Il primo ed unico libro in Italia che descrive ... (1 Viewer)

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e l'europa sta a guardare ...
sino a quando non collasserà il sistema ...
del cred

:sad: :sad: :sad:



Dodicesimo rialzo da giugno
Oggi la Fed decide di portare i tassi al 4%


New York. Un nuovo rialzo, il dodicesimo consecutivo da giugno 2004 e da 25 punti base, è atteso oggi dalla riunione del Federal Open Market Committee (Fomc) che dovrebbe portare i tassi di riferimento dall’ attuale 3,75% al 4%.
Stando alle previsioni più accreditate della vigilia, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve dovrebbe continuare la stretta sui tassi «a passo misurato», secondo le linee caldeggiate da Alan Greenspan. L’attenzione, mai come questa volta, è per il comunicato che accompagna le decisioni del board dal quale potrebbero emergere novità. In altri termini, c’è il timore diffuso che la politica «accomodante» finora seguita possa lasciare il passo a un’azione più incisiva per contrastare le pressioni sui prezzi soprattutto per la spinta del caro-energia.
Il dato sul Pil del terzo trimestre, rilasciato nella stima preliminare appena la scorsa settimana, evidenzia un’ economia Usa in salute trainata dai consumi (+3,9%). Alla crescita del prodotto interno lordo del 3,8%, oltre le più rosee previsioni, si contrappone un indice dei prezzi ai consumi personali in rialzo del 3,7% (3,3% nei tre mesi precedenti), ma che scende all’1,3% (il livello più basso dall’1% del secondo trimestre 2003) al netto delle componenti volatili (petrolio e alimentare) a fronte dell’1,7% del trimestre precedente.
A confermare la possibile evoluzione, si è aggiunto l’ andamento dell’indice dei responsabili per gli acquisti nell’area di Chicago, tradizionale barometro dell’attività manifatturiera, che a ottobre si è posizionato su 62,9 in controtendenza rispetto alle attese (57,4). Il dato sottolinea che l’ attività industriale continua a marciare a pieno ritmo, nonostante i disastri provocati dagli uragani.
A rimarcare la priorità da dare alla lotta all’inflazione, ad esempio, è sufficiente ricordare gli interventi di Janet Yellen, presidente della Fed di San Francisco, che poche settimane fa ha stimato i Fed Funds su un «punto neutro tra il 3,5% e il 5,5%».
 

vicenzatrader

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sono molto orgoglione di essere italiano
specie con queste notizie

:sad: :sad: :sad:

Non sono state violate leggi italiane anche se, dice l’Eurotower, «non sempre le regole nazionali seguono la linea Ue»
La Bce «assolve» Fazio solo a metà
La Banca centrale per ora non ritocca il costo del danaro, ma un aumento è nell’aria


Roma. Secondo la Banca centrale europea, Antonio Fazio ha agito senza violare le leggi italiane, ma queste leggi concedono troppa libertà. Un’«assoluzione a metà» per il governatore della Banca d’Italia, dunque, al termine della riunione di ieri a Francoforte. Il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, ha parlato chiaro, facendo capire che non si tratta di un’assoluzione con formula piena; semplicemente, «le procedure seguite» da Bankitalia «nel contesto di alcune operazioni cross - border nel settore bancario italiano», ha spiegato Trichet con riferimento al caso Antonveneta e alle intercettazioni che hanno svelato un comportamento, secondo molti, non proprio “super partes” da parte di Fazio, «erano basate su una cornice legale nazionale». In sostanza la Bce ha stabilito che Fazio ha agito secondo le leggi italiane.
Altra cosa è però la posizione della Bce nei confronti della discrezionalità concessa dalle norme del nostro Paese. Queste, ha spiegato Trichet, «permettono un grado di discrezionalità che si poteva usare in una maniera che non è necessariamente in linea con i principi e gli obiettivi dell’Unione europea».
Queste parole di Trichet, che ha parlato a nome dell’intero Consiglio direttivo della Banca centrale europea, rappresentano «la fine del dialogo informale iniziato con Bankitalia». Il presidente ha sottolineato che questa è semplicemente l’opinione della Bce, che «non intende pregiudicare nè le indagini delle autorità italiane, nè quelle della Commissione europea, che è l’unica istituzione titolata a valutare la compatibiltà di un comportamento con le regole del mercato unico».
Dopo mesi è arrivata così la prima buona notizia per il governatore della Banca d’Italia, che quanto meno non dovrà ora più temere il giudizio dei suoi colleghi degli altri Paesi. Trichet ha comunque auspicato che venga introdotto per la Banca d’Italia un sistema di governance basato sulla «collegialità». L’attuale bozza di riforma, ha sottolineato il presidente della Bce, prevede solo una consultazione tra il governatore e i membri del Direttorio.
Passata una tempesta, Fazio si prepara già ad affrontare la prossima. Oggi infatti si riuniranno a Roma i magistrati della capitale e i loro colleghi milanesi impegnati nelle inchieste sulle scalate e sulle fusioni bancarie. In particolare per l’inchiesta sulla scalata ad Antonveneta, nella quale sono indagati tra gli altri Antonio Fazio - per abuso d’ufficio - e Gianpiero Fiorani, la visita a Roma dei pm milanesi potrebbe essere uno dei passaggi in vista della conclusione dell’indagine.
Il Consiglio direttivo della Bce ha affronato ieri anche i temi economici dell’Ue. La crescita si sta irrobustendo, ma anche l’inflazione, spinta dal caro-petrolio, ha rialzato la testa. Per questo la Bce, pur non avendo aumentato il costo del denaro nel corso della riunione ha lasciato intendere di essere pronta ad incrementare il livello dei tassi dall’attuale minimo storico del 2%. Sui tempi di un irrigidimento della leva monetaria, tuttavia, l’Eurotower non ha fornito indicazioni più precise. C’è chi ne vede la possibilità già a dicembre, insieme alla pubblicazione delle nuove stime trimestrali da parte dei banchieri centrali di Eurolandia, ricordando che in passato gli aumenti dei tassi hanno non di rado coinciso con la diffusione di tali dati.
 

