'Abi vede "schiarite" all'orizzonte:
in ripresa economia e settore del credito


Le banche italiane prevedono un Pil piatto (+0,3%) quest'anno, ma in rafforzamento al +1,3-1,4% nel 2015-2016. Sul fronte dei finanziamenti, gli impieghi invertiranno la tendenza al calo nel 2014 per poi accelerare nei due anni successivi. Ancora in crescita, ma in rallentamento, le sofferenze, mentre i margini degli istituti restano risicati

Lo leggo dopo
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Antonio Patuelli, presidente Abi TAG
banche italiane, Abi, Pil, crescita economica italiana, prestiti, impieghi, sofferenze, crisi economica italiana, ripresa economica italiana

MILANO - Le banche italiane stimano "schiarite all'orizzonte, sia sul piano economico sia su quello finanziario". Se quest'anno, secondo il rapporto Afo redatto dall'Abi - l'Associazione delle banche italiane -, il Pil crescerà marginalmente (+0,3%), nel biennio 2015-16 la crescita dovrebbe incrementarsi dell'1,3-1,4%. Per le banche "ciò significa che, pur in presenza di un ammontare rilevante di crediti deteriorati ci sono segnali di un ritorno all'espansione dei prestiti, che tenderà ad aumentare quanto maggiore sarà la ripresa degli investimenti e la caduta della rischiosità".

In particolare l'Abi stima che gli impieghi ai residenti, scesi del 3% nel 2013 tornino in positivo (+0,6%) nel 2014 per poi accelerare (+1,6 e +2,6%) nei due anni successivi, di pari passo con la crescita del Pil. La crescita delle sofferenze lorde dovrebbe subire una brusca frenata passando dal +24% dello scorso anno a un +17,4% quest'anno e dimezzandosi a un +8,9% nel 2015.

Le obbligazioni, in caduta libera negli ultimi mesi, dovrebbero tornare in lieve territorio positivo solo nel 2015. Per l'Abi in particolare "favorirà la ripresa del credito la maggiore domanda collegata alla crescita economica e un miglioramento della qualità del credito, anche per il tramite di una significativa riduzione del rischio del nuovo credito alle imprese le quali tuttavia rimarranno l'unico settore con valori ancora di rischiosità significativi".

"Con i ritardi tipici che il fenomeno


comporta, tale miglioramento si trasferirà anche sullo stock di sofferenze che a fine periodo di previsione presenterà segnali di stabilizzazione del suo rapporto con gli impieghi. Per un'ulteriore riduzione della rischiosità occorre un robusto recupero di crescita del Prodotto italiano e quindi il pieno dispiegarsi dell'azione riformatrice".

Quanto ai bilanci degli istituti, per l'Abi nel prossimo triennio registreranno utili netti per 19,4 miliardi complessivi. Il rapporto segnala 2,9 miliardi di utili quest'anno (dopo il 'rosso' di 22,3 miliardi nel 2013), altri 6,7 miliardi netti nel 2015 e un 2016 con quasi 10 miliardi di profitti netti. Nonostante i numeri, l'Abi sottolinea che la redditività delle banche (roe) dovrebbe risultare in media pari all'1,7% "non solo molto distante dai livelli pre-crisi, ma anche dai bassi valori raggiunti nel primo triennio di crisi". A giudizio dell'Associazione "l'insufficiente prospettiva di redditività, determinata dal perdurante elevato peso del costo del rischio e da un bassa dinamica dei ricavi, continua a chiedere ulteriori sforzi di efficientamento dal lato dei costi". (28 luglio 2014) © Riproduzione riservata
 
Mosca condannata a risarcire 50 miliardi di dollari a ex azionisti Yukos

con un'analisi di Leonardo Maisano28 luglio 2014Commenti (7)
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Argomenti: Partecipazioni societarie | Yukos | Russia | Mikhail Khodorkovsky | Cremlino





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(Afp)

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La Russia dovrà pagare 50 miliardi di dollari di risarcimento agli ex azionisti della compagnia petrolifera Yukos. Lo ha deciso la Corte arbitrale permanente dell'Aja, mettendo fine al lungo contenzioso legale iniziato nel 2005. La Yukos fu sciolta dalle autorità russe nel 2003, dopo che l'amministratore delegato e maggiore azionista della compagnia, Mikhail Khodorkovsky, venne giudicato colpevole di evasione fiscale.
La richiesta iniziale degli azionisti era di 100 miliardi di dollari. A loro giudizio il Cremlino sciolse intenzionalmente la Yukos, fabbricando artificialmente le prove di evasione fiscale che portarono alla dichiarazione di bancarotta della compagnia. Khodorkovsky, che ha scontato nove anni in carcere e durante la sua prigionia ha presentato vari ricorsi alla Corte europea dei Diritti umani, ha ceduto le sue azioni della Yukos nel 2005 e negli ultimi tempi ha preso le distanze dal ricorso presentato dagli altri azionisti.
Secondo il giornale russo Kommersant, la Russia farà ricorso in appello contro la decisione della Corte arbitrale. Sempre secondo il quotidiano, alle autorità russe verrà chiesto di pagare i 50 miliardi di dollari di risarcimento entro il gennaio del 2015. La cifra rappresenta oltre il 10 per cento delle riserve valutarie della Russia.

