"Investment Psychology Explained" di Martin J. Pring (2 lettori)

Argema

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“La mia decisione di riformare il sistema finanziario è rafforzata… quando vedo profitti record realizzati esattamente dalle stesse società che affermano di non poter concedere prestiti alle piccole aziende, di non poter tenere bassi i tassi delle carte di credito E DI NON POTER RIMBORSARE I CONTRIBUENTI PER IL COSTO DEL SALVATAGGIO”… Come si fa a dare torto a queste parole di Obama? Una cosa è il libero mercato, altra cosa è ricorrere ai quattrini pubblici nei momenti di difficoltà, e poi rifiutarsi di restituire il prestito nello stesso istante in cui si fanno profitti stellari. Questo si chiama prendere il naso i cittadini che pagano le tasse…
Perfino i pacifici islandesi si sono rifiutati di rimborsare con i loro risparmi i debiti fatti dalle banche PRIVATE del loro paese. Mica tutti sono generosi come gli italiani, che da generazioni foraggiano la Fiat nei suoi lunghissimi periodi di crisi, mentre i profitti se li godono gli Agnelli…

L’altra frase di Obama è “Mai più i contribuenti americani saranno tenuti in ostaggio da una banca troppo grande per fallire”. Anche qui, niente di nuovo per gli italiani, abituati ai ricatti della Fiat che ci costringono a regalare i nostri quattrini -chissà per quale diavolo di motivo- ai connazionali che vogliono cambiare macchina, anziché a quelli che vogliono cambiare il pianoforte, o i mobili del soggiorno, o la bici o qualsiasi altra cosa.

La famosa riforma finanziaria di Obama è tutta in quelle due frasi. Verrà ripristinata la divisione -in vigore fino a pochissimo tempo fa- tra banche d’investimento e banche commerciali. Queste ultime non potranno fare trading per conto proprio (“proprietary trading”). Inoltre verrà posto un limite alla crescita delle banche. Anche qui, nessuna vera novità, dato che -come scrive il Wall Street Journal- già dal 1994 è in vigore una norma che vieta alle singole banche di raccogliere più del 10% dei depositi del paese.

Che non si tratti di un dramma, lo dimostrano le quotazioni di ieri. Con la volatilità delle azioni USA, una nuova normativa davvero penalizzante avrebbe provocato facilmente crolli del 30% e più… e invece com’è andata? Goldman Sachs -che non è la destinataria dello sfogo di Obama, ma comunque è il titolo-simbolo di un certo modo di fare banca- ha perso solo il 4%. JP Morgan e Bank of America, che effettivamente verranno colpite, dato che attualmente sono fortissime sia come banche commerciali che come banche d’investimento e in futuro dovranno scegliere un solo ramo, non hanno perso il 50% -come ci si poteva aspettare- ma appena un misero 6%. Non mi pare che il mercato la veda così nera, questa riforma!

Il fatto è che storicamente Wall Street è sempre stata contraria a ogni imposizione governativa per l’aspirazione a governarsi da sé. Ma tutte le volte che è entrata in conflitto con la politica, si è arresa subito perché sapeva (e sa) di avere tutto da perdere in una lotta all’ultimo sangue. Andrà così anche stavolta? Forse sì, visto il calo contenuto di Bankamerica e JP Morgan.

Non voglio fare concorrenza a Maghi e Indovini, ma mi limito a osservare che ieri sono state rispettate millimetricamente sia la SMA50 che il buon supporto in area 1110/1113. Quidi può darsi che la reazione si esaurisca qui, anche perché le trimestrali in genere sono soddisfacenti, e la Cina sta andando a gonfie vele. Dal momento che lavora solo SU ORDINAZIONI dell’Occidente, sarebbe alla canna del gas se davvero l’economia occidentale fosse a pezzi.
D’altra parte da marzo in poi abbiamo avuto diverse correzioni dell’ordine del 6-7%, quindi -anche se non dovesse trattarsi di inversione- un certo calo è nell’ordine delle cose, ora o più in là. Resta sempre aperta, ovviamente, la possibilità di fatti nuovi che potrebbero provocare una catastrofe.
Per prudenza, ho congelato due delle mie tre posizioni lateral-rialziste. Ora ho un mese per risistemarle, se necessario. L’altra posizione per ora l’ho lasciata com’era perché sia la scadenza che il punto di pareggio (2738) sono distanti.
L’Australia ha chiuso con un ragionevolissimo -1,59%. Ora dobbiamo solo aspettare l’apertura di WS, e reagire in base a quello che vedremo, non in base ai nostri sogni.
Buona giornata.

Devo dirmi finalmente soddisfatto, per la scelta di Obama di andare contro una certa finanza. :)
Ho letto tutto, forse l'unica cosa che mi lascia un dubbio è proprio il discorso sulla Cina. Ho la sensazione che il fatto che continui ad esportare verso l'occidente, e tanto, sia anche proprio per il fatto che l'occidente è un pò in crisi, e tende ad acquistare cinese per tenere bassi i prezzi.
Non so come spiegarmi: lo vedo qui in Italia, molta gente compra cose cinesi perchè costano poco, ed anzi proprio perchè c'è crisi tende a comprare a prezzo basso, favorendo l'export della Cina.
Quindi forse la Cina è un elemento in parte sfalsante. Comunque concordo su tutto il resto. :) In effetti il mercato ha reagito, ma sembrava che sapesse già dell'iniziativa.
Ciao Fili
 

