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Value Partners, equity visto sui 400 milioni pre Ipo - fonte
mercoledì, 17 maggio 2006
MILANO, 17 maggio (Reuters) - Value Partners, il cui premarketing è iniziato questa settimana, viene valorizzata sui 400 milioni a livello dell'equity. Lo dice a Reuters una fonte finanziaria vicina al dossier.
"L'ipotesi di fair value è sui 400 milioni prima dell'aumento di capitale, bisognerà vedere quale sarà il riscontro degli investitori", dice la fonte.
Dalla ricerca che l'advisor Interbanca ha preparato per il premarketing, resa disponibile a Reuters da una fonte di mercato, si apprende poi che il flottante potrebbe arrivare al 36%, senza considerare l'esercizio della greenshoe.
Per la società di consulenza strategica e tecnlogica il 60% delle azioni offerte dovrebbero derivare da aumento di capitale.
Nell'ambito dell'Ipo, si legge ancora nella ricerca, l'80% dei titoli sarà destinato agli investitori istituzionali.
La società ha archiviato il 2005 con un utile netto di 14,4 milioni, contro un Ebitda di 33,1 e ricavi di 195,1 milioni; l'indebitamento era di 36,2 milioni.
Secondo Interbanca, nel 2008 i ricavi potrebbero arrivare a 344 milioni, con un Ebitda di 73, un utile netto di 39 milioni e una cassa positiva di oltre 19 milioni.
La società non esclude acquisizioni, per "crescere dimensionalmente soprattutto nei mercati emergenti". I potenziali target, si legge nella ricerca, sono "società con competenze specifiche soprattutto nei software per la finanza, sicurezza o CRM".
L'analisi Interbanca individua punti di debolezza della società soprattutto nella dipendenza da pochi grandi investitori: il 70% del fatturato deriva infatti dai primi 5 clienti, in crescita da 67% nel 2004 e mediamente 60-70% tra il 2000 e il 2005.
Si nota anche l'elevata concentrazione in Italia, dove viene generato il 90% dei ricavi. Una situazione che potrebbe essere compensata dalla strategia di rafforzamento in mercati ad elevato potenziale di crescita ed in particolare nel sud est europeo e in Asia.
L'azionariato post Ipo vedrebbe i soci fondatori al 30%, VP Holding al 32% e il flottante al 38%, assumendo l'integrale esercizio dell'opzione di overallotment.
Interbanca paragona la società con le big del management consulting, come FTI (FTI.N: Quotazione, Profilo), Huron (HURN.O: Quotazione, Profilo) e Navigant (NCI.N: Quotazione, Profilo), ma anche con i player della consulenza IT: dalle italiane Reply (REY.MI: Quotazione, Profilo) ed Engineering (ENG.MI: Quotazione, Profilo) ad Atos Origin (ATOS.PA: Quotazione, Profilo), Accenture (ACN.N: Quotazione, Profilo), Sapient (SAPE.O: Quotazione, Profilo), Unilog (UNLG.PA: Quotazione, Profilo).
Secondo l'ipotesi di calendario su cui ragionano le banche, ancora subordinata al via libera delle autorità, Value Partners potrebbe esordire allo Star a metà giugno.
mercoledì, 17 maggio 2006
MILANO, 17 maggio (Reuters) - Value Partners, il cui premarketing è iniziato questa settimana, viene valorizzata sui 400 milioni a livello dell'equity. Lo dice a Reuters una fonte finanziaria vicina al dossier.
"L'ipotesi di fair value è sui 400 milioni prima dell'aumento di capitale, bisognerà vedere quale sarà il riscontro degli investitori", dice la fonte.
Dalla ricerca che l'advisor Interbanca ha preparato per il premarketing, resa disponibile a Reuters da una fonte di mercato, si apprende poi che il flottante potrebbe arrivare al 36%, senza considerare l'esercizio della greenshoe.
Per la società di consulenza strategica e tecnlogica il 60% delle azioni offerte dovrebbero derivare da aumento di capitale.
Nell'ambito dell'Ipo, si legge ancora nella ricerca, l'80% dei titoli sarà destinato agli investitori istituzionali.
La società ha archiviato il 2005 con un utile netto di 14,4 milioni, contro un Ebitda di 33,1 e ricavi di 195,1 milioni; l'indebitamento era di 36,2 milioni.
Secondo Interbanca, nel 2008 i ricavi potrebbero arrivare a 344 milioni, con un Ebitda di 73, un utile netto di 39 milioni e una cassa positiva di oltre 19 milioni.
La società non esclude acquisizioni, per "crescere dimensionalmente soprattutto nei mercati emergenti". I potenziali target, si legge nella ricerca, sono "società con competenze specifiche soprattutto nei software per la finanza, sicurezza o CRM".
L'analisi Interbanca individua punti di debolezza della società soprattutto nella dipendenza da pochi grandi investitori: il 70% del fatturato deriva infatti dai primi 5 clienti, in crescita da 67% nel 2004 e mediamente 60-70% tra il 2000 e il 2005.
Si nota anche l'elevata concentrazione in Italia, dove viene generato il 90% dei ricavi. Una situazione che potrebbe essere compensata dalla strategia di rafforzamento in mercati ad elevato potenziale di crescita ed in particolare nel sud est europeo e in Asia.
L'azionariato post Ipo vedrebbe i soci fondatori al 30%, VP Holding al 32% e il flottante al 38%, assumendo l'integrale esercizio dell'opzione di overallotment.
Interbanca paragona la società con le big del management consulting, come FTI (FTI.N: Quotazione, Profilo), Huron (HURN.O: Quotazione, Profilo) e Navigant (NCI.N: Quotazione, Profilo), ma anche con i player della consulenza IT: dalle italiane Reply (REY.MI: Quotazione, Profilo) ed Engineering (ENG.MI: Quotazione, Profilo) ad Atos Origin (ATOS.PA: Quotazione, Profilo), Accenture (ACN.N: Quotazione, Profilo), Sapient (SAPE.O: Quotazione, Profilo), Unilog (UNLG.PA: Quotazione, Profilo).
Secondo l'ipotesi di calendario su cui ragionano le banche, ancora subordinata al via libera delle autorità, Value Partners potrebbe esordire allo Star a metà giugno.