vicenzatrader

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più grande è la bugia più la gente se la filerà ...
allegria cè la ripresa ... il PIL passa dal - 0,1 % al + 0,1 % ...
ah beh se è così ... allora ordino subito il ferrarino ...


:-D :-D :-D



Responsabile del ridimensionamento anche la situazione in Germania. Cresce la bolletta petrolifera ma si rafforza l’export Ue
La Fed alza i tassi e l’Euro soffre
La moneta europea perde il 16% dal massimo e torna sotto quota 1,18 dollari


Roma. L’euro ha toccato ieri il minimo dell’anno nei confronti del dollaro, scendendo fino a 1,1781 contro il biglietto verde. Già in mattinata si era visto che la settimana non sarebbe partita bene per la moneta unica europea, che poco prima delle nove aveva già toccato il minimo a 1,1782 dollari. Una giornata difficile per il cambio che ha visto poi risalire l’euro al di sopra della quota di 1,18 dollari, attorno alla quale poi si è assestato, fino a scendere nuovamente al minimo di 1,1781 poco dopo le 15.
Era da un anno e mezzo che l’euro non era così debole contro il dollaro, e il calo è stato vistoso dalla quota di 1,1933 alla quale si erano chiuse le quotazioni venerdì. Dall’inizio dell’anno, dopo due anni e mezzo di crescita, l’euro è costantemente calato, scendendo del 16% dal suo massimo storico, toccato il 30 dicembre scorso a 1,3666 dollari.
Secondo gli analisti questa situazione è dovuta a diversi fattori, tra i quali in questo momento spicca il sistema combinato dei tassi d’interesse dell’Unione europea e degli Stati Uniti.
Mentre infatti la Federal Reserve americana ha stabilito di elevarli al 4%, la Banca centrale europea li ha lasciati fermi al 2%. In questa situazione molti investitori preferiscono scommettere sui dollari a scapito degli euro.
Sul versante politico, la bocciatura del progetto di Costituzione europea venuta da Francia ed Olanda a maggio-giugno ha pesato sulle quotazioni della divisa, scambiata poco sopra quota 1,23 dollari all’ indomani del referendum d’ oltralpe.
Successivamente, la formazione in Germania di una «grosse Koalition» fra la Cdu di Angela Merkel ed i socialdemocratici dell’ ex cancelliere Gerhard Schroeder (il 10 ottobre scorso) ha depresso ulteriormente la valuta unica, scesa sotto 1,21. L’ulteriore deprezzamento degli ultimi giorni viene inoltre da alcuni osservatori messo in relazione con la guerriglia urbana che da una settimana e mezzo sta coinvolgendo le periferie francesi, spia di un malessere assai più vasto.
L’euro debole ha però anche i suoi lati positivi. Certo non per il consumatore, che con gli attuali prezzi del petrolio - che si paga in dollari - rischia di vedere ancora più indebolita la sua posizione soprattutto per quanto riguarda i costi dell’energia e dei carburanti.
Sono invece le imprese a poter trarre vantaggio dal calo euro per dare una nuova spinta alle esportazioni. I prodotti europei diventano infatti in questi giorni più appetibili per i compratori asiatici e americani. A sottolineare la felice congiuntura per l’export è stato ieri anche il vice ministro delle Attività produttive, Adolfo Urso. Secondo Urso l’indebolimento della moneta unica «rimuove ostacoli alle nostre esportazioni». Non solo, ma è anche «una tendenza che ci aspettavamo e desideravamo: l’euro forte lo abbiamo pagato molto caro, e ora l’export italiano ricomincia a salire». Il vice ministro ha anche ricordato che «quest’anno abbiamo registrato una crescita superiore al 6% nelle esportazioni», rilevando che si tratta di un incremento superiore a quello «degli altri grandi Paesi dell’Ue, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania».
Anche questi Paesi - tranne la Gran Bretagna rimasta sempre ancorata alla sterlina - potranno ora tentare di trarre vantaggio dal calo dell’euro per le loro esportazioni.
 