Mercuzio

ex Drenaggio
Devo dirmi finalmente soddisfatto, per la scelta di Obama di andare contro una certa finanza. :)
Ho letto tutto, forse l'unica cosa che mi lascia un dubbio è proprio il discorso sulla Cina. Ho la sensazione che il fatto che continui ad esportare verso l'occidente, e tanto, sia anche proprio per il fatto che l'occidente è un pò in crisi, e tende ad acquistare cinese per tenere bassi i prezzi.
Non so come spiegarmi: lo vedo qui in Italia, molta gente compra cose cinesi perchè costano poco, ed anzi proprio perchè c'è crisi tende a comprare a prezzo basso, favorendo l'export della Cina.
Quindi forse la Cina è un elemento in parte sfalsante. Comunque concordo su tutto il resto. :) In effetti il mercato ha reagito, ma sembrava che sapesse già dell'iniziativa.
Ciao Fili

La gente compra quello che trova sullo scaffale.....non compra quello che non c'è.....
Se ci metti il fatto che ogni azienda al mondo VUOLE fare affari in Cina perchè lì c'è un mercato potenziale di 1,5 miliardi di persone di cui 30 milioni che si possono considerare già "benestanti" o "ricchi" e 300 milioni di cittadini con stipendi regolari.... e ci metti il fatto che nell'amministrazione pubblica Cinese vige una silente e quasi "istituzionalizzata" corruzione che fà in modo di limitare al massimo le importazioni perchè se vuoi "davvero" penetrare il mercato cinese DEVI produrre almeno una parte della tua merce in cina.....il gioco l'è belle che fatto....per molte aziende ha significato spostare il proprio unico stabilimento produttivo proprio là, o se non l'unico almeno uno dei 2...;).... sulle produzioni strategiche poi i cinesi (tutto è statale in cina anche se è privato...quindi si parla di impostazioni politiche) sono veramente dei cani e impongono clausole capestro un pò a tutti, del tipo, se vuoi prendere la tale commessa nel mercato dell'energia (mercato ricco per eccellenza..) devi produrre almeno tot parte dei componenti o comunque della fornitura in quel paese....oppure devi accondiscendere a comprare parte delle tue forniture esterne dalle aziende che ti segnalano loro.....tutto vero, tutto regolare, e tutto sempre e comunque nascosto e negato agli occhi dell'opinione pubblica verso la quale si continua a sbandierare l'aderenza al WTO ed alle sue regole...
Insomma, come credevate che facesse a crescere dell'8-10% all'anno la cina, sulla buona volontà degli altri forse...? Credetemi se vi dico che buona parte delle aziende farebbero a meno di comprare roba in quel paese "se potessero" perchè ciò che ti arriva per buona parte è scadente e i clienti sene lamentano spesso.....ma il fatto è che per molti non è possibile smettere di far così se vogliono rimanere leader in Cina....si DEVE comprare lì per forza almeno una parte di ciò che si produce....altrimenti si è osteggiati con ogni mezzo.....regolare e non.....dubito fortemente che questo trend accennerà a cambiare nei prossimi decenni visto che laggiù devono ancora trainare nel 20esimo secolo altri 1100 milioni di persone almeno che vivono ancora come fossero nel 1200 circa...
Questo vale chiaramente per tutte quelle aziende che hanno il desiderio di espandersi in Cina (che sono buona parte)...l'altra fetta del mercato cinese è costituita dal classico export a basso costo....che molti in occidente comprano per aumentare i ricavi (non per abbassare i costi..hehehe..)...ma vale chiaramente per le aziende radicate nel territorio e che hanno il loro business in occidente, e comunque su prodotti a basso valore aggiunto.
La conclusione è questa....a menochè l'occidente non si decida a far più figli e la cina a farne meno, l'inesorabile deriva commerciale continuerà....


saluti.
Drena....;)
 

giambel

Forumer storico
La gente compra quello che trova sullo scaffale.....non compra quello che non c'è.....
Se ci metti il fatto che ogni azienda al mondo VUOLE fare affari in Cina perchè lì c'è un mercato potenziale di 1,5 miliardi di persone di cui 30 milioni che si possono considerare già "benestanti" o "ricchi" e 300 milioni di cittadini con stipendi regolari.... e ci metti il fatto che nell'amministrazione pubblica Cinese vige una silente e quasi "istituzionalizzata" corruzione che fà in modo di limitare al massimo le importazioni perchè se vuoi "davvero" penetrare il mercato cinese DEVI produrre almeno una parte della tua merce in cina.....il gioco l'è belle che fatto....per molte aziende ha significato spostare il proprio unico stabilimento produttivo proprio là, o se non l'unico almeno uno dei 2...;).... sulle produzioni strategiche poi i cinesi (tutto è statale in cina anche se è privato...quindi si parla di impostazioni politiche) sono veramente dei cani e impongono clausole capestro un pò a tutti, del tipo, se vuoi prendere la tale commessa nel mercato dell'energia (mercato ricco per eccellenza..) devi produrre almeno tot parte dei componenti o comunque della fornitura in quel paese....oppure devi accondiscendere a comprare parte delle tue forniture esterne dalle aziende che ti segnalano loro.....tutto vero, tutto regolare, e tutto sempre e comunque nascosto e negato agli occhi dell'opinione pubblica verso la quale si continua a sbandierare l'aderenza al WTO ed alle sue regole...
Insomma, come credevate che facesse a crescere dell'8-10% all'anno la cina, sulla buona volontà degli altri forse...? Credetemi se vi dico che buona parte delle aziende farebbero a meno di comprare roba in quel paese "se potessero" perchè ciò che ti arriva per buona parte è scadente e i clienti sene lamentano spesso.....ma il fatto è che per molti non è possibile smettere di far così se vogliono rimanere leader in Cina....si DEVE comprare lì per forza almeno una parte di ciò che si produce....altrimenti si è osteggiati con ogni mezzo.....regolare e non.....dubito fortemente che questo trend accennerà a cambiare nei prossimi decenni visto che laggiù devono ancora trainare nel 20esimo secolo altri 1100 milioni di persone almeno che vivono ancora come fossero nel 1200 circa...
Questo vale chiaramente per tutte quelle aziende che hanno il desiderio di espandersi in Cina (che sono buona parte)...l'altra fetta del mercato cinese è costituita dal classico export a basso costo....che molti in occidente comprano per aumentare i ricavi (non per abbassare i costi..hehehe..)...ma vale chiaramente per le aziende radicate nel territorio e che hanno il loro business in occidente, e comunque su prodotti a basso valore aggiunto.
La conclusione è questa....a menochè l'occidente non si decida a far più figli e la cina a farne meno, l'inesorabile deriva commerciale continuerà....


