LA PROPRIA FOLLIA VA REGALATA A CHI LO MERITA.

Ore 8.00. Cielo terso. Splendido azzurro.

Ore 9,15. Geoingegneria al lavoro.
20191023_091533.jpg
20191023_091556.jpg


Silenzio profondo dai media.
 
La stretta sulle Partite IVA potrebbe essere meno rigida del previsto.

Fino a quando non ci saranno i testi bollinati delle misure approvate non ci sono certezze,
ma le ultime anticipazioni dalla maggioranza allontanano l’ipotesi di obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari e di sistema analitico di determinazione del reddito.

Ripetiamo, la prudenza è d’obbligo trattandosi di uno dei capitoli più delicati di questa manovra 2020.

A comunicare le novità è stato il viceministro all’Economia, Antonio Misiani, davanti all’assemblea di Confesercenti:

"ha prevalso la scelta di assoluto buonsenso di proseguire con il regime forfettario di determinazione dei costi per semplificare la vita dei contribuenti."

Il Governo pare dunque essere andato incontro alle richieste arrivate dal mondo delle professioni e del lavoro autonomo. E del Movimento 5Stelle.


Non è chiaro cosa succederà con i tetti di 20mila euro per acquisto macchinari e collaboratori, ma pare che questa parte della stretta sia destinata a essere confermata.
Così come sembra probabile che venga reintrodotto il paletto che impedisce l’ingresso nel regime forfettario ai lavoratori dipendenti che guadagnano almeno 30mila euro annui.
 
Quando l’ideologia sfocia nella ridicolaggine e le persone rese ridicole dalla medesima non riescono più a comprenderlo.
Anche le case si costruiscono erigendo muri (così come molte altre strutture edilizie):
pensare di poter vivere in un luogo che offra un minimo di riparo basilare alle intemperie e ai malintenzionati
dovrebbe essere dunque considerato un atto illiberale e non-cristiano
(ma diciamo pure anti-religioso o anti-spirituale in toto, laddove peraltro molti monasteri di svariate confessioni, sia in Occidente che in Oriente,
erano solide strutture talora financo fortificate – sempre che non s’intenda tirarla in lungo con la solita solfa del “Medioevo secoli bui” e altre banalità del genere…).
L’unità basilare biologica, la cellula, annovera la presenza d’una membrana cellulare fosfolipidica che ne delimita lo spazio e le funzioni
– racchiudendo “robetta” di poco conto: citoplasma, organuli cellulari e nucleo con tanto di DNA –, a cui la cellula vegetale aggiunge esternamente
una corposa e ben più rigida parete cellulare costituita da cellulosa: ambedue le barriere, comunque ovviamente permeabili,
hanno lo scopo primario di selezionare ciò ch’è adeguato debba uscire o entrare dalla cellula
(la parete conferisce struttura alla cellula vegetale e sostegno all’intera pianta, la quale non possiede una struttura scheletrica vera e propria),
e di contro impedire il flusso dell’inadeguato, per acconsentire la corretta funzionalità della medesima:
dovremmo dunque egualmente considerare illiberale – e non-cristiana – la logica basilare della vita biologica che anima i nostri corpi…???

Abbattere ogni muro ed ogni confine per costruire una società aperta, accogliente e multiculturale: è il diktat della contemporaneità.

Ma Joseph Ratzinger, che non è un uomo del passato come si vorrebbe far credere, aveva indicato un’altra strada.

Quella in cui anche le barriere svolgono un ruolo: quello di declamare una serie di “no”, che per il cattolicesimo sono propri della funzione paterna.

La stessa che riconduce l’uomo alle radici, dunque alla rettitudine morale.

Il Papa emerito, in una delle sue omelie, aveva esordito così: “La Chiesa ha mura.
Il muro da una parte indica verso l’interno, ha la funzione di proteggere, raccoglierci e condurci l’uno verso l’altro”.

Toni differenti da chi ritiene che i limiti esistano solo per essere messi in discussione.

