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Chi era Cassandra ? Era un personaggio dell'Iliade che prevedeva prossima la fine di Troia e i lutti che avrebbero colpito gli abitanti di "Ilo". Eravamo dunque delle cassadre noi che prevedevamo la fine ingloriosa dei sogni berlusconiani infrantisi davanti la realtà dell'economia ? La cosa ci fa onore, se avessero ascoltato Cassandra i troiani non avrebbero perso la loro città.
Si trattava solo di buon senso e di razionalità.
Nel pieno dell'ubriacatura collettiva la parte del sobrio che cerca di far tornare tutti a casa uscendo ordinatamente dall'osteria è sempre stata ingrata.
Vediamo prima di riassumere quelle che erano le nostre obiezioni negli ani passati. Principalmente consideravamo debole l'impostazione complessiva della politica economica. Alla base di tutto l'architrave c'era la crescita economica. Data per scontata, era inevitabile che l'allora ministro Tremonti tendesse a fare previsioni improbabili nei suoi DPEF.
Sono state queste previsioni sballate che hanno creato conseguenti ammanchi di cassa e minor entrate, tanto da erodere irresponsabilmente l'avanzo primario di cassa e ridurlo dal 5% lasciato dal precedente governo, al 2%, anche all'1% se non fosse stato per i condoni. Ricordiamo qui l'importanza di questo dato nel contesto del bilancio dello Stato.
L'avanzo di cassa è quanto rimane dopo aver pagato gli interessi sul debito. Esso deve mantenersi stabilmente sopra il 5% per avere un buon effetto sulla riduzione del debito, non a caso il nuovo ministro del Tesoro Siniscalco nell'annunciare l'intenzione di ridurre il rapporto debito-PIL al 100%, mira a riportare tale avanzo almeno al 4%. Ancora poco aggiungo.
Un'altra nostra critica riguardava l'utilizzo di condoni indiscriminato e generalizzato. Tale modus operandi da parte di un governo, indebolisce la tensione morale di un paese e da un immagine di un Stato debole e sempre con il cappello in mano. Ricattabile per certi aspetti.
Infatti il condono tombale che fruttò parecchi mld di euro, era accompagnato da minacce di successivi controlli per chi non avesse aderito con conseguenti pesanti sanzioni. Un condono con pistola puntata alla tempia, fu definito. In un modo o nell'altro si drenarono al sistema 8 mld di euro.
Tali manovre di una tantum e condoni a raffica, davano l'impressione di raschiamento del fondo del cosi detto barile. Infatti era così. Le continue previsioni sbagliate portavano alla fine il governo a rincorrere i conti fuori ordine, i condoni provocano anche cali di gettito, saltavano anche le logiche degli studi di settore.
Insomma veniva a cadere l'edificio costruito ai tempi dell'Ulivo che poteva o meno piacere ma era in qualche modo funzionante e realistico. Un edificio che portò il paese nell'euro con il conseguente crollo dei tassi a livelli più umani, con tutte le conseguenze positive sul nostro debito, un deficit tendenziale all'1%, mentre oggi viaggiamo oltre il 4% senza correzioni e una crescita negli ultimi mesi di legislatura che ormai viaggiava verso il 3%.
La trasparenza che mancava
Siniscalco è un tecnico di sicuro valore, sa cosa occorre. Il suo compito si presenta difficile in maniera triplice. Da una parte sa che l'unica cosa da fare ora è rimettere in equilibrio i nostri disastrati conti, dall'altra deve accontentare le richieste di An ed UDC che possiamo definire "sociali" e dopo tutto nemmeno tanto sbagliate nel merito, dall'altra ancora, ed è la più spinosa, deve accontentare quelle del cavaliere sull'IRE (ex IRPEF ricordo).
Quest'ultime sono le più difficili. Berlusconi sta con il fiato sul collo a Siniscalco. Qualunque operazione sulle imposte anche se ormai il progetto del famoso contratto è divenuto preistoria, gli serve.
Gli serve maledettamente per presentarsi all'appuntamento del 2006 con qualcosa in mano. E' compatibile con i problemi di bilancio una riduzione fiscale ? No. Non lo è e Siniscalco lo ha fatto capire indirettamente all'indomani della sua investitura con la sua lodevole operazione di trasparenza sui conti. Erano tre anni che non si aveva un'operazione simile sul bilancio del nostro paese, divenuto una specie di segreto di Stato.
