E per prepararsi a un assedio sul versante occidentale, già il 5 luglio la Camera bassa della Duma, il parlamento di Mosca, ha approvato una legge chiesta dallo stesso Putin il 30 giugno e volta a favorire la mobilitazione dell’economia nazionale a scopi militari. Le nuove norme comprendono la possibilità che le industrie siano “costrette a rifornire le forze armate”.
I lavoratori, in caso di necessità, dovranno inoltre lavorare di notte, nei weekend e nei giorni festivi, anche rinunciando alle ferie. Secondo il vice premier Yuri Borisov la nuova legge è motivata “delle sanzioni occidentali e della fornitura occidentale di armi all’Ucraina”.
Non si parla ancora di “guerra”, né di “economia di guerra”, dato che si resta nell’ambito propagandistico della “operazione speciale”, ma il significato profondo della legge sulla mobilitazione totale è palese.