La riflessione del “mite teologo” di Tubinga, che è stata pubblicata questa mattina da La Verità, è datata ma esula dal nazionalismo: Benedetto XVI, al massimo, è un conservatore.

E infatti, anche nel testo in oggetto, ha posto al centro l’essere umano, personificando la mansione filosofico-esistenziale delle fortificazioni:
“…i muri in ultima analisi siamo noi stessi e lo possiamo essere solamente nella misura in cui siamo pronti a lasciarci squadrare come pietre…”.

L’economia del dono, approfondendo sempre quanto esposto dall’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede,
può anche riguardare l’elevazione di mura interiori: Ratzinger ha ragionato sul fatto che, divenendo mura, l’uomo possa ergersi come edificio, per gli altri e per se stesso.

Benedetto XVI ha pure annotato come nel corso del Concilio Vaticano II, al quale ha dato, pur essendo giovanissimo, un essenziale contributo teologico-dottrinale,
la tendenza sia stata quella di allontanarsi da questa visione sulla necessità di frontiere.
La città di Dio, quella di agostiniana memoria, ne ha invece bisogno, tenendo a mente pure una finalità di protezione.

“Non può entrare neppure la bugia – ha continuato Joseph Ratzinger – che distrugge la fiducia e rende impossibile la comunità.
Non possono entrare l’odio e l’avidità che feriscono l’umanità”. Queste sono le fattispecie di base per cui la Chiesa cattolica, nel corso della sua storia, ha sollevato cinte murarie.

Ma c’è spazio pure per le infiltrazioni.
Perché se è vero che tramite le mura si opera una resistenza verso quello che non deve accedere, è vero pure che le barriere sono dotate di porte,
che devono aprirsi nel momento in cui a bussare è “tutto ciò che è buono”. Ogni muro è insomma un “no”, che è al contempo in grado di declinarsi in un “sì”.

Prendendo in considerazione un argomento politico dell’emerito, è possibile operare attraverso un esempio:
dire “no” alla Turchia in Europa chiude alla possibilità che Vecchio Continente e mondo arabo si uniformino,
ma apre alla realizzazione di due macrocosmi culturali e confessionali in grado di triangolare, rispettando le reciproche diversità,
ma nutrendo di speranza l’intero consesso geopolitico.

Che pare diverso dall’affermare che “chi costruisce muri non è cristiano”.
 
Ma va. Ma pensa te. Esempio:
acquisto un'auto diciamo 2500 di cilindrata. Ho avuto una donazione. E dei soldi ne faccio ciò che voglio. Oggi. Domani non so. Ma oggi sì.
Il bollo costo circa 450 euro - L'assicurazione - sono nella classe minima - circa 500 euro.
Diciamo che spendo 1000 euro all'anno di costi fissi.
Costi variabili : la benzina. Tu fisco vuoi venire a vedere quanti chilometri faccio con la mia lussuosa auto ?
Dopo i primi 4 anni hai la "revisione" del veicolo. Hai il dato. Ce l'hai lì. Controlla.
Ma se già oggi non controlli chi - diversamente da noi - possiede 27/50/100 auto ed è nullatente.
Anzi no Prende pure il reddito di cittadinanza. Cosa vuoi fare domani ? Mah.
Ma torniamo al punto. Faccio 10000 chilometri all'anno, l'auto diciamo che consuma 10 litri per 100 chilometri.
Totale 1000 litri x 1,60 = 1600 euro. Ma vado all'eccesso. Potrei spenderne anche solo 1000.
Quindi la bella e costosa auto mi costa 2000 euro all'anno.
.....ops. Bevo 2 caffè al giorno = spendo 2 euro. Li moltiplico per 365 giorni = spendo 730 euro all'anno.
.....ops. Compro un quotidiano al giorno = spendo 1,50 x 365 giorni = spendo 547 euro all'anno.
.....ops. Ho già speso circa 1300 euro. Ma il fisco lo sa ?
.....ops. La mia "compagna" mi costa 100 euro al mese.
1200 euro all'anno.........Mio Dio. Sono già oltre la quota. E adesso cosa dico al fisco ?
Ah già, la prostituzione "fattura" in nero ..........

