Il problema della pensione, alcune semplici informazioni

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Uno dei problemi dei prossimi anni sarà quello di riuscire a costruirsi una pensione "decente".
Già da diversi anni le varie riforme delle pensioni che si sono susseguite hanno sancito in maniera definitiva il passaggio dal sistema "retributivo" al sistema "contributivo".
Gli effetti di questo passaggio, però, non sono ancora stati direttamente sperimentati quindi le persone non hanno la diretta percezione di cosa questo significhi realmente.
In breve, passare al sistema contributivo significa che ciascuno percepirà una pensione calcolata in base agli importi versati.

Tutti i versamenti fatti alla casse pensionistiche determinano un "montante contributivo". Questo "montante" viene rivalutato in base alla crescita del PIL.
Al momento di andare in pensione, per determinare la pensione annua, si calcola una percentuale del montante in base all'aspettativa di vita media.
Facciamo un esempio per capire. Abbiamo realizzato un semplicissimo foglio elettronico, che trovate allegato all'articolo, per fare i calcoli. Chi vuole può utilizzarlo per adattare questo esempio al proprio caso.

Diciamo subito che in questi calcoli è fondamentale considerare l'effetto dell'inflazione.
E qui c'è un primo, importante, elemento di incertezza perché è impossibile conoscere in anticipo l'andamento dell'inflazione. E' necessario fare delle stime.
Ipotizziamo un lavoratore di 35 anni. Con un reddito di 24.000 euro all'anno.
Ipotizziamo che versi 5.000 euro all'anno di contributi pensionistici (circa il 20% come i lavoratori autonomi).
Ovviamente questi 5.000 euro devono essere rivalutati per l'inflazione attesa di anno in anno (poiché si ipotizza che il reddito aumenti di pari passo...). Quindi se l'inflazione attesa è il 2%, l'anno successivo verserà 5.100 euro, l'anno dopo 5.202 euro, ecc. ecc.
Bene, a 65 anni di vita, questo soggetto, avrà un totale di versamenti pari a 206.897,20 euro.

Il totale del "montante contributivo" dipende dalla rivalutazione di questi versamenti.
Nei fondi previdenziali pubblici, la rivalutazione è parametrizzata alla crescita del prodotto interno lordo (il famoso "PIL" ), tale rivalutazione è – ovviamente – molto penalizzante perché spesso non copre neppure l'inflazione.
Ipotizziamo, in questo esempio, che la rivalutazione sia almeno pari all'inflazione, ovvero al 2%.
Il montante contributivo, in questo esempio, sarebbe pari a 271.704,24 euro.
A questo montante si applica il coefficiente di conversione in rendita che oggi sarebbe del 6,136% per una persona di 65 anni (tali coefficienti sono soggetti a variazione in base alle statistiche sulla vita media residua). In pratica questo soggetto riceverebbe, fra 30 anni, una pensione pari a 16.671,77 euro all'anno in termini nominali. Ipotizzando una inflazione media del 2% all'anno tale importo corrisponde a € 9.204 in valore attuale, ovvero al 38% del proprio reddito avendo versato, per 30 anni, ben il 25% del proprio reddito!

Adesso, forse, è un po' più chiaro cosa significa realmente "sistema contributivo", un sistema giusto – in teoria – ma tutto dipende dalla rivalutazione dei versamenti.
Proviamo, ad esempio, a rivalutare i versamenti di un 4% (e non del 2% come prima).
Il montante contributivo, a scadenza, diventa 365.169,16 euro.
La pensione diventa di € 22.406,78 nominali, pari al € 12.370,13 in valore attuale.
Il 2% di rendimento reale (ovvero aggiuntivo a quello dell'inflazione) ha aumentato la pensione portandola dal 38 a quasi il 50% del reddito attuale!

I principi basilari dei fondi pensione aperti e dei piani pensionistici sono gli stessi di questo esempio. Il problema è capire:
1. quanta parte dei versamenti se ne vanno in costi e quanta parte vengono effettivamente destinati a quello che diventerà il "montante contributivo"
2. che attese di rivalutazione dei versamenti ci sono (e questo dipende dal tipo di investimento fatto e dai costi connessi a questi investimenti)
3. i coefficienti di conversione in rendita previsti da questi piani (nella maggioranza dei casi vengono stipulati degli accordi con le compagnie assicurative che si riservano la possibilità di modificare tali coefficienti in base alla durata media della vita).
Si fa un gran parlare dei presunti vantaggi fiscali. I soldi versati su questi piani pensionistici non vengono tassati (nella misura massima del 12% del proprio reddito con un tetto di 5.164 euro). In più, i rendimenti vengono tassati al 11% invece che al 12,5%. La rendita, però, verrà tassata (almeno per la parte relativa ai versamenti dedotti, non per la parte relativa ai rendimenti) e quindi i vantaggi della deduzione fiscale vengono, in buona parte, compensati dalla tassazione successiva.