saluti.
Drena....;)



tutto vero le dinamiche demografiche sono un trend di lungo periodo che sostiene la crescita del pil, per ovvie ragioni matematiche, tuttavia volevo portare un piccolo contributo a proposito della favolosa crescita della Cina.

come giustamente sottolineato in Cina tutto ,è corrotto e statale, ebbene lo è anche il sistema di rilevamento contabile del pil. Pensate che durante la crisi del 2008 le esportazioni cinesi crollarono. La Cina nonostante tutto fece registrare una crescita del pil non molto distante dai valori a due cifre fatti alla fine del 2009. Ora a fronte del calo delle esportazioni avremmo dovuto registrare per forza di cose una forte crescita della domanda interna tale da compensare la riduzione delle esportazioni stesse. Ma andando a vedere i consumi di energia elettrica del 2008 la Cina fece registrare un calo mai visto negli anni recenti. Come spiegare tutto questo? Come spiegare un paese che vede una crescita del pil con un contestuale riduzione delle esportazioni ma al tempo stesso una riduzione dei consumi energetici e contemporaneamente una improbabile aumento della doamanda interna?

Semplice.

in Cina dove tutto è statale e corrotto si è deciso che per far crescere il pil sarebbe stato sufficente contabilizzare nello stesso anno il valore delle opere deliberate prima ancora che i cantieri venissero aperti. E' come se in Italia facessimo crescere il pil contabilizzando il valore del progetto del ponte sullo stretto. Il destino dell'economia mondiale diopende, ad ovest da una finanza fine a stessa, capace solo di creare il denaro dal denaro quindi virtuale, a est da uno stato comunista e corrotto.

Poi ognuno è libero di sentirsi ottimista sul futuro costruito da questi due mostri.:rolleyes:
 

gipa69

collegio dei patafisici
“La mia decisione di riformare il sistema finanziario è rafforzata… quando vedo profitti record realizzati esattamente dalle stesse società che affermano di non poter concedere prestiti alle piccole aziende, di non poter tenere bassi i tassi delle carte di credito E DI NON POTER RIMBORSARE I CONTRIBUENTI PER IL COSTO DEL SALVATAGGIO”… Come si fa a dare torto a queste parole di Obama? Una cosa è il libero mercato, altra cosa è ricorrere ai quattrini pubblici nei momenti di difficoltà, e poi rifiutarsi di restituire il prestito nello stesso istante in cui si fanno profitti stellari. Questo si chiama prendere il naso i cittadini che pagano le tasse…
Perfino i pacifici islandesi si sono rifiutati di rimborsare con i loro risparmi i debiti fatti dalle banche PRIVATE del loro paese. Mica tutti sono generosi come gli italiani, che da generazioni foraggiano la Fiat nei suoi lunghissimi periodi di crisi, mentre i profitti se li godono gli Agnelli…

L’altra frase di Obama è “Mai più i contribuenti americani saranno tenuti in ostaggio da una banca troppo grande per fallire”. Anche qui, niente di nuovo per gli italiani, abituati ai ricatti della Fiat che ci costringono a regalare i nostri quattrini -chissà per quale diavolo di motivo- ai connazionali che vogliono cambiare macchina, anziché a quelli che vogliono cambiare il pianoforte, o i mobili del soggiorno, o la bici o qualsiasi altra cosa.

La famosa riforma finanziaria di Obama è tutta in quelle due frasi. Verrà ripristinata la divisione -in vigore fino a pochissimo tempo fa- tra banche d’investimento e banche commerciali. Queste ultime non potranno fare trading per conto proprio (“proprietary trading”). Inoltre verrà posto un limite alla crescita delle banche. Anche qui, nessuna vera novità, dato che -come scrive il Wall Street Journal- già dal 1994 è in vigore una norma che vieta alle singole banche di raccogliere più del 10% dei depositi del paese.

Che non si tratti di un dramma, lo dimostrano le quotazioni di ieri. Con la volatilità delle azioni USA, una nuova normativa davvero penalizzante avrebbe provocato facilmente crolli del 30% e più… e invece com’è andata? Goldman Sachs -che non è la destinataria dello sfogo di Obama, ma comunque è il titolo-simbolo di un certo modo di fare banca- ha perso solo il 4%. JP Morgan e Bank of America, che effettivamente verranno colpite, dato che attualmente sono fortissime sia come banche commerciali che come banche d’investimento e in futuro dovranno scegliere un solo ramo, non hanno perso il 50% -come ci si poteva aspettare- ma appena un misero 6%. Non mi pare che il mercato la veda così nera, questa riforma!

Il fatto è che storicamente Wall Street è sempre stata contraria a ogni imposizione governativa per l’aspirazione a governarsi da sé. Ma tutte le volte che è entrata in conflitto con la politica, si è arresa subito perché sapeva (e sa) di avere tutto da perdere in una lotta all’ultimo sangue. Andrà così anche stavolta? Forse sì, visto il calo contenuto di Bankamerica e JP Morgan.

