IL FUTURO DIPENDE DA CIO' CHE FAI OGGI

Il MES è una fregatura che non deve essere approvata; anzi, va abolito.

Ve la spiego facile.Il 16 marzo è prevista la discussione sulle modifiche al MES.
L'argomento, che in un primo momento lo vedeva al primo posto all’ordine del giorno, in barba all’emergenza del coronavirus,
verrà discusso dopo........

Lo schema di come funziona il MES:
1) tu metti i tuoi soldi su un conto comune chiamato MES;

2) in caso di necessità, quei soldi ti vengono prestati;

3) i soldi che ti sei prestato da solo tramite il conto comune, li dovrai restituire pagando gli interessi;

4) in cambio di questo prestito dai il permesso, al direttore del conto comune, di entrare in casa tua e di decidere al posto tuo, cosa si deve fare.

Così il conto che ti ha prestato i tuoi soldi, avrà la garanzia che glieli restituirai,
perché sarà il direttore a prenderti per il collo fino a quando non avrai restituito tutto fino all’ultimo centesimo.

COS’È IL MES
Il MES si incastra all’interno di un complesso puzzle di norme, contenute nei trattati europei, che hanno lo scopo di attuare le restrizioni di bilancio.

Insomma il MES si inquadra nell’applicazione dell’austerity.

Il MES, acronimo di meccanismo europeo di stabilità, viene spesso chiamato anche fondo salva Stati.

Questo fondo consiste in un plafond di 700 miliardi di Euro versati dagli Stati aderenti
a cui i medesimi possono attingere in momenti di crisi finanziarie al costo di tassi fissi o variabili fissati dal Consiglio.

Cioè in caso di necessità noi ci presteremo da soli i soldi versando però al MES il pizzo degli interessi.

L’Italia si è impegnata a contribuire per 125 miliardi in cinque tranches annuali.

Ma non c’era il vincolo di spesa del 3%?

Eh no! Quando si tratta di pagare per restare in Europa quella regola non vale.

Nell’immaginario collettivo è stato così instillato il principio che attraverso questo fondo venga dato aiuto
a quei Paesi dell’eurozona che si trovano in difficoltà finanziarie.

In realtà non è affatto così, cioè non è vero che gli Stati più ricchi aiutino i partners più poveri.

Il meccanismo prevede che con i soldi pubblici dei singoli Stati
vengano aiutate le banche o i sistemi bancari in difficoltà, non i cittadini.

Anzi i cittadini dovranno pagare di tasca propria il prestito ricevuto, più gli interessi.

Tutto ciò ci conferma tre fatti importanti:

  1. la Banca Centrale Europea è una banca centrale solo nominalmente ma che di fatto non lo è,
  2. perché non interviene nell’economia reale, ma anzi se ne tiene ben alla larga;

  3. se la BCE facesse il suo dovere, continuando il quantitative easing, il MES sarebbe totalmente inutile;

  4. il MES è fatto con soldi dei cittadini (in aggiunta alle già cospicue quote di contributi europei) per salvare le banche.
  5. Ma non già affinché queste possano aiutare le economie in difficoltà, bensì per aiutare le banche
  6. che hanno concesso prestiti nelle economie in difficoltà a recuperare i crediti incagliati. Tutto con i nostri soldi.
 
Ultima modifica:
Detto in parole semplici, lo schema adottato in Grecia è stato pressappoco il seguente.

Grazie ai bassi tassi di interesse il cittadino greco è stato incentivato ad acquistare una Mercedes.

Pur sapendo che l’economia greca non versava in buone condizioni la banca tedesca
che erogava i prestiti consentiva che la vendita avvenisse ugualmente.

L’acquirente l’avrebbe ripagata a rate, tramite la banca greca che aveva attinto ai fondi della banca tedesca,
cioè facendo da tramite per erogare il leasing o il finanziamento.

