Italia penultima

Made in Italy: 2005 record per il deficit extra Ue
di A.D’A.
Giovedì 26 Gennaio 2006

Sempre peggio.

Nonostante l’avanzo di dicembre, la bilancia commerciale italiana calcolata dall’Istat verso i Paesi extra Ue ha chiuso il 2005 con il deficit record di 8,3 miliardi di euro, mentre nel 2004 si era registrato un surplus di 0,6 miliardi. Ovviamente, l’energia, è il principale responsabile del peggioramento: il deficit è passato dai 27,6 miliardi del 2004 ai 38,8 miliardi del 2005. Al netto dei prodotti energetici, il surplus verso i Paesi extra UE è aumentato di 2,2 miliardi di euro. Le esportazioni sono aumentate in un anno del 7,5%, le importazioni (compreso il petrolio e il gas) del 15,5%.
Nel 2005 i maggiori disavanzi commerciali che l’ Italia ha registrato sono stati accumulati con i paesi Opec, con la Cina e la Russia anche se, nel solo mese di dicembre, sembra che si siano un po’ riequilibrati gli scambi con la Cina (+20,5% export e +21,2% import). Nel 2005, i saldi positivi più elevati sono stati registrati negli scambi con gli Usa.



http://www.enricocisnetto.it/numeri_come_macigni/made_in_italy_2005_record_per_il_deficit_extra_ue
 
Sui conti pubblici, bipolarismo al rovescio
di Paolo Bozzacchi
Martedì 31 Gennaio 2006

Calerà ancora la quota di mercato italiana.
Questo il risultato delle previsioni dell’Istituto di ricerche per l’economia e la finanza “ref.”, che delineano un quadro macroeconomico piuttosto preoccupante dell’economia italiana. Secondo gli economisti ref., infatti, gli obiettivi della finanza pubblica italiana, fissati nel Programma di stabilità, rischiano di rivelarsi più difficili del previsto. Ref. parla di “buco vero” pari al 6% del Pil, mentre per le valutazioni ufficiali è al 4,9%.L’istituto milanese suggerisce quindi un programma di dismissione degli asset pubblici per un valore di circa 30 miliardi nel 2006 e altrettanti nel biennio successivo, a fronte di un quadro economico previsto in moderata ripresa (Pil +1,4% nel 2006 e nel 2007).
E i due schieramenti in competizione per il governo del paese cosa propongono? Mentre la Casa delle Libertà intende proseguire nella politica governativa di contenimento delle tasse e di rilancio dei consumi per innescare il circolo virtuoso (presunto) che metterebbe di nuovo in moto l’economia, l’Unione annuncia nel suo programma che anzitutto intende fare chiarezza sul reale stato della finanza pubblica. Quest’ultima, infatti, verserebbe in condizioni ben più gravi di quelle annunciate dal governo.
Dopo l’ennesima operazione-verità (che di sicuro serve a far scemare ulteriormente la già scarsa credibilità del sistema politico bipolare), Prodi e i suoi intendono ricostituire l’avanzo primario, con interventi che riguarderanno gli aggregati di spesa nei quali si sono registrati i picchi più elevati, non ultima proprio la spesa pubblica (Letta e Bersani dixit).
Di fatto si assiste a un inversione dei ruoli: il centrosinistra, tradizionalmente statalista, lancia proclami liberali, mentre il centrodestra, più per il privato e il rigore, spende e spande a piacere nel pubblico. Con buona pace degli elettori, che faticano sempre di più a riconoscersi nella propria ideologia d’appartenenza.



La truffa del Milleproroghe

Se fa comodo non se ne parli.
E infatti regna il silenzio. Il governo ha inserito nel decreto “milleproroghe” il provvedimento secondo il quale i partiti riceveranno i finanziamenti pubblici per l’intero quinquennio, anche in caso di scioglimento anticipato delle Camere. Assai moderati i commenti dell’opposizione. Una cortesia: che non si parli più di riduzioni degli stipendi dei parlamentari. Sarebbe deprimente.
http://www.enricocisnetto.it/puntaspilli/la_truffa_del_milleproroghe
Paolo Bozzacchi
 