Non voglio fare concorrenza a Maghi e Indovini, ma mi limito a osservare che ieri sono state rispettate millimetricamente sia la SMA50 che il buon supporto in area 1110/1113. Quidi può darsi che la reazione si esaurisca qui, anche perché le trimestrali in genere sono soddisfacenti, e la Cina sta andando a gonfie vele. Dal momento che lavora solo SU ORDINAZIONI dell’Occidente, sarebbe alla canna del gas se davvero l’economia occidentale fosse a pezzi.
D’altra parte da marzo in poi abbiamo avuto diverse correzioni dell’ordine del 6-7%, quindi -anche se non dovesse trattarsi di inversione- un certo calo è nell’ordine delle cose, ora o più in là. Resta sempre aperta, ovviamente, la possibilità di fatti nuovi che potrebbero provocare una catastrofe.
Per prudenza, ho congelato due delle mie tre posizioni lateral-rialziste. Ora ho un mese per risistemarle, se necessario. L’altra posizione per ora l’ho lasciata com’era perché sia la scadenza che il punto di pareggio (2738) sono distanti.
L’Australia ha chiuso con un ragionevolissimo -1,59%. Ora dobbiamo solo aspettare l’apertura di WS, e reagire in base a quello che vedremo, non in base ai nostri sogni.
Buona giornata.

Ciao filibuster :) con il senno di poi e cioè dopo aver inanellato la terza seduta negativa in cui il nasdaq ha sottoperformato lo spoore non pensi che in realtà questa correzione era necessaria al mercato e che quindi le dichiarazioni di Obama sono state utilizzate come scusa per correggere un sentiment ormai orientato troppo positivamente?
 

filibuster

Forumer attivo
Vedo che già si cominciano a sognare sfide all’OK CORRAL tra Wall Street e il governo… Sarà…!

Galbraith scriveva nel 1955: “Fino al caso Whitney, Wall Street, sempre con qualche eccezione, fu disposta a contrattaccare. Essa insistette sul diritto di una comunità finanziaria in genere -e di un mercato azionario in particolare- di condurre gli affari alla propria maniera e di governarsi secondo i propri intendimenti… [Dopo il caso Whitney, del 1938] la guerra fredda sul controllo era finita e non sarebbe più stata ripresa in seguito… Da allora in poi Wall Street cercò di ingraziarsi Washington e Washington semplicemente ricambiò con atteggiamento inespressivo”.



E’ solo l’incertezza -la cosa più odiata dai mercati- a complicare la situazione… l’incertezza di non sapere esattamente quali saranno le nuove regole né quando entreranno in vigore. Per il resto, già si intravedono soluzioni che dovrebbero far felice il mercato. Dal Wall Street Journal di sabato:

Goldman Sachs Group Inc. officials have discussed the idea of selling or spinning off its banking unit, which has about $36 billion in deposits, if Mr. Obama's plan is passed by Congress, said people familiar with the matter. That could help Goldman escape from the curbs.”

Capito l’antifona? Provate a immaginare quanto guadagnerà Goldman Sachs con la vendita o con lo spin-off di una banca con 36 miliardi di dollari di depositi… depositi di primissima qualità, perché selezionati dal #1 della finanza mondiale… Insomma chi acquisterà quella divisione banking si ritroverà di colpo con una clientela sceltissima di milionari affidabili e pronti a investimenti di qualsiasi tipo… cosa si può chiedere di più? Ci sarà una lotta bestiale per impossessarsene… In caso di spin-off con quotazione in borsa, il successo -e i profitti- sono ugualmente garantiti.


Avete notato che ultimamente si parla poco degli Hedge Fund? La ragione sta nel fatto che a partire dalla crisi subprime hanno abbastanza deluso. Le banche proprietarie -sempre secondo il WSJ- sarebbero felicissime di sbolognarli o quanto meno di passare a una posizione minoritaria nella proprietà -che sembra sarà consentita dalle nuove norme.
E’ inutile farsi illusioni: questi cadono sempre in piedi!
Può darsi che si scenda ancora parecchio per l’incertezza sulle future norme, ma nella realtà dei fatti una guerra all’ultimo sangue tra il Presidente e Wall Street ve la potete scordare… Storicamente WS si è sempre arresa presto, in cambio di qualche piccola concessione, e le cose non cambieranno certo adesso, quando il mondo della finanza ha qualche peccatuccio da scontare, la gente è poco propensa a fare regali a chi ha causato le difficoltà che è costretta ad affrontare e per di più la “punizione” si prospetta molto soft.
Probabilmente Obama riuscirà nell’intento di separare le banche commerciali da quelle d’investimento -regola già applicata in passato, a partire dal New Deal- e ad aumentare la possibilità di (blandi) controlli sulla finanza più o meno creativa, come è giusto che sia, nell’interesse dei taxpayers e della nazione intera. La ragione è dalla parte di Obama, bisogna vedere se saprà vendere bene le sue tesi. Se ci fate caso, l’opposizione maggiore non viene dalla parte interessata -Wall Street e il mondo della finanza- ma dai politici più retrivi che sperano di acquistare qualche merito agli occhi del grande capitale, ma rischiano di fare autogol. I contribuenti potrebbero rendersi conto che quelli lì non fanno certo l’interesse dell’uomo della strada, e la grande finanza potrebbe infastidirsi per azioni di lobbying vecchia maniera, in fondo controproducenti.

Un’incertezza forse anche maggiore viene dalle difficoltà che sta incontrando la rielezione di Bernanke. Finora 26 senatori hanno detto che voteranno per lui, 15 contro. La maggioranza richiesta è di 60 voti. La prima votazione forse si svolgerà mercoledì. In ogni caso la telenovela deve chiudersi entro il 31 gennaio. Hanno chiesto a Buffett cosa succederà se Bernanke non verrà rieletto. Con la sua solita verve, il Saggio di Omaha ha risposto: “Fatemelo sapere il giorno prima, così vendo un po’ di azioni”…
Cinicamente, dovremmo augurarci che Bernanke riesca a farcela solo sul filo di lana, all’ultima seduta… Allora una buona reazione dei mercati sarebbe inevitabile, mentre una rielezione al primo colpo forse è già scontata dal mercato, almeno in parte, nonostante i problemi enfatizzati dai giornali.