E qui scatta lo schema:

  1. La Mercedes spedisce l’automobile al cittadino greco;
  2. Ad un certo punto il cittadino greco, causa anche l’economia debole del suo Paese non è più in grado di pagare la rata della Mercedes;
  3. Questo prestito per l’acquisto della Mercedes diventa a cascata un non performing loan (NPL) per la banca tedesca.
    Si tratta anche uno squilibrio della bilancia dei pagamenti che va saldato;
  4. interviene il MES, che trasferisce sui conti della banca greca, tramite la Banca Centrale della Grecia, i soldi necessari a tappare il buco;
  5. La banca greca ripiana il NPL alla banca tedesca;
  6. Lo Stato greco dovrà rientrare del prestito e per accelerare il rimborso verrà posto sotto commissariamento della Troika (UE, FMI e BCE, che quando si tratta di riscuotere non manca mai), sottoponendo le politiche di bilancio e di spesa a questi organi sovranazionali i quali indicheranno quali tagli lineari fare.
    Grazie a questi tagli lo Stato greco sarà in grado di rimborsare più rapidamente il debito al MES.
  7. Nel frattempo la banca tedesca è rientrata del suo NPL e la Mercedes ha aumentato il suo fatturato.
Se in tutto questo ci scorgi delle analogie con i fondi avvoltoio non sei troppo lontano dalla realtà.
 
MES-votazioni-2012.jpg
 
Nel mucchio dei partiti favorevoli al MES ora dobbiamo aggiungere il M5S,
perché da fiero oppositore è diventato favorevole sì allo stop del suo aggiornamento,
ma non più contrario alla sua attuazione.

Il M5S aveva inserito nel proprio programma elettorale l’abolizione del MES
dicendosi contrario anche a qualsiasi sua revisione, perché se sei d’accordo con una revisione di un trattato
è automatico che non sei più favorevole alla sua abolizione… giusto?
E infatti…
NO a questa riforma del MES, NO all’austerità - Il Blog delle Stelle
 
Perchè la Germania e in parte la Francia, sono nel guano fino a metà coscia
grazie alla politica di dazi statunitense che ha messo in ginocchio le rispettive macchine produttive.

Se Francia e Germania dovessero decidere di fare ricorso al MES, secondo le attuali regole subirebbero due conseguenze:

da una parte l’incremento del loro debito pubblico nel momento in cui il fondo dovesse prestare soldi allo Stato,

e dall’altra il commissariamento dello Stato.

Come fu per Grecia e Cipro.

Che conseguenze comportano le modifiche proposte?

Con il nuovo MES invece, il fondo non presta più i soldi agli Stati ma direttamente alle banche,
dunque lo Stato che ne usufruisse non si indebiterebbe ulteriormente in quanto diventerebbe un prestito tra privati (il MES e le banche appunto).

Col nuovo MES tutti gli Stati dell’eurozona sono tenuti a conferire soldi al fondo privato senza alcun controllo sul loro utilizzo.



La modifica del MES è davvero così fondamentale per il ridurre il suo impatto sulle nostre vite?

Con un prestatore di ultima istanza, com’è stata in parte la BCE negli ultimi anni,
il MES è completamente inutile ai cittadini, anzi è dannoso.

Il MES serve a conservare la stabilità delle banche e a continuare a fargli fare affari,
scaricando le loro responsabilità sulla collettività.
 
Scusate se dissento, ma......."patrioti del balcone" ?

Tipo quelli che suonano lo strumento e c'è già pronto uno a filmarli per la gioia di Repubblica, Libero e Corriere della Sera.
Mangime per italopitechi.

Mi rendo conto che questo post sia un po’ surreale e forse inutile…ma voglio rafforzare l’IDEA che se sei circondato
da una maggioranza di dissociati da realtà decerebrati ed iper condizionati con lavaggio del cervello
che vivono nel loro mondo fichetto grazie a ricchezza generazioni precedenti (che sta svanendo)
ed a rendite di Stato Fallito (che stanno svanendo) …ma che parlano e pontificano adquantum 99% di cose
che nemmeno capiscono vagamente nei loro meccanismi REALI&PRAGMATICI = NO HOPE…
attivarsi e VIA prima che vi trascinino giù tutti insieme a loro.
 
