News
           10/12/2012 09:12
Berlusconi: la prevista reazione dei mercati. E dell'Europa
 Rossana Prezioso
  
		
	 
Ad ogni modo, Monti questo fine settimana ha dichiarato di essere pronto  a dimettersi non appena il Parlamento avrebbe approvato la legge di  bilancio attualmente in discussione (anzi il Patto di Stabilità),  ponendo le basi per elezioni anticipate che probabilmente avverranno a  febbraio. L'ultima cosa di cui l'Italia ha bisogno: incertezza politica.  L'elemento che negli ultimi 50 anni di governo l'ha caratterizzata e  l'ha resa alla lunga del tutto inaffidabile sul piano finanziario e  così, dopo lo scandalo di Mani Pulite negli anni '90 e  le imbarazzanti  vicissitudini degli ultimi anni di governo, Roma sembra sempre di più il  teatrino di una telenovela ripetitiva.Con un'Europa dissestata dalla  crisi del debito molti al di fuori, si chiedono se non sarà proprio  questo, l'ultimo atto di una tragicomica farsa.    Da un pinto di vista finanziario, i mercati asiatici e la reazione  iniziale dell'euro possono offrire qualche indizio, ma la cosa migliore  sarà quella di vedere la performance dei titoli di Stato italiani e  spagnoli, spesso in via di influenza reciproca, rispetto ai bund  tedeschi. Infatti proprio mentre Madrdi si dilaniav nel dilemma "ESMo  non ESM, questo è il problema" più concretamente erano i titoli di Stato  italiani a rimetterci e quindi, logica vuole che proprio adesso che  Roma si destreggi  tra l'odioso dilemma "Berlusconi o non Berlusconi",  la Spagna "restituisca" il favore.    I rendimenti sui titoli e lo spread sono diminuiti drasticamente dalla  fine di luglio, quando Draghi si era impegnati a fare "tutto il  possibile" nell'ambito del mandato della BCE per salvare l'euro,  condannato dalla litigiosità e dall'indecisione dei suoi leader l'euro.  , Nel novembre del 2011, il differenziale BtP-Bund riflette il panico,  colpendo un record di 7,24 punti percentuali, secondo Tradeweb  piattaforma di trading elettronico, differenza che si assottiglia  proprio in concomitanza dell'impegno di Draghi e la successiva  introduzione della BCE di un aggressivo programma di acquisto di  obbligazioni il cosiddetto OMTS, particolarmente contestato dalla  Bundesbank che lo considera l'equivalente di una stampa di valuta.    E per quanto riguarda il resto dei critici, molti lo considerano come un  altro modo per rinviare la vera causa del problema, cioè le riforme che  ogni singola nazione europea (Italia in testa) dovrebbero fare per  rimettere in sesto una disuguaglianza palese interna tra le varie  economie, cosa che ha creato la famosa frammentazione dei mercati,  all'origine della crisi (sebbene questa disparità fosse nota agli  addetti ai lavori, già dalla nascita della moneta unica, costruita come  un'entità omogenea, nascente però da una realtà troppo frastagliata al  suo interno).   Ma gli umori degli investitori che si dividono sulle sorti politiche (e  di conseguenza economiche) dell'Italia, potrebbero essere fortemente  influenzate (in negativo) dalle dichiarazioni di allarme del presidente  del Parlamento europeo Schulz, il quale ha definito Berlusconi, il  contrario della stabilità di cui l'Italia ha bisogno adesso.    Seguito anche dall'urlo di angoscia del Der Spiegel o del Bild che,  riportando le paroled di Joerg Asmussen, rappresentante tedesco alla  Bce, ha delineato il pensiero comune fra gli economisti: "Monti è  riuscito in meno di un anno a fare ciò di cui l'Italia aveva bisogno, a  riconquistare la fiducia dei mercati e a incanalarla verso riforme  virtuose. Il suo successore dovrà fare altrettanto"  , La Germania, dal canto suo, sta iniziando a risentire adesso della crisi  con una produzione industriale (fiore all'occhiello della sua  economia), in calo del 2,6%. Con Monti al governo e la potenziale  ripresa in generale, la Merkel avrebbe potuto sperare di evitare  ulteriori discese, anche in vista delle elezioni nazionali di settembre,  in cui dovrà rendere conto del suo operato anche agli euroscettici. Con  il ritorno di Berlusconi e il disastro euro annunciato, allora tutti i  suoi sforzi risulteranno vani.    In compenso perderebbe un nemico con il venir meno del famoso asse con  Hollande a favore di un fondo salvastati. E mentre Londra trema, Madrid  di certo non gioisce, visto che sarà la prima vittima sacrificale di un  crollo della moneta unica.  Fonte: News 
Trend Online