News, Dati, Eventi finanziari Il petrolio a 100 dollari, è da shortare?

Pitagora

Aquila libera
Buongiorno a tutti, siccome l'oil rappresenta uno dei principali indicatori dello stato dell'economia, mi pareva interessante aprire un'apposito 3d, visto che rappresenta pur sempre un'ottimo investimento, soprattutto nei periodi di...eccessi:cool:; persino l'Opec ha detto che un prezzo superiore ai 100 sarebbe......controproducente.


Petrolio, Opec: il prezzo non salirà sopra 100 dollari

26/10/09 18:18 CET
economia

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Settore petrolifero

Il prezzo del petrolio sarà mantenuto ai livelli necessari a garantire una ripresa dell’economia stabile e duratura.Questo quanto affermato dal presidente dell’Opec che ha anche posto a 100 dollari al barile il limite superiore oltre il quale saranno prese misure correttive.
Un prezzo compreso tra i 75 e gli 80 dollari soddisfa sia i produttori che i maggiori acquirenti di petrolio, ha spiegato Bothel del Vasconcelos, presidente della conferenza dei paesi produttori di greggio. Secondo un sondaggio Reuters il prezzo medio del petrolio dovrebbe passare dai 60 dollari del 2009 ai 74 del 2010, per superare di poco gli 80 dollari nel 2011. Il WTI è arrivato a superare gli 80 dollari grazie a un indebolimento del dollaro rispetto alle altre valute. Meccanismo che rende il greggio piu’ coveniente per tutti quelli che detengono altre valute e ne fa aumentare domanda e prezzo. A questo si associa la convizione sempre piu’ condivisa di una riprese economica guidata dalla Cina che si farà piu solida nei prossimi mesi. Copyright © 2011 euronews
 
Sul petrolio (future) si sta combattendo un'aspra battaglia intorno ai $100 (che il petrolio generi guerre, ahimè, non è una novità :-o).
Nelle ultime 4 settimane il derivato non è riuscito a chiudere sotto la quota predetta e tutti i tentativi sul daily sono naufragati al contatto con la 200 sma.
Al close, le ultime 3 settimane hanno segnato minimi e massimi crescenti.
Al momento il mercato non sembra essere intenzionato a vendere ancora.
 
Sul petrolio (future) si sta combattendo un'aspra battaglia intorno ai $100 (che il petrolio generi guerre, ahimè, non è una novità :-o).
Nelle ultime 4 settimane il derivato non è riuscito a chiudere sotto la quota predetta e tutti i tentativi sul daily sono naufragati al contatto con la 200 sma.
Al close, le ultime 3 settimane hanno segnato minimi e massimi crescenti.
Al momento il mercato non sembra essere intenzionato a vendere ancora.


Ciao star:up:infatti il prezzo del petrolio, influenzando notevolmente le borse ed essendo il suo movimento, inversamente proporzionale a quello del dollaro, è anche.....un ottimo indicatore del market; per adesso il prezzo di 100 dollari fà comodo soprattutto alle compagnie petrolifere:-o

Oltre i 100 si ricreerebbe spazio per la recessione e se ne consumerebbe di meno, persino il delegato Opec Ardebili, ha dichiarato che il prezzo ideale del petrolio è di 60 dollari al barile.
 
a)Nel 1986 si verifico' il I controshock, quando si ebbe la convinzione da parte dei consumatori e produttori di essere entrati nell'era dell'abbondanza e quindi del prevalere dell'offerta sulla domanda ed in pochi mesi crollo' a prezzi antecedenti alla crisi iraniana; tali valori non ressere a lungo perchè 4 anni dopo Saddam invase il Kuwait.:cool:

b)Nel 1999 si verifico' il II controshock (II come tale ed il V della serie delle crisi), che riprese il motivo della caduta del prezzo ma questa volta non per abbondanza dell'offerta, quanto per carenza della domanda: sono le economie del SudEst asiatico (Taiwan, Singapore,Thailandia, Indonesia) e il Giappone che rallentano il loro sviluppo mentre la Cina non si era ancora:cool:affacciata al commercio internazionale. Nel 2000 la Cina aumentò improvvisamente del 50%:eek:le sue importazioni di petrolio; da allora ad oggi, è a questa imprevisya (allora:D) accelerazione dello sviluppo cinese che solitamente si addebita l'aumento progressivo del petrolio negli anni 2003/2006.....ma le vere ragioni sono molte di più.:squalo:
 