Per prudenza ho chiuso in perdita una delle mie tre posizioni rialziste. Le altre due sono completamente protette. Ora abbasserò il punto di pareggio delle altre due, e al primo cenno di rimbalzo prenderò profitto sulle protezioni per recuperare la perdita sulla posizione chiusa, rimanendo pronto a rinnovarle in caso di nuove discese. In entrambe le posizioni la gamba “lossante” scade a giugno, quindi anche se le cose non si metteranno a posto da sé, avrò tutto il tempo di rimediare… ma so già che andrà a finire che chiuderò tutto molto prima, anche in perdita. Infatti l’importante è il bilancio complessivo… è un grosso errore -secondo me- impuntarsi di brutto pur di evitare lo “sfregio” di una perdita, avvitandosi in un pericolosissimo “accanimento terapeutico”. Comunque devo rassegnarmi, la pacchia è finita e quindi bisogna tornare a posizioni più neutrali, sfruttando anche l’aumento della volatilità implicita.
Infatti il Vix è salito di ben il 46% in sole due sedute, passando a 27,31, un livello che non si vedeva dal 4 novembre, addirittura. Ovviamente può salire ancora, ma con ragionamenti del genere non si va lontano… bisogna accontentarsi, e cogliere la migliore occasione degli ultimi mesi per aprire posizioni miste.



x Argema
Obiezione accolta, Vostro Onore… però si tratta del classico discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Venerdì è uscita la trimestrale di McDonald’s, brillantissima. Io ho pensato: “Ottimo! Se la gente va a mangiar fuori , certo non se la passa troppo male”. Forse tu avrai detto “Pessimo! Evidentemente tanti non ce la fanno più ad andare in un locale decente, e se vogliono passare la serata fuori devono accontentarsi delle porcherie di McDonald’s”… Come sempre, la verità starà più o meno nel mezzo… ciao

x Drenaggio
Caro Drena, per chi abita a Prato è difficile essere oggettivo verso i cinesi… persino per una persona di altissima correttezza come te! Scherzo, naturalmente...
Purtroppo le cose che rimproveri ai cinesi fanno parte della prassi commerciale di ogni paese… non viviamo in un mondo di santi. Prova a chiedere a un rivenditore di automobili quante volte è COSTRETTO a ordinare tot macchine del modello X (che nessuno vuole), se desidera ricevere in tempi ragionevoli tot macchine del modello Y (che va a ruba). Ti scandalizzi perché obbligano chi desidera vendere seriamente i propri prodotti in Cina ad aprire una fabbrica nel paese. .. ma è esattamente la stessa norma imposta per decenni (non so ora) ai costruttori d’auto giapponesi e coreani che volevano esportare in Europa o in America! Vendono prodotti di scarsa qualità… certo, perché a bassissimo prezzo. Ho la casa piena di digitali Nikon made in China, e non se n’è mai guastata una, perché Nikon pretende (e paga) determinati standard di qualità. Visto che sei di Prato, non avrai problemi a verificare che tutte le merci cinesi vendute a basso prezzo nel nostro paese, vengono pagate veramente una miseria dall’importatore italiano, che ci mette sopra un ricarico enorme. Pretendere alta qualità a quei prezzi è impossibile. Ciao
Una discussione sulla Cina sarebbe lunga -ne ho anche una discreta conoscenza diretta- ma non riguarda la borsa e poi prenderebbe sicuramente una piega sgradevole… Oltretutto -visto che sono filotibetano e odio la cricca di Pechino- non mi va di passare da paladino di quel regime, però mi sembra molto sciocco far finta di non vedere gli enormi progressi fatti dalla Cina (e dall’India), verso le quali l’Occidente sta commettendo gli stessi fatali errori di sottovalutazione fatti col Giappone nei decenni passati. Con la notevole differenza che il Giappone ha solo 120 milioni di abitanti…

x gipa69
Scrive Niederhoffer: “In short-term periods, the market tends to go down after several days of excessive optimism, and it tends to go up after a similar run of excessive pessimism.” L’essenza della borsa è tutta qui. Come vediamo anche negli infiniti microtrend infragiornalieri assolutamente scorrelati dalle notizie, quasi tutte le motivazioni con cui vengono giustificati i movimenti della borsa sono solo pretesti o spunti per oscillazioni in realtà di natura “endogena”.
Ogni mercato ha un suo “respiro” con oscillazioni cicliche che vengono anticipate o posticipate dagli eventi/pretesti con il risultato di un accavallamento di cicli impossibile da decifrare. Per questo i metodi previsivi basati sull’analisi ciclica sono destinati al fallimento, come tutti gli altri del resto.
In questo caso la motivazione è abbastanza concreta -lo stato di incertezza in cui si trovano a operare le banche più i dubbi sulla sorte di Bernanke- ma la sua “natura di fondo” di pretesto verrà fuori nei prossimi giorni se ci sarà un rimbalzo in assenza di qualsiasi novità su quei due fronti, oppure se le borse scenderanno in maniera sproporzionata rispetto all’evento, o ancora se riprenderanno a lateralizzare come se niente fosse. In tutti quei casi, avremo l’ennesima riprova che sono le emozioni, e non i fatti, a guidare il mercato giacché “les Bourses ne traduisent pas l'état des économies, mais la psychologie des investisseurs”, frase che non mi stancherò mai di citare. La stagione delle trimestrali è una valida dimostrazione che i fatti servono solo come spunti, dato che a uguali percentuali di miglioramento o peggioramento possono corrispondere gli effetti più diversi.
Grazie per l’ampio materiale che metti a nostra disposizione nel forum!



