Idee e grafici. - Cap. 2

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Riforma del Catasto, ecco le città in cui i proprietari di casa rischiano di più

di Cristiano Dell'Oste e Giovanni Parente04 agosto 2014
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Argomenti: Fisco | Senato | Finanze | Luca Dondi | Pistoia | Nomisma





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Pistoia, Pesaro e Messina sono le tre città in cui il nuovo Catasto rischia di portare i maggiori rincari d'imposta. Sono questi i tre capoluoghi di provincia in cui i valori catastali sono più lontani dalle quotazioni medie di mercato, con un divario che nel caso di Pistoia sfiora il 300 per cento.
 
La Cina investe 5,3 miliardi in Italia e punta su Fiat, Telecom, Eni, Enel, Prysmian

il Sole 24 Ore


Pubblicato: 05/08/2014 10:42 CEST Aggiornato: 14 minuti fa
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Più di 5 miliardi. È quanto ha investito la Cina sull'Italia da inizio anno. Si tratta di pezzi di Fiat, di Telecom, Prysmian, Ansaldo e Cdp Reti, e prima ancora di Eni e di Enel. La Bank of China sta incrementando sempre di più i propri investimenti nel nostro Paese. Un'operazione vista di buon occhio da Palazzo Chigi che sta stringendo una forte partnership coi cinesi.
Gli ultimi 3 miliardi sono arrivati a fine luglio, come riporta un articolo pubblicato sul quotidiano economico il Sole 24 Ore, a firma di Laura Galvagni, spiegando nel dettaglio le operazioni.
Fiat, Telecom Italia e Prysmian. E prima ancora Eni ed Enel. La banca centrale cinese, People's Bank of China, in assoluto l'istituzione finanziaria con maggiori risorse e asset al mondo, dopo aver puntato lo scorso marzo 2,1 miliardi sui principali colossi energetici del paese, a fine luglio è entrata anche nel capitale dei più importanti gruppi industriali italiani. Secondo quanto comunicato ieri da Consob, di Fca ha acquistato il 2%, del gruppo telefonico il 2,08% e di Prysmian il 2,01%.
Prima, gli altri 2,1 miliardi sono arrivati attraverso il 35% di Cdp Reti
Il 31 luglio è stato firmato l'accordo per l'ingresso di China State Grid in Cdp Reti con il 35%. Il colosso cinese ha pagato per quella quota 2,1 miliardi, riconoscendo un premio rispetto a quanto scontato da Terna e Snam nelle rispettive quotazioni. Un'operazione, dunque, sulla carta vantaggiosa per il governo italiano che, in attesa di dare il via alle privatizzazioni ha messo un po' di fieno in cascina. La valorizzazione, come detto, arriva arriva peraltro dopo l'ingresso di Pechino in Enel ed Eni, la partnership con il Cane a sei zampe in Mozambico e l'entrata in Ansaldo Energia.
Le varie operazioni sono seguite con favore da Palazzo Chigi, come dimostra la recente visita nella capitale cinese del premier Renzi, dove ha incontrato il numero uno della banca centrale.
(...) I denari in arrivo dalla Cina, in realtà, potrebbero anche essere frutto del recente attivismo politico sull'asse Roma-Pechino. Un attivismo nato in parte già con il governo Letta, basta ricordare la missione dell'ex ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, volato in Cina con una delegazione di imprenditori italiani a inizio gennaio. E certamente confermato dalle mosse dell'attuale governo. Il premier Matteo Renzi è andato in visita ufficiale a Pechino a giugno scorso e proprio in quell'occasione, peraltro, ha incontrato il numero uno della banca centrale Zhou Xiaochuan.
Sempre sul Sole 24 Ore, Alessandro Daffina, amministratore delegato di Rothschild Italia, afferma: "Dal 2009 ad oggi, in Europa i gruppi cinesi sono stati coinvolti in oltre 400 operazioni, 35 delle quali in Italia".
 