Il redditometro va sempre più in pressing sui contribuenti.
Sempre più le Entrate e le banche dati fiscali tengono sotto controllo le spese che vengono sostenute mensilmente e nell'arco dei 12 mesi.

E di fatto ora nel mirino del redditometro finiscono anche quei beni acquistati con un lascito.

A sollevare la questione è stato un verdetto della Cassazione di ieri che ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro un contribuente.

Infatti, ribaltando il verdetto della Commissione tributaria della Calabria,
la Suprema corte ha riconosciuto come legittimo l'accertamento fiscale per il caso di un'acquisto di un'auto di lusso utilizzando i soldi di un lascito.

Come riporta Italia Oggi di fatto la Cassazione non usa giri di parole e afferma che la
"disponibilità di determinati beni (quali beni immobili e autoveicolo) integra una presunzione di capacità contributiva legale ai sensi dell’art. 2728 c.c.,
imponendo la stessa legge di ritenere conseguente al fatto (certo) di tale disponibilità l’esistenza di una capacità contributiva".

Per spiegare meglio questo concetto è sufficiente fare un esempio: se un contribuente acquista un'auto di grossa cilindrata con un lascito
si accendono le sirene del Fisco perché dovrà dimostrare di poterla mantenere in base al reddito dichiarato.
Ed è proprio su questo fronte che si declina la "capacità contributiva".
Ed è per questo motivo che non basta dimostrare l'acquisto indicando in modo chiaro la provenienza dei soldi.
È necessario indicare anche come si intende "mantenere" il bene acquisito e dunque giustificare le spese successive all'acquisto.
Insomma la tenaglia del Fisco si stringe sempre di più attorno alle singole spese dei contribuenti che ormai devono giustificare ogni loro passo alle Entrate.
Su questo fronte gli strumenti utilizzati dal Fisco sono numerosi.

La sensazione è che i contribuenti finiranno nel mirino di un "Grande Fratello" fiscale che vuol sapere tutto su ogni singola spesa...
 
Quali sono le aziende che hanno fanno più utili?

Sono di alta tecnologia, producono commodities oppure sono bancarie e finanziarie?

Grazie ad una infografica possiamo mostrarvi questa informazione anche dal punto di vista visuale,
in modo che abbiate subito un’idea delle diverse dimensioni. Qui gli utili GIORNALIERI delle prime 20 aziende



Una società supera le altre in una misura veramente notevole, la Saudita Aramco,
sopravanza le altre di un bel po’, tanto che la seconda, Apple, realizza poco più della metà della prima.

Ricordiamo che Aramco è ancora ora proprietà dello stato saudita, ma ne è stata annunciata la vendita parziale al pubblico da tempo.

La terza è la banca cinese ICBC, quindi il conglomerato coreano Samsung,

Ecco i dati presentati come lista con gli utili al giorno ed al secondo….



Notiamo che delle prime 10 società:

  • una è petrolifera;
  • sei sono banche di cui quattro cinesi e due USA;
  • tre sono tecnologiche, di cui due statunitensi ed una coreana.
Se allargassimo la visione a tutte e venti le società avremmo solo due società europee,
di cui una russa, Gazprom, ed una multinazionale con sede nei Paesi Bassi, Shell.

Non ci sono banche europee ed in quanto alla tecnologia la iper-regolamentazione ha tagliato le gambe alle società del vecchio continente.

Ecco invece l’indicazione degli utili su base annua:



Naturalmente si tratta di dati grezzi, senza nessuna relazione con il capitale investito.

Una valutazione più fine dovrebbe basarsi anche sul ROI, ritorno sugli investimenti, e sul ROE, ritorno sul capitale.
 