Ultim’ora: la borsa australiana ha perso l’1,5% in apertura ma il resto della seduta si è svolto all’insegna del recupero (in assenza di novità, direi). Risultato finale -0,69%.
Buona giornata e buona settimana.
 

filibuster

Forumer attivo
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[ame=http://www.youtube.com/watch?v=aZR58pUp6eM]YouTube - Ni wa wa (Eng/Span/French/Dutch/Chinese/Russian translation: look info)[/ame]
 

filibuster

Forumer attivo
(Pring, 7a puntata)

SE LA TEORIA DELL’OPINIONE CONTRARIA DIVENTERA’ TROPPO POPOLARE, CONTINUERA’ A FUNZIONARE?

Qui Pring è abbastanza duro. Molti ritengono -ERRONEAMENTE- che applicare la teoria consista nel prendere una posizione contraria in qualsiasi “news story” e nell’operare in base a ragionamenti del tipo “everyone is bearish, so I am bullish”. In realtà la teoria richiede un notevole “creative thinking”, ma la maggior parte della gente preferisce seguire il guru di turno anziché spremersi le meningi. Non è da tutti -prosegue Pring- capire quando le opinioni della maggioranza si sono solidificate in un dogma che non ha più ragione di essere, oppure ipotizzare una gamma di scenari alternativi a quelli che ci vengono proposti da TV e giornali. Del resto su questo tasto già Neill -il creatore della teoria- andava giù pesante: “L’Opinione Contraria non diventerà mai così popolare da perdere la sua efficacia. Nessuna cosa diventa popolare, se richiede un duro lavoro e un grande sforzo d’immaginazione”.



LA STORIA SI RIPETE, MA BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE

Che la storia si ripeta, è una cosa sotto gli occhi di tutti. Ma sarebbe ingenuo pensare che ripercorra passo passo l’andamento precedente. Se ricordate, intorno ai minimi di marzo nei forum si sprecavano i grafici in cui l’andamento della crollo del 2009 veniva sovrapposto a quello del 1929, nella convinzione che il mercato avrebbe ripetuto esattamente lo stesso itinerario, chissà per quale misterioso motivo…



ALTRE ANNOTAZIONI SULL’OPINIONE CONTRARIA

Vediamo come interpretare certe notizie. “Cinque top manager della società X restano uccisi in un incidente aereo; le azioni precipitano”. In questo caso il contrarian compra, perché con ogni probabilità le operazioni della società non risentiranno del cambiamento di staff. Chiaramente bisogna valutare la situazione caso per caso, perché se sull’aereo

c’è un genio come Steve Jobs, mica è tanto facile rimpiazzarlo! Altro caso: “Il presidente dà il benservito al CEO; le azioni precipitano”. Il mercato vende perché interpreta la notizia come segno di lotte intestine che non fanno certo bene alla società. Però può darsi che il presidente stia dando un segnale su un profondo rinnovamento in corso, da cui la società potrebbe uscire migliorata. Il succo del discorso è che l’apparenza bearish della notizia e il calo delle quotazioni non devono fuorviarci. Bisogna cercare di andare a fondo, di esaminare tutte le possibilità, e forse ci accorgeremo che una notizia apparentemente destinata a far felici gli short-sellers in realtà offre una magnifica occasione d’acquisto.

Si tratta di un’arte difficile, e gli insuccessi possono essere frequenti. Sentite quant’è sottile questa osservazione di Pring sul fatto che il contrarian tende ad ANTICIPARE CHI GIA’ STA ANTICIPANDO il futuro… Nella notizia del siluramento del CEO, il mercato vende ANTICIPANDO le difficoltà a cui di solito va incontro una società devastata da lotte interne (e forse qualcuno ha anticipato ancora di più i tempi, subodorando il licenziamento del CEO)… Il Contrarian compra ritenendo che da quelle lotte interne alla fine verrà fuori un’azienda migliore, quindi in pratica va ancora più avanti, ANTICIPANDO DUE SUCCESSIVI PASSAGGI rispetto allo situazione del momento! E’ chiaro che ci vogliono qualità non comuni per acrobazie del genere, e anche molta pazienza e determinazione, perché possono passare mesi e anni prima che lo scenario ipotizzato si realizzi.



Alzi la mano chi compra le stufette elettriche in primavera, quando le svendono, e chi si fa l’impianto per l’ aria condizionata in autunno, quando i tecnici del settore passano il tempo girandosi i pollici e sono disposti a concedere qualche sconto… E’ nella natura umana aspettare l’ultimo momento, e sono pochi quelli che agiscono per tempo, quando le condizioni sono migliori. Così si spiega benissimo il fatto che quasi tutti comprano le azioni quando sono già partite al rialzo, salendo affannosamente sul treno in corsa, invece di cercare di capire quali saranno le prossime prede che attireranno l’attenzione del mercato. Questa è una cosa ben diversa -mi permetto di aggiungere- dallo scegliere le “azioni di qualità” in base al nostro punto di vista, che ha alte possibilità di essere sballato (il mercato ha molti più mezzi di noi per conoscere a fondo una società!!) e comunque, anche se dovessimo essere nel giusto sulla valutazione del titolo, cosa ce ne facciamo se poi per anni e anni la borsa non si accorge della nostra “pepita d’oro”?