tontolina ha scritto:
La truffa del Milleproroghe

Se fa comodo non se ne parli.
E infatti regna il silenzio. Il governo ha inserito nel decreto “milleproroghe” il provvedimento secondo il quale i partiti riceveranno i finanziamenti pubblici per l’intero quinquennio, anche in caso di scioglimento anticipato delle Camere. Assai moderati i commenti dell’opposizione. Una cortesia: che non si parli più di riduzioni degli stipendi dei parlamentari. Sarebbe deprimente.
http://www.enricocisnetto.it/puntaspilli/la_truffa_del_milleproroghe
Paolo Bozzacchi
Debito : a novembre sale a 1.537,219 mld
ROMA (MF-DJ)--A novembre 2005 il debito della Pubblica Amministrazione e' stato pari a 1.537,219 mld, in aumento rispetto ai 1.534,643 mld di ottobre e ai 1.476,797 mld dello stesso mese del 2004. E' quanto si legge nel supplemento "Finanza pubblica" al Bollettino Statistico di Bankitalia secondo cui il debito delle P.A. al netto dei depositi presso la Banca centrale (33,086 mld) era pari, a novembre, a 1.504,133 mld. red/vs (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. February 10, 2006 11:02 ET (16:02 GMT)


grazie berluska grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeee
 
Tonfo/ Cala la produzione industriale: -2,5% rispetto a dicembre 2004 Lunedí 13.02.2006 10:50
http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/produzioneindustrialeeee.html?pg=1

Tonfo della produzione industriale italiana: mai così male dal 2000. A dicembre l'output dell'industria made in Italy segna una diminuzione del 2,5 per cento rispetto a dicembre 2004. Nella media dell'intero anno 2005, l'indice ha presentato un calo dell'1,8 per cento rispetto all'anno precedente.

L'indice della produzione corretto per i giorni lavorativi ha registrato in dicembre un aumento del 3,5 per cento (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di dicembre 2004). Nella media del 2005 l'indice è diminuito dello 0,8 per cento, rispetto al 2004 (i giorni lavorativi sono stati 252 contro i 256 del 2004). L'indice della produzione destagionalizzato è risultato pari a 96,7 con un aumento dell'1,2 per cento rispetto a novembre 2005. Lo comunica l'Istat.

La produzione industriale corretta per i giorni lavorativi ha presentato, nel confronto con dicembre 2004, variazioni positive per tutti i raggruppamenti principali di industrie. In particolare, ha presentato aumenti dell'11,1 per cento per l'energia, del 6,6 per cento per i beni strumentali, dello 0,8 per cento per i beni di consumo (più 3,4 per cento i beni durevoli, stazionari i beni non durevoli) ed infine dello 0,5 per cento per i beni intermedi.

Nel confronto tra la media del 2005 e quella dell'anno precedente, l'unico raggruppamento che ha segnato una variazione positiva e' quello dell'energia (piu' 4,2 per cento). Hanno presentato variazioni negative del 2,4 per cento i beni di consumo (meno 3,2 per cento i beni durevoli e meno 2,1 per cento i beni non durevoli), dell'1,5 per cento i beni strumentali e dell'1,1 per cento i beni intermedi.

Gli indici destagionalizzati dei raggruppamenti principali di industrie, rispetto a novembre 2005, sono aumentati del 5,2 per cento per l'energia, del 2,5 per cento per i beni di consumo (piu' 2,2 per cento i beni non durevoli e piu' 1,2 per cento i beni durevoli), dell'1,2 per cento per i beni strumentali e dello 0,2 per cento per i beni intermedi.

A dicembre la produzione industriale, corretta per i giorni lavorativi ha registrato gli incrementi tendenziali piu' ampi nei settori dell'energia elettrica, gas e acqua (piu' 16 per cento), delle pelli e calzature (piu' 12 per cento), dei mezzi di trasporto (piu' 9,6 per cento) e del legno e prodotti in legno e delle macchine e apparecchi meccanici (entrambi piu' 4,9 per cento).

Hanno presentato delle diminuzioni i settori della chimica e fibre sintetiche (meno 5,4 per cento), dell'estrazione di minerali (meno 4,8 per cento), delle raffinerie di petrolio (meno 4,4 per cento) e del tessile e abbigliamento (meno 2,0 per cento). Confrontando la media del 2005 con quella del 2004, gli aumenti maggiori hanno interessato i settori dell'estrazione di minerali (piu' 7,3 per cento), delle raffinerie di petrolio (piu' 3,8 per cento) e dell'energia elettrica, gas e acqua (piu' 2,6 per cento).

Le diminuzioni piu' accentuate hanno riguardato i comparti delle pelli e calzature (meno 7,7 per cento), del tessile e abbigliamento (meno 6,5 per cento) e dei mezzi di trasporto e degli apparecchi elettrici e di precisione (entrambi meno 4,6 per cento). (AGI)
 

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