Grande America! Secondo me, Wall Street non ne poteva più degli incredibili bizantinismi europei sulla crisi greca… Si è convinta -bontà sua- che se si arriverà sull’orlo dell’abisso sicuramente non mancherà un efficace intervento franco-tedesco (se non altro per la grossa esposizione delle banche dei due paesi, e per l’ottima ragione che almeno il 40% del debito ellenico è nei portafogli tedeschi, dicono)… Poi ha notato che gli altri paesi del PIIGS CLUB non si trovano certo con un piede nella fossa (ieri la Spagna ha piazzato diversi miliardi di titoli di stato a tassi ragionevolissimi) e a quel punto ha deciso di mandare al diavolo le contorsioni mentali del Vecchio Continente, almeno fino a quando il problema non verrà affrontato di nuovo dall’UE, e cioè -se ho capito bene- fra un mese. Naturalmente la Grecia continuerà a incombere come una spada di Damocle sulle borse, che così avranno SEMPRE a disposizione un magnifico pretesto per scendere, anche in assenza di fatti nuovi.
Dopo sei candele consecutive rimaste sostanzialmente al di sotto dell’ema9 e del midpoint della grande Dark del 4 febbraio, ieri abbiamo avuto un bel segnale di forza con il gap d’apertura e la violazione sia dell’ema9 che della SMA21. E’ stata vinta una battaglia, ma non la guerra, perché ora l’S&P500 dovrà vedersela con l’area di resistenza a 1106-1116 ca, dove passa anche la fondamentale SMA50…. per farcela, probabilmente occorrerebbe un forte incremento dei volumi, ieri poco significativi. In compenso siamo lontani dall’ipercomprato e il Vix è rimasto abbastanza “tonico” (22.25). Uno sbrago sotto i 20 potrebbe essere pericoloso, dato che negli ultimi due anni si è scesi sotto quella quota solo in una manciata di casi e quindi sarebbe (e soprattutto passerebbe per) un segnale di eccessiva “compiacenza”. I forum continuano a pullulare di orsi, anche se meno di una volta, e pure questo è un messaggio positivo. Il problema rimane quella resistenza poco sopra 1100, oltre alle innumerevoli difficoltà che affliggono il mondo in questo periodo.
Con l’aiuto dell’andamento del mercato, ho chiuso una delle due posizioni infelici di cui parlavo nei post precedenti -quella sul Dax- con una perdita già totalmente recuperata. Però ho lasciato in piedi le protezioni che le erano collegate e che avevo dimezzato, visto che forse devo a loro la scioltezza con cui ho operato nei giorni scorsi. Ora mi sto dando da fare per completare il recupero sull’altra posizione, che comunque potrei anche tenere, perché pure lì le protezioni non sono inerti, ma contribuiscono attivamente al profitto, passando da una funzione difensiva a una offensiva a seconda dell’andamento del mercato. L’idea mi è venuta guardando il DVD del film “Zulu” (politically incorrect al massimo!), dove gli scudi non vengono utilizzati solo per proteggersi ma anche come arma mortale nel corpo a corpo, dato il loro peso. Naturalmente scherzo un po’, però l’accostamento fra guerra e borsa non è campato in aria come sembra… In tutti i sondaggi effettuati fra i gestori USA per individuare il libro più formativo per il loro lavoro, ai primi posti risultano sempre “Reminiscences of a stock operator” di Lefevre, e l’Arte della Guerra di Sun-Tzu.
L’Australia ha chiuso a +2,19%, quindi non si è limitata a recepire il rialzo di Wall Street, ma ha aggiunto del suo.
x redTIM
Grazie a te per le belle considerazioni… una vera chicca il contrasto visivo e psicologico fra la Mediobanca inquietante e tenebrosa di Cuccia e lo squillante “giallo canarino” degli sportelli odierni.
Sul fatto che “per la prossima festa bisognerà aspettare la prossima generazione”, non sei il solo a pensarla così. In base a un discorso come il tuo, nel 1955 Galbraith riteneva che in quel periodo una nuova bolla fosse altamente improbabile: “Quando quei giorni [dell’autunno 1929] giunsero alle estreme conseguenze, decine di migliaia di americani scossero la testa mormorando: MAI PIU’. In ogni comunità importante ci sono dei superstiti, anziani ma tuttora castigati, che ancora brontolano e scuotono la testa. La Nuova Era non aveva ancora custodi di solido pessimismo come questi”. Ma il grande economista ammette che -trascorso un congruo periodo di tempo- “le probabilità di una ripetizione dell’orgia speculativa sono piuttosto elevate”. E infatti…
Pring distingue tra la memoria individuale, che ricorda le passate perdite e -oltre a salvarci- può anche farci fare degli errori incoraggiandoci a vendere troppo presto “pur di evitare la sofferenza psicologica di perdere un’altra volta”, e la memoria collettiva che appunto impedisce la nascita di una nuova bolla a breve distanza di tempo dalla precedente.
Nel mio piccolo, verso il 2006/2007 in un altro forum aprii un thread che durò parecchi mesi. S’intitolava più o meno “un grande rialzo può finire senza il Bacio della Morte?”. The Kiss of Death corrisponde -in questo contesto- all’arrivo in borsa delle grandi folle… arrivo che segna l’inizio della fase parossistica delle bolle, inevitabilmente conclusa da un’enorme deflagrazione e dalla rovina dei piccoli investitori. In quel thread eravamo quasi tutti d’accordo che il lungo rialzo 2002-2007 MERITAVA i fuochi d’artificio di un finale spettacolare, ma c’erano forti dubbi sulla possibilità di una conclusione del genere per l’eccessiva vicinanza della bolla di Internet. Citavo il caso di parecchi miei colleghi che nel 2000 si erano tenuti ben lontani dalla borsa dicendo “Eh, noi abbiamo già dato!”. Si riferivano al crash del 1987. Dopo 13 anni il dolore di quelle perdite era ancora vivo… figuriamoci se i martiri del 2000 potevano aver dimenticato le sciagure di sei/sette anni prima!
A risentirti.
x nagual
Compra sui rumors e vendi sulle notizie… giustissimo, ma -parlando in generale- anche qui c’è qualche problema. Il guaio è che a noi piccoli i rumors non arrivano attraverso le orecchie, ma attraverso gli occhi! Voglio dire che i rumors li leggiamo sui giornali o sul monitor, quando evidentemente sono già vecchi, e hanno fatto da un pezzo il giro delle sale operative. In pratica noi non compriamo sui rumors ma sulla NOTIZIA che girano dei rumors…
Anche in uscita c’è qualche difficoltà… per esempio, non sempre la notizia dà il via a vendite generalizzate… a volte succede il contrario. Lo vediamo con le reazioni alle trimestrali americane, che possono andare da un estremo all’altro anche a parità di risultato. E poi ci sono le mezze notizie come le “decisioni” prese dalla UE sulla Grecia, che dicono ben poco di nuovo e il mercato interpreta a seconda del suo umore… A me è andata benissimo la reazione positiva, ma nessuno si sarebbe meravigliato se la borsa avesse risposto con raffiche di vendite.
Ciao.