Londra, domenica 3 febbraio 1901
AD ALICE MONET
(…) Alle 9 avevo già lavorato a quattro tele e, tuttavia, quando mi sono alzato alle 6, ho creduto proprio che avrei avuto una pessima giornata. Come sempre di domenica, neppure l'ombra di nebbia, anzi c'era una nitidezza incredibile; poi il sole si è levato accecando al punto che non lo si poteva guardare. Il Tamigi era tutto d'oro. Dio com'era bello, a tal punto che mi sono messo all'opera con frenesia seguendo il sole e il suo scintillio sull'acqua. Nel frattempo, vengono accese le cucine. Grazie ai fumi, è venuta la nebbia, e quindi nubi, ecc. (…). Le due e mezza. Non posso dirti che giornata fantastica. Quante cose meravigliose, ma non più durature di cinque minuti, c'è da diventare pazzi. No, non c'è un paese più straordinario per un pittore. (…)
CLAUDE