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Rallenta il calo dei prezzi delle case in Europa: i tassi di interesse ai minimi rafforzano il mattone

di Michela Finizio28 luglio 2014
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Argomenti: Andamento dei tassi | Standard and Poor's | Italia





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Politiche monetarie molto accomodanti da parte delle banche centrali si traducono in una ripresa dei prezzi delle case nella maggior parte dei mercati europei. I tassi di interesse molto bassi, infatti, stanno fortemente sostenendo il recupero e la stabilizzazione dei valori residenziali, anche in quei Paesi su cui ancora pesa la stretta del credito e il debito delle famiglie resta elevato.
Nel Regno Unito, in particolare, l'elasticità della politica monetaria ha sostenuto un robusto rafforzamento delle quotazioni, in particolare dopo le correzioni al ribasso registrate tra il 2008 e il 2009, e i prezzi delle case potrebbero aumentare ancora del 7% annuo, secondo le previsioni di Standard & Poor's. Anche nei Paesi europei dove è ancora in corso il repricing del mattone, il mercato immobiliare sta mostrando una notevole capacità di recupero. In Francia, ad esempio, dove l'andamento dell'economia nazionale resta debole e la disoccupazione è in continuo aumento, S&P prevede prezzi delle case in calo del 4% nel 2014 ma in fase di stabilizzazione nei prossimi due anni, proprio a causa dei bassi tassi di interesse. In Spagna e in Italia le previsioni indicano una flessione più lenta quest'anno, rispetto al recente passato, pari al 2 per cento entro fine anno per poi tornare a crescere nel 2015 e nel 2016. In controtendenza invece i valori in Germania e Irlanda, che dovrebbero chiudere il 2014 con un aumento del 4 per cento.
documenti

I prezzi delle case in Europa, previsioni S&P



L'agenzia di rating, nel suo ultimo report sull'andamento dei prezzi nel residenziale, ha indicato valori immobiliari in salita in tutti gli altri principali mercati europei: se le variazioni non torneranno subito positive quest'anno, torneranno sicuramente a crescere nel 2015 e nel 2016.
Dato che in diversi Paesi europei la disoccupazione è ancora elevata e i redditi delle famiglie sono ancora sotto pressione, il mantenimento ditassi di interesse molto bassi diventa l'unica spiegazione delle prestazioni positive sui mercati negli ultimi due anni. Ciò rende il mattone europeo estremamente vulnerabile a un improvviso aumento dei tassi di interesse, anche se questo non uno scenario probabile per il momento.
Secondo una simulazione di S&P, che ipotizza un aumento dei tassi di interesse di 100 punti base (bps) a causa di un ipotetico shock esterno, i mercati immobiliari che subirebbero una variazione più ampia rispetto alle previsioni sarebbero quelli olandese e portoghese. Il loro risveglio dei valori immobiliari, infatti, risulta ancora troppo recente e fragile, e il debito privato è ancora elevato. Il mercato subirebbe un calo di appena l'1% un anno dopo la scossa, protetto in parte dalla forza della sua economia. Solamente il real estate tedesco potrebbe riuscire ad evitare la contrazione.
Nel dettaglio, secondo Standard and Poor's, in Italia i prezzi delle case, reduci da un calo complessivo del 15% dal marzo 2008 a causa della debolezza della domanda interna e alla condizioni di credito restrittive, dovrebbero segnare un calo limitato al 2% quest'anno, dopo -5,3% nel 2013 e -5,1% nel 2012 e dovrebbero riprendere a crescere l'anno prossimo (+1%) e ancor più nel 2016 (+2%). Il mercato sta già dando segnali di stabilizzazione, visto che nel primo trimestre di quest'anno i prezzi sono calati solo dello 0,7% sul trimestre precedente e le transazioni sono aumentate del 4,1% su base annua, riflettendo una leggera ripresa dell'economia nazionale e un miglioramento delle condizioni di credito.
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