Val
Torniamo alla LIRA
Vicenda molto oscura, portata avanti da uno dei massimi esponenti di magistratura democratica
con chiari scopi politici, molto in auge nella procura di milano per colpire esponenti di una certa forza politica
contraria ai loro interessi.
Per fortuna che i magistrati dovrebbero essere al di sopra delle parti....in realtà non lo sono.
Altrimenti non è spiegabile perchè a certi sì e ad altri no. E' appurato dagli atti che non ha preso soldi.
......e si va in carcere per benefit ? Allora ci dovremmo mettere se non tutti - almeno una buona parte - degli
ammnistratori pubblici, dei medici di base, degli sbriga-pratiche che esistono in Italia.
Suvvia. Diciamoci la verità senza nascondersi dietro al dito....e poi l'accanimento giudiziario. Aumentano la pena.
Cosa che è quasi impossibile da vedere nelle realtà giudiziarie di appello. Il patteggiamento non lo negano a nessuno. Neppure agli assassini.
E quelli che effettivamente hanno corrottoe sottratto danaro pubblico - nostro -
ricevono una pena inferiore ? Bella giustizia.
Dopo un’odissea giudiziaria durata sette anni, l'ex governatore della Lombardia dovrà ora scontare una condanna di 5 anni e 10 mesi.
Era l'aprile del 2012 quando vengono arrestati - con l'accusa di avere sottratto 56 milioni di euro dalle casse del polo ospedaliero pavese -
l'ex assessore alla Sanità Antonio Simone, il direttore amministrativo della struttura sanitaria Costantino Passerino,
il consulente Gianfranco Mozzali, il commercialista Claudio Massimo e l'uomo d'affari Pierangelo Daccò.
Ai domiciliari il presidente della Fondazione, Umberto Maugeri.
Le accuse mosse a vario titolo dalla procura di Milano sono riciclaggio, appropriazione indebita,
associazione per delinquere, frode fiscale, fatture false. Trai nomi che compaiono nelle carte dei magistrati, anche quello di Roberto Formigoni.
Dopo diversi mesi di indagini il 22 luglio 2012 l'allora procuratore Bruti Liberati rese noto che anche l'ex senatore era indagato per corruzione aggravata.
Per i pm, infatti, Formigoni avrebbe favorito la Maugeri in cambio di una lunga lista di benefit.
Il 15 aprile 2016 la Procura chiede per lui una condanna a 9 anni di carcere
e il 22 dicembre 2016 Formigoni viene condannato dai giudici della decima sezione penale di Milano
a 6 anni di carcere per corruzione, mentre per i giudici non è provata l'accusa di associazione a delinquere.
Il 22 maggio 2018, nel corso del processo d'appello,
i coimputati Daccò e Simone decidono di patteggiare rispettivamente 2 anni e sette mesi e 4 anni e otto mesi di carcere.
Anche Formigoni chiede di patteggiare ma la Procura rigetta l'istanza perché non ritiene congrua la pena.
La sentenza arriva il 19 settembre 2018: i giudici della Corte d'Appello portano la pena di Formigoni a 7 anni e mezzo di carcere.
Dunque, oggi, 21 febbraio 2019 la corte di Cassazione condanna in via definitiva Roberto Formigoni a 5 anni e 10 mesi.
con chiari scopi politici, molto in auge nella procura di milano per colpire esponenti di una certa forza politica
contraria ai loro interessi.
Per fortuna che i magistrati dovrebbero essere al di sopra delle parti....in realtà non lo sono.
Altrimenti non è spiegabile perchè a certi sì e ad altri no. E' appurato dagli atti che non ha preso soldi.
......e si va in carcere per benefit ? Allora ci dovremmo mettere se non tutti - almeno una buona parte - degli
ammnistratori pubblici, dei medici di base, degli sbriga-pratiche che esistono in Italia.
Suvvia. Diciamoci la verità senza nascondersi dietro al dito....e poi l'accanimento giudiziario. Aumentano la pena.
Cosa che è quasi impossibile da vedere nelle realtà giudiziarie di appello. Il patteggiamento non lo negano a nessuno. Neppure agli assassini.
E quelli che effettivamente hanno corrottoe sottratto danaro pubblico - nostro -
ricevono una pena inferiore ? Bella giustizia.
Dopo un’odissea giudiziaria durata sette anni, l'ex governatore della Lombardia dovrà ora scontare una condanna di 5 anni e 10 mesi.
Era l'aprile del 2012 quando vengono arrestati - con l'accusa di avere sottratto 56 milioni di euro dalle casse del polo ospedaliero pavese -
l'ex assessore alla Sanità Antonio Simone, il direttore amministrativo della struttura sanitaria Costantino Passerino,
il consulente Gianfranco Mozzali, il commercialista Claudio Massimo e l'uomo d'affari Pierangelo Daccò.
Ai domiciliari il presidente della Fondazione, Umberto Maugeri.
Le accuse mosse a vario titolo dalla procura di Milano sono riciclaggio, appropriazione indebita,
associazione per delinquere, frode fiscale, fatture false. Trai nomi che compaiono nelle carte dei magistrati, anche quello di Roberto Formigoni.
Dopo diversi mesi di indagini il 22 luglio 2012 l'allora procuratore Bruti Liberati rese noto che anche l'ex senatore era indagato per corruzione aggravata.
Per i pm, infatti, Formigoni avrebbe favorito la Maugeri in cambio di una lunga lista di benefit.
Il 15 aprile 2016 la Procura chiede per lui una condanna a 9 anni di carcere
e il 22 dicembre 2016 Formigoni viene condannato dai giudici della decima sezione penale di Milano
a 6 anni di carcere per corruzione, mentre per i giudici non è provata l'accusa di associazione a delinquere.
Il 22 maggio 2018, nel corso del processo d'appello,
i coimputati Daccò e Simone decidono di patteggiare rispettivamente 2 anni e sette mesi e 4 anni e otto mesi di carcere.
Anche Formigoni chiede di patteggiare ma la Procura rigetta l'istanza perché non ritiene congrua la pena.
La sentenza arriva il 19 settembre 2018: i giudici della Corte d'Appello portano la pena di Formigoni a 7 anni e mezzo di carcere.
Dunque, oggi, 21 febbraio 2019 la corte di Cassazione condanna in via definitiva Roberto Formigoni a 5 anni e 10 mesi.