News

05/08/2014 13:58
Tutto passa...l'incertezza resta
Rossana Prezioso
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Massimi a luglio e incertezze sul fronte europeo, questo il panorama contrastato delle Borse internazionali. Vecchio Continente che piace, a piccole dosi, perchè è tornata a far paura ancora la questione dei bancari, piaga difficilmente risolvibile nel breve periodo come anche nel breve periodo non sembra trovarsi una via d'uscita per quanto riguarda la stabilità di aree come l'Italia, che deve ancora convincere sui dati macro, sempre peggiori di quanto prospettati. E come in mare, anche sui mercati è bene non avventurarsi se le acque sembrano sull'orlo di una tempesta. I primi segni ci sono già ma l'incresparsi della superficie potrebbe nascondere in realtà problemi ben più seri. La Fed in primis sostiene ancora l'acquisto di titoli di stato, ma con numeri sempre più piccoli e con tempi sempre più ristretti. E poi, i tassi. E gli storici sanno perfettamente che è proprio quel quid che fa la differenza. Soprattutto sul trading a breve termine il quale, a sua volta, non è stato certo aiutato nè dalle dichiarazioni di Bernanke quando l'anno scorso accennò all'argomento, ma nemmeno dalla ingenuità di una Yellen che, dopo tanto ottimismo ostentato, faceva notare come sui titoli tecnologici le valutazioni fossero troppo gonfiate. Purtroppo anche la fiducia circa il ritmo della ripresa è in calo, in particolare dopo gli ultimi dati che gettano un'ombra per quanto riguarda il resto dell'estate, stagione che mai come quest'anno è stata particolarmente interessata da un'ondata di incertezza, paradossalmente, data dalla bassa volatilità. Dall'altra parte dell'Oceano la Bce sembra non voler muovere un muscolo circa le strategie da attuare contro la bassa inflazione, il che favorisce un ribasso delle piazze di scambio in Europa, con un dato PMI che, almeno per Roma, conferma il trend negativo. Ma non è solo Roma, anche Parigi non se la vede bene... Prossima vittima sulla strada? Parrebbe. Ma forse c'è una spiegazione un attimo meno generica e più ovvia: molti nomi coinvolti sul mercato russo potrebbero avvertire i primi timori delle sanzioni imposte e le prime conseguenze sulle intenzioni di Putin di guardare altrove. Fonte: News Trend Online
 
Unicredit: Mustier lascia Cib, Papa nuovo responsabile
































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Unicredit ha annunciato oggi alcuni cambiamenti manageriali. Jean Pierre Mustier ha deciso di rinunciare alla sua carica di vice direttore generale responsabile della divisione Corporate and Investment Banking (CIB) e della supervisione delle attività tedesche del gruppo, a partire dal 1 gennaio 2015. Il suo successore sarà Gianni Franco Papa, attualmente responsabile della divisione Central & Eastern Europe (CEE) del gruppo.

Mustier continuerà comunque a essere coinvolto nelle attività del gruppo ed entrerà a far parte dell'UniCredit international advisory board gi a partire dall'inizio del prossimo anno con il ruolo di direttore non esecutivo. Ricoprirà poi un ruolo esterno al gruppo focalizzato al finanziamento dell''economia reale sia tramite strumenti azionari che obbligazionari; in aggiunta nel settore del non profit seguirà il finanziamento di imprenditori con obiettivi nel sociale e progetti di istruzione.

Gianni Franco Papa, 58 anni, è entrato in Unicredit nel 1979, prima nella rete italiana e in seguito nella rete filiali estere, con ruoli di responsabilità crescenti. In queste posizioni ha acquisito una profonda esperienza nel business Corporate and Investment Banking. Nel 2005 è stato nominato direttore generale di UniBanka, Slovacchia, e nel 2008 di Ukrsotsbank, Ucraina. Infine nel 2010 è diventato responsabile della divisione CEE.

Inoltre Nadine Faruque ha deciso di accettare una nuova sfida professionale in un'altra istituzione finanziaria internazionale, lasciando la sua posizione di General Counsel e Compliance Officer del gruppo responsabile di Legal e Compliance a partire dal 30 novembre.

Considerando la crescente complessità del quadro regolamentare e in linea con le attuali best practice a livello europeo in tema di corporate governance, il cda ha deciso di dividere in due la struttura di cui è responsabile Faruque e ha nominato Carlo Appetiti Compliance Officer del gruppo a partire dal 1 dicembre, a diretto riporto dell'amministratore delegato.

Mentre le attività legali del gruppo saranno gestite in co-responsabilità da Carlo Kostka e Gianpaolo Alessandro, entrambi a riporto del Coo, Fiorentino. Carlo Appetiti, 48 anni, negli ultimi 25 anni ha maturato una profonda esperienza nel Risk Management, nella Compliance e nella Revisione in varie istituzioni finanziarie internazionali. Negli 8 anni precedenti il suo arrivo in Unicredit ha lavorato in Deutsche Bank dove gestiva le attività di Compliance in vari Paesi europei come Italia, Belgio, Polonia, Portogallo e Spagna. E' entrato in Unicredit nel gennaio 2013 come Co-Head di Global Compliance.

Mentre Carlo Kostka, 53 anni, cittadino americano, ha iniziato la sua carriera di avvocato a New York. Dai primi anni novanta ha lavorato in Europa, dove ha trascorso dieci anni come partner presso importanti studi legali americani e internazionali, assistendo grandi banche e aziende riguardo a temi di corporate finance, operazioni sul mercato azionario e obbligazionario e questioni regolamentari. Kostka ha una profonda esperienza maturata in Germania, CEE e Italia. Nel 2011 è entrato in Unicredit come Responsabiledi Global Legal.

