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Appare chiaro insomma che gli italiani siano fortemente preoccupati e contrariati dall’impatto economico del conflitto russo-ucraino.

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E ci credo che sono preoccupati, perché siamo a rischio per il prossimo inverno! Per gli inverni successivi siamo tranquilli solo se troviamo gas sostitutivo di quello russo che sia reale e non sulla carta o nei sogni bagnati di qualcuno. Anche perché se il potere calorifico del gas alternativo è inferiore di quello del gas russo servono quantità superiori! Altro dettaglio...

"Se interrompessero ora il gas russo avremmo un serio problema con lo stoccaggio", spiega inoltre il ministro Cingolani. "Per raggiungere il 90% di stoccaggio per l'inverno 22-23 sarebbero necessari circa 6 mesi, arriveremmo con gli stoccaggi pieni e potremmo affrontare il prossimo inverno e quelli successivi con una certa tranquillità". "Una interruzione immediata dell'export russo - aggiunge - renderebbe critico il superamento dell'inverno 2022-23 in assenza di rilevanti misure di contenimento della domanda che ovviamente sono previste".


E' un vecchio documento, ma per avere una idea:

Sulla propria rete di gasdotti Snam Rete Gas trasporta attualmente le seguenti
tipologie di gas naturale:
• importati da:
- Nord Europa (in prevalenza da Olanda e Norvegia);
- Russia;
- Algeria;
- Libia;
- come Gnl mediante navi metaniere con immissione nella rete di trasporto nel terminale di Panigaglia;
• di produzione nazionale.
Ad esempio, la percentuale di metano oscilla da un valore minimo, intorno all’83% (per il gas naturale proveniente dall’Algeria), ad un valore massimo dell’ordine del 99,5% (per il gas di produzione nazionale). Con esclusione di casi particolari, il PCS può presentare una escursione dell’ordine dell’8 % che va da circa 37,5 MJ/m³ a circa 41 MJ/m³ alle condizioni standard

 
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