Tremonti era sempre stato recalcitrante nel presentarsi in Parlamento ed affrontare una seria discussione sulla situazione dei conti dell'Italia. Continuando a comiziare su riprese economiche dietro l'angolo anche nei periodi di piena recessione o subito seguenti l'11 settembre, per cui non si capisce come quell'evento solo nell'ultimo anno era divenuto l'alibi per le sue inconcludenti politiche.
Su questo 11 settembre poi vorrei sgombrare il campo dalle chiacchiere una volta per tutte. Il rallentamento dell'economia e la recessione che avrebbe colpito gli USA, sono antecedenti all'attentato delle torri.
Le previsioni contenute nel DPEF 2001-2003 furono già criticate e giudicate poco prudenti già nell'estate 2001 dai principali attori istituzionali quali FMI o Bruxelles.
Per quale motivo allora il governo non porto correzione alle sue previsioni almeno dopo l'attentato continuando a parlare di miracolo imminente e di tasse che scendevano di lì a poco tempo ?
Puntualmente ad ogni fine anno, il ministro del Tesoro si esibiva i manovrine tappabuchi come proroghe di condoni, swap e anticipi di imposte dalle banche.
Chiusa questa parentesi torniamo all'operazione trasparenza di Siniscalco. Cosa dice il neo ministro ? Nella prima riunione di governo che lo vede protagonista mette sotto il naso dei vari componenti della maggioranza i freddi numeri. Gli altri non possono che annuire in silenzio. Servono 24 mld per far rientrare il deficit sotto il 3%, altrimenti viaggiante verso il 4%, ovvero ricordo che la manovra precedente da 7.5 mld, era solo per tappare le falle del 2004 ma i conti sono appunto ormai squilibrati. La crescita economica nei prossimi anni non starà "prevedibilmente" più sopra di tanto del 2% bene che vada.
Bene che vada visti i problemi dell'economia americana la quale cresce ma ha bisogno, come sappiamo, di rientrare da diverse problematiche come il deficit con tutte le conseguenze del caso sulla crescita stessa e l'effetto a catena sul resto del globo.
A questo scenario si sono quindi affiancati i numeri, ovvero i 24 mld del 2005, altri 27 previsti successivamente, (ricordiamo sempre i 7.5 mld aggiuntivi del 2004 già "passati in giudicato") e i 12 per ridurre le imposte. Sono già 63 mld di euro.
Se ci aggiungo i soldi per rinnovare i contratti, finanziarie l'agonizzante scuola, la giustizia e le forze dell'ordine rimaste con le casse vuote ecc ... arriviamo a 80-90 più o meno. Questa cifra si abbatterà sul nostro sistema nei prossimi due anni.
Volete tirare voi le conclusioni ? Mi limito solo a citare le problematiche geopolitiche che influenzano ad esempio il prezzo del petrolio che amoreggia ormai da mesi con i 40$ a barile (Brent), tanto per non ingolfare la discussione.
Una manovra pesa anche sulla crescita
Una manovra di sviluppo e una manovra correttiva sono due cose diverse. Le nostre manovre non sono di sviluppo come afferma Berlusconi, sono al 90% correttive, sempre che la parte relativa all'abbattimento fiscale venga attuata e sopratutto non venga soffocata per compensazione come accadde per il primo modulo IRPEF.
Allora quel poco (5 mld) fu annullato nei suoi effetti dall'inflazione e gli aumenti tariffari locali a compensazione dei tagli dei trasferimenti dello Stato a Comuni e Regioni.
Inoltre come certificò la Corte dei Conti, quei 5 mld furono coperti irresponsabilmente dalle una tantum, ora vanno coperti strutturalmente. Ecco qui il nodo della questione.
Gli abbattimenti fiscali non possono essere coperti ne da deficit, ne da una tantum.
Continuare a dire che posso essere fatti senza intaccare la spesa corrente è una presa in giro.
Non si può continuare a truffare la gente. O si abbattono le imposte con conseguenti tagli alla spesa sociale o si distribuisce la ricchezza attraverso di essa.