Infine, Gianpaolo Alessandro, 44 anni, ha iniziato la sua carriera a Milano, lavorando poi come avvocato in Italia e Gran Bretagna per primari studi legali internazionali. Dal 2005 ha lavorato presso varie multinazionali come General Counsel e Company Secretary con la responsabilità di Legal & Compliance, seguendo principalmente Italia, Inghilterra e Germania. Prima di Unicredit, a GE Capital per 4 anni con il ruolo di General Counsel per l'Italia, occupandosi di operazioni finanziarie, corporate governance, contenziosi nazionali e internazionali e operazioni di ristrutturazione del debito. Nel 2013 è entrato in Unicredit come Responsabile degli Affari Societari e Segretario del Consiglio.
 
Goldman Sachs scarica l'Italia

La banca d'affari abbassa a neutral la raccomandazione sui titoli di Stato dei Paesi periferici di Eurolandia. E dice esplicitamente che i rendimenti dei Btp sono destinati a salire, sottolineando di essere sempre più preoccupata per l'Italia, dove i dati sull'attività economica continuano a sorprendere al ribasso e le riforme istituzionali e strutturali non sono ancora state messe in atto. Il rendimento dei Btp sale dal 2,570% al 2,654%
 
Fisco, con dl semplificazione subito 22mila rimborsi Iva


Il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate, Orlandi, ha annunciato oggi che è in via di approvazione da parte del governo un documento contenente le strategie per la lotta all'evasione che dovrebbe essere presentato a breve in Parlamento. Con le norme contenute nel dl semplificazioni arriveranno 22mila rimborsi Iva bloccati con estrema velocità 05/08/2014
 
Le notizie dalla Cina non bastano a spiegare il flop di Fiat

Le autorità cinesi hanno accertato che Chrysler ha messo in atto pratiche monopolistiche e di conseguenza dovrà pagare una multa. Inoltre la controllata Usa ha tagliato i prezzi su alcuni modelli auto in Cina. Ma questo non è sufficiente a spiegare il forte calo dell'azione e i trader citano la tensione legata al diritto di recesso per la fusione Fiat-Chrysler. Il gruppo nega di aver già ricevuto un significativo numero di dichiarazioni di esercizio del diritto di recesso 05/08/2014
 
Cgil fa ricorso alla Commissione europea contro riforma Lavoro. Il decreto Poletti "in contrasto con disciplina europea"

L'Huffington Post


Pubblicato: 05/08/2014 15:39 CEST Aggiornato: 1 ora fa
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Il sindacato di Susanna Camusso presenta una denuncia alla Commissione europea contro la riforma del Lavoro varata dal Governo del premier Matteo Renzi. Il decreto Poletti infatti sarebbe "in contrasto con la disciplina europea". Il gesto forte della Cgil insiste in particolare sulla parte della "legge 78 che elimina l'obbligo di indicare una causale nei contratti a termine e sposta la prevalenza della forma di lavoro dal contratto a tempo indeterminato al contratto a tempo determinato, in netto contrasto con la disciplina europea". Sostanzialmente col nuovo decreto Poletti non è più prevista una motivazione per stabilire la durata dei contratti a termine (estesi fino a 36 mesi). La Cgil critica quella che secondo il sindacato sarebbe una ulteriore "precarizzazione" del mercato del lavoro. Soprattutto in merito alla trasformazione del previsto obbligo di assunzione in una sanzione pecuniaria, nel caso di sforamento del tetto del 20% nel ricorso ai contratti temporanei.
Nella nota del sindacato si sottolinea come per le norme europee "l'importanza della stabilità dell'occupazione sia un elemento portante della tutela dei lavoratori". La Cgil vorrebbe "cambiare quelle norme che stanno penalizzando fortemente i giovani e i soggetti più deboli, rendendo più vulnerabili socialmente e economicamente generazioni di lavoratori". Da questi presupposti si muove la denuncia "politica" del sindacato che vorrebbe che il governo invertisse la rotta sul Lavoro. Il sindacato che aveva osteggiato duramente il decreto del ministro Poletti è convinto che non ci sia "alcuna prova statistica che all'aumento della precarietà corrisponda un aumento dell'occupazione". La preoccupazione del sindacato di Susanna Camusso è che la combinazione di "acausalità, rinnovi e proroghe esponga il lavoratore al rischio di non riuscire a firmare mai un contratto stabile".
E' arrivata subito la risposta di Giacomo Vaciago, economista e consulente economico del ministro Poletti: "Questa è la conferma di un paese che non funziona. Si sta parlando di una legge dello Stato - prosegue il docente della Cattolica - e di un sindacato che contro questa legge non riesce a portare i lavoratori in piazza". "La politica si fa in piazza e quando si va a votare, lasciando perdere i tribunali", aggiunge Vaciago. Secondo l'economista "le riforme serie si possono fare con maggioranze più ampie, senza evocare il Nazareno, così poi i giudici di Bruxelles ne possono tenere conto", insiste Vaciago.



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