gipa69
collegio dei patafisici
Riprendendo invece il discorso relativo collegato ai grafici postati sul thread di Nonsoniente......
http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=16902&postdays=0&postorder=asc&start=0
l'aspetto interessante che si può notare è come il periodo dei primi del 1900 fino all'inizio della prima guerra mondiale abbia diverse similitudini con quello attuale.
Dopo una forte crescita dei valori azionari nel corso degli ultimi decenni dell'800 legati a nuove innovazioni tecniche ed ad una notevole liberalizzazione dei mercati che portò una situazione di inflazione abbastanza stabile, crescita economica ed una contrazione dei rendimenti obbligazionari e conseguente contrazione dei credit spread dei paesi emergenti i mercati azionari incominciarono ad oscillare e nel loro valore più conosciuto (Dow Jones) cominciarono ad oscillare intorno ai 100 con ampi swing ma con una volatilità dei prezzi in lenta contrazione.
La discesa dei rendimenti obbligazionari, la contrazione degli spread emergenti ed il calo della volatilità sembravano presupporre uno scenario tranquillo e fino a due settimane prima della esplosione del conflitto mondiali i mass media dell'epoca immaginavano una situazione in deterioramento ma recuperabile.
Due settimane dopo il mercato chiuse ed in termini di volatilità storica quell'avvenimento fu il più impattante del ventesimo secolo.
Questa storia è educativa in quanto fa capire che non sempre il mercato calcola nella maniera corretta i rischi ed in una situazione del genere la conseguenza più immediata è un rapido deterioramento dei valori
scambiati (in quel caso con grosse difficoltà di liquidazione).
http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=16902&postdays=0&postorder=asc&start=0
l'aspetto interessante che si può notare è come il periodo dei primi del 1900 fino all'inizio della prima guerra mondiale abbia diverse similitudini con quello attuale.
Dopo una forte crescita dei valori azionari nel corso degli ultimi decenni dell'800 legati a nuove innovazioni tecniche ed ad una notevole liberalizzazione dei mercati che portò una situazione di inflazione abbastanza stabile, crescita economica ed una contrazione dei rendimenti obbligazionari e conseguente contrazione dei credit spread dei paesi emergenti i mercati azionari incominciarono ad oscillare e nel loro valore più conosciuto (Dow Jones) cominciarono ad oscillare intorno ai 100 con ampi swing ma con una volatilità dei prezzi in lenta contrazione.
La discesa dei rendimenti obbligazionari, la contrazione degli spread emergenti ed il calo della volatilità sembravano presupporre uno scenario tranquillo e fino a due settimane prima della esplosione del conflitto mondiali i mass media dell'epoca immaginavano una situazione in deterioramento ma recuperabile.
Due settimane dopo il mercato chiuse ed in termini di volatilità storica quell'avvenimento fu il più impattante del ventesimo secolo.
Questa storia è educativa in quanto fa capire che non sempre il mercato calcola nella maniera corretta i rischi ed in una situazione del genere la conseguenza più immediata è un rapido deterioramento dei valori
scambiati (in quel caso con grosse difficoltà di liquidazione).