E' solo una questione di scelta da prospettare seriamente agli italiani e senza pratiche demagogiche. Dire che si abbattono le imposte per 12 mld agendo sugli sprechi è una buffonata che non sta in piedi. Se fosse vero che in bilancio risultasse all'improvviso che basta recuperare 12 mld di sprechi, mi chiedo come mai la Corte dei Conti non l'abbia mai sottolineata una simile enorme cifra e perchè tale operazione non fu fatta già nel 2001, magari inserendola nel famoso programma dei 100 giorni.
Era così semplice no ? In realtà il timore che ho è che nei 7 mld una tantum sui 24 della manovra 2005, si nasconda l'ennesima fregatura. Se si procedesse anche qui a diminuire la prima tranche di imposta attraverso soldi ottenuti con operazioni a breve termine, ci ritroviamo punto e a capo.
Se Siniscalco avvallasse una simile scellerata scelta, brucerebbe una carriera di tutto rispetto. Puntualmente l'anno successivo si ripresenterebbe il problema di rifinanziare l'operazione. Insomma qua bisogna finirla con le ambiguità.
La manovra correttiva, va considerata come tale e francamente il ripetersi del metodo della una tantum mi delude assai. Mi delude che Siniscalco si presti a questi giochi ancora oggi che occorre sobrietà e trasparenza più che mai. Vi ricordo che il warning sul nostro debito è sempre dietro l'angolo.
Dopo S&P ci sono ancora le altre agenzie che lo tengono sotto osservazione. La manovra dovrà quindi essere di vera correzione e la correzione porta inevitabilmente a pesare sulla crescita. La stima è di almeno mezzo puntopercentuale. Siniscalco ha tenuto conto anche di questo ?
Conclusione
Ancora la Cassandra mi tocca a fare. Lo faccio serenamente. Tutto ciò che si prevedeva si è puntualmente avverato perchè osservavamo le cose con gli occhi del buon senso, con la logica dei numeri e la consapevolezza che in economia nulla si crea e nulla si distrugge come in chimica.
Questo per dare l'idea che l'equazione deve sempre essere in equilibrio per cui i nodi vengono prima o poi sempre al pettine. Ricordate la definizione di economia come grande equazione ? Il DPEF è stato sfornato, è un documento indicativo, indicativo di buoni propositi. Ricordo cioè che sarà la Finanziaria 2005 a stabilire poi le cifre nere su bianco quali debbano essere, il vero budget. Sarà li che poi torneremo a discutere.
Pubblicato su Deepenings.it il 31.07.2004
Si trattava solo di buon senso e di razionalità.
Nel pieno dell'ubriacatura collettiva la parte del sobrio che cerca di far tornare tutti a casa uscendo ordinatamente dall'osteria è sempre stata ingrata.
Vediamo prima di riassumere quelle che erano le nostre obiezioni negli ani passati. Principalmente consideravamo debole l'impostazione complessiva della politica economica. Alla base di tutto l'architrave c'era la crescita economica. Data per scontata, era inevitabile che l'allora ministro Tremonti tendesse a fare previsioni improbabili nei suoi DPEF.
Sono state queste previsioni sballate che hanno creato conseguenti ammanchi di cassa e minor entrate, tanto da erodere irresponsabilmente l'avanzo primario di cassa e ridurlo dal 5% lasciato dal precedente governo, al 2%, anche all'1% se non fosse stato per i condoni. Ricordiamo qui l'importanza di questo dato nel contesto del bilancio dello Stato.
L'avanzo di cassa è quanto rimane dopo aver pagato gli interessi sul debito. Esso deve mantenersi stabilmente sopra il 5% per avere un buon effetto sulla riduzione del debito, non a caso il nuovo ministro del Tesoro Siniscalco nell'annunciare l'intenzione di ridurre il rapporto debito-PIL al 100%, mira a riportare tale avanzo almeno al 4%. Ancora poco aggiungo.
Un'altra nostra critica riguardava l'utilizzo di condoni indiscriminato e generalizzato. Tale modus operandi da parte di un governo, indebolisce la tensione morale di un paese e da un immagine di un Stato debole e sempre con il cappello in mano. Ricattabile per certi aspetti.
Infatti il condono tombale che fruttò parecchi mld di euro, era accompagnato da minacce di successivi controlli per chi non avesse aderito con conseguenti pesanti sanzioni. Un condono con pistola puntata alla tempia, fu definito. In un modo o nell'altro si drenarono al sistema 8 mld di euro.
