Non è infatti casuale che la sua esternazione pro-rifrome avvenga proprio all’indomani della pronuncia degli illustri 56 giuristi.
Sulla riforma costituzionale, dice infatti Napolitano,
«credo potrà prevalere la consapevolezza della gravissima conseguenza che avrebbe in Europa una prova di impotenza della democrazia italiana nel riformare il proprio ordinamento».
Queste cose Napolitano le dice ad un convegno della Fondazione “Gianni Pellicani”.
«Se non fosse possibile il riformismo – aggiunge Napolitano – vorrebbe dire che siamo condannati all’immobilismo; è una condanna che spero, e siamo in molti, sia ritenuta inaccettabile».
Parole chiare, che sembrano un po’ dettare la linea di Renzi in vista dell’appuntamento referendario.
Durante il suo intervento, Napolitano ha sottolineato più volte la necessità del superamento dell’attuale Costituzione nella parte dedicata al bicameralismo perfetto, rilevando come «l’Italia sia l’unico Paese ad averlo».
Un vulnus, per Napolitano, «nato per accontentare tutti e per la paura di molti di perdere spazi di potere e di comodo»
Per questo, ha concluso, «dobbiamo guardare all’Europa anche nel rivedere la Costituzione, perché solo il riformismo può migliorare l’Italia e l’Europa».
Napolitano è stato uno dei grandi sponsor delle riforme di Renzi.
E ci tiene, evidentemente, a condurle in porto. Costi quel che costi.