Ad accrescere la naturale riluttanza ad agire interviene l’atteggiamento dell’ambiente che ci circonda. Pring fa l’esempio di articoli di giornale che dicono quello che la gente vuole sentire, e vengono subissati di lodi anche se chi segue quei consigli finisce bastonato, e articoli contrarian, che invece vengono colmati di ingiurie, ma poi si rivelano profetici. Ognuno di noialtri frequentatori di forum sa benissimo quant’è difficile mantenere una posizione quando tutti ti danno addosso, e prevedono per te il fuoco e le fiamme dell’inferno. Il bello è che quando tutto il forum è da una parte nella presunzione di anticipare una svolta del mercato, e dall’altra ci sono quattro gatti che seguono ciecamente il trend, è SEMPRE la maggioranza ad essere fuori strada, come abbiamo visto un’infinità di volte

(fine della 7a puntata)





I risultati di Apple sono stati davvero eccezionali… Però, visto che si parla di “contrarian thinking”, il caso è da manuale: un titolo che fa la migliore trimestrale della sua storia francamente sarebbe solo da vendere, a prescindere da eventuali ulteriori rialzi… chissà cosa deciderà di fare chi lo ha in portafoglio.
Le probabilità che Bernanke ce la faccia sono aumentate moltissimo, e anche sul fronte bancario le cose non devono andare troppo male, visto che GS, JPM e BAC hanno tenuto bene, anzi sono salite un pochino. Infine una bella notizia-simbolo, quasi commovente: Ford assume 1200 nuovi dipendenti a Chicago!
La cosa che non si capisce è perché per tutta la seduta -fino alle 22 (mi riferisco ai futures)- Dax ed Eurostoxx50 sono rimasti decisamente rossi, un punto e mezzo sotto l’America verde. La cosa è tanto più inspiegabile dato che proprio dall’Europa sono arrivate due novità positive che pesano a livello mondiale: gli utili favolosi delle famigerate banche inglesi, su cui pochi avrebbero scommesso, e il successo dei bond greci, che rasserenano tutta l’area euro. Spero che la cosa non si ripeta troppo spesso, altrimenti dovrò trasferirmi negli USA, che finora in generale ho evitato per il rischio cambi e per la possibilità di assegnazioni anticipate, che per me conta parecchio dato che uso molto le opzioni DITM.


Come speravo (un verbo che in borsa dovrebbe essere tabù!), con la vendita di parte delle protezioni ho recuperato le perdite sulla terza posizione che avevo. Sulle altre due posizioni ho abbassato il punto di pareggio e le ho rese più sicure, perciò prima della scadenza delle gambe perdenti (giugno) dovrei farcela a uscire in pareggio anche se il mercato non dovesse più salire, ipotesi poco realistica, credo. Rimane comunque un grosso fastidio, perché avere in portafoglio posizioni in perdita è una cosa che mi stressa. Per evitarlo, sarebbe bastato continuare a usare le stesse regole prudenziali che avevo adoperato nei mesi scorsi. C’è poco da fare, se uno abbassa la guardia un attimo è matematico che il Moloch della Borsa ti colpisca! Ho anche aperto un’altra posizione stavolta molto più bilanciata e prudente, con un largo profit range. Se ci sarà una buona direzionalità, in pochi attimi posso convertirla “sinteticamente” in una posizione rialzista o ribassista.

Oggi l’Australia ha fatto festa. Non mi sembra che ci siano i presupposti per una seduta tragica, ma in borsa può sempre succedere di tutto.
Buona giornata



 

deltazero

Forumer storico
(Pring, 7a puntata)

SE LA TEORIA DELL’OPINIONE CONTRARIA DIVENTERA’ TROPPO POPOLARE, CONTINUERA’ A FUNZIONARE?

Qui Pring è abbastanza duro. Molti ritengono -ERRONEAMENTE- che applicare la teoria consista nel prendere una posizione contraria in qualsiasi “news story” e nell’operare in base a ragionamenti del tipo “everyone is bearish, so I am bullish”. In realtà la teoria richiede un notevole “creative thinking”, ma la maggior parte della gente preferisce seguire il guru di turno anziché spremersi le meningi. Non è da tutti -prosegue Pring- capire quando le opinioni della maggioranza si sono solidificate in un dogma che non ha più ragione di essere, oppure ipotizzare una gamma di scenari alternativi a quelli che ci vengono proposti da TV e giornali. Del resto su questo tasto già Neill -il creatore della teoria- andava giù pesante: “L’Opinione Contraria non diventerà mai così popolare da perdere la sua efficacia. Nessuna cosa diventa popolare, se richiede un duro lavoro e un grande sforzo d’immaginazione”.



LA STORIA SI RIPETE, MA BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE

Che la storia si ripeta, è una cosa sotto gli occhi di tutti. Ma sarebbe ingenuo pensare che ripercorra passo passo l’andamento precedente. Se ricordate, intorno ai minimi di marzo nei forum si sprecavano i grafici in cui l’andamento della crollo del 2009 veniva sovrapposto a quello del 1929, nella convinzione che il mercato avrebbe ripetuto esattamente lo stesso itinerario, chissà per quale misterioso motivo…



ALTRE ANNOTAZIONI SULL’OPINIONE CONTRARIA

Vediamo come interpretare certe notizie. “Cinque top manager della società X restano uccisi in un incidente aereo; le azioni precipitano”. In questo caso il contrarian compra, perché con ogni probabilità le operazioni della società non risentiranno del cambiamento di staff. Chiaramente bisogna valutare la situazione caso per caso, perché se sull’aereo

c’è un genio come Steve Jobs, mica è tanto facile rimpiazzarlo! Altro caso: “Il presidente dà il benservito al CEO; le azioni precipitano”. Il mercato vende perché interpreta la notizia come segno di lotte intestine che non fanno certo bene alla società. Però può darsi che il presidente stia dando un segnale su un profondo rinnovamento in corso, da cui la società potrebbe uscire migliorata. Il succo del discorso è che l’apparenza bearish della notizia e il calo delle quotazioni non devono fuorviarci. Bisogna cercare di andare a fondo, di esaminare tutte le possibilità, e forse ci accorgeremo che una notizia apparentemente destinata a far felici gli short-sellers in realtà offre una magnifica occasione d’acquisto.