Tali manovre di una tantum e condoni a raffica, davano l'impressione di raschiamento del fondo del cosi detto barile. Infatti era così. Le continue previsioni sbagliate portavano alla fine il governo a rincorrere i conti fuori ordine, i condoni provocano anche cali di gettito, saltavano anche le logiche degli studi di settore.
Insomma veniva a cadere l'edificio costruito ai tempi dell'Ulivo che poteva o meno piacere ma era in qualche modo funzionante e realistico. Un edificio che portò il paese nell'euro con il conseguente crollo dei tassi a livelli più umani, con tutte le conseguenze positive sul nostro debito, un deficit tendenziale all'1%, mentre oggi viaggiamo oltre il 4% senza correzioni e una crescita negli ultimi mesi di legislatura che ormai viaggiava verso il 3%.
La trasparenza che mancava
Siniscalco è un tecnico di sicuro valore, sa cosa occorre. Il suo compito si presenta difficile in maniera triplice. Da una parte sa che l'unica cosa da fare ora è rimettere in equilibrio i nostri disastrati conti, dall'altra deve accontentare le richieste di An ed UDC che possiamo definire "sociali" e dopo tutto nemmeno tanto sbagliate nel merito, dall'altra ancora, ed è la più spinosa, deve accontentare quelle del cavaliere sull'IRE (ex IRPEF ricordo).
Quest'ultime sono le più difficili. Berlusconi sta con il fiato sul collo a Siniscalco. Qualunque operazione sulle imposte anche se ormai il progetto del famoso contratto è divenuto preistoria, gli serve.
Gli serve maledettamente per presentarsi all'appuntamento del 2006 con qualcosa in mano. E' compatibile con i problemi di bilancio una riduzione fiscale ? No. Non lo è e Siniscalco lo ha fatto capire indirettamente all'indomani della sua investitura con la sua lodevole operazione di trasparenza sui conti. Erano tre anni che non si aveva un'operazione simile sul bilancio del nostro paese, divenuto una specie di segreto di Stato.
Tremonti era sempre stato recalcitrante nel presentarsi in Parlamento ed affrontare una seria discussione sulla situazione dei conti dell'Italia. Continuando a comiziare su riprese economiche dietro l'angolo anche nei periodi di piena recessione o subito seguenti l'11 settembre, per cui non si capisce come quell'evento solo nell'ultimo anno era divenuto l'alibi per le sue inconcludenti politiche.
Su questo 11 settembre poi vorrei sgombrare il campo dalle chiacchiere una volta per tutte. Il rallentamento dell'economia e la recessione che avrebbe colpito gli USA, sono antecedenti all'attentato delle torri.
Le previsioni contenute nel DPEF 2001-2003 furono già criticate e giudicate poco prudenti già nell'estate 2001 dai principali attori istituzionali quali FMI o Bruxelles.
Per quale motivo allora il governo non porto correzione alle sue previsioni almeno dopo l'attentato continuando a parlare di miracolo imminente e di tasse che scendevano di lì a poco tempo ?
Puntualmente ad ogni fine anno, il ministro del Tesoro si esibiva i manovrine tappabuchi come proroghe di condoni, swap e anticipi di imposte dalle banche.
Chiusa questa parentesi torniamo all'operazione trasparenza di Siniscalco. Cosa dice il neo ministro ? Nella prima riunione di governo che lo vede protagonista mette sotto il naso dei vari componenti della maggioranza i freddi numeri. Gli altri non possono che annuire in silenzio. Servono 24 mld per far rientrare il deficit sotto il 3%, altrimenti viaggiante verso il 4%, ovvero ricordo che la manovra precedente da 7.5 mld, era solo per tappare le falle del 2004 ma i conti sono appunto ormai squilibrati. La crescita economica nei prossimi anni non starà "prevedibilmente" più sopra di tanto del 2% bene che vada.
Bene che vada visti i problemi dell'economia americana la quale cresce ma ha bisogno, come sappiamo, di rientrare da diverse problematiche come il deficit con tutte le conseguenze del caso sulla crescita stessa e l'effetto a catena sul resto del globo.
A questo scenario si sono quindi affiancati i numeri, ovvero i 24 mld del 2005, altri 27 previsti successivamente, (ricordiamo sempre i 7.5 mld aggiuntivi del 2004 già "passati in giudicato") e i 12 per ridurre le imposte. Sono già 63 mld di euro.