E' fondamentale iniziare a mettere da parte i soldi per la propria pensione il prima possibile affinché l'effetto della capitalizzazione composta possa spiegare il più possibile i propri vantaggi.
Purtroppo il problema viene avvertito spesso troppo tardi. Prendiamo ad esempio il caso della signora Marisa che ci scrive la lettera che riportiamo di seguito:

Buongiorno,
ho 53 anni e da una decina d'anni sono casalinga.
Purtroppo durante la mia attività lavorativa (traduttrice in proprio con partita IVA) non ho mai versato contributi, perché i guadagni erano esigui in quanto esercitavo part-time, dovendo occuparmi anche della famiglia.
Ho solo due anni di versamenti all'inps come titolare d'impresa. Mi sono informata sul Fondo Previdenza casalinghe dell'INPS, ma per maturare una pensione di ca. 700 euro (nel 2017), dovrei versare a partire da ora fino a 65 anni una somma pari a 10.000 euro l'anno. Io sarei anche disposta a versare tale somma, ma poi la rendita non è soggetta a perequazione automatica e, mi chiedo, le 700 di oggi che cosa varranno domani? Ho valutato anche forme di assicurazione private, ma per avere la stessa cifra bisogna pagare anche di più.
Sono sinceramente preoccupata perché ho bisogno di poter contare, almeno dai 65 anni, di una rendita sicura non inferiore a quella sopracitata, se mai superiore. Potete darmi qualche consiglio,contemplando eventuali alternative che io non conosco?



Dunque. Per prima cosa la sig.ra Marisa deve sapere che i 700 euro che si aspetta non sono garantiti ma derivano da una previsione. Facciamo quattro conti prescindendo, per il momento, dallo strumento dove vengono versati i 10.000 euro all'anno (che andranno, ovviamente, rivalutati anno per per anno in base all'inflazione). Ipotizziamo prima una inflazione pari al 2% ed un investimento che offra un rendimento medio atteso del 4%.
In questo esempio Marisa avrà versato, in termini nominali, 136.803,32 euro.
Avrà un montante a scadenza, con la rivalutazione del 4%, pari a 169.723,12 euro.
Con un coefficiente di conversione pari al 6,136% otterrebbe una pensione annua, nominale, pari a € 10.414,21. In valore attuale: € 8.050,52, pari a € 670,88 al mese. Questo genere di rendite vengono rivalutate di anno in anno in base all'inflazione (se erogate da assicurazioni la rivalutazione e' legata alla rivalutazione del fondo assicurativo).
L'elemento centrale, come abbiamo visto, è quello del rendimento.
Abbiamo ipotizzato un 4% annuo. Tale rendimento è piuttosto realistico su un orizzonte temporale di 12 anni. Si può realizzare anche con un buon paniere obbligazionario.
E' abbastanza improbabile, invece, che le rivalutazioni basate sulla media degli ultimi 5 anni di PIL garantiscano lo stesso rendimento.
E' probabile, invece, che investimenti con una componente azionaria possano offrire rendimenti superiori, ma potrebbero offrire anche rendimenti inferiori. Si tratta di ipotesi.
Il primo consiglio che ci sentiamo di dare alla sig.ra Marisa è quello di escludere il versamento sul fondo dell'INPS.
La prima scelta da fare è quella relativa al tipo di investimento finanziario da utilizzare.
Questo dipende molto dalla propria propensione al rischio ed esperienza finanziaria.
Se la sig.ra avesse modo di dedicare del tempo a comprendere i principi fondamentali degli investimenti finanziari potrebbe costruirsi un paniere di titoli per realizzare il suo montante contributivo. Quando desidererà, se lo desidererà, convertire il suo capitale in rendita potrà scegliere fra le varie proposte delle assicurazioni.
Questa è la strada del "fai da te".
Che titoli utilizzare? Una scelta "conservativa" potrebbe essere quella di acquistare un paniere composto da una decina di obbligazioni a lungo termine di paesi affidabili (rating superiore alla singola A) in parte a tasso fisso, in parte a tasso variabile ed in parte indicizzate all'inflazione.
In alternativa potrebbe valutare i fondi pensione aperti.
Esiste, ad esempio, il "Fondo Famiglia" (www.fondofamiglia.it). Non ci sentiamo di consigliare specificamente questo fondo perché non siamo riusciti a capire i costi legati alla gestione (non ci sembra che ci sia grande trasparenza in merito, abbiamo anche provato a chiedere direttamente, ma non abbiamo ottenuto risposte). Potrebbe però essere un'idea da valutare, i rendimenti saranno con buona probabilita' superiori alle rivalutazioni del fondo INPS.


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Ciao Giuseppe, da un lato è molto interessante e dall'altro sapendo che nel futuro con i 40 anni di contributi necessari non so quanti avranno una pensione.

Ed essendo difficile trovare lavoro a venti anni non credo che molti vedranno la pensione prima di 65 o 70 anni!

Che titoli utilizzare? Una scelta "conservativa" potrebbe essere quella di acquistare un paniere composto da una decina di obbligazioni a lungo termine di paesi affidabili (rating superiore alla singola A) in parte a tasso fisso, in parte a tasso variabile ed in parte indicizzate all'inflazione.
In alternativa potrebbe valutare i fondi pensione aperti.