Si tratta di un’arte difficile, e gli insuccessi possono essere frequenti. Sentite quant’è sottile questa osservazione di Pring sul fatto che il contrarian tende ad ANTICIPARE CHI GIA’ STA ANTICIPANDO il futuro… Nella notizia del siluramento del CEO, il mercato vende ANTICIPANDO le difficoltà a cui di solito va incontro una società devastata da lotte interne (e forse qualcuno ha anticipato ancora di più i tempi, subodorando il licenziamento del CEO)… Il Contrarian compra ritenendo che da quelle lotte interne alla fine verrà fuori un’azienda migliore, quindi in pratica va ancora più avanti, ANTICIPANDO DUE SUCCESSIVI PASSAGGI rispetto allo situazione del momento! E’ chiaro che ci vogliono qualità non comuni per acrobazie del genere, e anche molta pazienza e determinazione, perché possono passare mesi e anni prima che lo scenario ipotizzato si realizzi.



Alzi la mano chi compra le stufette elettriche in primavera, quando le svendono, e chi si fa l’impianto per l’ aria condizionata in autunno, quando i tecnici del settore passano il tempo girandosi i pollici e sono disposti a concedere qualche sconto… E’ nella natura umana aspettare l’ultimo momento, e sono pochi quelli che agiscono per tempo, quando le condizioni sono migliori. Così si spiega benissimo il fatto che quasi tutti comprano le azioni quando sono già partite al rialzo, salendo affannosamente sul treno in corsa, invece di cercare di capire quali saranno le prossime prede che attireranno l’attenzione del mercato. Questa è una cosa ben diversa -mi permetto di aggiungere- dallo scegliere le “azioni di qualità” in base al nostro punto di vista, che ha alte possibilità di essere sballato (il mercato ha molti più mezzi di noi per conoscere a fondo una società!!) e comunque, anche se dovessimo essere nel giusto sulla valutazione del titolo, cosa ce ne facciamo se poi per anni e anni la borsa non si accorge della nostra “pepita d’oro”?



Ad accrescere la naturale riluttanza ad agire interviene l’atteggiamento dell’ambiente che ci circonda. Pring fa l’esempio di articoli di giornale che dicono quello che la gente vuole sentire, e vengono subissati di lodi anche se chi segue quei consigli finisce bastonato, e articoli contrarian, che invece vengono colmati di ingiurie, ma poi si rivelano profetici. Ognuno di noialtri frequentatori di forum sa benissimo quant’è difficile mantenere una posizione quando tutti ti danno addosso, e prevedono per te il fuoco e le fiamme dell’inferno. Il bello è che quando tutto il forum è da una parte nella presunzione di anticipare una svolta del mercato, e dall’altra ci sono quattro gatti che seguono ciecamente il trend, è SEMPRE la maggioranza ad essere fuori strada, come abbiamo visto un’infinità di volte

(fine della 7a puntata)





I risultati di Apple sono stati davvero eccezionali… Però, visto che si parla di “contrarian thinking”, il caso è da manuale: un titolo che fa la migliore trimestrale della sua storia francamente sarebbe solo da vendere, a prescindere da eventuali ulteriori rialzi… chissà cosa deciderà di fare chi lo ha in portafoglio.
Le probabilità che Bernanke ce la faccia sono aumentate moltissimo, e anche sul fronte bancario le cose non devono andare troppo male, visto che GS, JPM e BAC hanno tenuto bene, anzi sono salite un pochino. Infine una bella notizia-simbolo, quasi commovente: Ford assume 1200 nuovi dipendenti a Chicago!
La cosa che non si capisce è perché per tutta la seduta -fino alle 22 (mi riferisco ai futures)- Dax ed Eurostoxx50 sono rimasti decisamente rossi, un punto e mezzo sotto l’America verde. La cosa è tanto più inspiegabile dato che proprio dall’Europa sono arrivate due novità positive che pesano a livello mondiale: gli utili favolosi delle famigerate banche inglesi, su cui pochi avrebbero scommesso, e il successo dei bond greci, che rasserenano tutta l’area euro. Spero che la cosa non si ripeta troppo spesso, altrimenti dovrò trasferirmi negli USA, che finora in generale ho evitato per il rischio cambi e per la possibilità di assegnazioni anticipate, che per me conta parecchio dato che uso molto le opzioni DITM.


Come speravo (un verbo che in borsa dovrebbe essere tabù!), con la vendita di parte delle protezioni ho recuperato le perdite sulla terza posizione che avevo. Sulle altre due posizioni ho abbassato il punto di pareggio e le ho rese più sicure, perciò prima della scadenza delle gambe perdenti (giugno) dovrei farcela a uscire in pareggio anche se il mercato non dovesse più salire, ipotesi poco realistica, credo. Rimane comunque un grosso fastidio, perché avere in portafoglio posizioni in perdita è una cosa che mi stressa. Per evitarlo, sarebbe bastato continuare a usare le stesse regole prudenziali che avevo adoperato nei mesi scorsi. C’è poco da fare, se uno abbassa la guardia un attimo è matematico che il Moloch della Borsa ti colpisca! Ho anche aperto un’altra posizione stavolta molto più bilanciata e prudente, con un largo profit range. Se ci sarà una buona direzionalità, in pochi attimi posso convertirla “sinteticamente” in una posizione rialzista o ribassista.

Oggi l’Australia ha fatto festa. Non mi sembra che ci siano i presupposti per una seduta tragica, ma in borsa può sempre succedere di tutto.
Buona giornata




ti ringrazio per il contributo al forum
e trovo interessante che anche tu fai quel che la massa fa,contrariamente a quanto ben evidenziato sopra

dai tuoi post precedenti è evidente che sei 1 venditore di opt(intelligentemente su scad breve ,ho sempre letto di riefrimenti a 1mese)
hai venduto in vola bassa
quando tutti vendevano abbassando il prezzo della scommessa

trovi così non conveniente comprare?
 

luke412

Nuovo forumer
Ciao Filibuster! Che piacere trovarti qui!

Purtroppo mi sono accorto solo ora della tua presenza e di questo interessante thread, anche perché qui frequento soprattutto altre sezioni.

Lo leggerò con calma ed attenzione.

Un saluto. :)
 

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