Per Vita Indipendente si intende il diritto e l’opportunità di scegliere come vivere, assumendosi la responsabilità delle proprie decisioni.

Per le persone con disabilità significa avere la possibilità di prendere decisioni riguardanti la propria vita
e la capacità di svolgere attività di propria scelta, pur con le limitazioni dovute alle specifiche disabilità.

Le Regioni, tramite i Comuni, sostengono “progetti di vita indipendente”, alternativi all’inserimento in una struttura residenziale
e permette alla persona con disabilità di rimanere nel proprio contesto sociale e affettivo, nonché di condurre una vita il più possibile indipendente.

In Friuli Venezia Giulia è stato istituito il FAP: un intervento economico rivolto a persone che, per la loro condizione di non autosufficienza,
non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.
Il FAP viene utilizzato a sostegno delle situazioni di non autosufficienza trattate a domicilio e di progetti sperimentali nel settore della salute mentale.

In particolare, all’interno del FAP è presente il Sostegno alla vita indipendente (SVI). ( Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Non autosufficienti )
E’ un sostegno economico che concorre a finanziare i progetti di vita indipendente realizzati a favore delle persone in grado di autodeterminarsi,
di età compresa tra i 18 e i 64 anni, in condizione di grave disabilità. Prevedono la facilitazione di percorsi di inserimento sociale e lavorativo.
La soglia ISEE è di 60.000 €.

In Lombardia è stata istituita la Misura B2
( Sostegno alla disabilità grave e agli anziani non autosufficienti (Misura B2) ),
destinata all’attivazione di interventi a favore di persone disabili gravi e anziani non autosufficienti come stabilito nel Programma operativo regionale,
realizzati attraverso gli Ambiti Territoriali e Comuni del territorio attraverso l’erogazione di buoni mensili e voucher per l’assistenza di adulti e minori.

La soglia ISEE per la misura B2 è definita dai regolamenti dei singoli Ambiti territoriali / Comuni e per i progetti di vita indipendente è minore o uguale ad Euro 20.000,00

Assegno di cura — Sociale )

L’assegno di cura è un sostegno economico destinato alle persone in situazione di handicap grave
che può essere erogato direttamente alla persona disabile, alla sua famiglia o ad altre persone che assistono la persona con disabilità.

È alternativo all’inserimento in una struttura residenziale e permette alla persona con disabilità di rimanere nel proprio contesto sociale e affettivo, nonché di condurre una vita il più possibile indipendente.

Sempre in Emilia Romagna, le persone con disabilità che ricevono l’assegno da 10 o 15 euro al giorno
e che hanno stipulato un contratto regolare con un assistente familiare per almeno 20 ore settimanali possono ricevere un ulteriore contributo di 160 €/mese.

Siamo ancora in Emilia Romagna: dall’1.1.2017, esclusivamente per le gravissime disabilità acquisite, è stato eliminato il criterio ISEE
(come per la misura B1 in Lombardia) e rimane la soglia prevista per l’accesso pari a 55.000 euro/anno per gli altri.

Ad oggi in Lombardia, una retribuzione annua lorda di 26.000 euro, pari ad uno stipendio netto mensile di 1.440 euro, è sufficiente
a NON far accedere alla misura B2 i pochi disabili gravi (ai sensi della legge 104/92) che lavorano.
Essi sono esclusi di fatto da qualsiasi progetto di vita indipendente.

Se consideriamo il costo di un assistente per un part-time 25 ore (calcolabile da qui con un po’ di impegno: Badanti e Colf - CCNL Anni 2017 - 2018 - 2019 ),
alla persona con disabilità resta ben poco per vivere in maniera indipendente. Certamente non sono cifre che possono essere coperte con il solo,
misero, assegno di accompagnamento di 516 euro mensili. Quello che l’INPS ritiene debba coprire i costi di un’assistenza continuativa H24.
 