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«Casa per tutti? Uno spot»
La promessa del premier infiamma i Poli. Casini: limitare le liti
Lo scontro politico
Campagna elettorale al veleno. Il presidente della Camera invita al rispetto reciproco. E la Dc «chiama» Berlusconi


Roma. «Case a tutti i poveri? Intanto lui ha cominciato dai ricchi». Romano Prodi liquida inizialmente con una battuta sarcastica la promessa lanciata da Silvio Berlusconi a Sorrento, davanti ai giovani di Forza Italia. Ma poi, arrivando all’assemblea nazionale della Rete dei cittadini per l’Ulivo che si conclude oggi a Vaglia, sulle colline di Firenze, il leader dell’Unione attacca il premier. «Allora partirà tutta un’attività edilizia: Lunardi con i tunnel, Berlusconi con i cactus e Dell’Utri con portinai e stallieri». Un giudizio pesante su un messaggio del premier che il centrosinistra liquida per lo più come uno dei tanti slogan per il 2006, propaganda buona per «coprire una Finanziaria di tagli». Il centrosinistra liquida come puro spot-miracolo di edilizia popolare il piano «di interventi a favore di quel 19% della popolazione che conduce una vita grama» annunciato dal Cavaliere.
Parole che infiammano la già rovente campagna elettorale che si intereccia con riforme in via di approvazione ad alto tasso di scontro politico. Così ieri il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, in vista di una campagna elettorale che si annuncia «difficile» si augura «che si coltivi rispetto per la diversità, per gli avversari, e che lo scontro abbia sempre un limite in valori condivisi che tutti dobbiamo coltivare». Un appello diretto a tutti: «il rispetto è il futuro dell’ Italia. Senza rispetto non c’è un’Italia che possa guardare al futuro con serenità. Non bisogna dismettere la propria identità, ma bisogna rispettare gli avversari e chi non la pensa come noi».
Le polemiche però ieri sono state comunque aspre. Se Prodi spara a zero il leader Ds Piero Fassino preferisce tagliar corto sulle promesse di Berlusconi: «La casa è un problema serio soprattutto per coloro che non ce l’hanno di proprietà e oggi l’affitto è forze la voce che incide maggiormente nel penalizzare i redditi degli italiani. Proprio perché è un tema serio bisogna evitare di fare propaganda, di annunciare nuovi miracoli che non si faranno, di lanciare spot pubblicitari». Poi conclude con una previsione: «Sono cinque anni che Berlusconi usa questo metodo e ha perso tutte le elezioni che si sono svolte dopo il 2001: se parte così rischia di battere il naso anche questa volta». Renzo Lusetti, della Margherita, opta invece per una battuta: «Casa per tutti? Balle grandi quanto una villa in Sardegna». E per il leader dello Sdi Enrico Boselli quella sortita fa guadagnare al premier «il premio per essere il più grande illusionista d’Italia».
Bordate e sarcasmo non sono piaciuti al centrodestra che fa quadrato attorno a Berlusconi. Il premier tace e affida la replica al portavoce Paolo Bonaiuti: «Anche davanti alle peggiori calunnie restiamo liberali e ottimisti: speriamo che nel deserto di idee di Prodi spunti un fiore di cactus». Toni misurati che non tutti nel Polo sembrano adottare. Tantomeno in Forza Italia. Cicchitto parte all’attacco del Professore ma anche di Fassino, dimostrando di prendere molto sul serio le promesse del presidente del Consiglio: «È comprensibile», dice il vice coordinatore azzurro, «che dia fastidio questo nuovo tipo di impegno che Berlusconi ha manifestato verso le emergenze primarie delle aree sociali più deboli». Concetto ripreso da Volontè, capogruppo dell’Udc alla Camera: «Prodi e la sinistra dimostrano di disprezzare un tema socialmente rilevante come quello della casa».
Si è chiusa intanto con l’approvazione della relazione del segretario nazionale del partito Gianfranco Rotondi la prima riunione del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana. Autonomia e identità democristiana i capisaldi della relazione che ha strizzato l’occhio al Polo, in attesa di «segnali politici» da Berlusconi. Oltre al nuovo presidente del partito, Publio Fiori, il consiglio ha nominato la direzione nazionale, che si riunirà a dicembre dopo l’approvazione della legge elettorale per discutere di strategie e alleanze, i probiviri del partito e i componenti della commissione tesseramento.
 

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È il petrolio l’incubo della bilancia
Meno 7 miliardi in nove mesi, mai così male da 14 anni. Ma l’export è incoraggiante


Roma. È il petrolio l’incubo della bilancia commerciale italiana. Nonostante da buona parte del made in Italy emergano segnali incoraggianti per l’export, il saldo commerciale è in profondo rosso. Colpa delle importazioni di greggio, il cui valore, gonfiato dai prezzi record del petrolio raggiunti di recente, ha precipitato il bilancio export/import al valore peggiore degli ultimi 14 anni.
Gli scambi dell’Italia con il resto del mondo, secondo i dati diffusi dall’Istat, nel periodo gennaio-settembre 2005 sono in disavanzo per 6,954 miliardi di euro. Un deficit così alto non si vedeva da settembre 1991 - hanno spiegato sempre all’Istat - quando si erano raggiunti i 7,3 miliardi nei primi nove mesi dell’anno.
Numeri che nascondono «come una cortina fumogena la ripresa del Made in Italy», è stato il commento a caldo del vice-ministro alle Attività produttive con delega al Commercio estero Adolfo Urso. Ripresa evidente «soprattutto in Europa, bacino di riferimento per il nostro export e in particolare verso i nostri principali partner commerciali». Perchè «al netto dei minerali energetici - dice Urso richiamando i numeri forniti dallo stesso Istat - oggi il nostro interscambio sarebbe in attivo di 720 milioni di euro».
Sulla stessa linea il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: gli ultimi dati che arrivano dall’Industria «sono buoni e tutti ci danno come prospettiva un buon 2006», e ugualmente «buono» è il dato diffuso oggi dall’Istat sull’export.
L’export italiano, secondo i dati Istat, è aumentato del 5,5% a settembre rispetto a un anno prima, e del 3,5% nel periodo gennaio-settembre. Ma le importazioni continuano a marciare più velocemente: +9,2% solo a settembre, +6,7% nei primi nove mesi. Del resto i minerali energetici, che pesano per il 13% sul totale dell’import italiano, nei primi nove mesi hanno registrato un disavanzo di ben 28,7 miliardi di euro. E non è detto che l’attuale calo dei prezzi petroliferi aiuterà molto.
Contemporaneamente - avverte l’Unione petrolifera - è in calo anche il tasso di cambio euro/dollaro, e i barili di oro nero sono denominati in biglietti Usa.
Un peggioramento, quello del saldo energetico, che comunque trascina in rosso tutto l’interscambio commerciale, altrimenti positivo: va bene una gran parte del Made in Italy, come il manufatturiero (29 miliardi di avanzo fra gennaio e settembre), il tessile e l’abbigliamento (oltre otto miliardi), le macchine e gli apparecchi meccanici (oltre 27 miliardi), i mobili (cinque miliardi).
E le cose vanno benone per quanto riguarda la bilancia con l’Ue, bacino di riferimento per l’export italiano. Con saldi positivi nei confronti dei maggiori partner commerciali: Spagna (+10,9 dell’export a settembre), Francia (+1,6%) e Germania (+3,9%).
Ma il segno meno non è solo per il petrolio e i mezzi di trasporto (-6 miliardi di euro fra gennaio e settembre). In rosso, nella bilancia complessiva, ci sono anche l’agricoltura (3,7 miliardi il disavanzo con il resto del mondo), la chimica (8,5 miliardi di deficit) e gli alimentari (-1,5 miliardi di saldo).