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Ultima modifica:
se davvero si pensa che la domanda resterà asfittica e che le tensioni nel mediterraneo non si risolveranno, è da shortare
ma io non lo penso
 
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se davvero si pensa che la domanda resterà asfittica e che le tensioni nel mediterraneo non si risolveranno, è da shortare
ma io non lo penso


Quello che pensiamo io e te è...relativo.;)

L'importante è quello che pensa il mercato:cool:ricordando che, secondo un noto esperto, le cause che possono influenzare notevolmente il prezzo del petrolio sono almeno....una dozzina.:cool:

1) le guerre in corso che toccano direttamente i paesi produttori o indirettamente l'Opec per la sua componente araba e musulmana (scontro Israele/Libano o le passate guerre contro Israele);
2) sabotaggi che interrompono temporaneamente il traspèorto dell'oilcon oleodotti;
3)scioperi dei lavoratori petroliferi, Nigeria, Venezuela ecc...
4) passaggio di uragani disastrosi nel Golfo del Messico (tipo Ivan, Katrina);
5) la crisi delle grandi compagnie petrolifere (come quella della Yukos in russia, minacciata da Putin x presunta evsione fiscale:cool:);
6)calo delle scorte commercialo e/o strategiche o annuncio del loro aumento (come la dichiarazione di Bush nel nov 2001);
7)ridotta capacità di raffinazione, soprattutto negli USA, con conseguente minore disponibilità di prodotti finiti e riduzione dell'offerta;
8)forte azione speculativa governata dagli operatori che muovono i futires grazie alla temporanea debolezza del dollaro;
9)decisioni Opec non adeguate a regolare il rapporto domanda/offerta;
10) interesse delle compagnie petrolifere private a tenere il prezzo elevato:-oper rendere economiche le riserve fino a ieri non ritenute tali (oli pesanti, sabbie bituminose o x ripagarsi le costose ricerche molto costose in acque profonde);
11) incidenti vari di dimensione e portata ( dalle Torri Gemelle alla chiusura di un oleodotto in Alaska nel 2006 da parte di BP);
12)l'aumento elevato e non previsto x tempo della domanda petrolifera da pèarte di paesi con economia in sviluppo (Cina, India, Corea del Sud ecc..).

Quanto sopra ha portato il prezzo del petrolio a livelli elevati, con bassissime probabilitò di controshock come quelli dell'198671999, a tutto svantaggio dei consumatori:-o; mentre dei prezzi alti stanno godendo i produttori sia statali che privatiche, abituati a guadagnare tanto, si sono messi all'erta dopon quanto è successo dalla metà di agosto del 2006.:cool:

Cmq. i catrastofisti del petrolio a 150/200 dollari:eek:saranno delusi soprattutto dalla dichiarazione del delegato Opec ARDEBILI sul prezzo ideale a 40/60 dollari al barile che potrebbe:cool:
avere un elevato tasso di affidabilità.;)

Per adesso, x non tediarvi troppo, vi lascio.:ciao:
 
:bow:Vi siete ripresi???????;)

Nel 1970 la quota di mercato possedita dalle 7 sorelle era pari al 57% del petrolo mondiale e la quota maggiore era della Shell con il 15%, seguita dal 14% della Exxon, oggi fra le attuali sorelle:cool:ci sarebbe anche la nostra ENI:V....che 50 anni fa fu tenuta alla porta, malgrado l'omicidio/sabotaggio
dell'aereo del grande:bow::bow::bow::bow::bow:Mattei.:rosa:

Ora il mondo divide le società petrolifere in 2 grndi comparti:
NOCS (National Oil Companies) e IOCS (Internatiolal Oil Companies); nel mercato mondiale dominano le NOCS fra le quali le russe Lukoil e Yukos, la saudita Aramco, le cinesi Petrochina e Chhooc e la brasiliana Petrobas:
queste NOCS sono così grandi da essere polo d'attrazione delle IOCS, il cui numero va oltre le 300 aziende, che stanno pensando di aumentare le loro acquisizioni come quella riuscita della nostrana ENI:bow::bow::bow::bow::bow::up:
nei confronti dell'inglese Lasmop nel 2001, o l'unione fra le americane Phillips e Conoco.;...............
malgrado le pesanti critiche nei confronti delle 7 sorelle negli anni 70/80 del secolo scorso, va cmq. merito alle 7 sorelle:bow:l'aver mantenuto il prezzo dell'oil, fino a quando poterono ovvero prima dell'avvento dell'Opec:cool: e x 30 anni:up:estremamente basso.;)
 
Per quanto sopra, giova precisare:-oche se il mondo ha avuto lo sviluppo che ha avuto:Vdopo il 1950, lo si deve in grande misura alle Sette Sorelle che operarono positivamente :bow:secondo i criteri di 1 cartello, quello stesso cartello......poi adottato scriteriatamente dall'Opec:wall::wall:.

Oggi, per fortuna, il cartello è mal visto in ogni tipo di economia e severamente proibito.:V
 
...e venne l'Opec, visto che le aree di maggior presenza dei giacimenti si trovavano fuori dai territori delle 7 sorelle................:cool:


L'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio meglio conosciuta come OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), fondata nel 1960, comprende attualmente dodici Paesi che si sono associati, formando un cartello economico, per negoziare con le compagnie petrolifere aspetti relativi alla produzione di petrolio, prezzi e concessioni. La sede dell'OPEC, inizialmente stabilita a Ginevra, a partire dal 1º settembre 1965 è stata trasferita a Vienna. Gli stati membri OPEC controllano circa il 78% delle riserve mondiali accertate di petriolio, il 50% di quelle di gas naturale e forniscono circa il 42% della produzione mondiale di petrolio ed il 17% di quella di gas naturale. Il petrolio viene esportato principalmente in Asia (45% del totale delle esportazioni OPEC)[senza fonte], Europa occidentale (21,8%) e Nord America (21,5%). Il paese importatore più importante è il Giappone che, da solo, fornisce mercato al 26,1% delle esportazioni di petrolio proveniente dall'OPEC; gli Stati Uniti incidono per il 19,2% e l'Italia per il 5,4% (dati relativi al 2005, pubblicati dall'OPEC[1]). L'organizzazione parallela dell'OAPEC (Organization of Arab Petroleum Exporting Countries), fondata nel 1968 nel Kuwait, si occupa del coordinamento delle politiche energetiche dei paesi Arabi parte dell'OPEC.
 
Tra l'altro fra paesi produttori e paesi consumatori di petrolio, spesso si dimenticano i pesi......col maggiore consumo procapite.:cool::-o

Consumatori di petrolio: ecco la classifica.




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Debora BilliIl blog è curato da Debora Billi, laureata in Lettere, giornalista, membro Aspo Italia.
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Quando si parla di consumi petroliferi, conosciamo tutti le classifiche: primi gli States, seconda la Cina e così via.
Ma quella che si sono presi la briga di stilare su Survival Acres è una classifica molto più indicativa, ovvero i maggiori consumatori di petrolio pro capite. Hanno messo insieme i dati di consumo petrolifero per nazione, suddividendoli poi per numero di abitanti. Risultato: le 40 nazioni che, per abitante, usano l'88% del petrolio prodotto dal
 

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