Lago e monti. Monti e lago. Ma la sostanza non cambia.
A lago decine di migliaia di cormorani - uccelli importati - che mangiano tonnellate di pesce....e non trovi più pesce di lago.
A monte migliaia di cinghiali - specie importata - che rovinano ettari di terreno.
Soluzioni concrete ? NULLA. Soluzione valida ? ELIMINARLI TUTTI.


Giorno per giorno, continua ad aggravarsi il bollettino dei danni da selvatici: dalla Valsassina all’Alto Lago, dalla Val d’Intelvi e Val Menaggio
si susseguono le invasioni di cinghiali e selvatici che, per l’intera annata, hanno rovinato i raccolti e tolto il sonno ai produttori. Lo denuncia Coldiretti.

E, come se non bastasse, talvolta al danno si unisce la beffa: come nel caso di un’allevatrice della provincia di Lecco che attende ormai da oltre tre mesi la stima dei danni subiti.

Un caso-limite che ci porta indietro “agli inizi di luglio, inizio della fienagione dopo settimane di maltempo.
Proprio in quei giorni, i miei prati subirono le prime invasioni, cui è seguita la mia domanda per accertamento danni datata 3 luglio
– racconta Valentina Meoli, allevatrice a Campofiasco di Vendrogno – Essendo pronta la coltura,
entro sette giorni avrei dovuto ricevere informazioni sulla visita degli ispettori. Nessuna risposta, né a quella, ne alle successive istanze.
Il fieno, ovviamente, alla fine l’ho tagliato ma aspetto ancora. La produzione della mia azienda è crollata: dalle 1.800 balle di fieno a 600, un terzo:
il maltempo, certamente, ci ha messo del suo, ma i cinghiali mi hanno impedito di fare quattro bei tagli…
invece ne abbiamo fatti tre solo nei prati pianeggianti e addirittura uno soltanto in quelli in altura. A livello economico, si tratta di migliaia di euro di danni”.


Non si tratta del solo conto economico: “La scorsa estate i cinghiali me li sono trovati fuori dalla porta di casa,
solo la presenza dei cani li ha allontanati. Abbiamo paura, qui non si tratta di difendere solo il nostro diritto di lavorare, ma di vivere in queste zone invase”.

Coldiretti: “Con le castagne nei boschi prolificheranno ancora”
“E’ la dimostrazione che non si tratta più di un problema di natura agricola, ma di sicurezza”
commenta Emanuele Bezzi, segretario di zona della Coldiretti lecchese.
“Un allarme peraltro riconosciuto dalla Prefettura di Lecco, che aveva convocato nelle scorse settimane una riunione coi sindaci.
Aspettiamo un nuovo incontro che dovrebbe ora stabilire le azioni da attivare”.

L’allarme, intanto, potrebbe avere una nuova, ulteriore recrudescenza “anche a fronte della grande produzione di castagne dei nostri boschi:
attratti dai frutti, c’è il pericolo che i cinghiali continuino ad invadere, ancor più di prima, le aree abitate sul limitare dei boschi, comprese le strade che li attraversano.
Si tratta di un’abbondanza di cibo che, peraltro, potrà comportare una maggior prolificazione di queste bestie, aumentando ulteriormente un problema già fuori controllo”.



Per Coldiretti Como Lecco “si è davvero passato ogni limite del reale”.

Lo ribadiscono Fortunato Trezzi, presidente interprovinciale, insieme a Roberto Magni, vicepresidente e vertice dei coltivatori diretti lecchesi

“Cinghiali che passeggiano tranquillamente nelle nostre città nelle prime ore del mattino, come avvenuto a Como;
selvatici che invadono persino i cimiteri, mangiando i fiori destinati ai nostri cari. Leggendo la cronaca delle ultime settimane c’è da restare increduli…
invece è tutto vero e documentato. Come detto, siamo di fronte a un vero allarme sociale e di sicurezza, oltrechè economico per quanto riguarda le imprese,
che continuano a essere invase da un capo all’altro delle due province. I danni provocati nelle due province lo scorso anno sono stati pari a 350 mila euro,
nel 2019 sicuramente saranno molti di più. Le imprese agricole sono esasperate e hanno ragione: i cittadini e gli automobilisti hanno paura:
oggi, un poco piacevole “incontro ravvicinato” con un cinghiale non è più un’ipotesi remota nemmeno entro i confini urbani delle nostre città…
perché, appunto, è già successo e potrebbe accadere nuovamente da un momento all’altro”.
 