:( :( :(
 
vicenzatrader

sei un voltagabbana....
ti presenti nei forum,,,per proporre la lettura del tuo libro...
mentre pèoi nella realtà vendi trading system e segnali d'ingresso..

saresti piu credibile se chiedessi scusa per tutte le dritte sbagliate che hai dato a partire da febbraio scorso...

compreso il fatto cha affermavi che i 33.ooo non si sarebbero superati

e che il dollaro sarbbe crollato....

tutto il contrario di cio che hai affermato...

altro che beneficienza...con il tuo libro...sono tutti soldi che ti intaschi tu..

imbroglione, fanfarone...giullare voltagabbana.
 

deardevil

Forumer storico
Questo è un articolo che ho pubblicato il 6 aprile di quest'anno (quindi il P/E corrente è da rivedere positivamente), tuttavia a sentire tutta sta gente che ne parla ormai da un paio d'anni mentre gli indici inesorabilmente se ne fre**no, ne comincio a dubitare seriamente, soprattutto del catastrofismo tipo '29. La correzione ci sarà, forse fra un +10% ancora , ma sarà una fisiologica correzione dopo 3 anni di salita!!!LA BOLLA E' LONTANA!

Tendenza dei mercati finanziari ed opportunità

Dopo la famosa bolla speculativa conclusasi nel Marzo del 2000, i mercati finanziari hanno subìto un periodo di crisi di circa 32 mesi, fino a quell’Ottobre del 2002 quando, nello scetticismo generale, hanno ricominciato a salire con pause più o meno lunghe, fino ai giorni nostri.

Ma come possiamo classificare all’interno di un multi-year trend questo mercato toro degli ultimi 3 anni circa?

Ebbene, studiando il mercato dal ’29 ad oggi, con particolare riferimento all’indice che rappresenta le 500 società a più alta capitalizzazione cioè lo Standard and Poor’s 500, si evince qualcosa di molto interessante dal punto di vista dell’analisi fondamentale.

Anno Max/Min P/E Sopra/Sottovalutato
1929 Max 35 Sopravvalutato
1932 Min 10 Sottovalutato
1973 Max 38 Sopravvalutato
1982 Min 16 Sottovalutato
2000 Max 94 Estremamente Sopravvalutato
2002 Min 28 Sopravvalutato
2005 Max? 55 Seconda più alta valutazione degli ultimi 100 anni!!

grafico

Come si vede nella tabella qui sopra, i punti di svolta epocali che hanno guidato il mercato verso rialzi molto sostanziosi e cioè l’inizio di un multi-year bull trend, dal ’29 ad oggi sono stati sostanzialmente 2: quello del 1932, allorquando il rapporto prezzo-dividendo era di 10 e quello del 1982, quando tale rapporto ammontava a 16. In tutti gli altri casi il rapporto in questione è stato ed è tuttora superiore a 20.



La conclusione logica e spontanea di questo ragionamento è che il mercato si trovi ancora in quella fase orso iniziata nel primo trimestre di 5 anni fa e che questa in atto sia solo semplicemente una correzione di quel movimento ribassista pluriennale.

Ma cosa dovremmo aspettarci allora a tuttoggi?

Stando all’analisi tecnica effettuata tramite le Elliott waves e Fibonacci, il minimo raggiunto nell’Ottobre 2002 non sarebbe altro che onda A facente parte di un ABC correttivo (semplice?), partito nel famigerato Marzo 2000 e che ci vedrebbe ora diretti a trovare la fine di onda B, la quale potrebbe protrarsi da un minimo del 61,8% (1253,29), già sfiorato alla fine dell’anno scorso, ad un massimo del 78,6% di rintracciamento, in corrispondenza di 1385,04 punti, di quell’onda 5 iniziata il 31 Marzo 1994.

Se così fosse, una volta raggiunto uno dei sovramenzionati targets, ci attenderebbe una lunga discesa a completamento dell’ABC fino a 444,87 punti.

Ma per il breve periodo cosa dobbiamo attenderci?
Credo che siamo, andando nel dettaglio, in onda b di B in fase di completamento, la quale potrebbe portarci più in basso di un 3-4% da questi livelli prima di iniziare onda c di B ovvero completare onda 5 impulsiva del mini-bull trend cominciato nel 2002.

Come potremmo beneficiare di questi movimenti ?