Se ci aggiungo i soldi per rinnovare i contratti, finanziarie l'agonizzante scuola, la giustizia e le forze dell'ordine rimaste con le casse vuote ecc ... arriviamo a 80-90 più o meno. Questa cifra si abbatterà sul nostro sistema nei prossimi due anni.
Volete tirare voi le conclusioni ? Mi limito solo a citare le problematiche geopolitiche che influenzano ad esempio il prezzo del petrolio che amoreggia ormai da mesi con i 40$ a barile (Brent), tanto per non ingolfare la discussione.
Una manovra pesa anche sulla crescita
Una manovra di sviluppo e una manovra correttiva sono due cose diverse. Le nostre manovre non sono di sviluppo come afferma Berlusconi, sono al 90% correttive, sempre che la parte relativa all'abbattimento fiscale venga attuata e sopratutto non venga soffocata per compensazione come accadde per il primo modulo IRPEF.
Allora quel poco (5 mld) fu annullato nei suoi effetti dall'inflazione e gli aumenti tariffari locali a compensazione dei tagli dei trasferimenti dello Stato a Comuni e Regioni.
Inoltre come certificò la Corte dei Conti, quei 5 mld furono coperti irresponsabilmente dalle una tantum, ora vanno coperti strutturalmente. Ecco qui il nodo della questione.
Gli abbattimenti fiscali non possono essere coperti ne da deficit, ne da una tantum.
Continuare a dire che posso essere fatti senza intaccare la spesa corrente è una presa in giro.
Non si può continuare a truffare la gente. O si abbattono le imposte con conseguenti tagli alla spesa sociale o si distribuisce la ricchezza attraverso di essa.
E' solo una questione di scelta da prospettare seriamente agli italiani e senza pratiche demagogiche. Dire che si abbattono le imposte per 12 mld agendo sugli sprechi è una buffonata che non sta in piedi. Se fosse vero che in bilancio risultasse all'improvviso che basta recuperare 12 mld di sprechi, mi chiedo come mai la Corte dei Conti non l'abbia mai sottolineata una simile enorme cifra e perchè tale operazione non fu fatta già nel 2001, magari inserendola nel famoso programma dei 100 giorni.
Era così semplice no ? In realtà il timore che ho è che nei 7 mld una tantum sui 24 della manovra 2005, si nasconda l'ennesima fregatura. Se si procedesse anche qui a diminuire la prima tranche di imposta attraverso soldi ottenuti con operazioni a breve termine, ci ritroviamo punto e a capo.
Se Siniscalco avvallasse una simile scellerata scelta, brucerebbe una carriera di tutto rispetto. Puntualmente l'anno successivo si ripresenterebbe il problema di rifinanziare l'operazione. Insomma qua bisogna finirla con le ambiguità.
La manovra correttiva, va considerata come tale e francamente il ripetersi del metodo della una tantum mi delude assai. Mi delude che Siniscalco si presti a questi giochi ancora oggi che occorre sobrietà e trasparenza più che mai. Vi ricordo che il warning sul nostro debito è sempre dietro l'angolo.
Dopo S&P ci sono ancora le altre agenzie che lo tengono sotto osservazione. La manovra dovrà quindi essere di vera correzione e la correzione porta inevitabilmente a pesare sulla crescita. La stima è di almeno mezzo puntopercentuale. Siniscalco ha tenuto conto anche di questo ?
Conclusione
Ancora la Cassandra mi tocca a fare. Lo faccio serenamente. Tutto ciò che si prevedeva si è puntualmente avverato perchè osservavamo le cose con gli occhi del buon senso, con la logica dei numeri e la consapevolezza che in economia nulla si crea e nulla si distrugge come in chimica.
Questo per dare l'idea che l'equazione deve sempre essere in equilibrio per cui i nodi vengono prima o poi sempre al pettine. Ricordate la definizione di economia come grande equazione ? Il DPEF è stato sfornato, è un documento indicativo, indicativo di buoni propositi. Ricordo cioè che sarà la Finanziaria 2005 a stabilire poi le cifre nere su bianco quali debbano essere, il vero budget. Sarà li che poi torneremo a discutere.
Pubblicato su Deepenings.it il 31.07.2004