E venne l’ora del sovranismo alla carbonara, dei sovranisti da salotto, dei patrioti del balcone, dei nazionalisti da rosticceria.

Scusate ma – al netto della comprensione per il momento – tutta la melassa di zuccheroso spirito unitario
che tracima dagli schermi delle nostre tivù e persino dai terrazzi dei condomini, dà un po’ il voltastomaco.

Improvvisamente, troppi riscoprono l’orgoglio sopito che – in assenza di Covid 19 – avrebbero sfoderato, al più, per gli Europei del pallone.

E badate ai dettagli. Queste manifestazioni colorate e folcloristiche sono promosse, a reti unificate, dal sistema mediatico.

Lo stesso per il quale, fino a ier l’altro, anche solo pronunciare la parola “Italia” era un sintomo sospetto.
Puzzava di populismo, di sovranismo, appunto, e di fascismo persino.

Perché, si sa (o, quantomeno, si sapeva), il nostro ineluttabile destino è scritto in una costellazione più grande, più vasta e inclusiva.

Una pentola bella grossa e capiente dove portare a graduale dissoluzione il vetusto concetto di Patria.
Oggi, quel concetto, lo rispolverano senza vergogna e lo danno in pasto al popolino beota, e un po’ bue.

Beninteso: avete tutto il diritto, abbiamo tutto il diritto, di riscoprire il tricolore, soprattutto se questo può darci un po’ di conforto nel grande scontento che c’è.

E, tuttavia, sappiatelo: la pastoia retorica fatta di flash mob, vessilli ai cornicioni, vigorose cantate notturne al ritmo di “Italia chiamò”
è esattamente il tipo di sovranismo che vuole il Sistema.

Un sovranismo innocuo, all’amatriciana, un “volemose bene” da “italiani brava gente”.

È il sovranismo alla camomilla, da tinello – ignorante, pavido, tontolone e fanciullesco –
grazie al quale siamo arrivati alla stazione di posta attuale.

Una stazione sita già ampiamente fuori dalle mura del nostro Paese, inteso come Stato indipendente e sovrano.

Siamo in prossimità di cieli nuovi e terre nuove, alle soglie di un’altra “Patria” il cui lugubre vessillo già sventola dai pennoni dei pubblici palazzi.

Una patria col nome solenne – nientepopodimeno che Stati Uniti d’Europa – alle porte della quale campeggia,
per ora, un bel cartello (MES) preannunciante la meta.

Ed eravamo stati avvisati, sapete.

Da tutta una serie di segnali stradali che abbiamo ignorato, perché non avevamo tempo né voglia né coraggio di capire,
di “vedere” dove ci stavano portando:

in uno stava scritto “Maastricht”, in un altro “Lisbona”, in un terzo “Fiscal Compact”, in un quarto “Pareggio di bilancio”.

E in tutti, a guardar bene, proprio sotto, si poteva leggere: “destinazione: Finis Italiae”.

Ed il nostro assenso lo abbiamo dato ogniqualvolta abbiamo riconsegnato il Paese, un’elezione dopo l’altra – e ancora e ancora e ancora –
a un’allegra brigata di compari, tutti così evidentemente “italiani” da impedirci di capire come fossero in realtà tutti esclusivamente “europei”.

Per questo, oggi il grande “Rinascimento nazionale” stimolato dal Covid-19 suona falso, se non grottesco.
E anche inutile, proprio come il vaccino che non c’è.

E mentre ci ringalluzziamo – dandoci di gomito e “sentendoci italiani” e complimentandoci per quanto siamo forti e creativi –
dovremmo anche ricordarci di quanto siamo stati sciocchi e sprovveduti nel “ventennio” alle spalle.

La nostra sembra la buffa danza “popolare” di certe sagre paesane.