Certo che il rapporto rischio/beneficio nel posizionarsi al rialzo in questo momento è tutt’altro che vantaggioso: un 15% sopra questi livelli contro un -60%!
Tuttavia considerando la molteplicità di settori presenti nel paniere, una cernita è possibile tra quelli meno rischiosi per sfruttare questi ultimi mesi di rialzo.--------------------


P.S. Cominciano a spuntare previsioni diametralmente opposte di alcuni accreditati analisti ( tipo Nasdaq a 10.000 per il 2010!) ma molto timidamente...meditate...
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
per noel

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probabilmente sarai uno dei tanti pf o bancarioleccapiedi che si trova in difficoltà nello spiegare come guadagna il denaro ... visto proprio la denuncia che il mio libro ha fatto ....

quanto alle previsioni ... poverino (oppure poverina se si tratta di quella "signora" che qualcuno ha opportunamente inviato all'ultima convention nel tentativo di creare un atmosfera di disagio .... cassata nell'esposizione dagli stessi presenti !!!) vai a leggerti il libro ed ascoltarti il dvd di quello che è stato relazionato in passato ... le più grandi balle le spari prorpio te

se pensi che ci si possa arricchire con saggio economico ... probabilmente ti sei laureato al cepu !!!!

vai a guardarti i miei ultimi spettacoli (tutti ad ingresso libero) con finalità di raccoltà per enti non lucrativi ....

mandami un email che ti mando i bollettini di versamento ...
con le causali di liberalità ad onlus e company ...
vediamo se i tuoi "padroni" hanno fatto altreattanto ...

poveretto/a ... mi sa che sei di nuovo "paolomi" o un suo supporter
che scrive con un altro pseudonomo

cmq grazie ... perchè più mi date addosso più sono apprezzato !!!!
la verità specie se una informazione critica ed indipendente è scomoda
per la vostra razza di spazzasoldi facili ...
e la verità vi fa male !!!
 

vicenzatrader

Nuovo forumer
Mi raccomnado continuate a comprare tutto a rate ...
che molto presto sarete soffocati finanziaremente ...

:( :( :(

Associazione di consumatori denuncia le conseguenze delle condizioni applicate sui crediti
Prestiti con «tassi da usura»
«Rischia il sovra-indebitamento un numero crescente di famiglie»


Roma. Tassi «da usura» sul credito revolving, sui prestiti accordati contro la cessione del quinto dello stipendio e sugli acquisti rateali che arrivano anche fino al 20%. A denunciarli è l’Adusbef, che di fronte al crescente «sovraindebitamento» delle famiglie italiane accusa governo e sistema creditizio di voler «raschiare il fondo del barile» spingendo i consumatori a un crescente ricorso al credito.
Secondo l’associazione, la generazione tra i 35 e i 45 anni, «è stata costretta ad entrare nell’ottica dell’ indebitamento», al punto che il ricorso ai prestiti è diventata una strada «ormai obbligata» per molti cittadini. Da cittadini risparmiatori, gli italiani «si stanno così trasformando in debitori». E non, afferma l’Adusbef, «per acquisti superflui o di lusso, ma per scopi primari» come la scuola o la cura. Ne è prova l’impennata del credito al consumo certificata dalla Banca d’Italia: la crescità è stata ininterrotta nel corso degli ultimi anni (+6,6% nel 2002, +9,3% nel 2002, +12,2 nel 2003, +18,1 nel 2004, fino al +15% del primo trimestre del 2005).
Particolarmente «in voga», continua l’associazione, sono oggi due forme di credito di cui l’Adusbef però dubita per gli alti tassi di interesse richiesti. La prima è costituita dalle cosiddette carte «revolving», che incorporano la possibilità di sconfinamento. Lo scoperto può essere rimborsatoo a rate mensili e il tasso applicato varia dal 15 al 20%. Il secondo metodo sono invece i finanziamenti contro la cessione del quinto dello stipendio, allargati oltre ai dipendenti pubblici e privati anche a pensionati e lavoratori a tempo determinato. In questo caso il tasso medio supera il 20%. «Entrambi questi strumenti sono fonte di sospetto e di incertezza - afferma l’Adusbef - poichè danno l’impressione che il sistema creditizio e il governo stiano raschiando il fondo del barile della capacità di credito delle famiglie italiane. Non si agisce su azioni finanziarie concrete miranti a ridare fiducia ai cittadini, ma si pone mano a strumenti per facilitare l’accesso al credito». Ne deriva un «sovraindebitamento» pericoloso, perchè i tassi richiesti, denuncia il presidente Elio Lannutti, sono «veri e propri tassi da usura».
 

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