Gentilmente potresti dare qualche indicazione per costruire un paniere decente anche per chi non ha come me molta dimestichezza con l'argomento ?

Ciao e grazie.
 
Una volta ancora Giuseppe d'Orta ci propone un argomento di vero interesse. Lo ringrazio.
Proprio poco tempo fa avevo chiesto consigli in banca per lo stesso problema (mi aspettano ancora 14 anni di lavoro). Mi avevano proposto un pacchetto di varie obbligazioni (devo dire buone, in linea con quanto proposto da Giuseppe) oltre a un PAC azionario. Mi è sembrato un suggerimento valido e corretto.
 
Grande e importante argomento ...
.
tanto vasto e dificile da capire.....

Grandissimo.....Giuseppe D' Orta ... :up: :up: :)
 
giuseppe.d'orta ha scritto:
Questa è la strada del "fai da te".
Che titoli utilizzare? Una scelta "conservativa" potrebbe essere quella di acquistare un paniere composto da una decina di obbligazioni a lungo termine di paesi affidabili (rating superiore alla singola A) in parte a tasso fisso, in parte a tasso variabile ed in parte indicizzate all'inflazione.
In alternativa potrebbe valutare i fondi pensione aperti.

Problema che tempo fa ho affrontato anch'io, nn tanto x me, ma pensando a mia figlia.

Ora mi domando, il "fai da te" (obbligazionario od azionario) che vado ad accantonare per la mia futura necessità pensionistica lo posso usare in detrazione sul 730 o simili. Io credo di no !!!

Allora mi domando conviere il "fai da te"?

Altro scoglio che ho incontrato,
Contattato vari promotori o simili, dopo aver scelto determitati prodotti finanziari (Fondi Pensione Aperti) in base sia al rendimento che ai costi, tali promotori molto evasivamente, mi hanno negato i prodotti dicendo o che la compagnia li aveva tolti dalla sottocrizione (ma restavato quotati) o nn mi hanno richiamato; premetto che tali fondi pensione li avevo scelti in base all'elenco che era stato frontito da ADUC e che è inserito anche nel download di IO.
Tale documento è utile ma un'po datato
Ancora nn mi sono informato sui fondi che vendono proposti da "Fondo Famiglia"
Domanda sicuramente scomda: oltre il Fondo Famiglia su quali altri Fondi possiamo volgere la ns attenzione?

Riepilogando i questiti che pongo a tutti quelli che si sono cimentati in tali scelte:
- Il "fai da te" conviene se nn possiamo detrare l'importo sul 730?
- Quali sono i Fondi Pensione Aperti che nn sacrificano il sottoscrittore?

PS: Un impiegato di banca che si occupa di titolie che nn mi ha proposto nessun Fondo Pensione, ma ha consigliato che se una si deve fare la pensione con versamenti di + di 15 anni e sicuramente + conveniente adoperare Fondi Pensione aperti che investono in azioni, per accumoli + brevi obbligazionari.

Spero di essermi spiegato in maniera nn troppo contorta,
saluti a tutti
 
Il fondo pensione aperto potrebbe essere la soluzione ideale.
Costi bassi, la sua efficienza può essere valutata su Plus(l'inserto de "Il sole 24 ore" del sabato).
Consente la deduzione fiscale e si può scegliere tra varie linee di gestione.
E' vero che la pensione verrà tassata ma solo sul capitale dedotto.
In pratica lo Stato ti presta dei soldi che dovrai restituire senza interessi e sul cui rendimento vige una tassazione agevolata.
In più è possibile che l'aliquota marginale, durante l'erogazione della pensione, sia più bassa e che la normativa fiscale diventi, nei prossimi anni, ancora più favorevole.

A questo punto sarà fondamentale valutare il rendimento del fondo che, nel caso di investimenti a lungo termine, come quelli che hanno un obiettivo pensionistico e quindi con una buona componente azionaria, potrebbe aggirarsi su un 6/7% netto.
Con questi ritorni è sicuramente consigliabile un prodotto deducubile; se il rendimento dovesse scendere intorno al 3 % forse non varrebbe la pena di affrontare i vincoli di questi prodotti.
 
ecasa ha scritto:
potresti dare qualche indicazione per costruire un paniere decente anche per chi non ha come me molta dimestichezza con l'argomento ?


Trattandosi di rating elevati, è abbastanza semplice. La prima cosa è vedere cosa è compreso nel paniere di eurobonds della propria banca, perché molti sovranazionali e titoli di Stato esteri non sono quotati. Da rilevare come Borsaitalia abbia iniziato a quotarli in un'apposita sezione del MOT.
 
secoli ha scritto:
il "fai da te" (obbligazionario od azionario) che vado ad accantonare per la mia futura necessità pensionistica lo posso usare in detrazione sul 730 o simili. Io credo di no !!!


Il risparmio fiscale è solo un differimento d'imposta: incide molto meno di quanto si creda e si faccia credere.

Non è vero, poi, che i fondi pensione siano stati tolti: è che al promotore non pagano niente. Le compagnie spingono le polizze FIP, dove guadagnano un sacco di soldi.
 

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