Forse siamo ancora un popolo, ma non siamo (quasi) più uno Stato.

E un popolo senza stato è roba da documentari.

Adesso stringiamoci pure a coorte, ma quando avremo vinto questa sfida, ripensiamo alle parole dell’Inno: dov’è (davvero) la vittoria?
 
Operativi.
L’ASST Lecco ha predisposto un primo elenco di acquisti per la campagna “Aiutiamoci”,
che è stato approvato dal “Comitato di indirizzo” e può, quindi, essere reso operativo
dalla Fondazione comunitaria del Lecchese grazie alla sua raccolta fondi.

Gli acquisti si riferiscono ad interventi per l'emergenza Covid19 e riguardano i presidi ospedalieri di Lecco e Merate:
verranno utilizzati nei reparti di cura del Coronavirus quali rianimazione e terapie intensive, oltre che in quelli di infettivologia.

Si tratta di 3 debrillatori, 2 ecografi e altrettanti elettrocardiografi, ai quali si aggiungono 26 letti
(di cui 25 elettrici e uno elettromeccanico per la terapia intensiva) e 28 monitor (di cui 5 cardiorespiratori, 2 spot check e uno fetale);
in elenco anche un portatile radiologico, 45 pompe a siringa e 1.000 schede tv e cuffie per i pazienti Covid19,
per alleviare la degenza in assenza di contatti con i famigliari.

Il costo complessivo di questo primo ordine è di 950.000 euro.

Altri dispositivi come ventilatori polmonari, mascherine e saturimetri rientrano nelle forniture garantite all’ASST Lecco da Regione Lombardia.

Si ricorda che la procedura per gli acquisti è la seguente:
a) l’ASST di Lecco individua la strumentazione prioritaria per i presidi ospedalieri di Lecco e Merate e la condivide con il “Comitato di indirizzo” del Fondo “Aiutiamoci”;
b) il Comitato di indirizzo è costituito da:
- Virginio Brivio, Sindaco di Lecco
- Massimo Panzeri, Sindaco di Merate
- Guido Agostoni, Presidente del Distretto Socio-Sanitario della provincia di Lecco
- Paolo Favini, Direttore Generale ASST Lecco
- Pierfranco Ravizza, Presidente OMCeO della provincia di Lecco
- Mario Romano Negri, presidente Fondazione comunitaria del Lecchese
c) a seguito dell’approvazione da parte del Comitato di indirizzo, la Fondazione comunitaria del Lecchese inoltra l’ordine di acquisto ed effettua il pagamento.

La campagna, nel frattempo, prosegue.
Al fine di una più snella gestione delle donazioni, si suggeriscono le seguenti modalità:
- per donazioni di importo superiore a 50 euro:
Bonifico bancario intestato a Fondazione comunitaria del Lecchese:
presso Intesa Sanpaolo
IBAN: IT28 Z030 6909 6061 0000 0003 286
presso Banca della Valsassina
IBAN:IT87 B085 1522 9000 0000 0501 306
Causale: AIUTIAMOCI
N.B. Le donazioni effettuate con bonifico bancario daranno diritto ai benefici fiscali previsti dalla normativa vigente.
Informazioni complete sul sito www.fondazionelecco.org - alle voci “come donare” e “modulistica/consenso dati donatore”.

- per donazioni di importo inferiore a 50 euro: piattaforma GoFundMe al seguente indirizzo: https://www.gofundme.com/f/aiutiamoci-emergenza-coronavirus-lecco
Aiutiamoci - Emergenza Coronavirus Lecco organized by La tendainsalotto.
Questa raccolta è stata lanciata dal blog “La tenda in salotto” e il ricavato confluirà interamente nella campagna “Aiutiamoci”.
Questo ultimo tipo di donazione non dà diritto ai benefici fiscali previsti dalla normativa.

La campagna “Aiutiamoci” prosegue anche nel week end.

Il prossimo aggiornamento sulla raccolta sarà comunicato lunedì 16 marzo alle ore 16.00.
 

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