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e l'europa sta a guardare ...
sino a quando non collasserà il sistema ...
del cred
Dodicesimo rialzo da giugno
Oggi la Fed decide di portare i tassi al 4%
New York. Un nuovo rialzo, il dodicesimo consecutivo da giugno 2004 e da 25 punti base, è atteso oggi dalla riunione del Federal Open Market Committee (Fomc) che dovrebbe portare i tassi di riferimento dall’ attuale 3,75% al 4%.
Stando alle previsioni più accreditate della vigilia, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve dovrebbe continuare la stretta sui tassi «a passo misurato», secondo le linee caldeggiate da Alan Greenspan. L’attenzione, mai come questa volta, è per il comunicato che accompagna le decisioni del board dal quale potrebbero emergere novità. In altri termini, c’è il timore diffuso che la politica «accomodante» finora seguita possa lasciare il passo a un’azione più incisiva per contrastare le pressioni sui prezzi soprattutto per la spinta del caro-energia.
Il dato sul Pil del terzo trimestre, rilasciato nella stima preliminare appena la scorsa settimana, evidenzia un’ economia Usa in salute trainata dai consumi (+3,9%). Alla crescita del prodotto interno lordo del 3,8%, oltre le più rosee previsioni, si contrappone un indice dei prezzi ai consumi personali in rialzo del 3,7% (3,3% nei tre mesi precedenti), ma che scende all’1,3% (il livello più basso dall’1% del secondo trimestre 2003) al netto delle componenti volatili (petrolio e alimentare) a fronte dell’1,7% del trimestre precedente.
A confermare la possibile evoluzione, si è aggiunto l’ andamento dell’indice dei responsabili per gli acquisti nell’area di Chicago, tradizionale barometro dell’attività manifatturiera, che a ottobre si è posizionato su 62,9 in controtendenza rispetto alle attese (57,4). Il dato sottolinea che l’ attività industriale continua a marciare a pieno ritmo, nonostante i disastri provocati dagli uragani.
A rimarcare la priorità da dare alla lotta all’inflazione, ad esempio, è sufficiente ricordare gli interventi di Janet Yellen, presidente della Fed di San Francisco, che poche settimane fa ha stimato i Fed Funds su un «punto neutro tra il 3,5% e il 5,5%».
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Dodicesimo rialzo da giugno
Oggi la Fed decide di portare i tassi al 4%
New York. Un nuovo rialzo, il dodicesimo consecutivo da giugno 2004 e da 25 punti base, è atteso oggi dalla riunione del Federal Open Market Committee (Fomc) che dovrebbe portare i tassi di riferimento dall’ attuale 3,75% al 4%.
Stando alle previsioni più accreditate della vigilia, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve dovrebbe continuare la stretta sui tassi «a passo misurato», secondo le linee caldeggiate da Alan Greenspan. L’attenzione, mai come questa volta, è per il comunicato che accompagna le decisioni del board dal quale potrebbero emergere novità. In altri termini, c’è il timore diffuso che la politica «accomodante» finora seguita possa lasciare il passo a un’azione più incisiva per contrastare le pressioni sui prezzi soprattutto per la spinta del caro-energia.
Il dato sul Pil del terzo trimestre, rilasciato nella stima preliminare appena la scorsa settimana, evidenzia un’ economia Usa in salute trainata dai consumi (+3,9%). Alla crescita del prodotto interno lordo del 3,8%, oltre le più rosee previsioni, si contrappone un indice dei prezzi ai consumi personali in rialzo del 3,7% (3,3% nei tre mesi precedenti), ma che scende all’1,3% (il livello più basso dall’1% del secondo trimestre 2003) al netto delle componenti volatili (petrolio e alimentare) a fronte dell’1,7% del trimestre precedente.
A confermare la possibile evoluzione, si è aggiunto l’ andamento dell’indice dei responsabili per gli acquisti nell’area di Chicago, tradizionale barometro dell’attività manifatturiera, che a ottobre si è posizionato su 62,9 in controtendenza rispetto alle attese (57,4). Il dato sottolinea che l’ attività industriale continua a marciare a pieno ritmo, nonostante i disastri provocati dagli uragani.
A rimarcare la priorità da dare alla lotta all’inflazione, ad esempio, è sufficiente ricordare gli interventi di Janet Yellen, presidente della Fed di San Francisco, che poche settimane fa ha stimato i Fed Funds su un «punto neutro tra il 3,5% e il 5,5%».