Cosa volete. In questo momento il mondo gira così.
Quelli là vogliono mettere in galera chi sbaglia (non chi evade) per 20.000 euro all'anno
e questi decidono che gli ergastolani hanno diritto ai premi fedeltà.........

La Corte Costituzionale ha ritenuto illegittimo il cosiddetto «ergastolo ostativo».

La mancata collaborazione con la giustizia non può impedire la concessione di permessi detenuti condannati al massimo della pena, anche per fatti di mafia e terrorismo.

E’ stato accolto in questo senso un ricorso presentato dai magistrati del tribunale di sorveglianza di Perugia.

In pratica la Corte ha stabilito che tutti gli ergastolani possono presentare domanda per avere permessi premio, anche se non hanno collaborato con la giustizia.
 
Si da credito ad un fondo speculativo ........poveri noi.

False comunicazioni sociali da parte di una società quotata e manipolazione del mercato:
sono le accuse nei confronti dei vertici di una importante società bolognese quotata in Borsa e operante nel settore delle bioplastiche.

Un tornado quello che stamattina all’alba ha travolto la “Bio-on”, società con sede a Bologna.

Misure cautelari sono scattate nei confronti di Marco Astorri, socio e presidente del consiglio di amministrazione di Bio-on;
di Guido Cicognani, socio e vicepresidente del cda
e Gianfranco Capodaglio, presidente del collegio sindacale.

Astorri è stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre gli altri due alla misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche.

In corso anche il sequestro di beni per complessivi 150 milioni, pari al valore del profitto dei reati commessi.

I finanzieri del Comando provinciale di Bologna stanno eseguendo anche diverse perquisizioni in Emilia Romagna, Lombardia e Lazio.

L’inchiesta vede complessivamente indagate nove persone (fra amministratori, sindaci, direttore finanziario e revisore)
e nasce dal monitoraggio svolto dalle Fiamme gialle del nucleo di polizia economico finanziaria sull’andamento delle contrattazioni in Borsa del titolo
a seguito della pubblicazione di un report da parte del fondo speculativo americano Quintessential Capital Management,
che ha messo in discussione la veridicità dei dati contabili e la solidità finanziaria.

Il gruppo, che concede in licenza e produce bioplastiche innovative, è stato oggetto di un report del fondo,
intitolato «Una Parmalat a Bologna» che ha messo in dubbio la trasparenza dei bilanci e le capacità produttive dello stabilimento di Castel San Pietro Terme.

L’hedge fund anche se basato a New York, è guidato da un italiano, Gabriele Grego, nato a Roma nel 1975 ma israeliano di adozione,
fondatore di Quintessential. Il fondo speculativo in passato ha attaccato varie società, operando al ribasso.
Tra queste la Globo, una società di software nata in Grecia ma quotata alla City di Londra,
finita in amministrazione controllata dopo che nel 2015 il fondo Quintessential aveva illustrato al mercato il risultato di mesi di indagini.
Anche in quel caso Quintessential aveva dichiarato: «La nostra opinione è che si tratta di una Parmalat greca».
Grego, formatosi tra gli Usa e Londra, tra il 2000 e il 2001 ha prestato servizio militare
in una brigata di paracadutisti dell’aviazione israeliana specializzata in “demolitions” e ha poi lavorato a Tel Aviv.

Bio-On, quotata nel 2014 poco più che startup, ha da poco iniziato a produrre una bio-plastica biodegradabile di grande interesse.
A luglio è arrivata a valere oltre un miliardo di euro, nonostante il business sia ai primi passi.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto